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The Outsider, la recensione: Jared Leto membro della Yakuza nel film Netflix


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Questa discussione ha avuto 7 risposte

#1
Cinematografo

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The Outsider, la recensione: Jared Leto membro della Yakuza nel film Netflix
Il regista di Land of Mine ci porta nel Giappone del secondo dopoguerra per raccontarci l'ascesa di uno straniero tra le fila della mafia di Osaka.
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#2
godhand83

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Ottima recensione concordo in pieno su tutti i punti.comunque netflix nn smette mai di sorprendermi in quanto offre un grande intrattenimento sempre di medio come in questo caso arrivando ad alcune punte di altissimo livello con produzioni proprie (narcos)solo per citarne una.

#3
Luca Ceccotti

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Ottima recensione concordo in pieno su tutti i punti.comunque netflix nn smette mai di sorprendermi in quanto offre un grande intrattenimento sempre di medio come in questo caso arrivando ad alcune punte di altissimo livello con produzioni proprie (narcos)solo per citarne una.


Grazie mille :)

#4
Guest_SATŌeYe

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lo vedrò stasera, peccato che un tema come la yakuza non sia trattato con la serietà dovuta.
in Oriente hanno già trattato l'argomento in maniera spettacolare.

#5
Dernom

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tipo i due outrage di kitano descrivono perfettamente la yakuza, per me sono i migliori film sull'argomento, e pare che stia girando pure il terzo capitolo

#6
Luca Ceccotti

Luca Ceccotti
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tipo i due outrage di kitano descrivono perfettamente la yakuza, per me sono i migliori film sull'argomento, e pare che stia girando pure il terzo capitolo


Sì, c'è anche qualcosa di Kitano in The Outsider, ma molto occidentalizzata, per questo è più accostabile al Refn di Only God Forgives.

#7
Guest_AlbioneeYe

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Visto stasera... film godibile, forse un tantino lento in alcune parti,ma si vede volentieri soprattutto per una fotografia molto ben curata. Peccato per la mancata(secondo me) caratterizzazione del protagonista riguardante la sua storia personale, cioè si intuisce qualcosa, ma non il perché e il come di alcuni eventi che ovviamente non svelo qui rischio spoiler. Dai mi è piaciuto un 7 ci può stare per me. ; )

Modificata da Albione, 16 March 2018 - 03:18 AM.


#8
Guest_SATŌeYe

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visto ieri sera, non so da quanto avevo voglia di guardarmi un film che parlasse della yakuza con una prospettiva dell'oriente vista in modo occidentale. 

Di film made in Japan ne abbiamo molti, peccato siano con i sottotitoli ed in pochi arrivati in italiano sono degli anni ottanta (parlo di quelli vecchia scuola)

 

ero veramente affascinato da questo progetto, un pò per il motivo sopracitato ed un pò perchè immaginavo una trama simile Ultimo Samurai, ambientato in tempi moderni, ma anche perchè mi aspettavo che qualcuno finalmente iniziasse ad introdurre attori giapponesi(molto bravi ed espressivi) nei film cercando di sbrogliare la grande matassa chiamata Yakuza che molti intendono solo come una mafietta alla siciliana. 

 

Che dire inizialmente il film parte bene, mi piace la parte della prigione e quello che ne viene dopo.

I problemi iniziano appena Jared Leto ed il suo personaggio escono dall'ombra del carcere.

non voglio fare spoiler per ciò indicherò gli elementi che proprio non sono andati bene in questo film. 

 

- Scenografia piattissima, roba che sembrava lo stessero girando a cinecittà.

- fotografia pessima, luci sparate al massimo e in contemporanea luci di scena accese qui e li che creano l'effetto contrario portando buchi d'ombra in parti dell'inquadratura.

- Jared Leto monofaccia e per nulla espressivo.

- storia d'amore raffazzonata e gettata lì tanto per riempire i minuti.

- costumi praticamente inesistenti, tutti hanno sempre lo stesso abito e lo ripropongono in tutte le scene, addirittura hanno tutti lo stesso orologio, anche tra bande rivali. 

- luoghi comuni sugli americani e sui giapponesi sparsi all'ultimo quarto d'ora, come fossero spezie comprate congelate.

 

La trama è carina ma obbiettivamente avrei dato meno spazio a Jared Leto e più ai componenti del clan, cercando di dare profondità al contesto e sviscerando una storia complessa. Forse ci stava bene una serie tv con sei episodi da un ora l'uno.

il film non è lento per nulla, diciamo che alterna come un ascensore impazzito, parti in cui ci dovrebbe essere la pace dei sensi e attimi di violenza scontata (con JAred Leto che imita le botte in maniera rallentatore.)

attimi di puro imbarazzo quando il personaggio principale americano non parla giapponese ma viene accolto nella yakuza come un figlio ed un fratello in  un finto stupore da parte degli attori. 

 

mi dispiace bocciato su tutti i fronti. 

continuo a rivedermi Black Rain, Ichi the killer e Lotta senza codice d'onore.


Modificata da SATŌ, 16 March 2018 - 03:34 PM.





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