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Vittoria storica per i videogiochi "mature" in UsaArticolo inside

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Questa discussione ha avuto 18 risposte

#1
Guest_pippoundergroundeYe

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Ho scelto l'articolo del Sole 24 ore, perché mi è parso quello migliore e meno fazioso; tutti gli altri quotidiani/tg italiani hanno trattato l'argomento con la solita dose di provincialismo che piace tanto ai loro lettori/spettatori "anta" (molto "anta" aggiungerei)


Sì ai videogiochi, anche violenti. La Corte Usa scomoda la libertà di espressione sancita dal primo emendamento
di Luca Tremolada

Hanno dovuto scomodare il primo emendamento, quello della libertà di espressione, ma alla fine hanno vinto. I videogiochi godranno delle stesse protezioni legali di libri, cinema e musica. La Corte suprema degli Stati Uniti ha deciso che la vendite di videogiochi, anche se violenti, possono avvenire liberamente su suolo americano, senza limiti per i minorenni. Questa decisione arriva a valle di una crociata anti-videogame partita nello Stato della California.
Nel mirino in particolare gli sparatutto, un genere di videogame che prevede uccisioni e carneficine varie. Un genere che ha espresso ad esempio titoli come Call of Duty e Gears Of War, campioni di incasso mondiali. Paradossalmente a chiedere il divieto di questi giochi è stato nel 2005 l'allora Governatore Arnold Shwarzenegger a tutti noto per ruoli come Terminator e Conan il barbaro. Dietro di lui associazioni di consumatori che già da alcuni anni chiedono di mettere al bando i videogame più violenti.
Per loro la decisione della Corte è particolarmente amara anche perché ora a protezioni dei giochi elettronici veglierà il primo emendamento. «Come libri, film e opere teatrali anche i videogame trasmettono idee e anche messaggi sociali attraverso mezzi familiari - ha commentato il giudice Antonin Scalia favorevole al verdetto passato con sette voti contro due -. Questo è sufficiente a conferire la protezione in base al primo emendamento della costituzione americana». «Certo - ha poi aggiunto - leggere Dante è senza alcun dubbio più edificante sotto il profilo culturale e intellettuale di giocare a Mortal Combat». Se la sentenza fosse passata, il commerciante sorpreso a vendere giochi vietati avrebbe dovuto pagare multe fino a 1.000 dollari.
A spingere per l'incostituzionalità del divieto la mancanza di studi capaci di dimostrare la pericolosità dei videogiochi violenti «sono stati respinti da ogni corte e per un buono motivo: non provano assolutamente che i videogame violenti provochino comportamenti aggressivi nei minorenni». E il paragone con contenuti accusati di contenere violenza senza essere vietati: libri per bambini contengono scene violente, come i racconti di Grimm o le favole tipo Cenerentola o Hansel e Gretel, che, si legge nella decisione «sono dei bambini che uccidono il loro rapitore cuocendolo in un forno».
La decisione è destinata a fare discutere. Anche perché in Europa le cose funzionano diversamente e forse anche meglio. «L'industria dei videogiochi - ha commentato Thalita Malagò, segretario generale Aesvi (Associazione editori software videoludico italiana) non può che esprimere la propria soddisfazione per il fatto che la Suprema Corte Usa abbia riconosciuto al videogioco la protezione del primo emendamento che fino ad oggi è spettata ad altre forme espressive come i libri, la musica e il cinema. Per quanto riguarda invece la conseguenza che si ricava da questo principio, ovvero l'incostituzionalità del divieto di vendita dei videogiochi con un determinato rating ai minori, riteniamo che sia abbastanza difficile fare qualsiasi confronto tra USA ed Europa".
In Europa esiste un codice di autoregolamentazione (il cosiddetto PEGI) che è adottato da molti paesi europei, tra cui l'Italia, e che gode di un forte sostegno da parte delle istituzioni comunitarie. In alcuni paesi il codice è stato recepito nelle legislazioni nazionali con la previsione di sanzioni per i rivenditori in caso di violazione, in altri è riconosciuto come standard di classificazione dei videogiochi, ma non è accompagnato da un regime sanzionatorio a livello di vendite. In Italia ad esempio, il sistema Pegi è riconosciuto ma non sono previste sanzioni per chi vende giochi vietati.
Su quest'ultimo punto si concentrerà il dibattito. Esattamente come un film o un libro un videogame ha contenuti che possono influenzare un minore (come del resto un adulto). Distinguere il gioco dagli altri media può essere fuorviante. È forse questo l'aspetto più interessante di questa decisione, che pone le basi per un dibattito futuro senza crociate e guerre di religione di mezzo.

27 giugno 2011

Il sole24 ore

Modificata da pippounderground, 28 June 2011 - 10:40 AM.


#2
cancelled_self_2012

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su radio rai hanno già provveduto a demonizzare la cosa usando frasi come "se a un bambino piacciono certi giochi non è sicuramente sano di mente" ..... anche se imho rispettare il PEGI non è sbagliato...

#3
Guest_pippoundergroundeYe

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anche se imho rispettare il PEGI non è sbagliato...


Ma infatti pure per me è importante che un 18+ non finisca nelle mani di un bambino, volendo, riguardo le sanzioni a chi vende materiale per adulti ai bambini, potrei anche essere d'accordo, ma erano i presupposti della legge californiana ad essere sbagliati imho; praticamente equiparava un gta ad un film pornografico (esempio), quando invece andrebbe equiparato ad uno scarface (il film) che, seppur violento (nemmeno questo lo farei vedere ad un bambino), gode comunque della protezione del primo emendamento.
Se fosse passata questa legge, la grossa distribuzione avrebbe detto bye bye vg mature, con enormi danni all'industria non solo in territorio usa, ma di riflesso probabilmente anche in territorio pal.
Mi va bene che si tutelino i bambini, ma va fatto senza danneggiare il consumatore imho. Sono totalmente contrario alla ghettizzazione di un medium che ritengo sia né più né meno violento o pericoloso di tanti altri medium tradizionali

Modificata da pippounderground, 28 June 2011 - 11:17 AM.


#4
- Luke -

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Ma infatti pure per me è importante che un 18+ non finisca nelle mani di un bambino, volendo, riguardo le sanzioni a chi vende materiale per adulti ai bambini, potrei anche essere d'accordo, ma erano i presupposti della legge californiana ad essere sbagliati imho; praticamente equiparava un gta ad un film pornografico (esempio), quando invece andrebbe equiparato ad uno scarface (il film) che, seppur violento (nemmeno questo lo farei vedere ad un bambino), gode comunque della protezione del primo emendamento.
Se fosse passata questa legge, la grossa distribuzione avrebbe detto bye bye vg mature, con enormi danni all'industria non solo in territorio usa, ma di riflesso probabilmente anche in territorio pal.
Mi va bene che si tutelino i bambini, ma va fatto senza danneggiare il consumatore imho. Sono totalmente contrario alla ghettizzazione di un medium che ritengo sia né più né meno violento o pericoloso di tanti altri medium tradizionali


resta il fatto che un film "Restricted" i minorenni non potranno vederlo mai perchè gli vietano l'ingresso al cinema

al contrario, con questa nuova decisione, un gamestop qualsiasi potrà vendere LA Noire ad un dodicenne visto che il PEGI (o l'equivalente USA) è solo un consiglio che si dà i genitori e non un obbligo alla vendita ad una singola fascia di età (maggiorenni in questo caso)

in pratica si lascia tutto alla discrezionalità del genitore medio ... che, come ben sappiamo, è lungi dall'essere cosciente del grado di realismo e maturità che hanno raggiunto i videogiochi odierni

#5
Guest_pippoundergroundeYe

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Beh, non è escluso che in futuro correggano il tiro con delle leggi che tengano conto della sentenza della corte suprema.
Il film "Restricted" però il bambino può tranquillamente comprarlo/scaricarlo online.
Il sistema di classificazione americano sicuramente è una gruviera, lungi da me dire che è perfetto, ma la legge californiana era paradossale perché nasceva per tutelare i minori, ma secondo le conclusioni dei giudici, nei fatti sembrava voler limitare/danneggiare un determinato settore.

Qualsiasi effetto dimostrato è trascurabile e non distinguibile dagli effetti prodotti dagli altri media. Poiché la California ha evitato di limitare questi altri media, per esempio i cartoni animati del sabato mattina, la sua legislazione sui videogiochi è notevolmente parziale e viene da chiedersi se lo Stato stia perseguendo l’interesse che reclama di proteggere o se non stia danneggiando un particolare punto di vista.


Modificata da pippounderground, 28 June 2011 - 11:58 AM.


#6
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No, ma... Schwarzenegger... Quello di Conan il barbaro... Un film che è stato grossa fonte di ispirazione per la prima generazione di giochi "violenti", negli anni '80... :fg:

#7
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se il mondo dei videogiocatori esulta il mondo delle persone "normali e sane di mente" si indigna...leggete i commenti all'articolo :fg:

http://www.ilmessagg...MONDO&ctc=0#IDX

#8
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Io gioco ai titoli violenti da quando avevo 3 anni e non ho mai picchiato nessuno, mai fatto atti di bullismo, mai desiderato morte e distruzione.
In compenso ho imparato il punto croce :(

#9
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Io gioco ai titoli violenti da quando avevo 3 anni e ho picchiato tutti,pure i miei genitori, il bullismo l'ho inventato io,desidero morte e distruzione e il dominio del mondo.
Nei momenti di relax mi diletto con il punto croce :(

Fix :asd:

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Fix :asd:

Azzz copertura saltata. :fg:

#11
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Comunque, parlando di violenza, ancora siamo ad un punto abbastanza normale. :asd:
Il divertimento inizierà con la realtà virtuale. :sisi:
Li si che potremo combattere come si deve. :rocker:

#12
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Comunque, parlando di violenza, ancora siamo ad un punto abbastanza normale. :asd:
Il divertimento inizierà con la realtà virtuale. :sisi:
Li si che potremo combattere come si deve. :rocker:

A quel tempo avrò la sciatica, mi sa che passo.

#13
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Quoto tutto, ogni parola

#14
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I mondi virtuali se ne fregano delle condizioni del tuo corpo fisico. :sisi:

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felicissimo di questa vittoria,molti giochi prima maturi in certe scene,dopo critiche ricevute oltremare dai soliti americani puritani ipocriti ,potranno tornare a fare giochi con scene crude e reali,fondamentale per quanto mi riguarda in un gioco di oggi




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