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Scegliere in un videogioco

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Questa discussione ha avuto 33 risposte

#1
Slashcash

Slashcash
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Io vengo qua per schiantarmi contro il videogioco e contro il suo essere perennemente una puttana.
Ecco, ragazzi, c'è da ammetterlo. Il videogioco è una puttana, ma anche una megera, una strega e non posso che essere deluso da lui. Il motivo è semplice: l'illusione della scelta.

Vedete? Io non ho bisogno che mi si consoli. Semplicemente so che mai e poi mai nella vita si sceglie. Mai nella vita, neanche per una volta si sceglie davvero. Ma allora perché il videogioco prova a consolarmi, a mascherare la realtà, a dissimulare la vita, mettendomi davanti l'illusione della possibilità della scelta? Anzi esagero: perché si sforza di fornirmi l'illusione dell'interazione quando so che nella vita con nulla si interagisce se non con sé stessi? Così come la puttana consola l'uomo stanco dissimulandogli il sesso coniugale, il videogioco dissimula la vita illudendo di poter scegliere o addirittura interagire. In questo senso io sto dicendo non solo che il videogioco è arte ma che è arte soltanto e che purtroppo non è nient'altro che arte puttana. Nel senso che può solo dissimulare la vita, illuderci di scegliere, consolarci, così come l'arte figurativa o la musica. Allora io credo che da questo momento noi dovremmo smettere di chiederci se il videogioco è o non è arte e dovremmo cominciare a rassegnarci all'idea che purtroppo è arte, che non abbiamo in mano nulla di nuovo se non l'ennesima dissimulazione consolatoria e che sarebbe ora di piantarla di confondere l'interazione con la fruizione. Perché se è vero che solo con sé stessi si può interagire allora noi giocando ad un videogioco non interagiamo col suo protagonista quanto piuttosto ci limitiamo a fruire dell'opera attraverso di lui, forse ad un livello di fruizione diverso rispetto a quello consentito da un personaggio cinematografico, per questo io eliminerei dal lessico videoludico i termini scelta e interazione, per sostituirli con illusione della sceltaaltro livello di fruizione
L'interagire è solo un altro livello del fruire. Il videogioco è soltanto arte.


Modificata da Slashcash, 24 April 2014 - 04:16 PM.


#2
Zacky FoxDie

Zacky FoxDie
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no vabbè, le pu***ne prendono meno di 70€ però



#3
lordkratos91

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no vabbè, le pu***ne prendono meno di 70€ però

 

però ci sono più rischi di..."bug"  :shifty:



#4
Slashcash

Slashcash
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no vabbè, le pu***ne prendono meno di 70€ però

 

Ma tutta la dissimulazione ha un prezzo e non possiamo chiedere di essere consolati dalla vita gratuitamente perchè pagare è parte integrante dell'illusione. In questo senso 70€ sono pochi, io credo che non ci sia limite alla stupidità di uno che vuole dissimulare l'esistenza. E allora che ben vengano i 100€, i 120€, le limited edition, i sarcazzi, i dlc. Come punizione per aver creduto di poter sfuggire, come punizione per la stupidità di aver creduto per una volta di stare davvero interagendo. 
 

Paghiamo troppo poco per videogiocare, non possiamo permetterci che un'illusione sia così a buon mercato perchè vi è il rischio che tutti vi possano accedere.


Modificata da Slashcash, 24 April 2014 - 12:19 PM.


#5
Flagello Sam

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#6
vval

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:gad2:



#7
axydraul

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possiamo evitare i +1? grazie ;)



#8
IcoUeda

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Comunque a me stanno davvero sulle balle i bivi, le scelte, i dialoghi a scelta multipla (che poi in fondo non cambiano una fava), voglio che mi venga raccontata una storia, i cui ritmi siano dettati dal mio volere, ma che sia quella, senza le forzature tipiche delle scelte che ci vengono messe a disposizione.



#9
Slashcash

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Comunque a me stanno davvero sulle balle i bivi, le scelte, i dialoghi a scelta multipla (che poi in fondo non cambiano una fava), voglio che mi venga raccontata una storia, i cui ritmi siano dettati dal mio volere, ma che sia quella, senza le forzature tipiche delle scelte che ci vengono messe a disposizione.

 

Infatti io credo che il videogioco moderno debba abbandonare qualsiasi velleità e smetterla di prenderci in giro. Il videogiocatore moderno dovrebbe smettere di richiedere l'illusione della scelta e rassegnarsi alla mera fruizione dell'opera. Insomma, il videogioco dovrebbe abbandonare l'idea di poter trascendere l'arte e rientrare nella nicchia denigrante dell'arte. E il videogiocatore dovrebbe rassegnarsi e aspettarsi null'altro che consolazione.

In questo senso credo che Bioshock sia il primo vero videogioco moderno (con un debito ingente verso Metal Gear Solid 2) e che quella sia la strada unica per smetterla di prenderci in giro. Non si sceglie mai e tutta l'arte è consolazione e io apprezzo che qualcuno me lo dica chiaro e tondo. Quando è che verrà recepita la lezione?



#10
Cataclysm

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Io interagisco con il personaggio solo perchè meccanicamente per spostarlo a destra sono obbligato a muovere lo stick e destra e per saltare sono obbligato a premere cerchio o triangolo, non cerco l'immedesimazione poichè per me l'interazione è solo meccanica... un'interazione meccanica che però si trasforma e sa emozionare se gli eventi sono narrati nel modo giusto e i personaggi hanno un certo spessore che tocca la sensibilità di chi gioca.

 

Per quanto riguarda la scelta io nei giochi odio scegliere, odio i bivi e odio i dialoghi a scelta multipla come diceva l'utente più sopra, sono daccordo che il gioco debba raccontare una storia, una storia voluta dall'autore/sviluppatore e voglio solo che il pad faccia da tramite per vivere quella storia come se fosse un film.

 

Non sono portato per giochi vasti e colossali come Skyrim o Fallout ad esempio, odio i finali multipli così come odio dovermi trovare a vivere un racconto differente da quello di un altro utente, vorrei che il gioco scorresse come le pagine di un libro, dal premere start ai titoli di coda.

 

In questo senso il gioco mi consola, poichè mi rilassa, così come quando mi metto a letto a leggere... è un modo per vivere un'opera... opera vivente massima... o solo un basso prodotto di intrattenimento emozionale.



#11
Cataclysm

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Bè a dire il vero in Bioshock si fanno delle scelte, se aiutare / salvare determinati personaggi, anche il finale cambia in relazione alle scelte fatte.

 

La sottotrama di sfondo ha una solida base ma il gioco si presta alla mutabilità degli eventi, solo l'Infinite cerca di raccontare UNA storia che abbia un inizio e una fine coerente e unica.



#12
Slashcash

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Bè a dire il vero in Bioshock si fanno delle scelte, se aiutare / salvare determinati personaggi, anche il finale cambia in relazione alle scelte fatte.

 

La sottotrama di sfondo ha una solida base ma il gioco si presta alla mutabilità degli eventi, solo l'Infinite cerca di raccontare UNA storia che abbia un inizio e una fine coerente e unica.

 

Io credo invece che le scelte di Bioshock stiano lì apposta per dimostrare che non vi è nessuna scelta. A me pare proprio palese che Bioshock ti illuda di poter scegliere apposta per smascherare il trucco che avviene subito dopo. In fondo neanche il protagonista si accorge di essere 

 

Spoiler

 

e crede di stare scegliendo e agendo sotto la propria volontà. Ed è questo che sono i videogiocatori. Illusi. Che credono di poter agire. L'equivalente di Atlas è il game designer e in fondo il complicato sistema di ricompense e gratificazioni messo in atto dal game design non è null'altro che ipnosi, atta a fornire la sensazione che si stia agendo secondo proprio volontà, mentre invece si è sempre in balia del game designer (così come si è sempre in balia del regista nella fruizione di un film, o sempre in balia dello scultore davanti ad una scultura)



#13
IcoUeda

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Per quanto riguarda la scelta io nei giochi odio scegliere, odio i bivi e odio i dialoghi a scelta multipla come diceva l'utente più sopra, sono daccordo che il gioco debba raccontare una storia, una storia voluta dall'autore/sviluppatore e voglio solo che il pad faccia da tramite per vivere quella storia come se fosse un film.

 

Non sono portato per giochi vasti e colossali come Skyrim o Fallout ad esempio, odio i finali multipli così come odio dovermi trovare a vivere un racconto differente da quello di un altro utente, vorrei che il gioco scorresse come le pagine di un libro, dal premere start ai titoli di coda.

 

In questo senso il gioco mi consola, poichè mi rilassa, così come quando mi metto a letto a leggere... è un modo per vivere un'opera... opera vivente massima... o solo un basso prodotto di intrattenimento emozionale.

 

Esattamente, mi ritrovo in tutto e per tutto.

 

La cosa brutta per me è che la vivo come una mia limitazione, infatti mi duole molto "non essere in grado" di godere certi tipi di giochi, i quali tra l'altro sembrano andare sempre più in voga ultimamente, open world/sandbox/gdr. Provo come un senso di nausea, mi sento spaesato ed il più delle volte le soluzioni proposte mi sembrano del tutto fuori da ogni logica, per cui abbandono subito l'avventura.

 

Sono convinto sia tutta una questione di approccio, ovvero di come si intende il media videogioco in se, nel mio caso lo vedo come una storia già scritta, dove si ha la possibilità di determinare il ritmo con cui viverla, senza modificare in modo sostanziale il plot pensato dallo sviluppatore. In sostanza un libro tradotto in immagini e suoni, le cui pagine si scorrono tramite pad.

 

Probabilmente in tutto ciò sono influenzato anche dall'essere un discreto lettore.

 

 

Ad ogni modo mi sono proposto di "imparare" a giocare questo genere di titoli, infatti lì pronti che mi attendono ho Fallout 3 e la Mass Effect Trilogy. Ce la posso fare.  :sisi:


Modificata da IcoUeda, 24 April 2014 - 02:58 PM.


#14
Cataclysm

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Io credo invece che le scelte di Bioshock stiano lì apposta per dimostrare che non vi è nessuna scelta. A me pare proprio palese che Bioshock ti illuda di poter scegliere apposta per smascherare il trucco che avviene subito dopo. In fondo neanche il protagonista si accorge di essere 

 

Spoiler

 

e crede di stare scegliendo e agendo sotto la propria volontà. Ed è questo che sono i videogiocatori. Illusi. Che credono di poter agire. L'equivalente di Atlas è il game designer e in fondo il complicato sistema di ricompense e gratificazioni messo in atto dal game design non è null'altro che ipnosi, atta a fornire la sensazione che si stia agendo secondo proprio volontà, mentre invece si è sempre in balia del game designer (così come si è sempre in balia del regista nella fruizione di un film, o sempre in balia dello scultore davanti ad una scultura)

 

 

Eh vabè ma così si finisce di fare il gioco della palletta  :D  tramite iniezioni di filosofia qualunque gioco può salvarsi in calcio d'angolo (per esempio in The Witcher 2 le scelte hanno un senso e il gioco ha una sua coerenza di fondo) ma io sono molto più pratico.

 

O scegli o non scegli.

 

Senza mezzi termini, in Bioshock si sceglie.

 

Poi se questa resti un'illusione o meno è un altro discorso, fatto sta che all'atto pratico ti trovi davanti ad A e B e per forza di cose devi scegliere una delle due, una esclude l'altra e quindi hai scelto... la stessa presenza di più finali rende il tutto molto opzionale.

 

Anche quei giochi dove indipendentemente dalla tua scelta la cutscene è uguale e identica pretendono di offrire l'illusione di una scelta, io sono radicale, se il gioco mi piace senza scelte allora così deve essere, non salvo Mass Effect, non salvo Bioshock e non salvo nemmeno The Witcher.

 

Fermo restando che non ne faccio un dramma (The Witcher lo sto giocando, Mass Effect 1 l'ho giocato) preferisco avere una storia con un punto fermo e dunque Bioshock non fa alcuna eccezione, poichè cercare di trovarvi un'eccezione lo trovo un pò pretestuoso.



#15
BaroneBirra90

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Io vengo qua per schiantarmi contro il videogioco e contro il suo essere perennemente una puttana.
Ecco, ragazzi, c'è da ammetterlo. Il videogioco è una puttana, ma anche una megera, una strega e non posso che essere deluso da lui. Il motivo è semplice: l'illusione della scelta.

Vedete? Io non ho bisogno che mi si consoli. Semplicemente so che mai e poi mai nella vita si sceglie. Mai nella vita, neanche per una volta si sceglie davvero. Ma allora perché il videogioco prova a consolarmi, a mascherare la realtà, a dissimulare la vita, mettendomi davanti l'illusione della possibilità della scelta? Anzi esagero: perché si sforza di fornirmi l'illusione dell'interazione quando so che nella vita con nulla si interagisce se non con sé stessi? Così come la puttana consola l'uomo stanco dissimulandogli il sesso coniugale, il videogioco dissimula la vita illudendo di poter scegliere o addirittura interagire. In questo senso io sto dicendo non solo che il videogioco è arte ma che è arte soltanto e che purtroppo non è nient'altro che arte puttana. Nel senso che può solo dissimulare la vita, illuderci di scegliere, consolarci, così come l'arte figurativa o la musica. Allora io credo che da questo momento noi dovremmo smettere di interrogarci se è il videogioco è o non è arte e dovremmo cominciare a rassegnarci all'idea che purtroppo è arte, che non abbiamo in mano nulla di nuovo se non l'ennesima dissimulazione consolatoria e che sarebbe ora di piantarla di confondere l'interazione con la fruizione. Perché se è vero che solo con sé stessi si può interagire allora noi giocando ad un videogioco non interagiamo col suo protagonista quanto piuttosto ci limitiamo a fruire dell'opera attraverso di lui, forse ad un livello di fruizione diverso rispetto a quello consentito da un personaggio cinematografico, per questo io eliminerei dal lessico videoludico i termini scelta e interazione, per sostituirli con illusione della sceltaaltro livello di fruizione
L'interagire è solo un altro livello del fruire. Il videogioco è soltanto arte.



Il figlio di KANT !!!




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