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[curiosita] John Carmack: I videogames aiutano a ridurre l’aggressività, non la causano

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Questa discussione ha avuto 6 risposte

#1
MONNE FULL TIME

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John “nonpropriosimpaticoatutti” Carmack, ha sfoderato tutto il suo zelo per parlare di un argomento che, nei giorni scorsi, è stato al centro delle vergognose attenzioni dei media: la violenza dei videogame. Imbracciato il fucile a difesa del proprio fortino, Carmack, ha dichiarato che a suo dire i videogame aiutano a ridurre l’aggressività.

“Qualunque videogiocatore, come d’altronde anch’io, non prenderà mai seriamente il dibattito sulla violenza nei videogiochi”, questo è quanto dichiarato dal buon vecchio John in una chiacchierata cuore a cuore con Industry Gamers.

“In definitiva non avrà importanza, non avrà nessun impatto sulla situazione. Non mi sono mai sentito minacciato dalla cosa, rivelandosi inoltre priva d’interesse”, Carmack ha colto l’occasione per rievocare questa sua massima nata durante una conferenza E3, durante la quale era stato messo all’angolo dalla stampa, che lo stava bombardando di domande riguardo la questione.

“Penso che non ci sia nulla di più semplice che mostrare quanto i giochi violenti riducano l’aggressività e la violenza. Esistono molti studi a riguardo, i quali dimostrano quanto invece sia catartica. Basterebbe fare due passi ad un QuakeCon, per accorgersi di quante persone tranquille e cordiali potete trovare ad una convention di videogiocatori, piuttosto che in un campus universitario“

La strage di Oslo, il piano e il volto di Anders Breivik sono noti a tutti. Non voglio usare questo spazio per ripercorrere quella tragedia e nemmeno per arrivare a facili conclusioni. E’ giusto che quei fatti e quelle persone vengano ricordate dalle pagine nere della storia. Pagine delle quali dobbiamo vergognarci. Noi, insieme a Breivik che ha definito Modern Warfare 2, come un “campo d’addestramento”. È vergognoso pensare che qualcuno abbia preso queste parole sul serio. È quasi inumano arrivare a credere che esistano degli uomini, dei giornalisti, persone che dovrebbero essere dotate di una cultura e una sensibilità così grandi da mettersi al servizio del mondo, per informare, per condannare e assolvere quando va fatto, capaci di credere alle parole di un folle. Non è accettabile, che questi “giornalisti” abbiano preferito una comoda bugia ad una scioccante verità. Non parliamo di religione, di politica, di cultura, di popoli, ma parliamo di persone. Di esseri umani, perché è a questo che ci riduciamo. Uomini e donne, che indipendentemente da quello che sta alle loro spalle e dalle cicatrici sulle loro mani, sono tutti accomunati dalla stessa condizione.
Dobbiamo accettare, che per quante motivazioni, ideali o fedi; per quanti psicologi, esperti e opinionisti ci possano essere, esistono individui che dentro di loro hanno qualcosa d’inspiegabile. Non sappiamo e non sapremo mai cos’è, cosa scatta, cosa li spinge. Ci sono uomini - e uso una citazione di Micheal Caine - che “non cercano qualcosa di logico come i soldi: non si possono comprare né dominare, non ci si ragiona né ci si tratta. Certi uomini vogliono solo veder bruciare il mondo.”

È qualcosa di spaventoso, lo so e vi capisco. Vi capisco, perché è inconcepibile realizzare che un uomo possa pianificare un gesto simile e per di più arrivare a metterlo in atto. È inconcepibile pensare che un uomo possa cercare un alibi dopo una simile strage. È inconcepibile pensare che qualcuno possa arrivare a dargli credito, solo per scriverci un pezzo da sparare su Twitter o da mandare in onda al tg della sera. È inconcepibile dover guardare domani un bambino e spiegargli perché quell’uomo ha ucciso tutte quelle persone e dovergli dire, che in fondo, non lo sappiamo nemmeno noi.

#2
Steverance

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Bravo Carmack.

#3
Mad Lefty

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Oculata e ottima scelta di parole, bravo :applauso:

#4
tecmo_ninja

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belle parole :applauso:

#5
Guest_HymneYe

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Nulla da aggiungere al suo discorso, le cose stanno cosi.. tutto il resto è solo disinformazione per disinformati. Bravo Carmack :applauso:

#6
MONNE FULL TIME

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stando in tema

Videogiochi e follia?

E' tristemente noto a tutti l'episodio di Oslo in cui Anders Behring Breivik ha ucciso 76 persone, così come il fatto che molti Media abbiano sfruttato l'occasione per focalizzare l'attenzione sui cosiddetti "videogiochi violenti". Questo perché Breivik era appassionato principalmente di due titoli - come riportato nel suo famoso manifesto di 1500 pagine pubblicato su internet: Modern Warfare 2, da lui definito "parte del suo addestramento", e World of Warcraft, considerato "una scusa per fare vacanza, in quanto dipendente dal gioco."



Ma esiste veramente la correlazione tra i videogiochi "violenti" e i comportamenti violenti di personaggi come Breivik o gli autori del massacro della Columbine, Eric Harris e Dylan Klebold? Secondo lo psicologo Christopher Ferguson, intervistato da Forbes, la risposta è solo una: NO.



Ovviamente Ferguson non si limita a dare una risposta così secca ma motiva scientificamente la sua convinzione, a partire dal fatto che non è stato possibile dimostrare in alcun modo un incremento di comportamento violento nell'esame degli utenti dei succitati videogiochi. Ferguson asserisce che oramai i videogiochi godono di una tale diffusione che accusarli di questi singoli e - fortunatamente - rari ed isolati casi di follia è surreale come accusare della stessa colpa i produttori di scarpe da ginnastica.



Ma la critica polemica di Ferguson va oltre: lo psicologo infatti accusa apertamente i media di avanzare simili accuse, di cercare a tutti i costi un "capro espiatorio", solo quando il fenomeno riguarda individui di un determinato ceto sociale, o più razzisticamente ancora, di un certo colore della pelle. "Circa il 95% dei giovani gioca ai videogiochi - afferma Ferguson - Il problema sorge quando lo sparatore è un maschio bianco."



Quando infatti un episodio di violenza si verifica in ambienti e quartieri abitualmente abitati da Afro-Americani (Ferguson ovviamente fa riferimento alla sitauzione in USA) la responsabilità è del degrado, mentre quando l'artefice è "un bianco" immediatamente parte la caccia al "boogieman" che l'avrebbe traviato - finché, regolarmente (vista la diffusione globale) non si trova un videogioco in casa sua e magicamente ecco il colpevole!



Un'ulteriore conferma? Nel 2007 Seung-Hui Cho passò alla storia per il massacro del Virginia Tech, il caso catalogato di maggior numero di vittime ad opera di una sola persona in territorio USA. Ebbene: Seung-Hui Cho NON era un videogiocatore; un'anomalia statistica che è sufficiente a scagionare l'hobby dal banco degli imputati.



Ferguson conclude affermando che fortunatamente le cose stanno cambiando: la correlazione tra Breivik e i videogiochi non ha infatti avuto la stessa risonanza rispetto all'episodio della Columbine, in cui Doom e Quake finirono letteralmente sul banco degli imputati, e furono considerati "veleno digitale" persino titoli come Zaxxon e Pac-Man. Molto di questo cambiamento è da attribuire anche alla sentenza della Corte Suprema Americana che ha parificato i videogiochi agli altri media.



Insomma: probabilmente niente che noi videogiocatori appassionati non sapessimo già, ma forse una simile fonte autorevole sarà ascoltata anche da "gli altri"...

#7
Nanomachine

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Di persone malate di mente al mondo ce ne sono a migliaia...

Basta vedere le ragazze che scrivono lettere d'amore al carcerato omicida della propria fidanzata, in cui dicono che lo stimano e che lo amano... oppure di erika e omar, osannati da certi adolescenti... ma ci rendiamo conto di quanto malata sia questa societa'? Padre e figlio che uccisero a sprangate un automobilista che gli taglio' la strada... Ci sono in giro sacchi di carne ambulante senza cervello.

Il depravato di cui sopra e' un pazzo, fuori di testa. Ha preso purtroppo come scusa quella di CoD, e ora tutti ci credono, e imputano il videogioco come unico colpevole, e non tengono in considerazione quanto quel ragazzo fosse malato mentalmente... e me ne rammarico. Come al solito i videogiochi cattivi fanno piu' scalpore di un atto buono nei confronti di 1000 bisognosi. Io sono qui per difendere il videogame, ma c'e' gente malata in giro, ora che ci penso, e seriamente comincio ad avere paura ad andare in giro...




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