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L''uomo che verrà (2010) [rece: 7,5]di Giorgio Diritti con Alba Rohrwacher, Maya Sansa


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Questa discussione ha avuto 4 risposte

#1
Cinematografo

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L'uomo che verrà - RECENSIONE (Cinema)
La recensione del film di Giorgio DirittiL'uomo che verrà rappresenta la strage di Marzabotto, uno dei tanti episodi di rastrellamento nazista avvenuti nel Settembre 1944 da parte delle SS in Italia. Il non più debuttante Giorgio Diritti realizza un'opera densa con uno sguardo profondamente moralista, capace di unire insieme l'intensità del cordoglio alla viva testimonianza, facendo leva non tanto sulla mozione degli affetti quanto su una fredda commozione. Pluripremiato nei nostri confini (a Roma, ignorato invece a Venezia) l'opera si dipana attraverso la di una famiglia contadina che vive alle pendici di Monte Sole, investigandone gli stati d'animo ed il grigiore quotidiano durante una guerra sempre più vicina. In un'Italia spaccata in due dalla linea gotica, siamo nello 1943 da principio, i contadini dell'entroterra romagnolo continuano la loro vita agreste pur sapendo delle circostanze funeste. La prima parte dunque scorre lentamente quale fosse un Albero degli zoccoli in temperie guerresche, come da tutti è stato rilevato. Certamente i tempi non sono quelli sincopati di cui ormai linguaggi televisivi e cinematografici sono saturi; gli intendimenti si spostano più sull'antropologico che altro, ma non co rigore scientifico, anzi ingenuo come quello della figlioletta che si diletta in bianche considerazioni, atte a tracciar lo stupore dinnanzi alle vigliaccate ed agli orrori, ma anche la meraviglia del mondo, del miracolo della vita, rappreso nella gravidanza della madre.Lo spettatore è legato indissolubilmente agli occhi della bambina, descritta come una sorta di piccola divinità cresciuta pura dagli elementi, lontana della nefandezze umane. L'uso sapiente delle inquadrature introduce esponenzialmente il pericolo, dai campi lunghi dove l'uomo si affresca armoniosamente con la natura, ai campi sempre più stretti dove meno si vede il verde, dove più si vede la ruga di paura, dove meno si vede l'orrore diretto. E' una significativa operazione di linguaggio cinematografico, Pasolini avrebbe apprezzato la capacità letteraria di Diritti, quando inoltre con la perdita della voce della bambina e quella delle parole del padre, fa dell'orrore qualcosa di indicibile.
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#2
moky78

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ci terrei solo a precisare, al di là della recensione, che NON si tratta dell'entroterra romagnolo, ma di quello EMILIANO! Marzabotto e MonteSanPietro (dov'è anche stato girato il film oltre alle colline dell'appennino Senese) son in provincia di Bologna nella parte che guarda l'appennino verso ovest, la Romagna si trova dall'altra parte, a oltre cenotcinquanta km di distanza. Ancora oggi Monte Sole è meta di pellegrinaggi e visite al suo Sacrario, e si trova a 20 km circa dalla città in direzione Pistoia, MonteSanPietro si trova a circa 15 km in direzione Modena (a dieci km da dove sto io!).Solo per amore della geografia, sia chiaro! (e comunque Claudio Casadio, per intenderci il marito nel film di Maya Sansa, è ravennate, come denota il suo inconfondibile accento!). Il film è bellissimo, spero quanto prima di vederlo per intero! magari anche proiettato ai miei alunni!

#3
odisseo83

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molto bello il passaggio delle stagioni...

#4
stecdc

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molto bello il passaggio delle stagioni!!!

#5
capvt

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uhmm..interessante!!




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