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[Spoiler finale] Valiant Hearts: The Great War

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Questa discussione ha avuto 20 risposte

Sondaggio: [Spoiler finale] Valiant Hearts: The Great War (13 utenti che hanno votato)

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#1
Zibarro

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Mai come ora un videogioco mi aveva trasportato così bene in un conflitto mondiale. Non parlerò tanto del finale, perché non c'è davvero nulla da dire, se non applaudire.. ma la mia parte preferita è stata indubbiamente quella dove il giocatore, istintivamente e senza pensarci, uccide l'ufficiale che stava mandando al macello i suoi uomini.

 

Ammetti di averlo fatto senza pensarci, perché stanco.. e pure Emile! E' un personaggio così umano che è impossibile non immergersi nella sua persona. Quella scena, per me, è stata la prova vivente che il gioco ha mostrato così bene gli orrori della guerra che il giocatore stesso ne è rimasto colpito.

 

E il senso del gioco è proprio questo: se ci pensate, è la guerra ad averci portato via Emile, personaggio a cui molte persone si sono affezionate. 

 

Una perla rarissima. Forse avrei rimosso il Barone (la guerra in sé già basta e avanza come villain), per il resto l'ho trovato perfetto.

 

A voi è piaciuto il finale e il gioco in generale?



#2
axydraul

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ne abbiamo già parlato su facebook, io l'ho trovato semplicemente sublime

 

sì è vero, quel momento in cui accoppi l'ufficiale non ha senso. cioè non ci pensi nemmeno due volte, non sai cosa devi fare ma non ti blocchi un secondo. lo accoppi. punto. come se qualcuno o qualcosa dentro ti dicesse "ammazzalo"

ed è strano perchè non fai mai nel gioco qualcosa di simile, per cui non lo fai per la meccanica di gioco, ma proprio per quella voce interiore

 

il finale non lo commento. l'ho visto un'ora fa' ed ancora ho gli occhi gonfi di lacrime... siamo sui livelli di Red Dead e di The Darkness imho. roba che non scorderemo mai

 

come personaggio io adoro Anna. giocandoci pensavo a mia nonna che ha fatto la crocerossina nella WWII e che anni fa' mi ha lasciato, probabilmente per quello mi piace così tanto



#3
Zibarro

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Emile stesso nella prima nota ha scritto "Io non voglio uccidere nessuno" e il gioco più volte ripete "La guerra trasforma gli uomini in animali". :doson:

 

La frase finale è stupenda: "E se Dio ha deciso che non dovremo rivederci mai più, figlia mia, allora ci rivedremo in cielo". 

 

:doson: :doson: :doson:



#4
M23592

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Sono d'accordo. Anche io appena mi sono trovato dietro il generale, gli ho subito tirato la vanga in testa. Tutti i personaggi sono sublimi ma la coppia Emile - Walt :doson:

#5
LambertoKevlar

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incredibile!!!!l'ho fatto anche io senza pensarci un secondo...ero esausto,non ne potevo più,neanche il tempo di rifletterci  :sigh:

 

gioco devastante,ho ancora le lacrime,penso che ora me le porterò al lavoro



#6
Stein

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una cosa che mi ha in un certo senso fatto riflettere è che solitamente, al giorno d'oggi, chi cerca giochi un po' più "particolari" tende farlo punzecchiando la cosidetta massa che invece ama i vari FPS a sfondo bellico e che diciamoci la verità, pur senza colpe, tendono a mostrarci la guerra come qualcosa di divertente. Un serie di atti eroici spericolati votati solo alla crudeltà e all'onore.

 

La sensazione che provavo mentre ci giocavo è che questo sarebbe un gioco da far provare assolutamente agli appassionati di quel genere di giochi. Quasi come una piccola innocente lezione di vita...



#7
axydraul

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una cosa che mi ha in un certo senso fatto riflettere è che solitamente, al giorno d'oggi, chi cerca giochi un po' più "particolari" tende farlo punzecchiando la cosidetta massa che invece ama i vari FPS a sfondo bellico e che diciamoci la verità, pur senza colpe, tendono a mostrarci la guerra come qualcosa di divertente. Un serie di atti eroici spericolati votati solo alla crudeltà e all'onore.

 

La sensazione che provavo mentre ci giocavo è che questo sarebbe un gioco da far provare assolutamente agli appassionati di quel genere di giochi. Quasi come una piccola innocente lezione di vita...

 

imho andrebbe fatto giocare anche a tutti quelli che rimpiangono le guerre, e ce ne sono tanti

imho parecchi cambierebbero idea

 

VH ti mette davanti a cosa è una guerra, senza girarci intorno. con uno stile cartonesco, ma con una crudeltà e spietatezza che non trovi in alcun altro gioco.



#8
Zibarro

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una cosa che mi ha in un certo senso fatto riflettere è che solitamente, al giorno d'oggi, chi cerca giochi un po' più "particolari" tende farlo punzecchiando la cosidetta massa che invece ama i vari FPS a sfondo bellico e che diciamoci la verità, pur senza colpe, tendono a mostrarci la guerra come qualcosa di divertente. Un serie di atti eroici spericolati votati solo alla crudeltà e all'onore.

 

La sensazione che provavo mentre ci giocavo è che questo sarebbe un gioco da far provare assolutamente agli appassionati di quel genere di giochi. Quasi come una piccola innocente lezione di vita...

 

Più che altro sarebbe bello rivedere giochi a là Brothers in Arms. Ma anche lo sbarco a Stalingrado del primo Call of Duty 1 era un pugno allo stomaco.

 

Gli FPS attuali non è che non mi piacciono, è che puntano esclusivamente a intrattenere, ma tipo tutti. Valiant Hearts e Spec Ops fanno davvero scuola su questo.



#9
Alberto97

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Beh è un gioco, se non ti intrattiene che deve fare?

#10
axydraul

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raccontare anche una storia degno di nota e farti riflettere

cose che Spec Ops e Valiant Hearts fanno alla perfezione



#11
Zibarro

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Beh è un gioco, se non ti intrattiene che deve fare?

 
Sì, pure i film inizialmente dovevano solo intrattenere, poi siamo andati oltre, come la musica, i fumetti e anche i videogiochi. Sono anni che alcune software house cercano di andare oltre l'intrattenimento puro e ci riescono.
 
The Stanley Parable è un capolavoro e consiste nel muoversi e.. basta. La differenza tra intrattenimento e quella che io chiamo "esperienza" è sempre più marcata, e mi fa piacere. Poi sono il primo a divertirsi su Wolfenstein o Borderlands, eh! :D

raccontare anche una storia degno di nota e farti riflettere
cose che Spec Ops e Valiant Hearts fanno alla perfezione

 
Su Spec Ops scrissi un articolo pochissimo tempo fa. Posso linkarlo (magari in un altro topic o in questo) o devo incollare solo il testo onde evitare ban viulento?  :ph34r:

#12
axydraul

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se hai scritto te incolla il testo che è meglio :sese:



#13
Zibarro

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Ok, parlavamo di guerra, violenza ecc. e ho tirato in ballo Spec Ops. Diciamo che Valiant Hearts fa lo stesso ma in modo completamente diverso. Laddove Spec Ops ti rende partecipe al massacro, in Valiant Hearts passi più tempo da spettatore che da omicida.

Walt Williams, sceneggiatore di Spec Ops: The Line: "Uccidere nazisti non è un problema. Sono fondamentalmente dei demoni".

I nemici di Spec Ops: The Line, invece, sono stati creati per avere carattere. Ucciderli è un'azione pesante, dovevi prenderti delle pause anche se ti stavi divertendo.

Williams definisce il titolo come "un esperimento" che vedeva la violenza come componente fondamentale all'interno della narrazione, ma non come qualcosa di fine a sé stesso. Volevano dare senso alla violenza.

Walt crede che la maggior parte degli sparatutto desensibilizzi l'utente alla violenza nel gioco (e non nella vita reale). E ha ragione. (Censura), se ha ragione.

Un pomeriggio d'estate: sto segando in due un nemico su Gears of War come se niente fosse, e ammetto che mi piace. Mia nonna, invece, se ne va disgustata. Sorvolando sull'essere chiusi nei confronti dei videogiochi, la reazione è interessante. Quasi tutte le persone che conosco e che non hanno mai toccato un pad in vita loro reagiscono alla morte nei videogiochi in maniera totalmente diversa, un qualcosa che trovo affascinante.

aftermath_800.jpeg

"Da piccolo avevo paura degli splatter, ora non mi fanno più niente", una cosa così. Ma allora, se la violenza gratuita ci ha resi insensibili nei confronti di quei mucchi di poligoni e texture, perché non rendere la morte forte? Penso a The Walking Dead, dove le mie reazioni sono state più umane che mai. Giocando a Call of Duty, invece, mi sento vuoto, una macchina che avanza sparando. La morte non ha importanza, contano solo le esplosioni.

In Spec Ops: The Line dopo uno scontro provavo sensazioni strane, un evento unico per uno sparatutto in terza persona: i nemici si rotolavano nella sabbia, le mani sporche di sangue, il respiro debole. Mi sentivo in colpa. Avrei voluto urlargli "Smettetela, dannazione, siamo qui per aiutarvi!", ma loro hanno continuato a sparare. E sono tutti morti.

Ecco uno dei motivi per cui amo questo gioco: mi sentivo un salvatore, non un soldato.. e alla fine ti rendi conto che è l'esatto opposto. Il giocatore, così come Walker, crede di essere qualcosa che non è. Non sei un eroe, mi spiace, ma solo un assassino.

Walker diventa un contenitore di emozioni (quelle del giocatore), specie dopo l'attacco col fosforo bianco. Scatta qualcosa nel cervello del giocatore e inizia a farsi due domande sul suo lavoro, sul perché.

"Bisogna vedere i nemici non come un ostacolo, ma come personaggi. Sono delle vittime di violenza".

I nemici nel gioco hanno tre stadi di evoluzione, proprio come il personaggio principale e il giocatore: sicuri, cauti e spaventati.

Il giocatore arriva a Dubai, è sicuro, lui è un soldato americano, ce la farà. Le sue convinzioni sul mondo in cui si è immerso presto crolleranno.

Dubbio: non è come sembra. Presa di coscienza.

Spavento: il gioco mostra la sua vera natura, il giocatore è trascinato in un vortice di violenza, messaggi, frasi criptiche e scene incomprensibili.

Essenzialmente, Williams dice che la violenza c'è perché c'è poca creatività, non si sa come risolvere il problema. I giocatori sarebbero disposti a uccidere tre, massimo quattro nemici in un gioco da otto ore con conseguenze psicologiche per il protagonista? E magari rendiamole speciali queste uccisioni, eh?


Hype per "evvabbè ma è solo un gioco!", e in quel caso non possiamo più parlare di videogiochi come forma d'arte, perché tanto "so' giochi". :D

#14
Alberto97

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Sì, pure i film inizialmente dovevano solo intrattenere, poi siamo andati oltre, come la musica, i fumetti e anche i videogiochi. Sono anni che alcune software house cercano di andare oltre l'intrattenimento puro e ci riescono.
 
The Stanley Parable è un capolavoro e consiste nel muoversi e.. basta. La differenza tra intrattenimento e quella che io chiamo "esperienza" è sempre più marcata, e mi fa piacere. Poi sono il primo a divertirsi su Wolfenstein o Borderlands, eh! :D

 
Su Spec Ops scrissi un articolo pochissimo tempo fa. Posso linkarlo (magari in un altro topic o in questo) o devo incollare solo il testo onde evitare ban viulento?  :ph34r:

Ci mancherebbe, anche io adoro i giochi che trasmettono emozioni, però io penso che non tutti i giochi debbano farlo.

Giochi come TLOU, Valiant Hearts, Heavy Rain ecc.. emozionano ed è per questo che sono stupendi, ma ci sono giochi tipo CoD, Borderlands ecc... che hanno come unico scopo l'intrattenimento :sisi:

#15
Zibarro

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però io penso che non tutti i giochi debbano farlo.


Mai detto questo, infatti ho detto che mi divertono anche i giochi caciaroni.




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