Se sei convinto che l'autorialità nel cinema sia un concetto del tutto astratto e frutto di un retaggio obsoleto mi chiedo perché tu abbia scritto questo articolo, visto che seguendo la logica del tuo discorso è del tutto campato per aria e tratta di un argomento sorpassato se non privo di basi oggettive. Per quanto mi riguarda, però, tu credi che io faccia riferimento solo ai primi "studi" che hanno definito il cinema d'autore, mentre io mi baso anche su tante riflessioni recenti che ad esempio si possono leggere su libri o riviste di cinema (ad esempio si è detto molto sul cinema d'autore di Carax che ha fatto film recenti, o Kar-wai, Refn, o Lynch con Twin Peaks 3 e se ne potrebbero citare tantissimi altri). E non mi sembra di aver mai letto un qualcosa di concreto su concetti come "intrattenimento d'autore" o "cinema d'autore commerciale", che mi sembra vivano solo su Internet.
E' vero che non molto tempo fa si è aperto un dibattito ancora in corso riguardo una sorta di riformulazione del concetto di autorialità nel cinema commerciale, ma riguarda più registi come Nolan o Villeneuve (che comunque secondo me non vanno inglobati nel vero e proprio cinema d'autore, semmai in una sua costola) e non registi come Spielberg che con questo fenomeno recente non hanno nulla a che fare, tanto meno Ready Player One.
Secondo me, se potessimo chiedere direttamente a Spielberg cosa ne pensa del fatto di essere considerato parte del cinema d'autore, ci riderebbe così forte in faccia che gli prenderebbe un coccolone. Prova a pensare al fatto che l'importanza di Spielberg nel cinema è data soprattutto dal suo essere stato un bravo, in certi casi bravissimo regista commerciale che ha lavorato seguendo dei criteri del tutto diversi rispetto a quelli dei cosiddetti autori. Bisogna riconoscere l'importanza che ogni artista ha avuto nel suo contesto culturale e non attribuire termini sulla base di considerazioni personali, penso che interessandoti attivamente al cinema e alla sua storia crederai anche tu che vada data dignità ad ogni contesto, cosa ben diversa dal dare etichette.
Poi se credi che la definizione di cinema d'autore sia interpretabile a piacimento e frutto di studi ormai obsoleti, secondo me faresti meglio a non usare proprio questo termine, scordarlo e passare oltre perché credo che ti renda conto da solo che a prenderlo in prestito per formulare un'opinione personale non si fa altro che alimentare la gran confusione che già esiste su questo argomento. Meglio a questo punto parlare di cifre stilistiche e basta... Dopotutto parlare di cinema d'autore ha poco senso perché non è un qualcosa di definibile, mentre le cifre stilistiche no, giusto?
Per quanto riguarda la parentesi su Nolan, ho in parte risposto appena sopra e rispondo sotto.
Comunque che Tim Burton come tanti altri registi commerciali abbia i suoi "feticci" non costituisce una prova autoriale per quanto mi riguarda perché come ho scritto prima se si estendesse la nomina di autore a qualsiasi regista con un'impronta propria ci sarebbero pochissime differenze tra autori e altri registi. Sarà che appunto sono fermo sulle definizioni storiche del cinema d'autore.
Nolan si potrebbe quasi definire un caso borderline, ma non è ritenuto un esponente di quello che tradizionalmente viene inteso per "cinema d'autore" perché il suo modo di fare cinema è sempre stato vincolato alla cultura popolare e la figura del regista legato alla pop culture è opposta a quella dell'autore, cioè dell’artista legato agli ambienti accademici/sperimentali. Tuttavia, come ho scritto anche nei primissimi messaggi di questa discussione, l'argomento è molto spinoso e sfaccettato e Nolan ne è un esempio lampante, visto che nonostante si affermi nel panorama popolare e si rivolga a quest'ultimo, si potrebbe dire che abbia anche dato il via ad una sorta di autorialità nel cinema commerciale. Tuttavia, parlare di autore cinematografico propriamente detto per Nolan è azzardato perché nonostante firmi quasi sempre film personali rimane la già citata appartenenza al panorama popolare che è in antitesi rispetto al fenomeno dell’autorialità cinematografica e manca inoltre la sperimentazione formale, che è un altro dei parametri con cui la letteratura accademica delinea i contorni del cinema d’autore propriamente detto.
Se poi si crede che questa letteratura e i suoi studi siano obsoleti e addirittura astratti, allora sarebbe meglio smettere di parlare di cinema d’autore piuttosto che attribuirgli le definizioni più disparate, così quanto meno si impedirebbe, come è successo qui o in un altro topic aperto da poco in sezione, che si attribuisca autorialità a film come Ready Player One e I Guardiani della Galassia (vedi il topic “cinecomic d’autore”), cioè due esempi che vanno in netto contrasto con tutto ciò che è autoriale nella storia dell’arte e non solo del cinema; o che si parli di concetti davvero basati sul nulla come quello di “cinema d’autore commerciale”, “blockbuster d’autore” e via dicendo, che quelli sì che non hanno nessun fondamento teorico e sono definizioni del tutto arbitrarie; o ancora, che si arrivi a porre la questione in termini di mera qualità o celebrità come è stato fatto sempre in questo topic.
Prova a rileggermi con attenzione, non affermo mai che Nolan sia un autore propriamente detto (mi son tenuto dal dirlo, vista la natura della sua produzione dopo Memento). Anzi, lo citavo proprio per mettere in luce tutti i limiti delle teorie di derivazione accademica di cui parli (che non ho ben capito quali siano, magari ne discutiamo). Parli di antitesi fra panorama popolare ed il fenomeno "dell'autorialità cinematografica"(rigorosamente virgolettato perché dopo pagine di topic ancora non espressamente definito), però vi sono mille esempi che si possono fare di autorialità che incontra il mondo del cinema popolare. Ti consiglio di leggere Rapporto Confidenziale di Marco Senaldi, potrebbe illuminarti a riguardo: le connessioni tra "cinema autoriale" e cinema pop sono più di quante si possano immaginare, ti ho citato il caso Disney-Fischinger per fantasia ma potrei continuare con il caso Disney-Dalì. Quindi il "cinema d'autore" non solo come avanguardie isolata, non solo come influenza che in futuro verrà assorbita ed ampliata in modo più canonico/accademico dall'istituzione cinema, ma anche un "cinema d'autore" capace di essere se stesso anche in ambiti più strettamente commerciali o popolari. Poi dovremmo un attimo metterci d'accordo su cosa intendiamo per popolare, perché per come viene usato nella discussione, trovo che "commerciale" sia decisamente più corretto e aiuta anche nella distinzione da "cinema d'autore" per tutte quelle pratiche commerciali tipiche proprio di quel cinema che tipicamente mira al botteghino. Poi non vedo perché non affrontare a piene mani l'aspetto economico dei cosiddetti film d'autore, perché se hanno una distribuzione (più o meno importante) o anche solo una produzione alle spalle hanno comunque un aspetto, alle loro spalle, che può tendere alla commercializzazione (cosa di cui parli giustamente anche tu). Lynch con Twin Peaks 3 credo sia il perfetto connubio produzione/autorialità: lui è un autore multi-mediale nel vero senso della parole, un autore con la A maiuscola, ma ha comunque dovuto avere a che fare con la parte "commerciale" (verrebbe da usare, ora, popolare), cioè si è dovuto comunque confrontare con un mercato, che lo si voglia o no. E questo confronto, più o meno dipendente che sia, non per forza va ad intaccare l'autorialità dell'autore. Abbiamo meno autorialità nei dipinti di epoca Rinascimentale che venviano commissionati? Io non credo. Inoltre colgo la palla al balzo per tornare su un altro punto: spesso e volentieri non erano i pittori dai grandi nomi a dipingere le loro opere, ma erano i tudenti delle loro botteghe a terminarli/realizzarli. Questo ad ennesima dimostrazione che pur nel loro insieme, le varie componenti dell'autorialità di cui parli vanno in crisi: servono sicuramente a farsi un'idea grossolana di che cosa si intenda, spiegano un po' quel sentire comune, un certo approccio ecc, ma sicuramente non sono abbastanza generali e al contempo precise da definire a tutto tondo l'autorialità.
Fra l'altro è interessante notare, a mio avviso, come il cinema stia perdendo la sua capacità di contenitore di opere visuali (non a caso dico opere visuali e non film) lasciando il posto a gallerie, musei, case e posti comunque impensabili ad ora, come potrebbe essere un visore un domani. Il pensiero va sia al fenomeno dello streaming sia al fenomeno della videoarte e del suo sviluppo sino ad oggi.
Il cinema come istituzione formale per me è un morto che cammina (o comunque un vecchio malato rispetto al 20enne che era fino a qualche decennio fa), e lo dico da avido frequentatore di cinema. Tutto ciò non fa che influenzare il concetto di autorialità ed autore che di conseguenza si muove in contesti nuovi e differenti in cui diventa ancora più difficile arrivare a definire il tutto con chiarezza, e non saranno certi un paio di titoli accademici ed una manciata di minuti del nostro tempo ad esaurire l'argomento in modo esaustivo.
Per quanto riguarda le libertà degli autori, partendo dal fatto che non tutti i registi che vengono considerati autori firmino sempre opere autoriali, è chiaro che anche loro possano ritrovarsi sottoposti a scelte di produzione e quant’altro, la differenza sta nel come si è vincolati alla produzione e alle esigenze commerciali del titolo. Posso assicurarti che i cosiddetti autori in quelle che sono le loro prove autoriali si prendono libertà molto più grandi a livello formale ed è proprio da questa libertà che nasce la tipica sperimentazione che è propria di questo tipo di cinema, senza contare che i film d'autore non hanno l'indirizzo commerciale che hanno i film popolari (e questo, chiaramente, non vuol dire che non esista un indirizzo commerciale anche per i film d'autore, semplicemente sono due contesti del tutto diversi).
Eh, posso essere d'accordo con quello che dici, ma questo è un qualcosa di assolutamente interpretabile, dove starebbe il limite? Sarebbe una cosa davvero quantificabile?
Poi, se leggi bene i miei messaggi puoi vedere che io non ho attribuito al cinema d'autore una singola caratteristica, ne ho elencata più di una e ho chiarito che sono solo quelle più generiche. Questo vuol dire che non basta che un regista sia anche soggettista e/o sceneggiatore così come non basta che costruisca una sua cifra estetica per renderlo un autore. Per quanto riguarda ciò che intendo io per "cinema d'autore", non lo identifico solo con l’avanguardia dal momento che questa rappresenta una corrente specifica e ben delimitata nella storia dell'arte, ma in generale con tutto ciò che rappresenti lo spaccato del cinema più colto, sperimentale, elevato ed elaborato nella forma. E questa definizione convenzionale, se ci riflettete tutti bene, funziona meglio di tutte le altre perché è l’unica che delimita dei confini sociali e culturali, prerogativa alla base di qualsiasi studio riguardante i fenomeni artistici. Mentre tutto il marasma di definizioni alternative non fanno altro che concentrarsi solo sulla linea estetica delle opere, o solo sulla percentuale di paternità e via dicendo, sulla semplice base di considerazioni personali. Siate liberi di credere che tutta la cultura accademica sia opinabile e che valga quanto le opinioni personali.
Certo, ci mancherebbe, sul discorso della singola caratteristica credo di averti risposta poco più sopra. Già quando identifichi il "cinema d'autore" come tutto ciò che rappresenti lo spaccato di quel cinema colto, sperimento, elevato ed elaborato nella sua forma mi ritrovo più in linea con quello che scrivi e la vedo come una definizione veloce, di passaggio, che meriterebbe certamente una discussione più ampia (almeno un breve saggio, credo) però credo sia generalmente più valida di quanto detto sino ad ora da tutti.
Per quanto riguarda l’influenza del cinema d’autore nella cultura popolare, questo non aggiunge né toglie nulla al discorso dato che non ho mai sostenuto il contrario, è certo che molte opere colte abbiano rivoluzionato la cultura popolare ma in ogni caso esiste sempre una differenza tra opera colta e opera popolare/commerciale. Per dire, Kurosawa ha rivoluzionato il cinema d’azione mondiale e ha avuto un impatto fortissimo sulla cultura popolare, ma è chiaro che si tratti di un autore del cinema colto e non di un regista pop come lo sono ad esempio Spielberg o Nolan, che hanno influenzato l'immaginario collettivo senza provenire dagli ambienti più sperimentali ma lavorando proprio nel panorama popolare.
Be' di questo ho parlato sopra: un conto è influenzare o comunque avere un impatto, un altro è unire rivoluzione al cinema più tipicamente commerciale.
Sono sconvolto da quanto ho scritto.