#1
Inviato 17 March 2014 - 11:13 AM
Alla scoperta dei migliori esempi di anti-utopia del mondo videoludico. Da Final Fantasy VII al tredicesimo capitolo.
La prima puntata del nostro viaggio all'interno delle distopie videoludiche più riuscite dell'intera industria, non avrebbe potuto essere più attuale: alla luce dei recenti sviluppi in casa Irrational Games, infatti, la riscoperta di Rapture e Columbia ci ha permesso di celebrare, una volta in più, uno dei team di sviluppo più brillanti dell'ultimo decennio ma anche di intravedere alcune analogie tra le città nate dalla fantasia di Ken Levine e (secondo quanto riportato da alcuni suoi ex dipendenti) un'attitudine alquanto dispotica con la quale lo stesso game designer era solito gestire il lavoro all'interno della software house americana. Non sempre, insomma, le apparenze ci forniscono materiale sufficientemente autentico sul quale basare le nostre impressioni e, in questa nuova tappa del nostro viaggio, conosceremo due titoli che hanno fatto di questa filosofia una parte integrante dei loro rispettivi universi di gioco. La saga che Everyeye ha scomodato per questa seconda parte di 'Distopie' è stata (e rimane tutt'ora) uno dei pilastri portanti sui quali l'intera industria ha lentamente costruito il proprio successo, nonché uno dei simboli più significativi di un'ormai superata supremazia nipponica al suo interno. Final Fantasy è il poco profetico nome con il quale Hironobu Sakaguchi espose il suo progetto alle alte sfere Nintendo nel 1986 e che, negli ultimi ventotto anni, è stato accostato a ben quindici capitoli principali ed una miriade infinita di spin-off e variazioni sul tema. Spulciare un tale database ed effettuare una scelta per il nostro approfondimento non è stato assolutamente un compito facile ma, alla fine, la nostra lente di ingrandimento si è fermata su due degli episodi più importanti e chiacchierati del franchise.
Leggi l'articolo completo: Distopie - Midgar e Gran Pulse - RUBRICA (Multi)
#3
Inviato 17 March 2014 - 08:26 PM
Ottimo articolo davvero! Ricordo ancora con meraviglia e stupore il "mondo" di FFVII. In realtà dietro quegli scarni poligoni e quelle scenografie prerenderizzate c'era un anima che trasmetteva ad ogni scena, ad ogni angolo ed anfratto una precisa sensazione. Dentro Midgar si poteva respirare davvero il malessere umano, non solo attraverso le parole, ma anche attraverso le immagini (ed ovviamente le bellissime musiche). Era la prima volta che vedevo una ambientazione cosi bella ed autentica nella sua crudezza e spietatezza. E' indubbio che alla Square sanno bene cosa sia realizzare una precisa ed efficace "direzione artistica", è stato così anche per i successivi capitoli, ma nessuno di essi (e ripeto nessuno, compreso FFXIII) è mai riuscito ad avvicinarsi all'immaginario simbolico ed emozionale che il "mondo" di FFVII era riuscito a creare, complice un'intesa di "talenti ispirati" oggi irripetibile.
#4
Inviato 17 March 2014 - 10:49 PM
Bellissime analisi, se i mondi di bioshock erano più chiari e concisi perchè narrati spesso e volentieri direttamente al giocatore e approfonditi dai memo audio, quelli di final fantasy hanno bisogno di una conoscenza decisamente più profonda andando a parlare con la gente ed esplorando ogni anfratto del mondo di gioco.
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