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District 9 (2009) [rece: 9]di Neill Blomkamp con Sharlto Copley
Started By - Luke -, 01 May 2009 07:22 PM
#64
Inviato 09 September 2009 - 12:48 PM
#65
Inviato 12 September 2009 - 09:46 AM
visto ieri sera..
che dire.. semplicemente SPETTACOLARE!
un gran bel film.. davvero..
io sono uno che raramente compra BLU-RAY o DVD..
ma ieri.. non appena uscito dal cinema ho detto "appena esce il BLU-RAY me lo prendo"
VOTO 9 (forse anche qualcosina in più)
che dire.. semplicemente SPETTACOLARE!
un gran bel film.. davvero..
io sono uno che raramente compra BLU-RAY o DVD..
ma ieri.. non appena uscito dal cinema ho detto "appena esce il BLU-RAY me lo prendo"
VOTO 9 (forse anche qualcosina in più)
#66
Guest_Darth RevaneYe
Inviato 12 September 2009 - 08:36 PM
anche io ho visto per roma i cartelli con la scritta "25 settembre"...quindi titolo cambiato
wua nn ho potuto non notare il tuo avatar
è esattamente l' opposto del mio
Spoiler
Modificata da Darth Revan, 13 September 2009 - 01:33 PM.
#73
Inviato 17 September 2009 - 10:46 AM
#74
Inviato 17 September 2009 - 01:01 PM
<strong>District 9 - RECENSIONE (Cinema)</strong>
La recensione del mockumentary prodotto da Peter Jackson e diretto da Neill BlomkampLo scorso anno su queste pagine, <a href="www.everyeye.it/cinema/articoli/cloverfield_recensione_7150">Cloverfield</a> veniva salutato come uno dei migliori film di fantascienza degli ultimi anni. I motivi potete leggerli nella recensione realizzata al tempo, ma se dovessimo sintetizzare in una riga il perché quel film fosse così degno di lode, potremmo riassumere così: <strong>Cloverfield</strong> è il perfetto specchio dei nostri tempi intrisi di web 2.0 e desiderio d'apparire, comunicare a tutti i costi.
Poiché questa è la caratteristica fondamentale d'ogni buon film di sci-fi: oltrepassare il make up, le protesi in lattice e gli effetti digitali per mezzo d'un bagaglio di contenuti capace d'edificare un solido castello allegorico.
Un discorso valido tanto ai tempi di Herbert Gorge Wells quanto a quelli di J.J.Abrams.
A onor del vero, non pensavamo fosse possibile che qualcuno riuscisse a battere l'opera polimediale orchestrata dal papà di Lost in così breve tempo, restando all'interno (e al contempo triturando) la diegesi cinematografica classica che vuole una spiegazione solida alle spalle, capace di sostenere il peso della sospensione dell'incredulità (difetto da molti imputato a Cloverfield che nella sua manifestazione filmica andava a riempire solo il maggiore dei tasselli d'un mosaico virale di dimensioni abnormi, lasciando per questo in sospeso alcuni punti che per lo spettatore analogico sono ancora fondamentali).
Quello di <strong>Neill Blomkamp</strong>, regista trentenne al suo primo passo sul grande schermo, è un esordio di quelli che non dimenticheremo facilmente. Appare del tutto comprensibile, col senno di poi, la fiducia accordatagli da un certo Peter Jackson che ha voluto investire sul progetto in veste di produttore.
Il suo biglietto da visita d'altronde era davvero dei migliori: <a href=" in Joburg</a>, cortometraggio di sei minuti realizzato da Blomkamp nel 2005 racchiudeva già le avvisaglie di chi ha la capacità del notevole narratore. Forse poi Peter Jackson, nella breve vicenda di Alive in Joburg, ha rivisto i suoi alieni di Badtaste rivisitati in chiave tragica. <strong>Perché questa volta i bastardi sono atterrati non per mangiare i nostri cervelli, ma per subire le vessazioni della vera specie predatoria e spietata.
Quella umana.</strong>
<a href="https://cinema.every...censione_10097" target="_blank" >Leggi l'articolo completo su : district 9</a>
La recensione del mockumentary prodotto da Peter Jackson e diretto da Neill BlomkampLo scorso anno su queste pagine, <a href="www.everyeye.it/cinema/articoli/cloverfield_recensione_7150">Cloverfield</a> veniva salutato come uno dei migliori film di fantascienza degli ultimi anni. I motivi potete leggerli nella recensione realizzata al tempo, ma se dovessimo sintetizzare in una riga il perché quel film fosse così degno di lode, potremmo riassumere così: <strong>Cloverfield</strong> è il perfetto specchio dei nostri tempi intrisi di web 2.0 e desiderio d'apparire, comunicare a tutti i costi.
Poiché questa è la caratteristica fondamentale d'ogni buon film di sci-fi: oltrepassare il make up, le protesi in lattice e gli effetti digitali per mezzo d'un bagaglio di contenuti capace d'edificare un solido castello allegorico.
Un discorso valido tanto ai tempi di Herbert Gorge Wells quanto a quelli di J.J.Abrams.
A onor del vero, non pensavamo fosse possibile che qualcuno riuscisse a battere l'opera polimediale orchestrata dal papà di Lost in così breve tempo, restando all'interno (e al contempo triturando) la diegesi cinematografica classica che vuole una spiegazione solida alle spalle, capace di sostenere il peso della sospensione dell'incredulità (difetto da molti imputato a Cloverfield che nella sua manifestazione filmica andava a riempire solo il maggiore dei tasselli d'un mosaico virale di dimensioni abnormi, lasciando per questo in sospeso alcuni punti che per lo spettatore analogico sono ancora fondamentali).
Quello di <strong>Neill Blomkamp</strong>, regista trentenne al suo primo passo sul grande schermo, è un esordio di quelli che non dimenticheremo facilmente. Appare del tutto comprensibile, col senno di poi, la fiducia accordatagli da un certo Peter Jackson che ha voluto investire sul progetto in veste di produttore.
Il suo biglietto da visita d'altronde era davvero dei migliori: <a href=" in Joburg</a>, cortometraggio di sei minuti realizzato da Blomkamp nel 2005 racchiudeva già le avvisaglie di chi ha la capacità del notevole narratore. Forse poi Peter Jackson, nella breve vicenda di Alive in Joburg, ha rivisto i suoi alieni di Badtaste rivisitati in chiave tragica. <strong>Perché questa volta i bastardi sono atterrati non per mangiare i nostri cervelli, ma per subire le vessazioni della vera specie predatoria e spietata.
Quella umana.</strong>
<a href="https://cinema.every...censione_10097" target="_blank" >Leggi l'articolo completo su : district 9</a>
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