@Slashcash
Hai giocato a Stanley the parable?
Sì, ho giocato a The Stanley Parable e anche lì molto spesso le scelte hanno un impatto nullo sul fluire del gioco. Però sì, in effetti The Stanley Parable è un altro dei pochi giochi (lo metto insieme a Bioshock, MGS2 e Portal) che è cosciente dei limiti del media e cerca di mostrarceli, anche abbastanza spudoratamente. il narratore di TSP sa quali sono i limiti del videogioco e cerca di sovvertirli, di abbatterli, di trovare delle soluzioni (che però non ci sono) ma è comunque ben consapevole che i limiti sono lì e il tentativo è velleitario (vorrei poter citare pezzi di dialogo precisi in cui questa cosa è palese ma mi scoccia rigiocarlo proprio ora)
Ma io comunque non sto dicendo che ci sia da trovare una soluzione a questa cosa perché una soluzione non c'è (ma la programmazione procedurale citata da Cataclysm è un passo verso la via che intendevo io, un gioco che si auto-genera e abbatte il game designer, appunto)
Inoltre mi dispiace che questo sia ritenuto puro filosofeggiare perché non lo è. Se aspiriamo ad un balzo qualitativo nel mondo dei videogiochi non possiamo sottrarci dal costruire un nuovo modo di fare critica del videogioco. Dobbiamo craftarci il lessico e i vocaboli che ci mancano per lo sviluppo di una critica che permetta analisi approfondite e riflessioni interessanti (per questo, nel primo post, parlavo ad esempio di sostituire il termine interazione molto utilizzato nella critica videoludica contemporanea) e noi videogiocatori dobbiamo sviluppare una coscienza profonda delle meccaniche e dei limiti del game design e del linguaggio videoludico. E gran parte dei videogiocatori sono assolutamente incoscienti rispetto al medium con cui si stanno approcciando alla realtà videoludica (la realtà videoludica esiste al di fuori del videogioco, ricordiamolo)
In fondo è da dieci anni abbondanti che ci lamentiamo di alcune mancanze ataviche del videogioco e della sovrabbondanza di alcuni generi rispetto ad altri, ma i game designer, prima di essere tali, sono videogiocatori e un videogiocatore senza consapevolezza sarà un game designer senza consapevolezza.