Bel gioco.
Sono sorpreso perché Dead Space, per quanto lo abbia apprezzato nella sua ricerca non banale atta a ritagliarsi un cantuccio tutto suo tra i pesi massimi del genere, non era riuscito a convincermi completamente. La scintilla era scattata, senza però riuscire mai ad avvampare completamente. Bella fiamma, ma smorzata.
E smorzato tutto sommato lo è anche il fuoco di questo seguito: talvolta per cause differenti, rintracciabili in un level design meno organico, altre ancora per problematiche immutate rispetto al passato. L'impressione è che EA abbia avuto per l'ennesima volta il braccino corto e che Visceral si sia dovuta un po' arrabattare per mantenere una qualità costante.
Peccati tuttosommato veniali e trascurabili, dato che il risultato è complessivamente soddisfacente, anzi: più soddisfacente che in passato. Dritto al nocciolo: il gioco è meno macchinoso e più divertente da affrontare. Sa appagare e al contempo rigenerare la pulsione nel giocatore a proseguire, come sanno fare i grandi. Pochi, saggi, ritocchi sono stati vergati e tanto è bastato a farne un survival horror (zealot! a must) compito, inappuntabile.
E sapete cosa?
Ancor più della giocabilità, a me ha convinto la storia, o meglio: la recitazione di una vicenda canonica, ma credibile perché attendibili erano le parti in gioco.
Come si diceva: quattro-soldi-quattro ha passato il convento. In che modo impiegarli per ottenere qualcosa di valido, narrativamente parlando? Infarcendo il gioco con migliaia di battute, sospingendo fumo negli occhi di chi legge? Oppure cercando di rendere un _solo_ concetto semplicissimo, per non dire banale, al meglio, con ciò che ci è stato concesso?
Bella lì Visceral.
Fossi in Riccitielo revocherei seduta stante tutte le risorse date a Crytek e Bioware e darei carta bianca a 'sta gente. Perlomeno sa dove andare e soprattutto... come.