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Scegliere in un videogioco

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Questa discussione ha avuto 33 risposte

#31
Slashcash

Slashcash
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@Slashcash
Hai giocato a Stanley the parable?

 

Sì, ho giocato a The Stanley Parable e anche lì molto spesso le scelte hanno un impatto nullo sul fluire del gioco. Però sì, in effetti The Stanley Parable è un altro dei pochi giochi (lo metto insieme a Bioshock, MGS2 e Portal) che è cosciente dei limiti del media e cerca di mostrarceli, anche abbastanza spudoratamente. il narratore di TSP sa quali sono i limiti del videogioco e cerca di sovvertirli, di abbatterli, di trovare delle soluzioni (che però non ci sono) ma è comunque ben consapevole che i limiti sono lì e il tentativo è velleitario (vorrei poter citare pezzi di dialogo precisi in cui questa cosa è palese ma mi scoccia rigiocarlo proprio ora) 

 

Ma io comunque non sto dicendo che ci sia da trovare una soluzione a questa cosa perché una soluzione non c'è (ma la programmazione procedurale citata da Cataclysm è un passo verso la via che intendevo io, un gioco che si auto-genera e abbatte il game designer, appunto)

Inoltre mi dispiace che questo sia ritenuto puro filosofeggiare perché non lo è. Se aspiriamo ad un balzo qualitativo nel mondo dei videogiochi non possiamo sottrarci dal costruire un nuovo modo di fare critica del videogioco. Dobbiamo craftarci il lessico e i vocaboli che ci mancano per lo sviluppo di una critica che permetta analisi approfondite e riflessioni interessanti (per questo, nel primo post, parlavo ad esempio di sostituire il termine interazione molto utilizzato nella critica videoludica contemporanea) e noi videogiocatori dobbiamo sviluppare una coscienza profonda delle meccaniche e dei limiti del game design e del linguaggio videoludico. E gran parte dei videogiocatori sono assolutamente incoscienti rispetto al medium con cui si stanno approcciando alla realtà videoludica (la realtà videoludica esiste al di fuori del videogioco, ricordiamolo)

In fondo è da dieci anni abbondanti che ci lamentiamo di alcune mancanze ataviche del videogioco e della sovrabbondanza di alcuni generi rispetto ad altri, ma i game designer, prima di essere tali, sono videogiocatori e un videogiocatore senza consapevolezza sarà un game designer senza consapevolezza.



#32
retro

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Io vengo qua per schiantarmi contro il videogioco e contro il suo essere perennemente una puttana.
Ecco, ragazzi, c'è da ammetterlo. Il videogioco è una puttana, ma anche una megera, una strega e non posso che essere deluso da lui. Il motivo è semplice: l'illusione della scelta.

Vedete? Io non ho bisogno che mi si consoli. Semplicemente so che mai e poi mai nella vita si sceglie. Mai nella vita, neanche per una volta si sceglie davvero. Ma allora perché il videogioco prova a consolarmi, a mascherare la realtà, a dissimulare la vita, mettendomi davanti l'illusione della possibilità della scelta? Anzi esagero: perché si sforza di fornirmi l'illusione dell'interazione quando so che nella vita con nulla si interagisce se non con sé stessi? Così come la puttana consola l'uomo stanco dissimulandogli il sesso coniugale, il videogioco dissimula la vita illudendo di poter scegliere o addirittura interagire. In questo senso io sto dicendo non solo che il videogioco è arte ma che è arte soltanto e che purtroppo non è nient'altro che arte puttana. Nel senso che può solo dissimulare la vita, illuderci di scegliere, consolarci, così come l'arte figurativa o la musica. Allora io credo che da questo momento noi dovremmo smettere di chiederci se il videogioco è o non è arte e dovremmo cominciare a rassegnarci all'idea che purtroppo è arte, che non abbiamo in mano nulla di nuovo se non l'ennesima dissimulazione consolatoria e che sarebbe ora di piantarla di confondere l'interazione con la fruizione. Perché se è vero che solo con sé stessi si può interagire allora noi giocando ad un videogioco non interagiamo col suo protagonista quanto piuttosto ci limitiamo a fruire dell'opera attraverso di lui, forse ad un livello di fruizione diverso rispetto a quello consentito da un personaggio cinematografico, per questo io eliminerei dal lessico videoludico i termini scelta e interazione, per sostituirli con illusione della sceltaaltro livello di fruizione
L'interagire è solo un altro livello del fruire. Il videogioco è soltanto arte.

D'altronde il videogioco è già stato creato negli studio. Tutte le scelte sono state già "scelte" appunto, il videogioco ti permette di vivere una storia precompilata, già stabilita, e i bivi non sono nient'altro che strade alternative della stessa storia già decisa. Sono d'accordo in tutto con te.



#33
Laxys

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ma non capisco.. si parla di limitatezza o di densità?
Anche la vita vera ha i suoi limiti, o meglio le cose sono quelle anche se poi si scoprono cose nuove a livello scientifico, proprio perchè è molto "denso" di concetti. Un tempo il tutto era considerato la Terra perchè non si sapeva che c'era altro. Ma non pare che ci siano delle scelte prevedibili (apparentemente)

Quindi cosa vogliamo?
Un gioco che si evolva? Quasi che abbia una coscienza e un'intelligenza?

Oppure che i programmatori siano dei geni bastardi che creino un universo senza che te lo spieghino dettato da leggi "fisiche" loro, che partano da concetti molto distanti da quello che un giocatore percepisce durante il gioco (es. un rapporto simile a quello reale di particelle - uomo)
Allora il giocatore si trova dentro ad un nuovo universo nel vero senso del termine e deve scoprire tutto.
Lo scopo potrebbe essere dimostrare che si sta giocando ad un videogioco.
Traducendolo in genere sarebbe tipo un sandbox-freeroaming-mmo-simulatore di vita-esplorativo

Io mi ci intripperei da fare schifo XD

Lo so, sono ot XD



#34
Cataclysm

Cataclysm
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Oddio, un gioco totalmente libero che si autogenera è proprio quello che io non vorrei mai.

 

Io da videogiocatore voglio seguire una storia già scritta (come del resto dicevo) e voglio seguire la volontà dell'autore.

 

Come specificato mi annoio anche solo ad avere l'illusione di quella scelta (il sentiero A e il sentiero B) figuriamoci ad avere un gioco realmente infinito e dalle infinite possibilità, lo abbandonerei dopo due ore.

 

Il punto è che non ho compreso se stiamo parlando di ciò che il videogiocatore dovrebbe volere e di quello che il videogioco dovrebbe essere / offrire o il contrario.

 

Perchè del resto se non ci fossero delle strade da seguire, una volontà (dello sviluppatore) da compiere e un percorso già scritto e prestabilito all'interno del gioco non giocherei più, per me tutto questo è proprio quello che il videogioco NON deve essere, banalizzare il prodotto a tal punto che il gioco è fine a se stesso, nessuna storia già scritta e nessun'azione già studiata, mi vengono i brividi solo a pensarci.






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