Caro UomoDiMare, apprezzo questa tua energica passione nel difendere un qualcosa, mi piace e ti supporto nelle intenzioni, però mi dispiace deluderti ma stai cercando di materializzare qualcosa che in realtà non esiste. Il cinema d'autore non è né un genere, né una corrente, è un'espressione usata per la prima volta - fra le righe - da Truffaut negli anni '50 su cui successivamente si è ricamato di tutto. Come io non riuscirò a mostrarti alcuna "prova" per sorreggere la mia tesi, tu non riuscirai a dimostrare la tua. Penso soltanto che tu sia attaccato a una certa idea di cinema d'autore che, per carità, può avere le sue fondamenta a livello di temi, linguaggi ecc ma che personalmente reputo decaduta, e neanche da poco. Probabilmente sei anche fra quelli che considerano il vero cinema solo su grande schermo, per non dire in pellicola, e che non accetta nessun'altra forma. Oggi il cinema è più dinamico che mai, è un'entità in continuo sviluppo, e personalmente penso che anche il cinema d'autore come lo intendi tu sia cambiato, non sono gli anni '50 di Truffaut ecco. In ogni caso siamo qui per portare avanti una discussione con toni pacifici, sono pronto ad ascoltare qualsiasi cosa, poi è chiaro che tu non sai nulla di me e io di te e del tuo lavoro, ma da qui alla disinformazione ce ne passa.
Guarda hai scritto un bel messaggio ma ti faccio notare che non hai risposto alla mia domanda: dove hai letto che il cinema d'autore sia un concetto del tutto astratto? Chi te l'ha detto?
A me sembra semplicemente che tu stia marciando sul fatto che l'argomento "cinema d'autore" sia molto sfaccettato e complesso per buttare tutto in un generico soggettivismo.
Basta prendere ad esempio una qualsiasi altra forma d'arte per capire che innanzitutto non esistono solo i generi e le correnti, poi che la figura dell'autore è più che definita e nel cinema non ci sono eccezioni. Il cinema d'autore è quello fatto, appunto, dagli autori, artisti che originano una propria idea e organizzano il lavoro per la messa in scena con autonomia, senza dipendere da una produzione e coordinando tutti gli elementi del prodotto finale, che risulta partorito da una sola persona - che diventa autore - e non dalle idee creative di più soggetti come soggettista, sceneggiatore e poi regista. Altre colonne portanti sono l'ambiente di sviluppo, che nel caso delle opere autoriali sono i centri sperimentali, gli ambienti più formali e spesso accademici; e poi vengono gli aspetti spiccatamente formali considerando che il cinema d'autore nasce dalla premessa di sperimentare sulla grammatica cinematografica (nonostante, a scanso equivoci, meglio chiarire subito che anche nel cinema popolare sono state fatte sperimentazioni). Infine, nelle opere autoriali manca del tutto l'elemento commerciale e le opere vengono concepite solo e soltanto come espressioni artistiche e non come prodotto.
Questi concetti non li ha certo teorizzati di striscio Truffaut ma sono il frutto dell'evoluzione delle cinematografie moderne nel corso del '900, a cui sono stati dedicati numerosissimi studi che hanno delineato i contesti socio-culturali in cui nasce, vive e muore l'autorialità cinematografica. Il cinema d'autore va di pari passo con quella che nella musica sono le espressioni colte e d'avanguardia: direste mai che qualsiasi compositore faccia parte dell'avanguardia o della musica colta? Direi di no.
Al cinema d'autore (cioè quella che per definizione è il contesto culturale più colto e sperimentale, come l'avanguardia nella musica) si contrappone il cinema popolare, cioè quello che nasce da una premessa marcatamente commerciale, che utilizza strutture e forme più semplici e in cui manca la figura dell'autore appunto, considerando che in questo contesto i film sono il frutto di più lavoratori che mettono insieme le loro idee creative per il prodotto finale. E badate bene che con "cinema popolare" non si intende nulla di scarso, brutto o ignorante, considerando che è un contesto importante a livello sociale e culturale tanto quanto il cinema d'autore. Steven Spielberg è uno dei simboli del cinema popolare occidentale, ha fatto dei film bellissimi e avuto un'importanza straordinaria, ma il suo lavoro per definizione va in contrasto con quello dell'autore ed è lui stesso a dimostrare chiaramente che la sua figura, di cui va fiero, è quella del mestierante.
Non riconoscere che esistano delle differenze oggettive ed abissali tra il cinema inteso dagli autori (i vari Antonioni, Rossellini, Tarkovskij...) con quello di chi gira i film perché ha la sacrosanta volontà di limitarsi a fare il regista, secondo me vuol dire che forse non si ha una chiarissima idea di cosa sia il lavoro del regista sul set. Se si parla di autore e non semplicemente di regista è proprio perché il primo va oltre la figura del secondo e questo non è di certo un dato interpretabile arbitrariamente da chiunque.