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La perfezione del cinema horror..Lucio Fulci 1979..


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Questa discussione ha avuto 23 risposte

#1
Tano

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Sinceramente, dopo tanti anni di distanza, questo film mi fa ancora rabbrividire.. Semplicemente fantastico!

#2
Millo76

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http://www.youtube.com/watch?v=8I5Ac4woNnI


Sinceramente, dopo tanti anni di distanza, questo film mi fa ancora rabbrividire.. Semplicemente fantastico!

un classico all'italiana!
:D

#3
Tano

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Ma che rabbia! Che rabbia! Eravamo MAESTRI di cinema.. MAESTRI.. Ora roba simile gli americani cercano di imitarcela FALLENDO.. E noi non siam più capaci di fare film del genere? Che ci è successo?

#4
Millo76

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mi ricordo anche Demoni, gran film!
:sisi:

eh...negli anni 60 70 spopolavamo nel cinema, in tutti i generi.

Ora ne facciamo uno buono ogni 3 anni.

#5
Fox Hound

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recentemente ho visto un bel film, credo francese, un certo "catacombs".
bello anche un certo "rec." là proprio il vero terrore.... :(

#6
- Luke -

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Ma che rabbia! Che rabbia! Eravamo MAESTRI di cinema.. MAESTRI.. Ora roba simile gli americani cercano di imitarcela FALLENDO.. E noi non siam più capaci di fare film del genere? Che ci è successo?


sono venuti a mancare tutti i produttori storici che credevano nel film artigianale made in italy e lo foraggiavano investendo di persona il proprio patrimonio

oggi sono tutti in mano alle banche o, peggio, legati a doppio filo ai finanziamenti statali quindi si preferisce andare sul sicuro, con il filone "come eravamo" oppure i film di sinistra alla Ozpetek oppure ancora le commediole adolescenziali (che funzionano quasi sempre al botteghino)

#7
six00

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per me il migliore rimane "...E tu vivrai nel terrore! L'aldilà."

#8
Tano

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per me il migliore rimane "...E tu vivrai nel terrore! L'aldilà."



E pensare che lui:

Immagine inserita

L'ho incontrato alla feltrinelli qualche mese fa XD. Ora è cosi:

Immagine inserita

#9
Silent Bob

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senza dare mie giudizi di merito che non sono per questi lidi ma:

lo sapete che, al tempo della loro uscita, quei film venivano considerati alla stregua dei vari vacanze di natale e che li guardava il pubblico ignorante, becero e rozzo che oggi gode con i Vanzina ? sapete che il pubblico un minimo cinefilo li disprezzava alquanto ?
Cioè non è che la critica li bocciava e poi col tempo so stati rivalutati, la critica nemmeno ci scriveva due righe sopra. Un pò come con i Vanzina e le miriadi di film horror americani ...


Non ne deducete alcunché ? :D

#10
codenamev

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senza dare mie giudizi di merito che non sono per questi lidi ma:

lo sapete che, al tempo della loro uscita, quei film venivano considerati alla stregua dei vari vacanze di natale e che li guardava il pubblico ignorante, becero e rozzo che oggi gode con i Vanzina ? sapete che il pubblico un minimo cinefilo li disprezzava alquanto ?
Cioè non è che la critica li bocciava e poi col tempo so stati rivalutati, la critica nemmeno ci scriveva due righe sopra. Un pò come con i Vanzina e le miriadi di film horror americani ...


Non ne deducete alcunché ? :D


Silent, mi fai cascare le palle a volte.
A prescindere dalle differenze che connotavano in maniera netta il cinema italiano del tempo (esisteva il cinema popolare che faceva soldi che poi andavano a finanziare Antonioni, Rossellini and co.), l'analisi come sempre ai limiti dello snobismo da kultura bolscevika ignora il fatto che molti di questi registi che avevano un pubblico becero e rozzo (mazza oh, c'hai 18 anni! chi t'ha portato indietro nel tempo a fare un'indagine etnometodologica nelle sale italiane? uno spettro dickensiano?), venivano apprezzati da quegli stessi critici ed autori, per lo più francesi, che venivano incensati dalla critica italiana :gibbo&dani:
oltretutto, è stata proprio la critica italiana a rivalutarli col tempo: critica italiana che è sempre stata vittima dello stesso snobismo culturale che la affligge, spesso, ancora oggi e la rende del tutto subalterna a quella degli altri paesi come Francia, Inghilterra o Stati Uniti (per non parlare dello schiavismo "mentale" dei nostri critici più blasonati, subalterni per lo più agli umori di Rai E Mediaset, ma questa è un'altra storia).
in se, autori come fulci, bava and co. si consideravano quello che a conti fatti erano: degli operai, degli artigiani. i veri comunisti erano loro, non quelli che demolivano i film di Sergio Leone e Corbucci...solo per rivalutarli dopo 30 anni :statistiche: portavano soldi, lavoro alle maestranze di cinecittà e generavano un indotto che oggi il cinema italiano si sogna la notte perché tutti vogliono essere artisti senza capire effettivamente un caz.zo di come funzioni il cinema. Mi scoccia dover dare ragione ad un regista che personalmente non amo come Muccino, ma ha ragione nel dire che nel cinema italiano odierno c'è vergogna ad essere popolare.
Considerato che tale modo di pensare affligge le italiane genti fin dai tempi degli antichi romani che consideravano arte solo l'epica di Virgilio, mentre le commedie di Plauto erano roba per pubblici rozzi, beceri ed ignranti non credo che questa discussione possa servire a molto a conti fatti. Ora però Plauto viee messo dagli accademici sullo stesso piano di Virgilio.
se poi col tempo un autore come Fulci viene rivalutato da quegli stessi critici che 30 anni fa lo demolivano cosa devo pensare? la prima cosa che mi viene in mente è che il giudizio iniziale fosse troppo condizionato da agenti esterni che ne minavano l'onestà intellettuale che dovrebbe essere il fondamento di qualsiasi esercizio critico.
se manca quello, tanto vale cambiare mestiere.

#11
Silent Bob

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Silent, mi fai cascare le palle a volte.
A prescindere dalle differenze che connotavano in maniera netta il cinema italiano del tempo (esisteva il cinema popolare che faceva soldi che poi andavano a finanziare Antonioni, Rossellini and co.), l'analisi come sempre ai limiti dello snobismo da kultura bolscevika ignora il fatto che molti di questi registi che avevano un pubblico becero e rozzo (mazza oh, c'hai 18 anni! chi t'ha portato indietro nel tempo a fare un'indagine etnometodologica nelle sale italiane? uno spettro dickensiano?), venivano apprezzati da quegli stessi critici ed autori, per lo più francesi, che venivano incensati dalla critica italiana :gibbo&dani:
oltretutto, è stata proprio la critica italiana a rivalutarli col tempo: critica italiana che è sempre stata vittima dello stesso snobismo culturale che la affligge, spesso, ancora oggi e la rende del tutto subalterna a quella degli altri paesi come Francia, Inghilterra o Stati Uniti (per non parlare dello schiavismo "mentale" dei nostri critici più blasonati, subalterni per lo più agli umori di Rai E Mediaset, ma questa è un'altra storia).
in se, autori come fulci, bava and co. si consideravano quello che a conti fatti erano: degli operai, degli artigiani. i veri comunisti erano loro, non quelli che demolivano i film di Sergio Leone e Corbucci...solo per rivalutarli dopo 30 anni :statistiche: portavano soldi, lavoro alle maestranze di cinecittà e generavano un indotto che oggi il cinema italiano si sogna la notte perché tutti vogliono essere artisti senza capire effettivamente un caz.zo di come funzioni il cinema. Mi scoccia dover dare ragione ad un regista che personalmente non amo come Muccino, ma ha ragione nel dire che nel cinema italiano odierno c'è vergogna ad essere popolare.
Considerato che tale modo di pensare affligge le italiane genti fin dai tempi degli antichi romani che consideravano arte solo l'epica di Virgilio, mentre le commedie di Plauto erano roba per pubblici rozzi, beceri ed ignranti non credo che questa discussione possa servire a molto a conti fatti. Ora però Plauto viee messo dagli accademici sullo stesso piano di Virgilio.
se poi col tempo un autore come Fulci viene rivalutato da quegli stessi critici che 30 anni fa lo demolivano cosa devo pensare? la prima cosa che mi viene in mente è che il giudizio iniziale fosse troppo condizionato da agenti esterni che ne minavano l'onestà intellettuale che dovrebbe essere il fondamento di qualsiasi esercizio critico.
se manca quello, tanto vale cambiare mestiere.


1 - beh, ma chi t'ha detto che so bolscevico [ e poi oh penso che anche tu attinga spesso a fonti indirette ] ? ho scritto spesso che mi piace Syberberg che è addirittura aristocratico XD e poi, andando Out Forum : keep you doped with religion, sex and TV da Lennon che non era chissà che gran teorico marxista. Per dire che potrei criticarli con facilità anche da NON MIE posizioni di sinistra. Anche la tv porta lavoro, cosi come gli industriali: perdio è argomento comune a quelli di destra: tizio dà lavoro, quando lui potrebbe chiudere tutto e godersi la vita: è un benefattore! Anzi sono i padroni-padroncini che sono comunisti, danno lavoro[ guadagnandoci sopra ] a tutti altrimenti i poracci senza lavoro morirebbero di fame. la tua argomentazione fa ridere, meglio parlare di cinema come avevo fatto io.

2 - della popolarità si deve sempre sospettare, molti lo dissero. Bunuel dichiarò Un cane andaluso un appello all'omicidio sotto ordine di Breton che ne aborriva il successo; Pasolini, che a differenza di B. non è un mio idolo, si rese conto di aver fallito con la trilogia della vita per la il popolare successo e la rinnegò e con dichiarazioni e con Salò. non per questo il cinema italiano odierno criticato( ? ) da Muccino mi piace, pensa che neppure quello d'annata è tra i miei preferiti ( amo solo Ferreri, ma si sente poco che è italiano :D )

3 - le tue domande, come le mie risposte, non sono pertinenti cmq a quanto da me scritto: un'insinuazione di dubbio che le tue critiche non toccano :D

Cmq è un piacere battagliare qualche volta :gibbo&dani:

P.S. che poi l'idea del cinema di sinistra, soprattutto per come è ridotto ora a passatempo di intellettualotti che si baloccano con i loro classici, è stata sempre buffa. Godard non a caso si prese pel culo da solo in Crepa Padrone ma almeno veicolava messaggi davvero di rivolta.

p.p.s: sui tempi antichi: 1 già Aristotele nella poetica diceva che chi preferiva la commedia alla tragedia era persona rozza :D si può dissentire cmq non è che Aristotele sia Dio; 2 il mio prof di Latino, che stimo molto più di Aristotele, per spiegarmi Plauto e Terenzio mi disse: Plauto faceva roba sempliciotta e di poco spessore, pel volgo, come i film co Peppino De Filippo; Terenzio era più fine, per capirlo ci voleva maggiore raffinatezza mentale, come per Eduardo De Filippo.
basta la serietà per capirsi al volo ;D

#12
codenamev

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1 - beh, ma chi t'ha detto che so bolscevico [ e poi oh penso che anche tu attinga spesso a fonti indirette ] ? ho scritto spesso che mi piace Syberberg che è addirittura aristocratico XD e poi, andando Out Forum : keep you doped with religion, sex and TV da Lennon che non era chissà che gran teorico marxista. Per dire che potrei criticarli con facilità anche da NON MIE posizioni di sinistra

2 - della popolarità si deve sempre sospettare, molti lo dissero. Bunuel dichiarò Un cane andaluso un appello all'omicidio sotto ordine di Breton che ne aborriva il successo; Pasolini, che a differenza di B. non è un mio idolo, si rese conto di aver fallito con la trilogia della vita per la il popolare successo e la rinnegò e con dichiarazioni e con Salò. non per questo il cinema italiano odierno criticato( ? ) da Muccino mi piace, pensa che neppure quello d'annata è tra i miei preferiti ( amo solo Ferreri, ma si sente poco che è italiano :D )

3 - le tue domande, come le mie risposte, non sono pertinenti cmq a quanto da me scritto: un'insinuazione di dubbio che le tue critiche non toccano :D

Cmq è un piacere battagliare qualche volta :gibbo&dani:


silent, non ciurlare nel manico.
l'equazione che hai fatto è piuttosto semplice: se è popolare allora è da decerebrati. ora, al posto di citarmi autori disparati da Lennon a Breton, vorrei capire, al di fuori di ogni polemica, cos'è che pensa Cristiano Caliciotti perché con tutto il tuo continuo citare uno si perde per strada ed è arduo capire quale sia una posizione autodiretta da una eterodiretta (fermo restando che siamo tutti figli delle stelle e dei condizionamenti genetici ed ambientali, ergo, educazione e contesto socioculturale, in cui siamo cresciuti. :goodboy: )

cioè, se fosse vero quello che vai in maniera più o meno esplicita affermando, saresti un rozzo e becero individuo anche te perché ciò di cui ti occupi in animeye, ovvero sia anime e OAV, in Giappone sono popolari quanto i film dei Vanzina o i fumetti di Lupo Alberto qua da noi.
siamo tutti figli della foca, come diceva celentano anni fa.

prendendo per vero l'assunto "popolare=mer.da per decerebrati", io e te, che la pensiamo in maniera radicalmente opposta su diversi aspetti dell'industria cinematografica (chiaramente ho ragione io perché sono più vecchio e saggio :goodboy: ), non concorderemmo riguardo al fatto che i film di Miyazaki o di Satoshi Kon siano degli effettivi capolavori.
se però torniamo a sostenere l'annosa questione del "se è popolare non è degno" allora tutti i film di Miyazaki, che in patria hanno sempre o quasi avuto incassi superiori ai 100 leggasi 100 milioni di dollari verrebbero inevitabilmente declassati a mer.da (senza neanche essere manzonianamente d'artista).

fermo restando l'asperità del percorso che stiamo percorrendo, personalmente credo che il valore di un'opera, a prescindere da quello che nel tempo hanno detto autori vari et eventuali nel corso degli anni, sia relativo a fattori implicità all'opera in se, a come questa s'inserisce tanto in un determinato contesto poetico e poietico del tizio che l'ha generata quanto nel contesto storico che l'ha vista nascere. se così fosse, sarebbe molto facile fare i critici: basterebbe guardare il riscontro commerciale di una pellicola ed esternare un giudizio inversamente proporzionale agli incassi et voilà! il gioco è fatto.

le variabili che entrano in gioco in un lavoro ermeneutico, di analisi del/dei linguaggi (perché il cinema, prima di essere arte o industria o entrambe le cose èun linguaggio) deve tener conto di una mole immane di variabili.

sono il primo a dire che i film e i libri di Moccia fanno venire la diarrea. ma la considerazione nasce non dal successo che hanno avuto e purtroppo continuano ad avere, ma da una serie di pensieri che scaturiscono da un percorso d'analisi critico (e anche morale) che portano al giudizio di cui sopra (e a braccio immagino che tu abbia poco da ridire sulla mia recensione di Amore 14).

spesso c'è la convinzione (e ora non mi riferisco alla contingenza della nostra discussione) che l'arte debba essere ermetica, incomprensibile da chi non faccia parte di una "supposta" (rettale?) classe di eletti. per me questo atteggiamento è un preconcetto altamente limitante e castrante, oltre che poco corretto nei confronti di chi ci legge.

se un critico si pone al di sopra del proprio uditorio, non fa che fare quello che effettivamente piace al 90% dei critici: parlarsi addosso. attività che metterei di fianco alla masturbazione.

#13
codenamev

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p.p.s: sui tempi antichi: 1 già Aristotele nella poetica diceva che chi preferiva la commedia alla tragedia era persona rozza :D si può dissentire cmq non è che Aristotele sia Dio; 2 il mio prof di Latino, che stimo molto più di Aristotele, per spiegarmi Plauto e Terenzio mi disse: Plauto faceva roba sempliciotta e di poco spessore, pel volgo, come i film co Peppino De Filippo; Terenzio era più fine, per capirlo ci voleva maggiore raffinatezza mentale, come per Eduardo De Filippo.
basta la serietà per capirsi al volo ;D


ah Cristia' dai. giohiamo a chi ce l'ha più lungo? come ti dovrei rispondere? che la buonanima del mio prof di Greco, linguista e filologo sopraffino, il tuo prof l'avrebbe mandato a cagare per direttissima?

non scadiamo nel ridicolo. citare quegli adorabili culattoni dei greci come fai tu non è onesto perché presenti solo un lato della medaglia. nonostante quello che affermava mister Aristotele, dalle commedie di Aristofane possiamo desumere dela cultura greca tanto quanto possiamo trarre dagli scritti di quell'aggregato umano noto col nome di Omero a prescindere dal fatto che uno parlasse di donne che fanno sciopero del sesso per far finire la guerra mentre l'altro cantava dell'ira del pelide achille e bla bla bla (che poi gira gira anche l'Iliade parla di quello: la passera :sese). coi romani idem. leggi l'epica e pensi "Wow! che gente! che senso dell'onore!" poi leggi le satire di Marziale e ti rendi conto che era tutto un magna magna fatto di mecenati e parassiti, di gente che si sorrideva cordialmente quando s'incontrava per strada e si mandava a fancu.lo appena voltavano l'angolo, di mogli che si trombavano il migliore amico del marito (o mariti che si trombavano i migliori amici :sese:).

un prodotto artistico, in quanto linguaggio, deve veicolare inannzitutto un messaggio. poi dopo sta ai realizzatori di tali messaggi di decidere come proporli (ed è per questo che terenzio non ebbe successo, tanto per collegarci al discorso del tuo prof: perché era noioso XD).

se poi ci sono delle opere effettivamente di difficile digestione per la maggior parte dei fruitori risultano ostiche per un motivo o per l'altro, è compito di chi si lavora nell'ambito della critica e dell'informazione (come noi appunto) illustrare eventualmente il perché o il per come tali opere siano degne di attenzione.

non basta citare Bunuel per far capire alle persone che sia un autore che andrebbe studiato nei licei. bisogna far capire perché andrebbe studiato. fra le due cose esiste una notevole differenza.

ora auguro un buon week end tanto a te quanto agli altri ^^ ci si sente next week.

p.s. piacevole discussione comunque :cincin:

#14
Silent Bob

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ah Cristia' dai. giohiamo a chi ce l'ha più lungo? come ti dovrei rispondere? che la buonanima del mio prof di Greco, linguista e filologo sopraffino, il tuo prof l'avrebbe mandato a cagare per direttissima?

non scadiamo nel ridicolo. citare quegli adorabili culattoni dei greci come fai tu non è onesto perché presenti solo un lato della medaglia. nonostante quello che affermava mister Aristotele, dalle commedie di Aristofane possiamo desumere dela cultura greca tanto quanto possiamo trarre dagli scritti di quell'aggregato umano noto col nome di Omero a prescindere dal fatto che uno parlasse di donne che fanno sciopero del sesso per far finire la guerra mentre l'altro cantava dell'ira del pelide achille e bla bla bla (che poi gira gira anche l'Iliade parla di quello: la passera :sese). coi romani idem. leggi l'epica e pensi "Wow! che gente! che senso dell'onore!" poi leggi le satire di Marziale e ti rendi conto che era tutto un magna magna fatto di mecenati e parassiti, di gente che si sorrideva cordialmente quando s'incontrava per strada e si mandava a fancu.lo appena voltavano l'angolo, di mogli che si trombavano il migliore amico del marito (o mariti che si trombavano i migliori amici :sese:).


senza giocare a chi ce l'ha più lungo. Aristofane = commedia, Omero = Epica, altri tipo Sofocle = tragedia. Quindi poche storie col senso dell'onore e altre boiate simili, la tragedia greca era altra roba e di ben altro interesse ... io non ho nominato l'epica ma la tragedia.
cmq 1) le antichità le hai ricacciate per primo tu :D e 2) apprezzo la satira e anche la mia era una satira contro questa insensata elevazione del passato.

p.s. dimmi anche perché l'avrebbe mandato a cagare per direttissima. io quando ho citato il prof, il cui pensiero generale a differenza di quello dei magna nomina non è noto cosicché non basta citare le parole, ho spiegato un pò-

#15
Silent Bob

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silent, non ciurlare nel manico.
l'equazione che hai fatto è piuttosto semplice: se è popolare allora è da decerebrati. ora, al posto di citarmi autori disparati da Lennon a Breton, vorrei capire, al di fuori di ogni polemica, cos'è che pensa Cristiano Caliciotti perché con tutto il tuo continuo citare uno si perde per strada ed è arduo capire quale sia una posizione autodiretta da una eterodiretta (fermo restando che siamo tutti figli delle stelle e dei condizionamenti genetici ed ambientali, ergo, educazione e contesto socioculturale, in cui siamo cresciuti. :goodboy: )

cioè, se fosse vero quello che vai in maniera più o meno esplicita affermando, saresti un rozzo e becero individuo anche te perché ciò di cui ti occupi in animeye, ovvero sia anime e OAV, in Giappone sono popolari quanto i film dei Vanzina o i fumetti di Lupo Alberto qua da noi.
siamo tutti figli della foca, come diceva celentano anni fa.

prendendo per vero l'assunto "popolare=mer.da per decerebrati", io e te, che la pensiamo in maniera radicalmente opposta su diversi aspetti dell'industria cinematografica (chiaramente ho ragione io perché sono più vecchio e saggio :goodboy: ), non concorderemmo riguardo al fatto che i film di Miyazaki o di Satoshi Kon siano degli effettivi capolavori.
se però torniamo a sostenere l'annosa questione del "se è popolare non è degno" allora tutti i film di Miyazaki, che in patria hanno sempre o quasi avuto incassi superiori ai 100 leggasi 100 milioni di dollari verrebbero inevitabilmente declassati a mer.da (senza neanche essere manzonianamente d'artista).


1 -dah, il pensiero mio è complesso e articolato ( vabbè qui si può anche ridere ) e parlare col suo credo richiede una grande educazione ( tipo discorso esoterico :sisi: ) cosicché mi rapporto agli altri semi-sconociuti tramite dottrine note.

2- io dico solo che popolare è sospetto e se qualcosa ha successo si deve guardare due volte prima di giudicare sulla sua bontà. Pure se osservi bene gli anime vedrai che:

- il pubblico tipo è molto attratto dai romanzi di fantasia/fantascienza quindi vuole il contenuto ma sbraita anche per la sua dose di intrattenimento. solo che il contenuto lì, a differenza che nei film americani, non sempre è M.I.A. ( missing in action ). Nella maggiorparte dei casi si.

- come conseguenza molte volte vengono innalzati a capolavori solo roba che ha patina di contenuto. e al contrario non si scorge il contenuto dove è ben nascosto.
Quindi la tua critica che l'animazione non è per i raffinati esteti dell'arte non è manco del tutto da buttar via. EDIT: e infatti guardo molti ma molti più film che anime solo di anime si può recensire tutto [ il pubblico è migliore ahahahaha ] e qualcosa di buono da guardare/recensire tra vecchio e nuovo lo trovo sempre ( pure qualche volta stronco violentemente ) ^_^




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