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[tecnica fotografica] il "circle of resolution" di Harold MerklingerWARNING!! megapippa mentale! lasciate ogni speranza voi ch


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Questa discussione ha avuto 5 risposte

#1
luuca

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reduce da una lettura molto interessante sull'ultimo numero di LFI, mi sento in dovere di disturbare anche le vostre giovani menti con questa pratica, relativamente diffusa ai tempi d'oro dell'analogico, ma che serve anche ai giorni nostri se non altro per comprendere meglio la tecnica fotografica...

ATTENZIONE, non e' una novita' ed ho scoperto l'acqua calda, sono teorie e tecniche pratiche elaborate da H.M. 20 anni fa', quindi e' probabile che qui dentro io sia l'unico demente ad averle incrociate solo ora :sisi:

anyway...

il buon HM ribalta il concetto di circle of confusion partendo dal piano sul quale verra' impressa la scena (pellicola o sensore) e non dall'oggetto inquadrato.

ogni pixel sul sensore corrisponde ad un punto sull'oggetto messo a fuoco (sto' parlando a livello teorico, lasciamo perdere la capacita' di risolvenza della lente e del sensore, nonche' i fenomeni di diffrazione o altre variabili che ovviamente incidono sulla qualita' finale, questo vuole essere un metodo che funzioni nella pratica, anche se applicato in modo grossolano).

tanto piu' ci allontaniamo dal punto di messa a fuoco, tanto piu' il singolo pixel sul sensore dovra' rappresentare un cerchio di diametro maggiore, facendo una media della luminosita' e del colore contenuti all'interno di esso.



c'è modo di conoscere sul campo, quindi senza l'ausilio di calcoli complessi, quale sara' la risoluzione di un determinato oggetto, conoscendo approssimatamente la distanza di esso dal punto di MAF?

la risposta e' sì.

immaginiamoci un cono di luce avente il vertice sul punto di MAF e la base che termina sulla nostra lente, con base uguale al diametro del diaframma utilizzato (ricordo che il diametro si ottiene dividendo la lunghezza focale del vostro obiettivo con il numero F utilizzato, quindi un 50mm con apertura f4 presentera' un foro avente diametro mm 12,5).

mettiamo a fuoco ad esempio un oggetto a 4 metri di distanza con il nostro 50ino, settando un diaframma F4:
otterremo un cono lungo (alto) 4 metri, con una base di (50mm/f4) = 12.5mm

12,5mm sara' la dimensione minima raffigurabile sulla superficie del sensore per un oggetto in prossimita' della base del cono (in pratica attaccato alla lente frontale del nostro obiettivo)
a 2 metri dal punto di MAF il circle of resolution sara' di 6,25mm

in pratica: la dimensione minima raffigurabile dal sensore/pellicola sara' data da questa semplice formuletta:

c = e (d0-d1) / d0

dove:
c ---- sta' per "circle of resolution" espresso in mm
e ---- sta' per "entrance pupil", ovvero il diametro del diaframma (facilmente calcolabile dividendo la focale per il numero di diaframma)
d0 ---- e' la distanza del punto di MAF
d1 ---- e' la distanza del punto di cui vogliamo conoscere la risoluzione sul sensore/pellicola

chiaramente possiamo anche conoscere il diametro di diaframma da utilizzare in caso volessimo una determinata risoluzione ad una certa distanza dal punto di MAF

e = c d0 / (d0-d1)


capite che, soprattutto in caso non si possano o vogliano fare piu' prove (tipo nell'analogico) il discorso diventa interessante

e mo'? e mo' bisogna capire a cosa puo' servirci tutto 'sto popo' di ragionamento :sisi:

---

ESEMPI PRATICI

immaginiamo di fotografare una scena con il soggetto principale a 3 mt da noi, ma a 8 metri c'è una scritta con caratteri spessi 10 mm che non vogliamo sia leggibile, ma allo stesso tempo non desideriamo mettere a TA il nostro obiettivo

abbiamo un 90mm, a che diaframma dovremo impostarlo per ottenere questo risultato? e' presto fatto:

10 x 3 / (8-3) = 6mm

6mm e' il diametro massimo del foro che permette di visualizzare in modo (abbastanza) nitido la scritta, quindi bastara' settare il diaframma a f8 (ovvero diametro foro 11.25mm) per ottenere uno sfocato sufficiente a renderla indecifrabile.
sappiamo anche che ad f 11 (diametro diaframma 8mm) la scritta sara' probabilmente facilmente leggibile, poiche' a quella distanza sul sensore verra' risolto un dettaglio di quasi 10mm





vogliamo invece fotografare un oggetto al di la' di una recinzione a maglia in ferro e non desideriamo che quest'ultima sia visibile? ma allo stesso tempo desideriamo la massima profondita' di campo possibile?
mettiamo di avere un 50mm, il nostro soggetto e' a 3 metri da noi, la recinzione e' composta da fil di ferro spessi 4mm.
semplice, avviciniamoci il piu' possibile alla rete ed impostiamo il diaframma affinche' il suo diametro sia superiore a 5mm, diciamo un f4 (mm12,5)
qui non c'è nemmeno da fare calcoli, sappiamo che la dimensione minima risolvibile dal sensore e' pari al diametro del diaframma in corrispondenza dell'obiettivo, bastera' girare la ghiera diaframmi finche' non vedremo un foro con un diametro abbastanza superiore a 4mm (diciamo 2 o 3 volte tanto)
1 metro dietro ed 1 metro davanti al soggetto avremo ancora 4mm di risoluzione (12,5 x 1 / 3), garantendoci abbastanza profondita' di campo.


----


uff, vi prego almeno di leggere visto la fatica mnemonica compiuta dal sottoscritto (non ho l'articolo sottomano) ed il fatto che per capire tutto il ragionamento mi e' toccato leggere l'articolo 4 volte (che tra l'altro era in inglese...)
scherzi a parte trovo l'argomento decisamente affascinante e spero che possa far piacere a qualcuno questo genere di approfondimento.

mi auguro di essere riuscito a renderlo minimamente comprensibile, se avete domande sono a vostra disposizione, sempre che sappia rispondervi :D :D

#2
krikke

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Pensare che adesso si puo' fare tutto in post produzione :D....

PS ho scoperto l'acqua calda grazie a te :D. Dopo me lo studio per benino :sisi:

#3
luuca

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Pensare che adesso si puo' fare tutto in post produzione :D....

PS ho scoperto l'acqua calda grazie a te :D. Dopo me lo studio per benino :sisi:


si e no, nel senso che con photoshop non puoi mettere a fuoco un oggetto che al momento dello scatto era sfocato...
diciamo che pero' puoi rivedere subito la foto sull'lcd della macchina ed eventualmente rifarla :D
pero' ritengo che male non faccia conoscere questa tecnica, aiuta a capire come funziona il tutto :sisi:
io non pensavo ad esempio che fosse cosi' relativamente semplice conoscere la risolvenza di una lente una volta conosciuta distanza e focale utilizzata...

#4
luuca

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edit doppio

#5
Kprut

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quando leggo i tuoi post mi accorgo quanto sono nabbo, nn ci ho capito molto :D

#6
luuca

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ok, semplifichiamo all'estremo :D

la dimensione di un oggetto rappresentabile in una foto senza che venga sfocato e' uguale al diametro del "buco" dell'obiettivo in prossimita' della lente frontale e si riduce man mano che ci si avvicina al punto di messa a fuoco.

se abbiamo un foro di 25mm e mettiamo a fuoco a 2 metri, vuol dire che vicino alla lente riusciremo a visualizzare un oggetto con 25mm di diametro, a 1 metro con 12,5 mm di diametro, fino ad arrivare al teorico punto di nitidezza perfetta a 2 metri.

per questo che con le compatte non si riesce mai ad ottenere un forte sfocato: perche' il foro dell'obbiettivo e' minuscolo (per quanto sia grande si ha sempre un diaframma di qualche mm) e riesce virtualmente a risolvere dettagli piccoli anche lontano dal punto di MAF




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