CITAZIONE(codenamev @ Jul 16 2009, 02:19 PM) <{POST_SNAPBACK}>
dai su, gli accostamenti fra HP e Dawson's Creek lasciamoli ad altri siti di cinema che è meglio latrimenti Doson scemo piange
Il problema contingente di questo film è semmai l'eredità che si porta dietro dagli altri e di cui è colpevole proprio Kloves (e gli altri registi che si sono avvicendati alla direzione): ovvero, l'ignoranza su cosa significhi adattare un romanzo. A ciò si deve aggiungere il fatto che nei libri j.k. parla di un sacco e una sporta di robe, senza contare i riferimenti sparsi nei vari libri che vengono risolti nelle ultime 10 pagine del settimo tipo Harry che giocherella con un certo oggetto mentre si trova a Grimmaud Place nel 5° libro solo per scoprire nel 7° che.....sto zitto per evitare spoiler
Poi c'è la difficoltà costituita dal fatto che nel sesto libro succede tutto e niente: è fondamentalmente descrittivo dall'inizio alla fine e anche sul fatto che si parli dell'evoluzione di Draco ho i miei dubbi. Di certo questo aspetto è giocoforza più sviluppato che nel film, ma il vero tema portante è costituito dal parallelismo fra le vite di Potter e Voldemort e dal rafforzarsi dell'amicizia fra i tre bimbimagominkia necessaria via d'ingresso a quanto succederà nel settimo libro.
Non è un film perfetto e mi pare di averlo etto più di una volta nella recensione, ma di sicuro è ben sopra la sufficienza. Yates ha commesso ancora una volta degli errori registici grossolani (che il 99% del pubblico manco noterà per inciso ), ma nel complesso la situazione è parecchio migliorata.
Cioè, mi parlate di Harry's Creek per questo film? Ma vogliamo parlare di della ciofeca (Il Calice di Fuoco) filmata da un veterano come Mike Newell? Uno che è stato, lui si, capace di trasformare un momento intimo, delicato come il Ballo del Ceppo in una inutile sequenza di 15 minuti, obbrobriosa e degna del peggior serial di MTV? Per non parlare della morte di Cedric Diggory, liquidata dai personaggi e dal regista con un alzata di spalle cui mancava l'esclamazione "Eh vabbè, son cose che succedono!". Cazzarola, roba da meritarsi una maledizione crociatus per come ha imbarbarito il film con delle idiozie degne di Twilight.
Qua almeno, fra alti e bassi come ho scritto nella review, i momenti da "primi bollori" sono gestiti di sicuro meglio, senza contare che i rapporti sentimentali che s'instaurano fra i character sono fondamentali per il prosieguo del tutto (a parte Lavanda Brown che si merita un Avada Kedavra ).
Le lacune sono altre e le trovate elencate nell'articolo. Per essere un "film ponte" Yates ha fatto un buon lavoro e non è che il sottoscritto fosse ben disposto nei suoi confronti.
Tutt'altro.
Non ho di certo nascosto le mie convinzioni sui film di Harry Potter: presi come film d'intrattenimento sono tutti ottimi e su questo non si discute. Come adattamenti.....l'unico che ne usciva fuori a testa alta era quello di Cuaron che, a tutt'oggi, rimane il più bel film dell'epopea.
La pellicola di Yates si porta dietro certe magagne, ma resta il fatto che sto tizio, scappato fuori non si sa bene da dove e perché, questa volta è riuscito a far meglio di due signori chiamati Chris Columbus e Mike Newell, che non sono propriamente gli ultimi dei pirla. Un lavoro non ottimo e di certo non capace di fugare alcuni dubbi sul come verranno contestualizzati certi elementi nei due film che comporranno I Doni della Morte, ma di sicuro migliore di tanta altra paccottaglia pseudo fantasy che si vede in giro.
Decontestualizzando il film dagli eventuali preconcetti che si possono avere qualora si abbia letto il libro, il 7,5 che gli ho dato se lo merita tutto.
Il problema contingente di questo film è semmai l'eredità che si porta dietro dagli altri e di cui è colpevole proprio Kloves (e gli altri registi che si sono avvicendati alla direzione): ovvero, l'ignoranza su cosa significhi adattare un romanzo. A ciò si deve aggiungere il fatto che nei libri j.k. parla di un sacco e una sporta di robe, senza contare i riferimenti sparsi nei vari libri che vengono risolti nelle ultime 10 pagine del settimo tipo Harry che giocherella con un certo oggetto mentre si trova a Grimmaud Place nel 5° libro solo per scoprire nel 7° che.....sto zitto per evitare spoiler
Poi c'è la difficoltà costituita dal fatto che nel sesto libro succede tutto e niente: è fondamentalmente descrittivo dall'inizio alla fine e anche sul fatto che si parli dell'evoluzione di Draco ho i miei dubbi. Di certo questo aspetto è giocoforza più sviluppato che nel film, ma il vero tema portante è costituito dal parallelismo fra le vite di Potter e Voldemort e dal rafforzarsi dell'amicizia fra i tre bimbimagominkia necessaria via d'ingresso a quanto succederà nel settimo libro.
Non è un film perfetto e mi pare di averlo etto più di una volta nella recensione, ma di sicuro è ben sopra la sufficienza. Yates ha commesso ancora una volta degli errori registici grossolani (che il 99% del pubblico manco noterà per inciso ), ma nel complesso la situazione è parecchio migliorata.
Cioè, mi parlate di Harry's Creek per questo film? Ma vogliamo parlare di della ciofeca (Il Calice di Fuoco) filmata da un veterano come Mike Newell? Uno che è stato, lui si, capace di trasformare un momento intimo, delicato come il Ballo del Ceppo in una inutile sequenza di 15 minuti, obbrobriosa e degna del peggior serial di MTV? Per non parlare della morte di Cedric Diggory, liquidata dai personaggi e dal regista con un alzata di spalle cui mancava l'esclamazione "Eh vabbè, son cose che succedono!". Cazzarola, roba da meritarsi una maledizione crociatus per come ha imbarbarito il film con delle idiozie degne di Twilight.
Qua almeno, fra alti e bassi come ho scritto nella review, i momenti da "primi bollori" sono gestiti di sicuro meglio, senza contare che i rapporti sentimentali che s'instaurano fra i character sono fondamentali per il prosieguo del tutto (a parte Lavanda Brown che si merita un Avada Kedavra ).
Le lacune sono altre e le trovate elencate nell'articolo. Per essere un "film ponte" Yates ha fatto un buon lavoro e non è che il sottoscritto fosse ben disposto nei suoi confronti.
Tutt'altro.
Non ho di certo nascosto le mie convinzioni sui film di Harry Potter: presi come film d'intrattenimento sono tutti ottimi e su questo non si discute. Come adattamenti.....l'unico che ne usciva fuori a testa alta era quello di Cuaron che, a tutt'oggi, rimane il più bel film dell'epopea.
La pellicola di Yates si porta dietro certe magagne, ma resta il fatto che sto tizio, scappato fuori non si sa bene da dove e perché, questa volta è riuscito a far meglio di due signori chiamati Chris Columbus e Mike Newell, che non sono propriamente gli ultimi dei pirla. Un lavoro non ottimo e di certo non capace di fugare alcuni dubbi sul come verranno contestualizzati certi elementi nei due film che comporranno I Doni della Morte, ma di sicuro migliore di tanta altra paccottaglia pseudo fantasy che si vede in giro.
Decontestualizzando il film dagli eventuali preconcetti che si possono avere qualora si abbia letto il libro, il 7,5 che gli ho dato se lo merita tutto.
Al di la del Prigioniero di Cuaron (che anche io ritengo il migliore della serie), trovo che Newell con il calice di fuoco abbia fatto un ottimo lavoro; la scena del ballo del ceppo che si trasforma in un Rave io l'ho letta in maniera diametralmente opposta a te, sostanzialmente è stata una buona invenzione registica per far capire che, nonostante tutto, gli studenti di Hogwarts sono ragazzi normali che vivono e crescono negli anni 2000. Il tentativo di Yates, invece, oltre ad essere melenso e prolisso, non ottiene neppure il risultato sperato perché il personaggio di Lavanda è praticamente una caricatura, mentre la "storia" fra Ron ed Hermione viene risolta in maniera fin troppo veloce. Su Ginny ed Harry ci sarebbe moltissimo da dire, ma anche qui Yates non riesce a dare un costrutto cinematografico alla sceneggiatura.
Ripeto il problema non sono i tagli, le decontestualizzazioni o le modifiche. Il problema è il linguaggio cinematografico che Yates adotta, abusando di artifici volgarmente televisivi, quando non semplicemente stupidi.
Spoiler
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