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Cinema muto e primi sonori


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Questa discussione ha avuto 49 risposte

#1
Guest_antoine doineleYe

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Iniziare una discussione sul cinema muto con Chaplin, sarebbe troppo scontato, quindi vorrei farlo in maniera indiretta.

In quest'epoca sono state girate alcune delle più straordinarie pellicole della storia del cinema, ma oggi vorrei richiamare l'attenzione su un film non molto conosciuto al grande pubblico, ma che ha indubbiamente dato lo spunto a Chaplin per girare il suo giustamente osannato Tempi Moderni.

Sto parlando di " A noi la libertà " di Renè Clair, un regista che amo moltissimo e capace di pellicole straordinarie, ma che purtroppo ha dovuto cedere al cinema commerciale e che ha quindi girato film non all'altezza delle sue capacità.

Questo film non è muto, ma i dialoghi sono rari e comunque esprime molto chiaramente il pensiero del regista, infatti è stato pesantemente censurato delle sue scene più significative.

La storia inizia con la fuga dal carcere di due amici, uno dei quali si sacrifica per far evadere l' altro.............

#2
Holy Lee Roth

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quindi vorresti discutere di clair o del cinema muto?

#3
Guest_antoine doineleYe

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quindi vorresti discutere di clair o del cinema muto?


Ho chiamato la sezione cinema muto e primi sonori per allargare la discussione e scrivere le proprie idee a riguardo.

Ha poca importanza che si tratti di registi oppure di film, ognuno può contribuire come crede ad ampliare la discussione, ho iniziato da un film ed un regista che amo molto, ma è solo un caso.

#4
Guest_antoine doineleYe

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Questa volta voglio consigliare la visione di un film completamente muto: " L'uomo che prende gli schiaffi " di Victor Sjostrom.

La pellicola risale al 1924 ed è la storia di un uomo tradito nell'amicizia e negli affetti, l'interpretazione di Lon Chaney è semplicemente favolosa, riesce ad esprimere meravigliosamente tutta l'amarezza che si porta dentro, un film che ha nel finale un grande insegnamento morale.

#5
autechre

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non ho ancora avuto occasione di andare alle meravigliose Giornate del cinema muto di Pordenone
è colpa mia

non sono esperto però cito gli arcinoti (almeno per qualcuno) Man with a movie camera e Metropolis
li cito perchè nel corso degli ?ultimi? anni si è voluto accompagnarli con colonne sonore di tutte le salse
ed i risultati sono stati eccellenti

Modificata da autechre, 21 January 2012 - 11:18 AM.


#6
Usop89

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  • Il capitano è tornato...

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Io parto citando un bellissimo film che è stato nelle sale da poco, The artist, mi ha colpito molto perché è riuscito a raccontare una storia trita e ritrita (quella dell'attore di film muto che cade in disgrazia per l'arrivo del sonoro) con metodi "antichi" ma, paradossalmente, ancora funzionalissimi e oserei dire moderni.
Sono dell'idea che esistano due tipi di cinema: il cinema di Rambo e Terminator e il cinema dei silenzi e delle espressioni. Pensate ad un film come Il grande esilenzio quanta umanità esprime nei gesti consueti e lineari; pensate al film più bello di Chaplin (a mio parere chiaramente) che è Luci della città dove negli ultimissimi 4 minuti viene a galla ogni cosa per cui valga la pena vivere.
In sostanza sono dell'idea che se il cinema tirasse fuori storie rappresentate anche con tecniche antiche ma funzionali avremmo tanta più qualità, poi tutto è relativo chiaramente.

Modificata da Usop89, 21 January 2012 - 11:32 AM.


#7
Guest_antoine doineleYe

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non ho ancora avuto occasione di andare alle meravigliose Giornate del cinema muto di Pordenone
è colpa mia

non sono esperto però cito gli arcinoti (almeno per qualcuno) Man with a movie camera e Metropolis
li cito perchè nel corso degli ?ultimi? anni si è voluto accompagnarli con colonne sonore di tutte le salse
ed i risultati sono stati eccellenti


Personalmente i film muti li guardo senza musica, che oltretutto non è quasi mai originale.

Andando a memoria, persino chaplin ha inserito in un secondo tempo musiche e didascalie, del resto era " abbastanza " chiaro ugualmente.

Se ti piacciono i documentari sullo stile di " L'uomo con la macchina da presa ", puoi guardarti anche Menilmontant di kirsanoff, a me fanno un po' girare la testa, come i primi corti dadaisti, invece Metropolis è un grande film e non è l'unico di Lang.

Tempo fa ho seguito un'intervista di Friedkin ad un anziano Lang, gli argomenti spaziavano dal suo rapporto col nazismo ( e la sua fuga ) ai film che aveva girato, a proposito di Metropolis disse che a distanza di quasi mezzo secolo sarebbe stato molto più duro nel finale, il fatto ( a mio parere ) è che in quel momento era sposato con Thea vom Harbou, una scrittrice e drammaturga fantastica ma che aveva il " vizio " della redenzione e perciò il finale di Metropolis rispecchia molto il suo pensiero, senza dubbio da ammirare ma che ha ben poco di reale.

Infatti un altro grandissimo film ( Fantasma 1922 ) di un altrettanto grande Murnau, ha esattamente lo stesso tema finale, rimane comunque una delle grandissime protagoniste della cultura espressionista.

#8
Guest_antoine doineleYe

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Io parto citando un bellissimo film che è stato nelle sale da poco, The artist, mi ha colpito molto perché è riuscito a raccontare una storia trita e ritrita (quella dell'attore di film muto che cade in disgrazia per l'arrivo del sonoro) con metodi "antichi" ma, paradossalmente, ancora funzionalissimi e oserei dire moderni.
Sono dell'idea che esistano due tipi di cinema: il cinema di Rambo e Terminator e il cinema dei silenzi e delle espressioni. Pensate ad un film come Il grande esilenzio quanta umanità esprime nei gesti consueti e lineari; pensate al film più bello di Chaplin (a mio parere chiaramente) che è Luci della città dove negli ultimissimi 4 minuti viene a galla ogni cosa per cui valga la pena vivere.
In sostanza sono dell'idea che se il cinema tirasse fuori storie rappresentate anche con tecniche antiche ma funzionali avremmo tanta più qualità, poi tutto è relativo chiaramente.


Difficile dire a mio parere qual'è il film più bello di Chaplin, l'unico chiaramente inferiore è " La contessa di Hong Kong ", infatti da persona intelligente qual'era si deve essere reso conto che ormai aveva esaurito quello che aveva da dirci.

Un re a New york, Luci della ribalta, Monsieur Verdoux, hanno una carica di libertà e verità che sono eterne, di Luci della Città mi ha colpito in particolar modo la scena iniziale, quando sbeffeggia il potere dando una sonorità ridicola all'autorità che deve inaugurare la statua, il senso è davvero chiaro.

Rambo e Terminator sono film di propaganda come tanti nella storia del cinema, da Suss l'ebreo a Ninotcka, tanto per citarne due molto famosi.

#9
Usop89

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  • Il capitano è tornato...

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Difficile dire a mio parere qual'è il film più bello di Chaplin, l'unico chiaramente inferiore è " La contessa di Hong Kong ", infatti da persona intelligente qual'era si deve essere reso conto che ormai aveva esaurito quello che aveva da dirci.

Un re a New york, Luci della ribalta, Monsieur Verdoux, hanno una carica di libertà e verità che sono eterne, di Luci della Città mi ha colpito in particolar modo la scena iniziale, quando sbeffeggia il potere dando una sonorità ridicola all'autorità che deve inaugurare la statua, il senso è davvero chiaro.

Rambo e Terminator sono film di propaganda come tanti nella storia del cinema, da Suss l'ebreo a Ninotcka, tanto per citarne due molto famosi.

Anzitutto complimenti per il nick, adoro Truffaut e la sua creatura più riuscita quale è Antonie ^_^; per quanto riguarda Chaplin sono perfettamente d'accordo e, dato il grande artista che era, è riuscito ad uscire dal personaggio mitico di Charlot con il film Luci della ribaltà altro capolavoro a mio avviso.
Poi il discorso sul cinema: nella mia città sta succedendo una cosa molto bella, ovvero c'è il mega super cinema da ottomila sale con tutti i film "commerciali" (I vari Rambo per intenderci) e poi c'è il cinema da 70/80 posti che proietta film meno conosciuti e più ricercati con tanto di dibattiti e incontri, un cineforum in sostanza. Ecco secondo me questa è una cosa bellissima perché fa rendere conto alla gente che effettivamente il cinema è un arte a tutto tondo capace di rendere degna nota alle emozioni umane in tempi in cui il massimo criterio di valutazione della maggior parte delle persone è "ma le tette?? cerano le tette?".

#10
Guest_antoine doineleYe

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All'ovest niente di nuovo di Lewis Milestone ( 1930 ), un film sull'idiozia della guerra, l'ho guardato tutto d'un fiato, ma penso che presto gli darò un'altra passata, i dialoghi chiariscono bene il pensiero del regista, come l'inquadratura finale basata invece sull'immagine.

L'ambientazione è sulla prima guerra mondiale, si passa dall'illusione fomentata dalla propaganda, alla consapevolezza della realtà e di come la storia si ripeta ciclicamente.

Kubrick deciderà molto tempo dopo la strada di un'irrefrenabile ironia nel suo fantastico " Dottor Stranamore.... ", mentre questo film sceglie invece un approccio più diretto, punta il dito non solo sulla guerra, ma anche sulla stupidità umana.

Assolutamente da non perdere.

#11
autechre

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Personalmente i film muti li guardo senza musica, che oltretutto non è quasi mai originale.

Andando a memoria, persino chaplin ha inserito in un secondo tempo musiche e didascalie, del resto era " abbastanza " chiaro ugualmente.

Se ti piacciono i documentari sullo stile di " L'uomo con la macchina da presa ", puoi guardarti anche Menilmontant di kirsanoff, a me fanno un po' girare la testa, come i primi corti dadaisti, invece Metropolis è un grande film e non è l'unico di Lang.

Tempo fa ho seguito un'intervista di Friedkin ad un anziano Lang, gli argomenti spaziavano dal suo rapporto col nazismo ( e la sua fuga ) ai film che aveva girato, a proposito di Metropolis disse che a distanza di quasi mezzo secolo sarebbe stato molto più duro nel finale, il fatto ( a mio parere ) è che in quel momento era sposato con Thea vom Harbou, una scrittrice e drammaturga fantastica ma che aveva il " vizio " della redenzione e perciò il finale di Metropolis rispecchia molto il suo pensiero, senza dubbio da ammirare ma che ha ben poco di reale.

Infatti un altro grandissimo film ( Fantasma 1922 ) di un altrettanto grande Murnau, ha esattamente lo stesso tema finale, rimane comunque una delle grandissime protagoniste della cultura espressionista.


sì, decisamente un punto di vista personale

interpretazioni musicali recenti su queste due pellicole mi sono piaciute un sacco

inoltre, a teatro, ho visto Metrolopis versione restaurata con un trio di Boston ed è stata un'esperienza favolosa

Modificata da autechre, 24 January 2012 - 10:41 PM.


#12
Guest_antoine doineleYe

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Si torna al cinema muto con "Michael " o desiderio del cuore di Dreyer, un bellissimo film che narra di un tema comune a molti grandissimi registi, l'amore.

In questo caso si tratta di un amore omosessuale, io lo leggo prima di tutto un film sulla libertà sociale, non mi riesce infatti di capire in che modo temi come questo possano interessare la società, in Italia ancora oggi dubito che un film del genere possa essere capito da una buona fette d'individui, basta vedere come il dibattito politico abbia in sè temi come questo, che dovrebbero colpire l'opinione pubblica allo stesso modo se sia più giusto preferire gli spaghetti o le tagliatelle.

Il film è del 1924, un anno prima di un altro grandissimo film di denuncia sociale che tratterò più avanti.

#13
Guest_antoine doineleYe

Guest_antoine doineleYe
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La saga dei nibelunghi di Fritz Lang è divisa in due parti, la prima s'intitola la morte di Sigfrido e la seconda la vendetta di Crimilde.

Il film è la transposizione del famoso poema epico ed evoca temi cari al nazismo, infatti Goebbels avrebbe voluto Lang a supervisionare il cinema tedesco, ruolo che sarebbe stato poi ricoperto dalla grandissima Leni Riefenstahl.

Il livello recitativo non raggiunge le vette di Dreyer e Murnau, ma rimane per gli amanti del genere sicuramente un punto di riferimento.

#14
Guest_antoine doineleYe

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La stregoneria attraverso i secoli di Benjamin Christensen è una bellissima descrizione dell'intolleranza e della superstizione divisa in più atti.

Il regista ricoprirà due anni dopo il ruolo di Zoret nel fantastico Mikael già da me segnalato, in rete si trovano diverse recensioni a mio avviso veramente ridicole, evidentemente qualcuno non riesce ancora a distinguere tra spiritualità e clericalismo e quando si punta il dito su quest'ultimo allora si nega persino l'evidenza.

Per l'epoca ( 1922 ) il modo di girare e recitare sono all'avanguardia.

#15
Guest_antoine doineleYe

Guest_antoine doineleYe
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La passione di Giovanna d'arco nella rivisitazione di Dreyer è una delle più straordinarie pellicole mai girate della storia del cinema e quindi non solo di quello muto.

Un ritmo incalzante unito al fatto di essere girato quasi interamente in primo piano, conferisce a questo film quella drammacità propria di questa storia, trasferendola sullo spettatore.

L'espressività degli attori è portata ai massimi livelli, il dolore e la sofferenza traspaiono quasi fisicamente dal video, tra gli interpreti da ricordare la Falconetti nel ruolo di Giovanna, Artaud che non ha partecipato a molte pellicole ma ha girato film magnifici e Michel Simon, che, per chi è appassionato di film d'epoca è una vera icona.

Autechre mi dispiace ma la versione originale di Dreyer era muta, ma per farti piacere le versioni che si trovano oggi sono musicate, sei fortunato.




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