Vai al contenuto

Ready Player One e l'ombra del flop: il cinema d'autore rischia grosso


  • Non puoi aprire una nuova discussione
  • Effettua l'accesso per rispondere
Questa discussione ha avuto 115 risposte

#91
UomoDiMare

UomoDiMare
  • Super Eye Fan

  • StellettaStellettaStellettaStelletta
  • Gruppo: Utente Pro
  • Messaggi: : 2460

Vorrei portare avanti l'esempio di Batman perchè mi pare calzantissimo. Abbiamo due registi che affrontano lo stesso soggetto, che tu giustamente definisci esterno perché nato dal lavoro di un soggettista: in che modo tu in due progetti del genere non vedi il lavoro di un autore?

Nasce da qui una piccola curiosità: tu lo sai come lavorano registi come Burton o Nolan?

 

A me viene da chiedere se sappiate come lavori un regista in generale perché se una persona si limita a fare il regista sul set è chiaro che non si possa parlare d'autore, visto che questa figura organizza tutto, tutto il lavoro che porta alla conclusione della messa in scena, dall'origine dell'idea tragica al montaggio.

In cosa Burton sarebbe un autore, per un film come Batman tra l'altro, lo sa solo chi crede che l'autorialità nell'arte sia un concetto così soggettivo che pure Michael Bay e Luca Miniero possano essere considerati autori cinematografici e magari Carax e Refn no, così, per sentimento personale. :sese:

 

p.s.: più che guardare una live, io consiglio a chi volesse studiare il cinema e le sue declinazioni come il cinema d'autore e il cinema popolare armandosi di testi didattici. Prendetemi per offensivo e snob quanto volete ma la principale arma che abbiamo a disposizione per diventare esperti di un argomento è quello di studiare da fonti di un certo tipo e non informarsi su Internet.


Modificata da UomoDiMare, 04 April 2018 - 11:51 AM.


#92
Shiqmah

Shiqmah
  • Little Eye Fan

  • Stelletta
  • Gruppo: Utente Pro
  • Messaggi: : 240

A me viene da chiedere se sappiate come lavori un regista in generale perché se una persona si limita a fare il regista sul set è chiaro che non si possa parlare d'autore, visto che questa figura organizza tutto, tutto il lavoro che porta alla conclusione della messa in scena, dall'origine dell'idea tragica al montaggio.
In cosa Burton sarebbe un autore, per un film come Batman tra l'altro, lo sa solo chi crede che l'autorialità nell'arte sia un concetto così soggettivo che pure Michael Bay e Luca Miniero possano essere considerati autori cinematografici e magari Carax e Refn no, così, per sentimento personale. :sese:


A me viene da chiedere quanto sia alto il piedistallo dal quale stai giudicando tutti i nostri mestieri e le nostre conoscenze, ma credo che entrambi ci terremo il nostro dubbio.

Comunque: "se una persona si limita a fare il regista sul set è chiaro che non si possa parlare d'autore" siamo d'accordissimo, quindi evidentemente ti sei perso qualche parte della mia domanda. Alla luce del tuo intervento la riformulo in maniera più chiara: cosa ti dice che Nolan o Burton facciano "solo i registi sul set"?

#93
UomoDiMare

UomoDiMare
  • Super Eye Fan

  • StellettaStellettaStellettaStelletta
  • Gruppo: Utente Pro
  • Messaggi: : 2460

A me viene da chiedere quanto sia alto il piedistallo dal quale stai giudicando tutti i nostri mestieri e le nostre conoscenze, ma credo che entrambi ci terremo il nostro dubbio.

Comunque: "se una persona si limita a fare il regista sul set è chiaro che non si possa parlare d'autore" siamo d'accordissimo, quindi evidentemente ti sei perso qualche parte della mia domanda. Alla luce del tuo intervento la riformulo in maniera più chiara: cosa ti dice che Nolan o Burton facciano "solo i registi sul set"?

 

Il fatto che il loro lavoro sul set non sia indiscutibile ma sia sempre e comunque correlato al lavoro di altre figure, che siano sceneggiatori e produzione insieme, o soltanto la produzione, o co-sceneggiatori e via dicendo. Cosa che nel cinema d'autore non avviene mai.

Che poi un regista, dopo aver ottenuto un certo riconoscimento, abbia la libertà di prendere decisioni grosse sul prodotto finale non vuol dire nulla perché il prodotto finale è sempre il frutto delle idee di più persone e non è un'espressione di un singolo artista che organizza tutto il lavoro dalla A alla Z.



#94
Shiqmah

Shiqmah
  • Little Eye Fan

  • Stelletta
  • Gruppo: Utente Pro
  • Messaggi: : 240

Il fatto che il loro lavoro sul set non sia indiscutibile ma sia sempre e comunque correlato al lavoro di altre figure, che siano sceneggiatori e produzione insieme, o soltanto la produzione, o co-sceneggiatori e via dicendo. Cosa che nel cinema d'autore non avviene mai.
Che poi un regista, dopo aver ottenuto un certo riconoscimento, abbia la libertà di prendere decisioni grosse sul prodotto finale non vuol dire nulla perché il prodotto finale è sempre il frutto delle idee di più persone e non è un'espressione di un singolo artista che organizza tutto il lavoro dalla A alla Z.


Spero che tu ti renda conto da solo del fatto che un film prodotto di un'unica persona non esiste e non credo sia mai esistito nella storia del medium. TUTTI i film sono correlati in parte dal lavoro di altre figure.

In ogni caso non ci troviamo d'accordo sulla definizione di cinema d'autore, peccato perché se non ti fossi arroccato sarebbe stato un confronto pieno di ottimi spunti.


#95
UomoDiMare

UomoDiMare
  • Super Eye Fan

  • StellettaStellettaStellettaStelletta
  • Gruppo: Utente Pro
  • Messaggi: : 2460

Spero che tu ti renda conto da solo del fatto che un film prodotto di un'unica persona non esiste e non credo sia mai esistito nella storia del medium. TUTTI i film sono correlati in parte dal lavoro di altre figure.

In ogni caso non ci troviamo d'accordo sulla definizione di cinema d'autore, peccato perché se non ti fossi arroccato sarebbe stato un confronto pieno di ottimi spunti.

 

Io ho scritto che nel cinema d'autore è un'unica persona a coordinare il lavoro di tutte le altre, infatti ho scritto "un singolo artista che organizza tutto il lavoro dalla A alla Z" e  ti assicuro che è così. In cosa ad esempio un Professione Reporter o uno Stalker sarebbero il frutto delle decisioni di più persone? E' il regista che si occupa di stabilire cosa finisce nel découpage tecnico, la scaletta ecc., stabilisce cosa deve fare il dop, che colonna sonora ci deve essere, che coordina il montaggio finale e che parla con eventuali produttori senza che questi ultimi possano sindacare sul materiale mostrato.

Mi dispiace se mi sono arroccato in definizioni che non stabiliamo né io, né tu né l'autore dell'articolo ma sono il frutto di fior fior di studi e analisi sull'evoluzione delle cinematografie mondiali nel corso del '900. Ci vedo un po' di presunzione in più rispetto alla mia in chi pretende di poter buttare in caciara argomenti che sono stati trattati da gente con un tantinello di cognizione di causa in più rispetto a tutti noi che scriviamo su un forum. Saluti.


Modificata da UomoDiMare, 04 April 2018 - 12:15 PM.


#96
avuerre

avuerre
  • Super Eye Fan

  • StellettaStellettaStellettaStelletta
  • Gruppo: Collaboratore Everyeye
  • Messaggi: : 2161

Il cinema d'autore è quello fatto, appunto, dagli autori, artisti che originano una propria idea e organizzano il lavoro per la messa in scena con autonomia, senza dipendere da una produzione e coordinando tutti gli elementi del prodotto finale, che risulta partorito da una sola persona - che diventa autore - e non dalle idee creative di più soggetti come soggettista, sceneggiatore e poi regista.


Mi sa che il problema è che tu sia certo che io queste nozioni accademiche non le sappia, che non le abbia studiate, ma non è così. Probabilmente ci siamo formati sugli stessi medesimi testi (anche perché, a veder bene, le pietre miliari nel settore sono poche), non è questo il punto. Il punto è che non riusciamo ad andare oltre l'etichetta accademica. Quando dici "artisti che originano una propria idea e organizzano il lavoro per la messa in scena con autonomia, senza dipendere da una produzione e coordinando tutti gli elementi del prodotto finale, che risulta partorito da una sola persona - che diventa autore - e non dalle idee creative di più soggetti come soggettista, sceneggiatore e poi regista" affermi tutto e il contrario di tutto. Nel senso: prendendo alla lettera questo concetto, gli Autori con la A maiuscola si conterebbero sulle dita di una mano, gente senza neppure una produzione dietro. Dai su, andiamo :) È una definizione di autore fuorviante applicata al cinema, per questo non riusciamo a capirci. Tu stesso hai detto che parliamo di un concetto frutto di evoluzione nel corso del '900... è vero, sono d'accordo, so perfettamente a quale cinema d'autore ti riferisci, ma quella è un'etichetta, un contenitore. Il '900 è finito, bisogna continuare a evolvere il tema base, soprattutto riconoscere che il cosiddetto cinema popolare si è evoluto a sua volta diventando (non sempre, OVVIO) qualcosa di più elevato. Ready Player One è proprio la summa definitiva di questa idea di evoluzione, un progetto che Steven Spielberg (insieme a Ernest Cline grazie a precise postille di contratto) ha potuto controllare dall'inizio alla fine, farcendolo della sua classica poetica d'intrattenimento.

Il mio discorso non esclude assolutamente il tuo, che rappresenta A RAGIONE la base accademica formalmente riconosciuta da me compreso. È il tuo che esclude il mio, che invece abbraccia personalità contemporanee con uno stile ben preciso e capacità di controllo totali sul prodotto finale estromesse per un cavillo di banali etichette, che elevano un genere/un linguaggio rispetto a un altro.

Modificata da Deatheater785, 04 April 2018 - 12:26 PM.


#97
ayreon

ayreon
  • ma il tasso le paga le tasse?

  • StellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • Gruppo: Utente Pro
  • Messaggi: : 2580

 

Blockbuster e autore nella stessa frase non possono andare insieme, infatti nella storia non esiste nessun film blockbuster che faccia anche parte del cinema d'autore.

massimo zanichelli cosi' si riferisce a the prestige di nolan

 

The Prestige non fa eccezione. E' uno spettacolo maistream ma è contemporaneamente un film d'autore

 

per me il problema e' sempre che non accetti un punto di vista diverso, per me quello a cui ti riferisci e' il cinema d'essai e il cinema d'autore ha un velo piu' generico legato alla riconoscibilita' dell'operato del regista (che entra anche nella sfera dei collaboratori che si scelgono, tim burton per dire ha una estetica riconoscibilissima e senza danny elfman non ha senso)

 

cmq sulla definizione di cinema d'autore si trova di tutto e il contrario di tutto...


Modificata da ayreon, 04 April 2018 - 12:27 PM.


#98
-Krell

-Krell
  • Eye Master

  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • Gruppo: Utente Pro
  • Messaggi: : 27229

 

Il fatto che il loro lavoro sul set non sia indiscutibile ma sia sempre e comunque correlato al lavoro di altre figure, che siano sceneggiatori e produzione insieme, o soltanto la produzione, o co-sceneggiatori e via dicendo. Cosa che nel cinema d'autore non avviene mai.

Che poi un regista, dopo aver ottenuto un certo riconoscimento, abbia la libertà di prendere decisioni grosse sul prodotto finale non vuol dire nulla perché il prodotto finale è sempre il frutto delle idee di più persone e non è un'espressione di un singolo artista che organizza tutto il lavoro dalla A alla Z.

Nolan ha firmato quasi tutti i suoi film con sceneggiature scritte di proprio pugno/con il fratello.. direi che può tranquillamente rientrare nelle definizione di autore che dai e, di conseguenze, un autore che fa cinema d'autore. E procedo a mettere ancora più in crisi la tua idea di autorialità: Tarkovskij è davvero considerabile meno autore (secondo i tuoi criteri) perché co-autore delle sceneggiature dei propri film? Vediamo già da questi esempi che la maglia con cui cerchi di incasellare la figura dell'autore (e di conseguenza al cinema d'autore) è stretta e va allargata, vanno aggiunti casi, eccezioni ecc. In particolare ne La forma dell'anima Tarkovskij parla bene del "problema" sceneggiatura, lettura consigliata sull'argomento.

 

Nei tuoi post, ho notato che commetti un altro grande errore: il cinema d'autore spesso e volentieri è stato parte integrante del cinema "popolare". Mi viene in mente un esempio eclatante: Fantasia, di Walt Disney. Fischinger (sicuramente saprai di chi sto parlando) ha realizzato la sequenza astratta all'inizio del film. 

 

Forse sei tu che non lo vedi, ma sei arroccato su una personale idea di autorialità che è davvero limitante e, fra l'altro, decisamente interpretabile. Scrivi "nel cinema d'autore è un'unica persona a coordinare il lavoro di tutte le altre e ti assicuro che è così".  Qui hai perfettamente descritto la figura del regista, ed è interpretabile tanto con Nolan quanto con Malick questa frase. Poi parli della questione produttori, e qui ci si addentra in quartieri decisamente pericolosi: pensi che anche Gente come Malick sia completamente libera da vincoli? Se proprio volessimo essere radicali, l'unico vero cinema d'autore oggi sarebbe quello che puoi trovare ad una biennale d'arte, stop. Se un film ha dei produttori, ha al suo interno delle influenze di qualche tipo, ma quello che ti devi chiedere, a questo punto, è: questo limita l'autorialità di un autore? Perché l'influenza di una figura generica (che può essere il produttore come lo sceneggiatore) dovrebbero incrinare l'autorialità del regista? Il cinema nella quasi totalità dei casi (escludo appunto tutti quei prodotti visuali che è possibile trovare nelle rassegne artistiche come la Biennale di Venezia, perché spesso è davvero una persona sola o un piccolo gruppo ma comunque c'è un controllo pressoché totale dell'autore) è frutto di collaborazioni, e parlare di autorialità è come parlare di generi cinematografici: inutile, ma serve come indicazione per cosa si sta andando a vedere. 

 

Tornando più propriamente IT, direi che attribuire a Ready Player One l'etichetta di "cinema autoriale" per come viene comunemente intesa, mi pare un po' troppo "generoso".. Ma appunto è un concetto vecchio ed inutile.

 

EDIT: leggendo il post dell'utente aeryon mi viene in mente che forse tu confondi i concetti di cinema d'autore e cinema d'avanguardia, in effetti. Ma anche lì poi si ptorebbe a discutere davvero di una varietà infinita di sfumature ed etichette che non si finirebbe più. 


Modificata da -Krell, 04 April 2018 - 12:47 PM.


#99
Escher

Escher
  • ᕙ༼ ,,இܫஇ,, ༽ᕗ

  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • Gruppo: Utente Pro
  • Messaggi: : 8385981

l'argomento è interessante, lasciate che vi lurki :sisi:



#100
Nyconator

Nyconator
  • Normal Eye Fan

  • StellettaStelletta
  • Gruppo: Utente
  • Messaggi: : 268
Non ho studiato tecniche narrative cinematografiche e non ritengo di essere un esperto del settore, ma a me sembra assolutamente innegabile che l'apporto di Spielberg alla storia, al messaggio da veicolare e alle idee visive, più o meno innovative, non possa essere considerato alla stregua di un certo tipo di cinema in cui l'autore scommette tutto se stesso, artisticamente e, a tratti, economicamente. Lo stesso Lucas per il primo Star Wars fece il giro delle sette chiese e investì pure del denaro proprio per portare avanti un'idea scartata da tutti, sempre volendo rimanere in ambito di cinema popolare e di intrattenimento. Ready Player One, al contrario, mi sembra proprio un compitino fatto bene dal successo a portata di mano grazie all'onda anomala dei nerd nostalgici degli ultimi anni.

#101
Guest_pippoundergroundeYe

Guest_pippoundergroundeYe
  • Gruppo: Ospiti

edit


Modificata da pippounderground, 19 August 2020 - 10:24 PM.


#102
Leonardo M

Leonardo M
  • Eye Supreme

  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • Gruppo: Everyeye.it Pro
  • Messaggi: : 9278

Beh per me cinema d'autore significa anche mettere in un film prettamente di intrattenimento come questo un qualche tipo di messaggio sociale, qui per me il mesaggio è rivolto ad una società sempre digitalizzata come la nostra che si illude di essere più ricca e libera, quando alla fine non è cosi' e si scorda per strada il concetto di comunità e vita reale.


Modificata da Leonardo M, 04 April 2018 - 10:23 PM.


#103
UomoDiMare

UomoDiMare
  • Super Eye Fan

  • StellettaStellettaStellettaStelletta
  • Gruppo: Utente Pro
  • Messaggi: : 2460

Mi sa che il problema è che tu sia certo che io queste nozioni accademiche non le sappia, che non le abbia studiate, ma non è così. Probabilmente ci siamo formati sugli stessi medesimi testi (anche perché, a veder bene, le pietre miliari nel settore sono poche), non è questo il punto. Il punto è che non riusciamo ad andare oltre l'etichetta accademica. Quando dici "artisti che originano una propria idea e organizzano il lavoro per la messa in scena con autonomia, senza dipendere da una produzione e coordinando tutti gli elementi del prodotto finale, che risulta partorito da una sola persona - che diventa autore - e non dalle idee creative di più soggetti come soggettista, sceneggiatore e poi regista" affermi tutto e il contrario di tutto. Nel senso: prendendo alla lettera questo concetto, gli Autori con la A maiuscola si conterebbero sulle dita di una mano, gente senza neppure una produzione dietro. Dai su, andiamo :) È una definizione di autore fuorviante applicata al cinema, per questo non riusciamo a capirci. Tu stesso hai detto che parliamo di un concetto frutto di evoluzione nel corso del '900... è vero, sono d'accordo, so perfettamente a quale cinema d'autore ti riferisci, ma quella è un'etichetta, un contenitore. Il '900 è finito, bisogna continuare a evolvere il tema base, soprattutto riconoscere che il cosiddetto cinema popolare si è evoluto a sua volta diventando (non sempre, OVVIO) qualcosa di più elevato. Ready Player One è proprio la summa definitiva di questa idea di evoluzione, un progetto che Steven Spielberg (insieme a Ernest Cline grazie a precise postille di contratto) ha potuto controllare dall'inizio alla fine, farcendolo della sua classica poetica d'intrattenimento.

Il mio discorso non esclude assolutamente il tuo, che rappresenta A RAGIONE la base accademica formalmente riconosciuta da me compreso. È il tuo che esclude il mio, che invece abbraccia personalità contemporanee con uno stile ben preciso e capacità di controllo totali sul prodotto finale estromesse per un cavillo di banali etichette, che elevano un genere/un linguaggio rispetto a un altro.

 

 

Se sei convinto che l'autorialità nel cinema sia un concetto del tutto astratto e frutto di un retaggio obsoleto mi chiedo perché tu abbia scritto questo articolo, visto che seguendo la logica del tuo discorso è del tutto campato per aria e tratta di un argomento sorpassato se non privo di basi oggettive. Per quanto mi riguarda, però, tu credi che io faccia riferimento solo ai primi "studi" che hanno definito il cinema d'autore, mentre io mi baso anche su tante riflessioni recenti che ad esempio si possono leggere su libri o riviste di cinema (ad esempio si è detto molto sul cinema d'autore di Carax che ha fatto film recenti, o Kar-wai, Refn, o Lynch con Twin Peaks 3 e se ne potrebbero citare tantissimi altri). E non mi sembra di aver mai letto un qualcosa di concreto su concetti come "intrattenimento d'autore" o "cinema d'autore commerciale", che mi sembra vivano solo su Internet.

E' vero che non molto tempo fa si è aperto un dibattito ancora in corso riguardo una sorta di riformulazione del concetto di autorialità nel cinema commerciale, ma riguarda più registi come Nolan o Villeneuve (che comunque secondo me non vanno inglobati nel vero e proprio cinema d'autore, semmai in una sua costola) e non registi come Spielberg che con questo fenomeno recente non hanno nulla a che fare, tanto meno Ready Player One.

Secondo me, se potessimo chiedere direttamente a Spielberg cosa ne pensa del fatto di essere considerato parte del cinema d'autore, ci riderebbe così forte in faccia che gli prenderebbe un coccolone. Prova a pensare al fatto che l'importanza di Spielberg nel cinema è data soprattutto dal suo essere stato un bravo, in certi casi bravissimo regista commerciale che ha lavorato seguendo dei criteri del tutto diversi rispetto a quelli dei cosiddetti autori. Bisogna riconoscere l'importanza che ogni artista ha avuto nel suo contesto culturale e non attribuire termini sulla base di considerazioni personali, penso che interessandoti attivamente al cinema e alla sua storia crederai anche tu che vada data dignità ad ogni contesto, cosa ben diversa dal dare etichette.

 

Poi se credi che la definizione di cinema d'autore sia interpretabile a piacimento e frutto di studi ormai obsoleti, secondo me faresti meglio a non usare proprio questo termine, scordarlo e passare oltre perché credo che ti renda conto da solo che a prenderlo in prestito per formulare un'opinione personale non si fa altro che alimentare la gran confusione che già esiste su questo argomento. Meglio a questo punto parlare di cifre stilistiche e basta... Dopotutto parlare di cinema d'autore ha poco senso perché non è un qualcosa di definibile, mentre le cifre stilistiche no, giusto?

 

 

massimo zanichelli cosi' si riferisce a the prestige di nolan

 

The Prestige non fa eccezione. E' uno spettacolo maistream ma è contemporaneamente un film d'autore

 

per me il problema e' sempre che non accetti un punto di vista diverso, per me quello a cui ti riferisci e' il cinema d'essai e il cinema d'autore ha un velo piu' generico legato alla riconoscibilita' dell'operato del regista (che entra anche nella sfera dei collaboratori che si scelgono, tim burton per dire ha una estetica riconoscibilissima e senza danny elfman non ha senso)

 

cmq sulla definizione di cinema d'autore si trova di tutto e il contrario di tutto...

 

Per quanto riguarda la parentesi su Nolan, ho in parte risposto appena sopra e rispondo sotto.

Comunque che Tim Burton come tanti altri registi commerciali abbia i suoi "feticci" non costituisce una prova autoriale per quanto mi riguarda perché come ho scritto prima se si estendesse la nomina di autore a qualsiasi regista con un'impronta propria ci sarebbero pochissime differenze tra autori e altri registi. Sarà che appunto sono fermo sulle definizioni storiche del cinema d'autore.

 

Nolan ha firmato quasi tutti i suoi film con sceneggiature scritte di proprio pugno/con il fratello.. direi che può tranquillamente rientrare nelle definizione di autore che dai e, di conseguenze, un autore che fa cinema d'autore. E procedo a mettere ancora più in crisi la tua idea di autorialità: Tarkovskij è davvero considerabile meno autore (secondo i tuoi criteri) perché co-autore delle sceneggiature dei propri film? Vediamo già da questi esempi che la maglia con cui cerchi di incasellare la figura dell'autore (e di conseguenza al cinema d'autore) è stretta e va allargata, vanno aggiunti casi, eccezioni ecc. In particolare ne La forma dell'anima Tarkovskij parla bene del "problema" sceneggiatura, lettura consigliata sull'argomento.

 

Nei tuoi post, ho notato che commetti un altro grande errore: il cinema d'autore spesso e volentieri è stato parte integrante del cinema "popolare". Mi viene in mente un esempio eclatante: Fantasia, di Walt Disney. Fischinger (sicuramente saprai di chi sto parlando) ha realizzato la sequenza astratta all'inizio del film. 

 

Forse sei tu che non lo vedi, ma sei arroccato su una personale idea di autorialità che è davvero limitante e, fra l'altro, decisamente interpretabile. Scrivi "nel cinema d'autore è un'unica persona a coordinare il lavoro di tutte le altre e ti assicuro che è così".  Qui hai perfettamente descritto la figura del regista, ed è interpretabile tanto con Nolan quanto con Malick questa frase. Poi parli della questione produttori, e qui ci si addentra in quartieri decisamente pericolosi: pensi che anche Gente come Malick sia completamente libera da vincoli? Se proprio volessimo essere radicali, l'unico vero cinema d'autore oggi sarebbe quello che puoi trovare ad una biennale d'arte, stop. Se un film ha dei produttori, ha al suo interno delle influenze di qualche tipo, ma quello che ti devi chiedere, a questo punto, è: questo limita l'autorialità di un autore? Perché l'influenza di una figura generica (che può essere il produttore come lo sceneggiatore) dovrebbero incrinare l'autorialità del regista? Il cinema nella quasi totalità dei casi (escludo appunto tutti quei prodotti visuali che è possibile trovare nelle rassegne artistiche come la Biennale di Venezia, perché spesso è davvero una persona sola o un piccolo gruppo ma comunque c'è un controllo pressoché totale dell'autore) è frutto di collaborazioni, e parlare di autorialità è come parlare di generi cinematografici: inutile, ma serve come indicazione per cosa si sta andando a vedere. 

 

Tornando più propriamente IT, direi che attribuire a Ready Player One l'etichetta di "cinema autoriale" per come viene comunemente intesa, mi pare un po' troppo "generoso".. Ma appunto è un concetto vecchio ed inutile.

 

EDIT: leggendo il post dell'utente aeryon mi viene in mente che forse tu confondi i concetti di cinema d'autore e cinema d'avanguardia, in effetti. Ma anche lì poi si ptorebbe a discutere davvero di una varietà infinita di sfumature ed etichette che non si finirebbe più. 

 

Nolan si potrebbe quasi definire un caso borderline, ma non è ritenuto un esponente di quello che tradizionalmente viene inteso per "cinema d'autore" perché il suo modo di fare cinema è sempre stato vincolato alla cultura popolare e la figura del regista legato alla pop culture è opposta a quella dell'autore, cioè dell’artista legato agli ambienti accademici/sperimentali. Tuttavia, come ho scritto anche nei primissimi messaggi di questa discussione, l'argomento è molto spinoso e sfaccettato e Nolan ne è un esempio lampante, visto che nonostante si affermi nel panorama popolare e si rivolga a quest'ultimo, si potrebbe dire che abbia anche dato il via ad una sorta di autorialità nel cinema commerciale. Tuttavia, parlare di autore cinematografico propriamente detto per Nolan è azzardato perché nonostante firmi quasi sempre film personali rimane la già citata appartenenza al panorama popolare che è in antitesi rispetto al fenomeno dell’autorialità cinematografica e manca inoltre la sperimentazione formale, che è un altro dei parametri con cui la letteratura accademica delinea i contorni del cinema d’autore propriamente detto.

Se poi si crede che questa letteratura e i suoi studi siano obsoleti e addirittura astratti, allora sarebbe meglio smettere di parlare di cinema d’autore piuttosto che attribuirgli le definizioni più disparate, così quanto meno si impedirebbe, come è successo qui o in un altro topic aperto da poco in sezione, che si attribuisca autorialità a film come Ready Player One e I Guardiani della Galassia (vedi il topic “cinecomic d’autore”), cioè due esempi che vanno in netto contrasto con tutto ciò che è autoriale nella storia dell’arte e non solo del cinema; o che si parli di concetti davvero basati sul nulla come quello di “cinema d’autore commerciale”, “blockbuster d’autore” e via dicendo, che quelli sì che non hanno nessun fondamento teorico e sono definizioni del tutto arbitrarie; o ancora, che si arrivi a porre la questione in termini di mera qualità o celebrità come è stato fatto sempre in questo topic.

 

Per quanto riguarda le libertà degli autori, partendo dal fatto che non tutti i registi che vengono considerati autori firmino sempre opere autoriali, è chiaro che anche loro possano ritrovarsi sottoposti a scelte di produzione e quant’altro, la differenza sta nel come si è vincolati alla produzione e alle esigenze commerciali del titolo. Posso assicurarti che i cosiddetti autori in quelle che sono le loro prove autoriali si prendono libertà molto più grandi a livello formale ed è proprio da questa libertà che nasce la tipica sperimentazione che è propria di questo tipo di cinema, senza contare che i film d'autore non hanno l'indirizzo commerciale che hanno i film popolari (e questo, chiaramente, non vuol dire che non esista un indirizzo commerciale anche per i film d'autore, semplicemente sono due contesti del tutto diversi).

 

Poi, se leggi bene i miei messaggi puoi vedere che io non ho attribuito al cinema d'autore una singola caratteristica, ne ho elencata più di una e ho chiarito che sono solo quelle più generiche. Questo vuol dire che non basta che un regista sia anche soggettista e/o sceneggiatore così come non basta che costruisca una sua cifra estetica per renderlo un autore. Per quanto riguarda ciò che intendo io per "cinema d'autore", non lo identifico solo con l’avanguardia dal momento che questa rappresenta una corrente specifica e ben delimitata nella storia dell'arte, ma in generale con tutto ciò che rappresenti lo spaccato del cinema più colto, sperimentale, elevato ed elaborato nella forma. E questa definizione convenzionale, se ci riflettete tutti bene, funziona meglio di tutte le altre perché è l’unica che delimita dei confini sociali e culturali, prerogativa alla base di qualsiasi studio riguardante i fenomeni artistici. Mentre tutto il marasma di definizioni alternative non fanno altro che concentrarsi solo sulla linea estetica delle opere, o solo sulla percentuale di paternità e via dicendo, sulla semplice base di considerazioni personali. Siate liberi di credere che tutta la cultura accademica sia opinabile e che valga quanto le opinioni personali.

 

Per quanto riguarda l’influenza del cinema d’autore nella cultura popolare, questo non aggiunge né toglie nulla al discorso dato che non ho mai sostenuto il contrario, è certo che molte opere colte abbiano rivoluzionato la cultura popolare ma in ogni caso esiste sempre una differenza tra opera colta e opera popolare/commerciale. Per dire, Kurosawa ha rivoluzionato il cinema d’azione mondiale e ha avuto un impatto fortissimo sulla cultura popolare, ma è chiaro che si tratti di un autore del cinema colto e non di un regista pop come lo sono ad esempio Spielberg o Nolan, che hanno influenzato l'immaginario collettivo senza provenire dagli ambienti più sperimentali ma lavorando proprio nel panorama popolare.
 

Sono sconvolto da quanto ho scritto.


Modificata da UomoDiMare, 05 April 2018 - 10:49 PM.


#104
LambertoKevlar

LambertoKevlar
  • EyeFicionados Supreme

  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • Gruppo: [SMod]SuperMod
  • Messaggi: : 56755

lo siamo un pò tutti



#105
-Krell

-Krell
  • Eye Master

  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • Gruppo: Utente Pro
  • Messaggi: : 27229

 

 

Se sei convinto che l'autorialità nel cinema sia un concetto del tutto astratto e frutto di un retaggio obsoleto mi chiedo perché tu abbia scritto questo articolo, visto che seguendo la logica del tuo discorso è del tutto campato per aria e tratta di un argomento sorpassato se non privo di basi oggettive. Per quanto mi riguarda, però, tu credi che io faccia riferimento solo ai primi "studi" che hanno definito il cinema d'autore, mentre io mi baso anche su tante riflessioni recenti che ad esempio si possono leggere su libri o riviste di cinema (ad esempio si è detto molto sul cinema d'autore di Carax che ha fatto film recenti, o Kar-wai, Refn, o Lynch con Twin Peaks 3 e se ne potrebbero citare tantissimi altri). E non mi sembra di aver mai letto un qualcosa di concreto su concetti come "intrattenimento d'autore" o "cinema d'autore commerciale", che mi sembra vivano solo su Internet.

E' vero che non molto tempo fa si è aperto un dibattito ancora in corso riguardo una sorta di riformulazione del concetto di autorialità nel cinema commerciale, ma riguarda più registi come Nolan o Villeneuve (che comunque secondo me non vanno inglobati nel vero e proprio cinema d'autore, semmai in una sua costola) e non registi come Spielberg che con questo fenomeno recente non hanno nulla a che fare, tanto meno Ready Player One.

Secondo me, se potessimo chiedere direttamente a Spielberg cosa ne pensa del fatto di essere considerato parte del cinema d'autore, ci riderebbe così forte in faccia che gli prenderebbe un coccolone. Prova a pensare al fatto che l'importanza di Spielberg nel cinema è data soprattutto dal suo essere stato un bravo, in certi casi bravissimo regista commerciale che ha lavorato seguendo dei criteri del tutto diversi rispetto a quelli dei cosiddetti autori. Bisogna riconoscere l'importanza che ogni artista ha avuto nel suo contesto culturale e non attribuire termini sulla base di considerazioni personali, penso che interessandoti attivamente al cinema e alla sua storia crederai anche tu che vada data dignità ad ogni contesto, cosa ben diversa dal dare etichette.

 

Poi se credi che la definizione di cinema d'autore sia interpretabile a piacimento e frutto di studi ormai obsoleti, secondo me faresti meglio a non usare proprio questo termine, scordarlo e passare oltre perché credo che ti renda conto da solo che a prenderlo in prestito per formulare un'opinione personale non si fa altro che alimentare la gran confusione che già esiste su questo argomento. Meglio a questo punto parlare di cifre stilistiche e basta... Dopotutto parlare di cinema d'autore ha poco senso perché non è un qualcosa di definibile, mentre le cifre stilistiche no, giusto?

 

 

 

Per quanto riguarda la parentesi su Nolan, ho in parte risposto appena sopra e rispondo sotto.

Comunque che Tim Burton come tanti altri registi commerciali abbia i suoi "feticci" non costituisce una prova autoriale per quanto mi riguarda perché come ho scritto prima se si estendesse la nomina di autore a qualsiasi regista con un'impronta propria ci sarebbero pochissime differenze tra autori e altri registi. Sarà che appunto sono fermo sulle definizioni storiche del cinema d'autore.

 

 

Nolan si potrebbe quasi definire un caso borderline, ma non è ritenuto un esponente di quello che tradizionalmente viene inteso per "cinema d'autore" perché il suo modo di fare cinema è sempre stato vincolato alla cultura popolare e la figura del regista legato alla pop culture è opposta a quella dell'autore, cioè dell’artista legato agli ambienti accademici/sperimentali. Tuttavia, come ho scritto anche nei primissimi messaggi di questa discussione, l'argomento è molto spinoso e sfaccettato e Nolan ne è un esempio lampante, visto che nonostante si affermi nel panorama popolare e si rivolga a quest'ultimo, si potrebbe dire che abbia anche dato il via ad una sorta di autorialità nel cinema commerciale. Tuttavia, parlare di autore cinematografico propriamente detto per Nolan è azzardato perché nonostante firmi quasi sempre film personali rimane la già citata appartenenza al panorama popolare che è in antitesi rispetto al fenomeno dell’autorialità cinematografica e manca inoltre la sperimentazione formale, che è un altro dei parametri con cui la letteratura accademica delinea i contorni del cinema d’autore propriamente detto.

Se poi si crede che questa letteratura e i suoi studi siano obsoleti e addirittura astratti, allora sarebbe meglio smettere di parlare di cinema d’autore piuttosto che attribuirgli le definizioni più disparate, così quanto meno si impedirebbe, come è successo qui o in un altro topic aperto da poco in sezione, che si attribuisca autorialità a film come Ready Player One e I Guardiani della Galassia (vedi il topic “cinecomic d’autore”), cioè due esempi che vanno in netto contrasto con tutto ciò che è autoriale nella storia dell’arte e non solo del cinema; o che si parli di concetti davvero basati sul nulla come quello di “cinema d’autore commerciale”, “blockbuster d’autore” e via dicendo, che quelli sì che non hanno nessun fondamento teorico e sono definizioni del tutto arbitrarie; o ancora, che si arrivi a porre la questione in termini di mera qualità o celebrità come è stato fatto sempre in questo topic.

Prova a rileggermi con attenzione, non affermo mai che Nolan sia un autore propriamente detto (mi son tenuto dal dirlo, vista la natura della sua produzione dopo Memento). Anzi, lo citavo proprio per mettere in luce tutti i limiti delle teorie di derivazione accademica di cui parli (che non ho ben capito quali siano, magari ne discutiamo). Parli di antitesi fra panorama popolare ed il fenomeno "dell'autorialità cinematografica"(rigorosamente virgolettato perché dopo pagine di topic ancora non espressamente definito), però vi sono mille esempi che si possono fare di autorialità che incontra il mondo del cinema popolare. Ti consiglio di leggere Rapporto Confidenziale di Marco Senaldi, potrebbe illuminarti a riguardo: le connessioni tra "cinema autoriale" e cinema pop sono più di quante si possano immaginare, ti ho citato il caso Disney-Fischinger per fantasia ma potrei continuare con il caso Disney-Dalì. Quindi il "cinema d'autore" non solo come avanguardie isolata, non solo come influenza che in futuro verrà assorbita ed ampliata in modo più canonico/accademico dall'istituzione cinema, ma anche un "cinema d'autore" capace di essere se stesso anche in ambiti più strettamente commerciali o popolari. Poi dovremmo un attimo metterci d'accordo su cosa intendiamo per popolare, perché per come viene usato nella discussione, trovo che "commerciale" sia decisamente più corretto e aiuta anche nella distinzione da "cinema d'autore" per tutte quelle pratiche commerciali tipiche proprio di quel cinema che tipicamente mira al botteghino. Poi non vedo perché non affrontare a piene mani l'aspetto economico dei cosiddetti film d'autore, perché se hanno una distribuzione (più o meno importante) o anche solo una produzione alle spalle hanno comunque un aspetto, alle loro spalle, che può tendere alla commercializzazione (cosa di cui parli giustamente anche tu). Lynch con Twin Peaks 3 credo sia il perfetto connubio produzione/autorialità: lui è un autore multi-mediale nel vero senso della parole, un autore con la A maiuscola, ma ha comunque dovuto avere a che fare con la parte "commerciale" (verrebbe da usare, ora, popolare), cioè si è dovuto comunque confrontare con un mercato, che lo si voglia o no. E questo confronto, più o meno dipendente che sia, non per forza va ad intaccare l'autorialità dell'autore. Abbiamo meno autorialità nei dipinti di epoca Rinascimentale che venviano commissionati? Io non credo. Inoltre colgo la palla al balzo per tornare su un altro punto: spesso e volentieri non erano i pittori dai grandi nomi a dipingere le loro opere, ma erano i tudenti delle loro botteghe a terminarli/realizzarli. Questo ad ennesima dimostrazione che pur nel loro insieme, le varie componenti dell'autorialità di cui parli vanno in crisi: servono sicuramente a farsi un'idea grossolana di che cosa si intenda, spiegano un po' quel sentire comune, un certo approccio ecc, ma sicuramente non sono abbastanza generali e al contempo precise da definire a tutto tondo l'autorialità.

 

Fra l'altro è interessante notare, a mio avviso, come il cinema stia perdendo la sua capacità di contenitore di opere visuali (non a caso dico opere visuali e non film) lasciando il posto a gallerie, musei, case e posti comunque impensabili ad ora, come potrebbe essere un visore un domani. Il pensiero va sia al fenomeno dello streaming sia al fenomeno della videoarte e del suo sviluppo sino ad oggi.

Il cinema come istituzione formale per me è un morto che cammina (o comunque un vecchio malato rispetto al 20enne che era fino a qualche decennio fa), e lo dico da avido frequentatore di cinema. Tutto ciò non fa che influenzare il concetto di autorialità ed autore che di conseguenza si muove in contesti nuovi e differenti in cui diventa ancora più difficile arrivare a definire il tutto con chiarezza, e non saranno certi un paio di titoli accademici ed una manciata di minuti del nostro tempo ad esaurire l'argomento in modo esaustivo. 

 

Per quanto riguarda le libertà degli autori, partendo dal fatto che non tutti i registi che vengono considerati autori firmino sempre opere autoriali, è chiaro che anche loro possano ritrovarsi sottoposti a scelte di produzione e quant’altro, la differenza sta nel come si è vincolati alla produzione e alle esigenze commerciali del titolo. Posso assicurarti che i cosiddetti autori in quelle che sono le loro prove autoriali si prendono libertà molto più grandi a livello formale ed è proprio da questa libertà che nasce la tipica sperimentazione che è propria di questo tipo di cinema, senza contare che i film d'autore non hanno l'indirizzo commerciale che hanno i film popolari (e questo, chiaramente, non vuol dire che non esista un indirizzo commerciale anche per i film d'autore, semplicemente sono due contesti del tutto diversi).

Eh, posso essere d'accordo con quello che dici, ma questo è un qualcosa di assolutamente interpretabile, dove starebbe il limite? Sarebbe una cosa davvero quantificabile? 

 

Poi, se leggi bene i miei messaggi puoi vedere che io non ho attribuito al cinema d'autore una singola caratteristica, ne ho elencata più di una e ho chiarito che sono solo quelle più generiche. Questo vuol dire che non basta che un regista sia anche soggettista e/o sceneggiatore così come non basta che costruisca una sua cifra estetica per renderlo un autore. Per quanto riguarda ciò che intendo io per "cinema d'autore", non lo identifico solo con l’avanguardia dal momento che questa rappresenta una corrente specifica e ben delimitata nella storia dell'arte, ma in generale con tutto ciò che rappresenti lo spaccato del cinema più colto, sperimentale, elevato ed elaborato nella forma. E questa definizione convenzionale, se ci riflettete tutti bene, funziona meglio di tutte le altre perché è l’unica che delimita dei confini sociali e culturali, prerogativa alla base di qualsiasi studio riguardante i fenomeni artistici. Mentre tutto il marasma di definizioni alternative non fanno altro che concentrarsi solo sulla linea estetica delle opere, o solo sulla percentuale di paternità e via dicendo, sulla semplice base di considerazioni personali. Siate liberi di credere che tutta la cultura accademica sia opinabile e che valga quanto le opinioni personali.

Certo, ci mancherebbe, sul discorso della singola caratteristica credo di averti risposta poco più sopra. Già quando identifichi il "cinema d'autore" come tutto ciò che rappresenti lo spaccato di quel cinema colto, sperimento, elevato ed elaborato nella sua forma  mi ritrovo più in linea con quello che scrivi e la vedo come una definizione veloce, di passaggio, che meriterebbe certamente una discussione più ampia (almeno un breve saggio, credo) però credo sia generalmente più valida di quanto detto sino ad ora da tutti.

 

Per quanto riguarda l’influenza del cinema d’autore nella cultura popolare, questo non aggiunge né toglie nulla al discorso dato che non ho mai sostenuto il contrario, è certo che molte opere colte abbiano rivoluzionato la cultura popolare ma in ogni caso esiste sempre una differenza tra opera colta e opera popolare/commerciale. Per dire, Kurosawa ha rivoluzionato il cinema d’azione mondiale e ha avuto un impatto fortissimo sulla cultura popolare, ma è chiaro che si tratti di un autore del cinema colto e non di un regista pop come lo sono ad esempio Spielberg o Nolan, che hanno influenzato l'immaginario collettivo senza provenire dagli ambienti più sperimentali ma lavorando proprio nel panorama popolare.

Be' di questo ho parlato sopra: un conto è influenzare o comunque avere un impatto, un altro è unire rivoluzione al cinema più tipicamente commerciale.

Sono sconvolto da quanto ho scritto.

Scusa ma ho preferito, per comodità, rispondere in grassetto!:)


Modificata da -Krell, 06 April 2018 - 07:35 PM.





Leggono questa discussione 0 utenti

0 utenti, 0 ospiti, 0 utenti anonimi

Logo