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Principessa Mononoke - RECENSIONE


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Questa discussione ha avuto 50 risposte

#1
Cinematografo

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Principessa Mononoke - RECENSIONE (Cinema)
Torna il sala il grande classico di Hayao Miyazaki che ha fatto conoscere lo Studio Ghibli in occidente
Le vicende di Principessa Mononoke prendono vita nel periodo Muromachi, probabilmente attorno al 1500 d.C.. Ashitaka, giovane e valoroso principe di una tribù Emishi, rimane ferito e maledetto durante un combattimento durante il quale tenta di di proteggere il proprio villaggio dall'attacco di un Tatari-gami, un demone cinghiale fuori controllo. L'incidente sviluppa in lui poteri che acuiscono i suoi sensi e la sua forza, rendendolo un formidabile guerriero, ma al contempo lo rende preda di dolori lancinanti destinati ad ucciderlo, man mano che la piaga che gli ha infettato il braccio si diffonde su tutto il corpo. L'unica speranza è un viaggio verso ovest, in cerca di qualcosa o qualcuno in grado di compiere il miracolo e guarirlo, come ad esempio lo Shishigami, il grande Spirito cervo della foresta, in grado di dare e togliere la vita. Ma il ragazzo, durante il suo cammino, è destinato ad incontrare diverse altre creature, più o meno ostili, tra cui gli abitanti di un villaggio-fonderia e la loro leader, la caparbia Eboshi, e una misteriosa e selvaggia ragazza in cerca di vendetta, San, sempre accompagnata da alcuni lupi giganti. Ashitaka si troverà, dunque, nel centro di un conflitto in cui è in gioco, oltre alla vita, l'esistenza stessa dell'ecosistema in cui abita.
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#2
Touma Mitsuhashiba

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Non è il mio preferito di Miyazaki, devo ammettere. Lo trovo un po' pesante. Ma ha un valore tecnico e formale di primissimo piano, va comunque visto e apprezzato per tanti motivi.

#3
Devil Hand

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Io l'ho trovato stupendo, ed è anche uno dei più violenti, ma sempre con un messaggio di pace e rispetto

#4
NickBrown

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bel film anke se gli preferisco altri dello studio ghibli. Una domanda: il nuovo doppiaggio italiano è meglio o peggio del precedente??

#5
Guest_BarsoomeYe

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Per me il migliore di Miyazaki: nonostante abbia apprezzato tutti i lavori del maestro a parte quelli per i più piccoli (Il mio vicino Totoro, Kiki consegne a domicilio e Ponyo) questo a mio parere resta il migliore sia per i temi trattati (anche quelli più violenti visto che il sangue non manca), sia per il bellissimo affresco di luoghi, atmosfere e personaggi che ha creato. La prima volta che l'ho visto mi ha tenuto incollato allo schermo dall'inizio alla fine, lo rivedrò sicuramente sul grande schermo.

#6
Guest_BarsoomeYe

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[Cit.]bel film anke se gli preferisco altri dello studio ghibli. Una domanda: il nuovo doppiaggio italiano è meglio o peggio del precedente?? [/Cit.]

Dal punto di vista dell'adattamento dialoghi il nuovo doppiaggio è sicuramente migliore visto che la prima versione smorzava molto i toni; mentre dal punto di vista dei nuovi doppiatori non posso giudicare perchè non l'ho ancora visto ma io sono affezionato ai doppiatori della prima versione, offrirono tutti un'ottima prova.
Della vecchia versione del 2000 è rimasta solo Alessandra Cassioli che doppia Lady Eboshi.

#7
Devil Hand

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In 4K sarebbe uno spettacolo per gli occhi :)

#8
Guest_SuperAlexeYe

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Non linciate mi ma l'ho visto stasera al cinema per la prima volta e mi sono quasi addormentata... Diciamo che non l'ho apprezzato fino in fondo o forse perché ero stanca

#9
Kuroi the Black

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Quanto sto per dire è tutto rigorosamente IMHO.
Il nuovo adattamento di Mononoke è un esempio perfetto di come la ricerca ossessiva della fedeltà linguistica possa finire per ledere la potenza evocativa di un capolavoro.  Da fan accanito sono sempre stato ben consapevole dei limiti della prima versione italiana (tradotta dall'edizione americana anziché dall'originale), ma questo ri-adattamento va troppo oltre, e inseguendo la chimera della trasposizione perfetta finisce per scadere nell'ingenua traduzione letterale di terminologie e modi di dire pressoché intraducibili, che molto toglie al fascino dei dialoghi originali
Come doppiaggio non è da buttare, lo considero anzi un'ottima alternativa all'adattamento originale, che pur con le sue pecche per me rimane insuperato in quanto a carisma ed energia.
 
Ci sono però un'infinità di scelte di adattamento che onestamente non ho proprio capito (ne metto alcuni esempi sotto spoiler):
 
Spoiler
 
La nuova versione rende magari meglio il messaggio del film, ma per me Mononoke rimarrà per sempre quella del primo doppiaggio, quello che mi ha fatto innamorare di questo film e lo ha reso il mio film di Miyazaki preferito. 
 
... Detto questo, continuo a non capire come sia umanamente possibile pensare che sia meglio tradurre "cani selvatici" quando quelli sono palesemente dei dannatissimi lupi. Mah.

Modificata da Kuroi the Black, 10 May 2014 - 08:16 AM.


#10
Touma Mitsuhashiba

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Quanto sto per dire è tutto rigorosamente IMHO.
(...)

Quello è sempre il "solito" discorso del modus operandi di chi si occupa dell'adattamento italiano, ovvero Gualtiero (No Parole Vietate): ci tiene molto (forse troppo) e la sua personale ricerca di questa "purezza" linguistica lo porta ad essere eccessivo.
In proposito puoi farti un'idea più precisa di come la pensa qui, dove risponde personalmente alla questione, proprio su Mononoke (è l'utente Shito, nickname storico di Gualtiero):

http://www.studioghi...php?f=21&t=3766



#11
Devil Hand

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Non linciate mi ma l'ho visto stasera al cinema per la prima volta e mi sono quasi addormentata... Diciamo che non l'ho apprezzato fino in fondo o forse perché ero stanca


Sacrilegio :o, apparte gli scherzi, ognuno ha il suo punto di vista, c'è a chi piace e a chi no :)

#12
Emme

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bel film anke se gli preferisco altri dello studio ghibli. Una domanda: il nuovo doppiaggio italiano è meglio o peggio del precedente??

 

Il nuovo doppiaggio è meglio a prescindere: il precedente ha storpiato tantissimi dialoghi e significati del film.

 

questo ri-adattamento va troppo oltre, e inseguendo la chimera della trasposizione perfetta finisce per scadere nell'ingenua traduzione letterale di terminologie e modi di dire pressoché intraducibili, che molto toglie al fascino dei dialoghi originali

 

A volte alcune frasi o termini sembrano intraducibili, ma su una cosa bisogna dare atto a (No Parole Vietate): un adattamento NON DEVE facilitare la comprensione nella nostra lingua, deve riportare l'esatto contenuto/significato che c'è in originale, e se questo implica riportare anche la difficoltà di comprensione (anche molti spettatori giapponesi hanno avuto difficoltà a capire certe cose, è proprio la sceneggiatura di Miyazaki a essere volutamente arcaica e ostica), è un effetto collaterale da accettare, altrimenti si rischia di svalutare/banalizzare i contenuti originali ed effettuare una semplificazione non ricercata all'origine.

 

Onestamente non capisco come sia stato possibile intitolare il film "Principessa Mononoke", salvo poi tradurre il nome in "principessa spettro" per tutta la pellicola lasciando allo spettatore-neofita il compito di intuire il collegamento

 

In questo (No Parole Vietate) purtroppo non c'entra niente. Il titolo andava necessariamente tradotto, perchè nel film non ha alcun senso chiamare la principessa con un nome non proprio; ma la Lucky Red su alcune cose ancora mette lo zampino, e probabilmente per mantenere continuità con la versione precedente del film non ha voluto adattare il titolo.

 

... Detto questo, continuo a non capire come sia umanamente possibile pensare che sia meglio tradurre "cani selvatici" quando quelli sono palesemente dei dannatissimi lupi. Mah.

 

Perchè neanche in originale li chiamano lupi!!! E riporto qui la spiegazione fornita da (No Parole Vietate) stesso per questa scelta:

Yamainu significa, letteralmente, 'cani montani'. Ma in effetti significa realmente 'cani selvatici'. E' una cosa interessante. Quel che nella nostra cultura è "non domestico", lo chiamiamo 'selvatico' (letteralmente sarebbe: del bosco, della selva, no?), ma per i giapponesi (per la lingua giapponese), ciò che non è 'domestico' è 'della montagna', perché per loro la 'natura selvaggia' è "montagna", non "bosco". Quindi in giapponese hai 'yamaneko' (gatti selvatici), 'yamainu' (cani selvatici), etc.
Sarebbero lupi. In effetti quello che viene oggi chiamato come 'lupo giapponese', oggi estinto, era piccino. Ma non venivano chiamati 'ookami' (lupi), in quanto pare che -anche alla data del film (fine epoca Muromachi, tipo 1580)- la tassonomia giapponese ancora non avesse distinto le varie sottospiecie di 'canis lupus', ovvero chiamava i 'lupi' appunto come meri 'cani selvatici' (yamainu).

 

non comprendo l'inutilità di tradurre tutti i "-sama" alla fine dei nomi con "sommo Tizio" o "sommo Caio" (quando la sorellina all'inizio lo chiama "SOMMO FRATELLO" ho avuto un brivido glaciale)

 

E' una scelta che può piacere o meno, ma non è affatto sbagliata: è arcinoto che i giapponesi fanno largo uso di questi appellativi quando si rivolgono a determinate persone/autorità. Levarle avrebbe significato "italianizzare" il modo di parlare di gente di un'altra razza.

 

non concepisco l'ottusità del non capire che poco importa la fedeltà all'originale

 

La nuova versione rende magari meglio il messaggio del film, ma per me Mononoke rimarrà per sempre quella del primo doppiaggio, quello che mi ha fatto innamorare di questo film e lo ha reso il mio film di Miyazaki preferito. 

 

La fedeltà all'originale invece conta eccome. Se fai vedere entrambe le versioni italiane di questo film ad uno spettatore qualsiasi alla fine questi ti dirà che sembra quasi di assistere a due opere diverse! E questo per obiettivi demeriti del primo adattamento, che ha snaturato tantissime cose, banalizzando oltre il dovuto i dialoghi e di fatto facendo percepire la storia in maniera radicalmente diversa.

Si può non essere d'accordo con l'eccessiva pignoleria di (No Parole Vietate) su certi modi di dire, ma di fatto il suo modus operandi è sacrosanto, questa è l'opera più matura di Miyazaki e necessitava di un doppiaggio che rendesse lo stesso senso di rigore, tradizione e classicismo nella lingua parlata; è una storia ambientata nell'antico Giappone, il linguaggio "aulico" e arcaico pertanto è parte integrante della rappresentazione della storia, non avrebbe alcun senso far parlare i personaggi come dei giapponesi (o peggio come degli italiani) contemporanei.

Sei libera di preferire la prima versione italiana del film, ma con la consapevolezza che snatura l'opera trasformandola in qualcosa che non è, e che non corrisponde agli intenti del suo autore: di fatto è come se il "vero" Mononoke Hime di Miyazaki non ti piacesse :jj:


Modificata da Animal Man, 10 May 2014 - 05:47 PM.


#13
Guest_Frank_WesteYe

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Il nuovo doppiaggio è meglio a prescindere: il precedente ha storpiato tantissimi dialoghi e significati del film.

 

 

A volte alcune frasi o termini sembrano intraducibili, ma su una cosa bisogna dare atto a (No Parole Vietate): un adattamento NON DEVE facilitare la comprensione nella nostra lingua, deve riportare l'esatto contenuto/significato che c'è in originale, e se questo implica riportare anche la difficoltà di comprensione (anche molti spettatori giapponesi hanno avuto difficoltà a capire certe cose, è proprio la sceneggiatura di Miyazaki a essere volutamente arcaica e ostica), è un effetto collaterale da accettare, altrimenti si rischia di svalutare/banalizzare i contenuti originali ed effettuare una semplificazione non ricercata all'origine.

 

 

In questo (No Parole Vietate) purtroppo non c'entra niente. Il titolo andava necessariamente tradotto, perchè nel film non ha alcun senso chiamare la principessa con un nome non proprio; ma la Lucky Red su alcune cose ancora mette lo zampino, e probabilmente per mantenere continuità con la versione precedente del film non ha voluto adattare il titolo.

 

 

Perchè neanche in originale li chiamano lupi!!! E riporto qui la spiegazione fornita da (No Parole Vietate) stesso per questa scelta:

Yamainu significa, letteralmente, 'cani montani'. Ma in effetti significa realmente 'cani selvatici'. E' una cosa interessante. Quel che nella nostra cultura è "non domestico", lo chiamiamo 'selvatico' (letteralmente sarebbe: del bosco, della selva, no?), ma per i giapponesi (per la lingua giapponese), ciò che non è 'domestico' è 'della montagna', perché per loro la 'natura selvaggia' è "montagna", non "bosco". Quindi in giapponese hai 'yamaneko' (gatti selvatici), 'yamainu' (cani selvatici), etc.
Sarebbero lupi. In effetti quello che viene oggi chiamato come 'lupo giapponese', oggi estinto, era piccino. Ma non venivano chiamati 'ookami' (lupi), in quanto pare che -anche alla data del film (fine epoca Muromachi, tipo 1580)- la tassonomia giapponese ancora non avesse distinto le varie sottospiecie di 'canis lupus', ovvero chiamava i 'lupi' appunto come meri 'cani selvatici' (yamainu).

 

 

E' una scelta che può piacere o meno, ma non è affatto sbagliata: è arcinoto che i giapponesi fanno largo uso di questi appellativi quando si rivolgono a determinate persone/autorità. Levarle avrebbe significato "italianizzare" il modo di parlare di gente di un'altra razza.

 

 

La fedeltà all'originale invece conta eccome. Se fai vedere entrambe le versioni italiane di questo film ad uno spettatore qualsiasi alla fine questi ti dirà che sembra quasi di assistere a due opere diverse! E questo per obiettivi demeriti del primo adattamento, che ha snaturato tantissime cose, banalizzando oltre il dovuto i dialoghi e di fatto facendo percepire la storia in maniera radicalmente diversa.

Si può non essere d'accordo con l'eccessiva pignoleria di (No Parole Vietate) su certi modi di dire, ma di fatto il suo modus operandi è sacrosanto, questa è l'opera più matura di Miyazaki e necessitava di un doppiaggio che rendesse lo stesso senso di rigore, tradizione e classicismo nella lingua parlata; è una storia ambientata nell'antico Giappone, il linguaggio "aulico" e arcaico pertanto è parte integrante della rappresentazione della storia, non avrebbe alcun senso far parlare i personaggi come dei giapponesi (o peggio come degli italiani) contemporanei.

Sei libera di preferire la prima versione italiana del film, ma con la consapevolezza che snatura l'opera trasformandola in qualcosa che non è, e che non corrisponde agli intenti del suo autore: di fatto è come se il "vero" Mononoke Hime di Miyazaki non ti piacesse :jj:

 

Sono tornato ora dal cinema. Quoto ogni sillaba.

Che goduria vedere FINALMENTE Mononoke Hime come è davvero.  :sigh:

Ora attendo con ansia il BD, e sono già pronto per La Città Incantata (ugh, peccato davvero per i titoli) al cinema.



#14
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(...)A volte alcune frasi o termini sembrano intraducibili, ma su una cosa bisogna dare atto a (No Parole Vietate): un adattamento NON DEVE facilitare la comprensione nella nostra lingua, deve riportare l'esatto contenuto/significato che c'è in originale, e se questo implica riportare anche la difficoltà di comprensione (anche molti spettatori giapponesi hanno avuto difficoltà a capire certe cose, è proprio la sceneggiatura di Miyazaki a essere volutamente arcaica e ostica), è un effetto collaterale da accettare, altrimenti si rischia di svalutare/banalizzare i contenuti originali ed effettuare una semplificazione non ricercata all'origine. (...)

Concordo sul fatto che un lavoro di adattamento fatto bene debba restituire quanto più possibile il senso dell'originale e non facilitare lo spettatore, "metterlo comodo" e recepire l'opera in maniera diversa da come è stata pensata. Però, di pari passo, al di là della (giusta) complessità linguistica c'è anche da considerare che il pubblico deve rimanere casomai affascinato dal linguaggio usato, non sentirsi estraniato o, addirittura, spinto a risate involontarie. Perché la maggior parte del pubblico se sente "sommo fratello" o appellativi che sembrano bestemmie si estranea dal contesto del film e parte per la tangente e addio.
Purtroppo è proprio il limite dell'adattamento fra lingue così diverse. Acuito, inoltre, dal doppiaggio, che volenti o nolenti deve anche rifarsi alla metrica e al labiale, a differenza dei sottotitoli. Facciamo un esempio al contrario: Non ci resta che piangere, in giapponese. Come si potrebbe rendere?


#15
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Sono ancora indeciso o meno se andarlo a vedere, sono troppo legato al vecchio doppiaggio e non sono un purista sfegatato.

 

Cmq questo, dopo Nausicaa, rimane il lavoro più maturo di Miyazaki che a differenza degli altri suoi film recenti non ha problemi a inserire scene anche violente e dure senza però tralasciare l'aspetto sentimentale e poetico. Il tema scontro uomo-natura è probabilmente il film migliore che lo tratta.

 

E poi questo tema musicale.. :hail:






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