Triangle of Sadness di Ruben Ostlund, vincitore della Palma d'Oro all'ultimo Festival di Cannes e candidato a 3 premi Oscar, incluso quello per il miglior film, è un'opera controversa: per alcuni è satira poderosa, per altri solo trash col vestito della festa. Comunque lo si guardi, si tratta senza dubbio di uno dei film dell'anno.
L'edizione home video italiana uscirà tra pochi giorni. Eichetta: Cecchi Gori. Formato: DVD.
So perfettamente che il supporto fisico è ormai roba riservata a pochi appassionati con qualche soldo da spendere. Mi risulta difficile, però, immaginare uno di questi rari esemplari di cinefili nostalgici e intransigenti comprare un DVD nel 2023.
Inglesi e americani non li contiamo proprio: loro avranno la loro Criterion 4K superlusso e pace, anche se gli americani dovrebbero essere, secondo la vulgata, zotici ignoranti che a stento arrivano a concepire l'esistenza dei film stranieri (Triangle of Sadness è girato in lingua inglese, ma è una vasta co-produzione con un solo attore noto al pubblico statunitense).
I francesi lasciamoli perdere: da quelle parti il Cinema è considerato una cosa seria.
Sugli svedesi sorvoliamo: con due Palme d'Oro incassate nel giro di pochi anni, Ostlund deve essere una specie di eroe nazionale da quelle parti. Anche noi abbiamo i nostri ambasciatori cinematografici tipo Paolo Sorrentino (per vedere Loro, però mi devo rivolgere ai già citati francesi e inglesi, ma questa è un'altra storia - clamorosamente taciuta - che meriterebbe un topic a parte).
Ma i tedeschi? Gli spagnoli? I finlandesi? Gli australiani? Beneficeranno tutti di una o più edizioni blu-ray.
In altre parole: cosa c'è che non va in questo benedetto Paese? Perché pubblicare un film di alto profilo in blu-ray in Italia è considerata un'iniziativa antieconomica e in Norvegia no? Davvero siamo diventati un popolo bovino che non legge, non guarda film e considera Vasco Rossi il non plus ultra della scena musicale?