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Caso Ellie, il Liberato di Overwatch: quando l'identitą digitale inganna


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Questa discussione ha avuto 6 risposte

#1
The Newser

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Caso Ellie, il Liberato di Overwatch: quando l'identitą digitale inganna
Ellie, l'identitą che ha spaccato la community di Overwatch nei giorni scorsi, ha evidenziato ancora una volta la debolezza del Web.
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#2
Stev-182

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Però c'è anche dell'altro o meglio un altra versione ossia che l'inserimento di una ragazza nella Overwatch League fosse un ?esperimento sociale? per vedere come in molti avrebbero reagito e ora la posizione delle donne nel gaming (e in questo caso dell'e-sport è ancora pressoché nulla e questo è un po' un peccato.. certo che anche il team che ha preso ?Ellie? prima avrebbe dovuto verificare meglio l'identità della persona dietro quell'account.. (che tra l'altro sembra che fosse un account usato da più persone e usato anche per Boostare gente insomma un casino)

Modificata da Stev-182, 07 January 2019 - 04:19 PM.


#3
plutarco

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Però c'è anche dell'altro o meglio un altra versione ossia che l'inserimento di una ragazza nella Overwatch League fosse un ?esperimento sociale? per vedere come in molti avrebbero reagito e ora la posizione delle donne nel gaming (e in questo caso dell'e-sport è ancora pressoché nulla e questo è un po' un peccato.. certo che anche il team che ha preso ?Ellie? prima avrebbe dovuto verificare meglio l'identità della persona dietro quell'account.. (che tra l'altro sembra che fosse un account usato da più persone e usato anche per Boostare gente insomma un casino)

Sì, il "caso Ellie" è un po' ingarbugliato ma, alla fine, a ben guardare si riduce tutto a una enorme trollata. Di sicuro la squadra ha sbagliato a fidarsi subito e a non fare le dovute verifiche sull'identità di chi si celava dietro a "Ellie". Ovviamente si sono giustificati adducendo una situazione d'emergenza: le scadenze imminenti, l'abbandono di diversi giocatori, la necessità di mandare a Blizzard la lista del roster completo entro la scadenza e così via. Soprattutto, hanno sbagliato a lavorare sui social per aumentare la visibilità del nuovo giocatore ancor prima d'aver avuto il via libera dalla commissione di controllo.

Per quanto riguarda la questione "esperimento sociale" vanno dette due cose. La prima è che, se c'è bisogno di condurre un esperimento per saggiare l'umore della community in merito all'ingresso di ragazze in formazioni professionistiche, significa partire già deboli e succubi di ciò che pensa la "pancia".
In secondo luogo, nella Pro League nordamericana di Rainbow Six Siege c'è già stata una squadra (Beastcoast) con una ragazza nel roster. Non era solo una componente del team: era il capitano. Ora Lauren "Goddess" Williams è confluita nei Cloud9, un'organizzazione non esattamente di seconda fascia. Ha partecipato ai Nationals di R6, al Dreamhack e ad altre...ed è sempre capitano del team. Però per lei non si è sollevato un polverone o polemiche inutili e battaglie di genere.

#4
Lef

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Ellie sarà anche finta, ma la questione della assenza del genere femminile nell'esport rimane ed è qualcosa che va affrontato non in modo acritico (questa volta veramente), come viene trattata nel presente articolo, ma in modo più consapevole e maturo.

Modificata da Lief, 08 January 2019 - 09:11 AM.


#5
Guest_ningeneYe

Guest_ningeneYe
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Qui si sfiora il ridicolo.
A parte il fatto che lamentarsi dell'inclusione di giocatrici negli e-sport è un pò come lamentarsi del fatto che ci siano poche programmatrici o ingegnere informatiche nei vari posti di lavoro, quando è risaputo che la percentuale di donne che si iscrivono nelle facoltà a tema "informatico" o che si interessano di questi temi è estremamente bassa e non perchè qualcuno glielo ha impedito ma perchè, evidentemente, a molte donne interessa altro e lo stesso discorso può essere fatto per i videogiochi. Voler forzare l'inclusione delle donne (ma vale anche per altre questioni) in qualsiasi contesto è secondo me estremamente sbagliato, ma ciò non significa che qualcuno possa impedire loro di voler fare anche quello. Se c'è una programmatrice o una videogiocatrice di talento, ben venga e nessuno deve permettersi di discriminarla o trattarla in modo differente.
Ma qui stiamo parlando di gente che ha montato una stupida polemica, partendo dalle vicende di una persona che a quanto pare, nemmeno è reale... roba da fuori di testa... anzi roba perfettamente in linea con i tempi che stiamo vivendo.

#6
Basty

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A mio dire, perché il sessismo scompaia, bisognerebbe semplicemente smettere di parlarne.

 

Testare questi limiti, specialmente nella guisa che é stata adoperata in questo caso (deliberatamente) non si fa altro che incentivare ulteriormente a considerarli casi rilevanti.

 

Quando a partire già dall'inizio le giocatrici di Quake III e Unreal per poi passare a xbox live e Call Of Duty, Halo, CounterStrike, Team Fortress e quant'altro venivano chi occasionalmente chi quotidianamente prese in giro (credo solo per il fatto di essere giocatori di sesso femminile) da cretini che non hanno mai superato 12 di età mentale, la cosa non faceva minimamente notizia, passava in sordina. Dopo un po' la gente si é stufata perché ad un certo punto o ti concentravi sulla partita o eri un membro non necessario nel team. Ti adeguavi o smettevi di giocare.

 

Perché il sessismo scompaia, bisogna ricominciare a vivere le differenze con naturalezza e spiritosità come si faceva 30 anni fa, riconoscere le cose che non potranno mai essere conciliabili, e stare tutti più tranquilli e prendersi meno sul serio, che la gente è stata sostituita da violini con le corde tese allo spasimo.

 

Le nuove fasciofemministe hanno reso il tornare indietro abbastanza improbabile, ma quelle le esiliamo, prima di tutto.



#7
Log_24

Log_24
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Bell'articolo. Interessante, provocante al punto giusto e riflessivo. Mi piace ^.^



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