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I giocatori di oggi sono più stupidi di quelli di ieri? - RUBRICA

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Questa discussione ha avuto 52 risposte

#16
Zohar

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le bestemmie dietro Shinobi per master system o Megaman su Nes c' erano.. e pure tante :D ... finire Sonic con i 7 chaos emerald era una questione di vita o di morte...

Me sa che a me e a te c'hanno diagnosticato la stessa malattia :fg:.

Per me comunque è solo la combinazione di elementi quali:
clientela più espansa----->maggior domanda-------> giochi più adatti ad una clientela più vasta----------> giochi necessariamente più facili (perché se una cosa è adatta a tutti significa che è adatta grosso modo alla media).

Felice di aver cominciato ad amare i VG in tenera età. Hanno alimentato la mia curiosità e la mia fantasia.
Probabilmente per tanti ragazzini oggi non è così (posto che non ne sono nemmeno così sicuro).

#17
-Krell

-Krell
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Se volete difficoltà elevate i giochi ci sono ancora state tranquilli, basta andare di arcade. Adesso lì per lì mi vengono in mente solamente super hexagon, super meat boy e the impossible game. Se parliamo di giochi seri(intendo più corposi, più strutturati), provate voi a vincere tutti gli ori in Gran Turismo 5, dovete aver davvero guidato in vita vostra e sopratutto capire bene il comportamento di un auto sennò ciaociao...o giocare fin da subito nella difficoltà massima dei giochi bethesda. Se poi mi si parla di Fps... grazie... guardate anche il target a cui sono dedicati... Non devono essere MOLTO difficili, ma il giusto, quanto basta per far sentire appagato il proprio target. So che è triste da dire ma è così... Poi per carità, che siano magari più semplici può essere eh, ho cominciato a videogiocare tardino rispetto a tutti qui dentro, solamente dal 2005, però...

#18
Chiamami Jena

Chiamami Jena
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Secondo me invece l'articolo centra davvero il problema e va al di la di quelli che sono i concetti che avete espresso in gran parte dei commenti.L'autore infatti parla proprio della cultura della difficoltà,che è ormai andata persa,non solo in quanto ricerca della massima difficoltà possibile,ma intesa proprio come ricerca della sfida.

Quello che si vede in gran parte dei vg moderni non è solo l'abbassamento del livello di sfida (che in parte condivido,ognuno in base alle proprie capacità ha diritto di scegliere il livello di difficoltà) quanto proprio l'eliminazione della stessa,quasi come se fosse una componente da temere e da limitare a tutti i costi,al massimo riservata ai "core" che vengono visti come masochisti.
Peccato che la sfida sia la parte fondamentale del videogame,è da essa che si trae divertimento,non è una cosa da temere!

E qui si inserisce da dio il riferimento sullo sport e sui ragazzini,perchè questo ragazzi non è solo un problema dei vg,ma del mondo moderno in generale:zero difficoltà,zero sfida,tutto ciò che si fa deve essere facile e accessibile anche al più leso dei lesi.

Vedi nello sport ,schemi imparati a memoria fissi come monoliti,con gente che (vista di persona eh)non si sposta di un centimetro dallo ,invece di utilizzare una visione di gioco completa e leggere la situazione.

Vedi nella scuola,dove si inizia con libri guidati,ebook già riassunti(manca che si leggano da soli e che si auto sottolineino e poi siamo a posto)fino alle calcolatrici fin dalle elementari (perchè fare i conti a mente è difficile) per poi arrivare all'università con gli ingegneri schiavi del CAD a cui credono manco fosse un profeta,sostenendo a volte tesi oltre ogni logica.

Tutto nel mondo di oggi è facilitato,non si spingono più i ragazzi a faticare per raggiungere un obbiettivo,o per migliorare se stessi,e questo si riflette benissimo sui vg: ieri un videogioco ti faceva sentire una schiappa,spronandoti a migliorare e a prendere il controllo sul gioco(e quello si che dava soddisfazione),oggi invece ti fanno sentire un dio che è già in grado di fare tutto

#19
Ricon

Ricon
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Purtroppo remake o seguiti di molti titoli hanno abbassato il target di difficolta' (o hanno cambiato proprio rotta) per andare in contro anche una marea di casual gamer.Un esempio lampante e l'ultimo nato di Visceral Games, che a parer mio dalla prima incarnazione alla terza c'e' una voragione in termini di difficolta'. La difficolta' dei videogiochi si adatta' alle nuove generazioni o mira ad avere un target molto piu' ampio. Le eccezzioni ormai sono poche, alcuini titoli definiti gia' di nicchia mantengono e manterranno un profilo basso per mantenere quel gusto di sfida in piu' . Dove si puo' trovcare ancora il livello di sfida dei vecchi Doom, quake, unreal in questa generazione?
bhe difficile trovarne abbastanza in questa e nelle prossime generazioni se non c'e' richiesta di essa.


#20
dpiktor

dpiktor
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Fratelli... m'avete fatto piagne! Legge di Toki, The Last Ninja, Shinobi e altro... bé... tornando in topic, non credo che la difficoltà sia sinonimo di divertimento... sono convinto che l'immersione sia efficace, e la sfida debba essere mantenuta solo ai fini della progressione, diciamo "senza mettere i bastoni tra le ruote del giocatore"... è verissimo che molti giochi sono ridicolmente semplici, ma le trovate di gameplay spesso sopperiscono a questa scelta, vedi i giochi della N in particolare... in questo casi specifico, in un GALAXY ad esempio la difficoltà la devi cercare tu giocatore, compiendo acrobazie e giocando pulito e spettacolare... altrimenti quando mai si muore? O al Mario3d... se rinunci al procione già migliora... i giochi degli anni "nostri" erano un altra tipologia, inconfrontabile... io non ho mai finito Ghost'n'Goblins su C64, anche se ci ho giocato non so quante volte :) Mi soddisfaceva così... ma ho amato PREY e la sua trovata dell'aldilà, o per dire un Bioshock... sempre che il giocatore non ne approfitti, perché allora i SAVE istantanei sono la MORTE del videogioco no? E' vero che molti giochi oggi derivano per questioni di Marketing di massa, ma il mercato è davvero vario e florido, e se un Dead Space3 fa dispiacere questo non leva che il primo sia stato lodevole... e stessa cosa per i COD, giocati uno ogni tanto comunque sono ben apprezzabili... per non parlare dei "giochini" del mercato indipendente, vedi MACHINARIUM che mi è sembrato un capolavoro... è pieno di roba intelligente, innovativa e qualche sfida si trova ancora... ma uno ShadowOfTheBeast certo non lo troveremo più... e forse sarà pure meglio così :)))) Daniele

#21
OsokoTanaka

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Direi che in quest'oceano sconfinato di giochi facili un gioco per hardcore gamers si trova ancora: Dark Souls. :fg:

Ti lascia lì senza spiegarti nulla a parte i comsndi base e via, si va avanti a tentoni finchè non si becca la giusta via XD
Il videogioco moderno come deve essere inteso imho :sisi:

#22
Lokunthor

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L'esperienza in se è cambiata, negli anni fine80/inizio90 il vg era una sfida, adesso è più un passatempo.


Forse è per questo che sono nati i trofei/achievements :) Se vuoi finisci il gioco alla difficoltà che vuoi e in 8/10 ore in media (vado largo) finisci qualunque gioco e passi oltre. Passatempo perfetto.
Se invece vuoi di più, a fine primo run ti vedi la lista dei trofei per provare sfide aggiuntive e magari scoprire una nuova dimensione del gioco.

A me per esempio è capitato con il primo dead space, finirlo al massimo livello di difficoltà è come giocare ad un nuovo gioco, soprattutto le boss fight. Ma non solo.
Poi alcune volte ci sono trofei inutili/pallosi/frustranti (tipo quelli che ti richiedono grinding inumano, a meno di non essere un iper fissato del gioco X), quelli li ignoro e via :D

#23
Lokunthor

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I trofei son una minchiatina messa là per dare un senso ad una seconda giocata, ora son tutti vg cinematografici che una volta finiti non ti danno stimoli per ricominciarli così si son inventati sta roba :asd:


non mi trovi d'accordo:mi viene in mente FF XIII, dove notoriamente il boss finale non è il boss più forte in circolazione, anzi per uccidere quello è ovviamente un altro paio di maniche. In questo caso i trofei ti spingono in questa "impresa". Mai provato a devastare un Longgui in FF XIII? :asd: Anche Vercingetorix non è male :)
Ah, fatti una seconda run a Dead Space a Impossibile poi ne riparliamo. Oppure fatti una run usando solo la lama al plasma. Non è una semplice "seconda giocata", è una dimensione differente della nuova run.

Io ho iniziato a giocare con Commodore 64 e NES e, vuoi anche perchè i giochi non li compravo io, avrò fatto non so quante run a giochi tipo Mario Bros, Super Mario 3, Metal Gear ecc. Di sicuro i trofei ti spingono a fare più run, ma farle in modi diversi con nuove sfide e livelli di difficoltà ben maggiori.

Imho.

Modificata da Lokunthor, 14 February 2013 - 09:39 AM.


#24
Med4Piccì

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In Ni No Kuni è possibile disabilitare la stella cometa (fatto al volo!!) che indica il cammino e ti costringe a riflettere e esplorare.
Questo è un buon esempio di scalabilità.
In questo modo il gioco garantisce un'esperienza non poco differente mantenendo la sua trasversalità.

#25
Lokunthor

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Si ma chi gioca a FF lo sa che i boss "storyline" son delle puzzette messe là, di certo non si mette a guardare i trofei per capirlo :P


Vero, ma ce n'è pure un altro che ti chiede di finire tutte le sfide con 5 stelle :)

Poi se uno non inizia già un titolo alla massima difficoltà dubito che sia in grado di farlo ad una 2nd run.


Personalmente inizio sempre con il massimo livello di difficoltà, però spesso viene sbloccato un ultimo livello di difficoltà dopo averlo finito la prima volta, vedi dead space ad esempio. Proprio perchè farsi la prima run ad un livello di difficoltà esagerato può diventare frustrante, soprattutto se non assimili per bene prima le meccaniche del gioco.

Comunque si, puo spingere a rigiocare un titolo ma imho se già di base non c'è la voglia di farlo dubito che qualche medaglietta in più te lo faccia venire.


Certo è solo un incentivo eh, se un gioco fa schifo, almeno io, lo mollo a prescindere :D Oppure se un gioco non fa parte di un genere da me preferito comunque non vado a caccia di trofei (per es. Mortal Kombat, i picchiaduro mi divertono da giocare con gli amici, da solo mi rompo molto presto).

Il mio discorso era solo per dire che, nella maggioranza dei casi, la "caccia" ai trofei ti fa scoprire qualità "nascoste" di un gioco, soprattutto in termini di difficoltà. Infatti il videogiocatore medio che se ne frega dei trofei (tranne magari per quei pochi titoli a cui si appassionano realmente) mollerà il gioco dopo averlo finito (8/10 ore in media ad essere largo) reputandolo magari semplice o reputandosi lui troppo bravo :asd:
Un altro esempio calzante: Vanquish :) Giocalo ad alti livelli di difficoltà (Leggendario non è assolutamente male) o ancora meglio fatti le sfide tattiche e vedrai quanto tecnicismo e strategia sono nascosti in quel titolo ;)

#26
clairvaux

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La mania del retrogaming per cui se un gioco è di una difficoltà sovrumana allora è bello per forza, credo sia uno dei grandi mali dei giocatori odierni. Anche perchè diciamocelo, spesso nel giudicare i giochi attuali, nemmeno li si gioca.

Dead space 3, tanto accusato di essere "casualone" in realtà ha missioni opzionali piuttosto ostiche, per non parlare degli eventuali livelli di difficoltà aggiuntiva.

Ma d'altro canto i videogiocatori veterani evidentemente faticano a comprendere che se un gioco è troppo facile, a volte basta andare sul pannello controlli e alzare la difficoltà... questa nostalgia anni 80/90 bloccherà il progresso dei videogiochi, me lo sento :P

#27
Haken

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sì però..ragazzi, non potete dirmi che i coin op erano frustranti!
Toki, un colpo e morivi. negli anni novanta i bambini (me compreso) facevano la fila all'oratorio. 50 credits di coda.
Non ho mai visto nessuno crepare e smadonnare e distruggere tutto come fanno molti mentecatti online con web cam. e non ditemi che è uno solo...oppure riversarsi nei forum scrivendo offese razziali e quant'altro.
queste sono cose molto stupide che non avrei fatto neppure a sei anni!
Funzionava così : morivi, sorridevi e tornavi in fila per la partita successiva (il prete poi ti cacciava via se facevi il matto ovviamente enon voglio flammare su religione e preti ed oratori).
Perchè oggi invece i ragazzini sbarellano???
Ep' vero negli anni 80 videogiocatore=nerds, ma oggi cosa succede?

Modificata da Haken, 14 February 2013 - 01:35 PM.


#28
edolave

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Pur non amando i giochi TROPPO difficili non posso che quotare questa frase:

Qui si sta parlando di qualcosa di più sfumato ovvero la cultura della difficoltà. Si parla di quegli aiuti singolarmente insignificanti capaci di rovinare l'esperienza di gioco. Si parla di quelle opzioni, spesso sottotraccia, pensate per venire incontro a quanti per scarsità di tempo o di riflessi provano a cimentarsi con i videogiochi. Tutti vorrebbero vedere la fine dell'esperienza per la quale hanno pagato, giustamente se la prendono con il team di sviluppo se l'esperienza è troppo frustrante. Chi scrive, però, trova altrettanto subdolo l'inserimento di elementi che guidano il giocatore, tolgono ad esso il gusto della sfida, eliminano l'impegno di esplorare i molteplici bivi di un'ambientazione, escogitare la soluzione di un puzzle ambientale


Penso che riassuma perfettamente la situazione attuale. Una situazione in cui spesso i giochi sono fin troppo facili

#29
Haken

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Pur non amando i giochi TROPPO difficili non posso che quotare questa frase:



Penso che riassuma perfettamente la situazione attuale. Una situazione in cui spesso i giochi sono fin troppo facili

alla fine quoto anche io...un bimbo piccolo poverino ha bisogno di aiuti...io ricordo quando misi in mano al mio fratellino il primo joystick, ovviamente era incapace, per lui era tutto ridotta alla gioia di muovere un marietto nello schermo :memy: ..però si divertiva!!!
dovrebbe però essere una cosa graduale la difficoltà.
Ultimamente il primo stage è più impestato dell'ultimo...per non parlare dei boss (nija gaiden e molt altri)
addirittura i treasure innnovarono con questa cosa di piantarti subito un boss! Alien soldier.

Modificata da Haken, 14 February 2013 - 01:43 PM.


#30
edolave

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Secondo me invece l'articolo centra davvero il problema e va al di la di quelli che sono i concetti che avete espresso in gran parte dei commenti.L'autore infatti parla proprio della cultura della difficoltà,che è ormai andata persa,non solo in quanto ricerca della massima difficoltà possibile,ma intesa proprio come ricerca della sfida.

Quello che si vede in gran parte dei vg moderni non è solo l'abbassamento del livello di sfida (che in parte condivido,ognuno in base alle proprie capacità ha diritto di scegliere il livello di difficoltà) quanto proprio l'eliminazione della stessa,quasi come se fosse una componente da temere e da limitare a tutti i costi,al massimo riservata ai "core" che vengono visti come masochisti.
Peccato che la sfida sia la parte fondamentale del videogame,è da essa che si trae divertimento,non è una cosa da temere!

E qui si inserisce da dio il riferimento sullo sport e sui ragazzini,perchè questo ragazzi non è solo un problema dei vg,ma del mondo moderno in generale:zero difficoltà,zero sfida,tutto ciò che si fa deve essere facile e accessibile anche al più leso dei lesi.

Vedi nello sport ,schemi imparati a memoria fissi come monoliti,con gente che (vista di persona eh)non si sposta di un centimetro dallo ,invece di utilizzare una visione di gioco completa e leggere la situazione.

Vedi nella scuola,dove si inizia con libri guidati,ebook già riassunti(manca che si leggano da soli e che si auto sottolineino e poi siamo a posto)fino alle calcolatrici fin dalle elementari (perchè fare i conti a mente è difficile) per poi arrivare all'università con gli ingegneri schiavi del CAD a cui credono manco fosse un profeta,sostenendo a volte tesi oltre ogni logica.

Tutto nel mondo di oggi è facilitato,non si spingono più i ragazzi a faticare per raggiungere un obbiettivo,o per migliorare se stessi,e questo si riflette benissimo sui vg: ieri un videogioco ti faceva sentire una schiappa,spronandoti a migliorare e a prendere il controllo sul gioco(e quello si che dava soddisfazione),oggi invece ti fanno sentire un dio che è già in grado di fare tutto



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