TV Samsung QD-OLED S95B: tecnologia e confronto con gli altri OLED | Prezzi Italia
LA TECNOLOGIA QD-OLED
I QD-OLED si basano sulla combinazione di due tecnologie: OLED e Quantum Dot. Gli emettitori organici sono solo blu (disposti su più substrati): il rosso e il verde vengono ricavati grazie ai già citati Quantum Dot. Cosa sono i Quantum Dot? Si possono descrivere, in modo molto semplice e rapido, come nanocristalli capaci ci assorbire ed emettere nuovamente la luce in forma più pura. È proprio questa caratteristica a renderli molto diversi dai filtri colore: entrambi perseguono lo stesso scopo, cioè una maggiore purezza e saturazione dei colori, ma il modo in cui raggiungono tale obiettivo diverge nettamente.
I Quantum Dot assorbono la luce proveniente dagli emettitori blu e la emettono nuovamente per creare le componenti rossa e verde. In gergo si parla di conversione del colore: l'applicazione dei Quantum Dot realizzata in questo modo prende il nome di QDCC, acronimo di Quantum Dot Color Conversion. Questo utilizzo dei punti quantici aumenta l'efficienza e permette di visualizzare al contempo componenti cromatiche molto pure e dunque del tutto capaci di raggiungere una saturazione molto elevata, una caratteristica utile per coprire al meglio gli spazi colore DCI-P3 e BT.2020.
Per la luce blu non c'è invece alcuna conversione ma solo un filtro ottico che lascia passare la luce proveniente dalle componenti organiche. In realtà, anche se non viene dichiarato apertamente negli schemi mostrati dai produttori di TV (Samsung e Sony), sembra ormai certa la presenza di ulteriori filtri che servono a rendere ancora più puro il blu ed evitano che le componenti rosso e verde vengano inquinate dalla luce blu che serve per azionare i Quantum Dot. L'utilizzo di questi ultimi per convertire il blu in verde e rosso ha inoltre comportato l'eliminazione del polarizzatore, poiché la luce emessa dal substrato QDCC non è polarizzata
LA STRUTTURA DEI PIXEL
I QD-OLED sono caratterizzati da una struttura dei pixel completamente diversa da quella dei TV OLED commercializzati fino a oggi. I pannelli usati da tutti i produttori negli anni precedenti sono basati sulla tecnologia WRGB di LG Display, così chiamata per il filtro abbinato a ciascun pixel. Sui WRGB non ci sono emettitori organici di un unico colore: la luce viene generata da un insieme di componenti di colore diversocontenute all'interno di un unico sandwich. La risultante è una luce bianca che viene poi filtrata su ogni pixel creando quattro sub-pixel: uno rosso, uno verde, uno blu a cui si aggiunge il bianco (lasciato semplicemente passare) per offrire uno spunto in più nei picchi di luminanza. I sub-pixel sono tutti affiancati e hanno forme e dimensioni diverse studiate per ottimizzare la riproduzione di ciascuna componente cromatica.
I QD-OLED Samsung suddividono invece i pixel in tre sub-pixel: rosso, verde e blu. Questo schema, convenzionale sulla carta, si traduce in una disposizione particolare di ciascun sub-pixel: ad un ingrandimento si nota infatti una disposizione che richiama i vertici di un triangolo con in alto il verde, in basso a sinistra il rosso e in basso a destra il blu. I sub-pixel hanno una forma quadrata con il blu un po' più piccolo di rosso e verde. Samsung Display ha dichiarato che questa struttura proprietaria è stata adottata perché permette di ottimizzare le caratteristiche ottiche dei QD-OLED in termini di luminosità, copertura degli spazi colore e durata
LE DIFFERENZE TRA QD-OLED E OLED WRGB
Le differenze tra OLED WRGB e QD-OLED sono molteplici e sono in larga parte apprezzabili ad occhio, senza bisogno di ricorrere a strumentazioni apposite o ad accurate analisi tecniche. Partiamo subito col tracciare una prima linea di demarcazione: come abbiamo visto, gli OLED WRGB creano le immagini generando la luce bianca tramite un sandwich di emettitori organici e filtrandola poi al livello dei sub-pixel per ottenere i primari (RGB) più il bianco. Questo modo di emettere la luce viene definito "bottom emission" perché si parte da elementi posti più indietro, rispetto alla parte frontale del pannello, e si attraversa poi una serie di passaggi per giungere poi all'occhio dello spettatore.
I QD-OLED usano invece gli emettitori blu per eccitare i Quantum Dot contenuti nel QDCC e fornire così l'energia necessaria per generare rosso e verde. Non c'è un filtro vero e proprio, come abbiamo visto, ma una conversione del colore che avviene verso il lato frontale del pannello. Per questo si parla di "top emission". Cosa cambia in pratica? La soluzione top emission è preferibile poiché più efficiente: ci sono meno passaggi e non c'è un filtro che taglia le lunghezze d'onda indesiderate, lasciando solo quelle necessarie per mostrare rosso, verde e blu.
Questo taglio va a sottrarre luce e fa quindi perdere luminosità allo schermo; in pratica se su un OLED WRGB misuriamo ad esempio un picco di luminanza di 800 cd/m² - nit, quel dato è ciò che resta dopo l'azione di filtri che hanno inevitabilmente abbassato la quantità di luce generata dal pannello prima di passarvi attraverso. Su un QD-OLED non c'è un vero e proprio taglio (anche se abbiamo visto che comunque ci sono alcuni aggiustamenti) e di conseguenza si ottiene una superiore efficienza luminosa. La top emission permette anche di migliorare ulteriormente il pur ottimo angolo di visione degli OLED WRGB: la dispersione della luce è migliore poiché viene emessa subito prima di giungere all'occhio dello spettatore.
Anche la struttura dei sub-pixel porta ad una resa differente in alcune circostanze. Come abbiamo spiegato nel capitolo precedente, i QD-OLED hanno adottato una disposizione insolita che richiama la forma di un triangolo. Questa conformazione risulta meno lineare da gestire quando si visualizzano testi anziché immagini. L'utente può quindi notare quello che in gergo viene definito "color fringing": sui bordi delle lettere si può scorgere una sorta di alone tendente al magenta o al verde.
Il testo tende a risultare meno nitido rispetto a schermi provvisti di una struttura dei pixel allineata poiché il rendering effettuato è ottimizzato per questa tipologia di sub-pixel e non riesce invece ad adattarsi perfettamente alla disposizione presente sui QD-OLED. Mettendo mano alle impostazioni si può migliorare la resa ma per il momento, su questo particolare ambito, i QD-OLED sembrano meno a proprio agio rispetto agli OLED WRGB.
Ovviamente queste imperfezioni sono ben più rilevanti su un monitor che su un televisore, dato che si palesano nella visualizzazione di testo mentre per i contenuti video e da una normale distanza di visione, il color fringing sembra assente o quanto meno sostanzialmente non visibile, . Ovviamente ci riserviamo di eseguire prove più approfondite a seguito delle quali potremo giudicare con cognizione di causa tutti questi aspetti.
Concludiamo con quella che è la caratteristica che sancisce con più forza la differenza tra un QD-OLED e un WRGB: ci riferiamo alla capacità di mantenere la saturazione dei colori ottimale anche in presenza di picchi di luminanza. Abbiamo già chiarito che la presenza del sub-pixel bianco nei WRGB serve proprio per raggiungere picchi più alti, dando quella spinta in più che una struttura RGB non garantirebbe. Il limite di questi schermi consiste nel fatto che se sul bianco il picco è effettivamente più elevato, non si può dire altrettanto per i colori. Questi ultimi, non potendo contare sul contributo fornito dal quarto sub-pixel, finiscono con l'essere progressivamente più diluiti mano a mano che si ci avvicina alla massima luminanza che il TV può esprimere.
I colori risultano quindi sempre meno saturi fino a quando non finiscono "bruciati" in un bianco indistinto. Per comprendere meglio ciò di cui stiamo parlando, basti pensare che la luminanza raggiunta sui colori è più o meno la metà rispetto al picco sul bianco: se prendiamo un OLED WRGB che oltrepassa le 900 cd/m² - nit, come alcuni dei modelli 2022, sui colori la luminanza massima si attesta più o meno a 450 cd/m² - nit.
I QD-OLED riescono invece a mantenere la saturazione dei colori anche in concomitanza con i picchi di luminanza più elevati. Il motivo è legato alla struttura RGB dei pixel che permette di raggiungere il picco non solo sul bianco ma anche su tutte le altre componenti cromatiche. Quando si confrontano QD-OLED e OLED WRGB non è dunque sul picco massimo che si deve focalizzare l'attenzione: qui la differenza non è tale da poter balzare all'occhio anche perché si parla al massimo di qualche decina di candele al metro quadro in meno su WRGB come i G2 LG.
É invece sui colori che bisogna concentrarsi: la capacità di saturarli meglio anche con immagini molto luminose si traduce in un Non bisogna infine dimenticare che l'azione del QDCC è utile anche per rendere più puri i colori primari e ampliare così la copertura degli spazi colore più estesi, soprattutto il Rec.2020 che sui QD-OLED viene rappresentato con più efficacia.
PICCHI DI LUMINANZA E FUNZIONALITÀ
La serie S95B Samsung offre un picco di luminanza di circa 1.000 cd/m² - nit su schermata bianca al 10% dello schermo, il riferimento usato a livello internazionale per le misure in HDR. Quando gli elementi brillanti su schermo occupano un'area più ridotta, parliamo del 3% - 5% circa, il dato sale ulteriormente attestandosi intorno alle 1.500 cd/m² - nit, in linea con le prime misure che avevamo riportato in occasione della presentazione tenuta da Samsung Display al CES 2022. Va precisato che questi valori più elevati dovrebbero essere associati a picchi repentini e brevi. In gamma dinamica standard i TV si comportano in modo più conservativo: su schermata bianca al 100% si raggiungono circa 200 cd/m² - nit.
Al CES Samsung Display aveva anche parlato di una frequenza di aggiornamento fino a 144 Hz, come riportato anche nella scheda che accompagnava il premio Best of Innovation attribuito ad un non meglio identificato QD-Display Samsung da 65" (quello che oggi chiamiamo S95B). Scorrendo le caratteristiche dei TV non si fa però menzione dei 144 Hz e troviamo invece la dicitura Motion Xcelerator Turbo+ che indica i TV a 120 Hz. Alcuni test condotti sugli S95B, in particolare da Vincent Teoh di HDTVtest, hanno però dimostrato che è possibile forzare un segnale a 144 Hz da PC sfruttando il pannello delle schede video NVIDIA. C'è però una limitazione: la profondità del colore non supera gli 8-bit.
PREZZI
Samsung ha ufficializzato i prezzi della gamma OLED.
Il istino è fissato a 2.499 euro per il QE55S95BATXZT (55")
3.499 euro per il QE65S95BATXZT (65").
Modificata da MONNE FULL TIME, 14 May 2022 - 01:05 PM.