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► FOTOGRAFIA, TERMINOLOGIA E TECNICA


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Questa discussione ha avuto 42 risposte

#1
Riel

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Metto in questo topic un po' di informazioni che possono essere utili a chi non si districa bene tra i vari termini della fotografia. Lo ho buttato giù al volo, adesso al lavoro non ho tempo di rileggero in modo esteso. Chiuque ci può dare un occhio faccia un fischio, io aggiorno.
Ovviamente ogni contributo è ben accetto :)

#2
Riel

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FOTOGRAFIA, TERMINOLOGIA E TECNICA

(Guida dettagliata)


Scattare una fotografia può sembrare un gesto semplicisimo: l’indice della mano indugia per qualche frazione di secondo sul pulsante dello scatto, l’autofocus fa il suo lavoro, e poi con un movimento deciso si lascia compiere all’otturatore quel movimento che trasporterà il mondo che prima avevamo davanti sul piano focale della nostra macchina. Ed ecco la foto pronta per essere stampata.

Ma come risulta la foto? Beh questo dipende da molti fattori e la variabilità ottenibile con la semplice mescolanza di Aperture di diaframma, tempi di esposizione, tipo di illuminazione e sensibilità della pellicola crea una infinita gamma di possibilità espressive.

Ecco quindi come, prima di scattare una foto, (e anche prima di acquistare una attrezzatura fotografica) sia necessario capire COSA si vuole esprimere, e a quel punto muovere i parametri di macchina in modo da rendere reale quanto prima presente nella nostra fantasia.

Di seguito cercherò di presentare brevemente alcune caratteristiche della fotografia e, dove necessario, il distinguo tra quello che avviene nella fotografia ottica e in quella digitale. Vado a braccio, quindi chiunque trovasse errori o punti che sarebbe necessario sviluppare lo annoti, provvederò a revisionare il topic.

Prima di tutto analizziamo le caratteristiche degli obbiettivi, questo ci renderà più semplice descrivere poi caratteristiche quali la profondità di campo

Ecco un tipico obbiettivo da macchina fotografica. Questo in particolare è un obbiettivo per la nuova serie alfa della Sony

16-80 mm F3.5-4.5 Carl Zeiss
(24-120 mm equiv., $699)

Analizziamo in breve quanto viene scritto...

Continua al prossimo post >>>



#3
Riel

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Pellicola e CCD:
Una caratteristica di non secondaria importanza in una macchina fotografica è l'elemento sensibile presente. Per anni siamo stati abituati a vedere la pellicola da 35mm sulle nostre macchine amatoriali (le professionali hanno altri formati: 6x6 cm ad esempio).

Con l'avvento della fotografia digitale alla pellicola si è affiancato un altro elmento sensibile: il CCD (acronimo di Charged Coupled Device, se interessa a qualcuno). Il CCD è un dispositivo elettronico che converte la luce in impulsi elettrici. L'immagine così generata viene poi trasferita su un supporto adatto (una memory card) ed ecco che è pronta per essere visualizzata e stampata. Ho parlato di CCD anche se gli elementi sensibili delle macchine digitali possono anche essere altri componenti elettronici: CMOS su tutti. Questo però, anche se cambia il modo in cui il dispositivo funziona, non cambia nulla per quanto riguarda ciò che può vedere l'utente.

Il componente elettronico si trova esattamente dove una volta si trovava la pellicola, e quando viene esposto alla luce la cattura e la converte in segnali elettrici digitali. Se si toglie quindi il supporto su cui viene memorizzata la foto (pellicola o memory card) per il resto tutto quanto vale per la macchina analogica vale anche per la digitale. Per questo tutto quanto scritto sotto (tranne quando diversamente indicato) è valito per entrambe le tecnologie

Lunghezza focale 18-80mm (24-120 equiv).

Questo parametro indica il range di variabilità della distanza focale dell’obbiettivo (parlo di range perchè quando, come in questo caso, è presente più di un numero significa che la lente ha all’interno elementi mobili che permettono una variazione continua della distanza focale all’interno del range considerato).
Parlando in maniera semplice a distanze focali GRANDI corrispondono obbiettivi che ingrandiscono le immagini (e quindi permettono di cogliere particolari lontani, come l’uccello poggiato su un ramo a 20 metri di distanza) mentre a distanze focali PICCOLE corrispondono progressivamente a obbiettivi che permettono di coprire angoli visuali sempre più grandi, utili ad esempio quando si intende rendere le immensità di alcuni panorami o l’interno di chiese ed edifici.

Conversione della distanza focale in macchine fotografiche digitali

Si è scritto GRANDI e PICCOLE. Ma grandi e piccole rispetto a cosa? Questa è una domanda importante, e qui ci viene in aiuto la seconda parte di quanto scritto nella specifica della lente sony: 24:120 equiv.
Quando si scattava su pellicola 35mm (il vecchio rullino) le lenti di qualsiasi macchina si rapportavano a questo supporto. Per questo motivo un obbiettivo con lunghezza focale 50mm era tale sia che si scattasse su una Nikon, che su una Canon che su una Minolta, Ed era uguale anche per tutte le macchine Nikon, Canon Minolta che avessero come supporto il rullino 35mm. I CCD delle macchine digitali invece hanno dimensioni molto variabili, e, prendendo in considerazione il lato corto, possono avere dimensioni che vanno dai 35mm (e che quindi sono identici alla vecchia pellicola, in gergo si parla di CCD “full Frame”) scendendo a 22, 10 , 5 mm e chi più ne ha più ne metta.

Dal momento che la lunghezza focale AUMENTA al DIMINUIRE della dimensione dell’elemento sensibile, montando lo stesso obbiettivo su macchine con diverse dimensioni del CCD otterremo risultati diversi. Per poter quindi capire esattamente che tipo di inquadrature permetta un obbiettivo sulla propria macchina si moltiplica la lunghezza focale dichiarata per il fattore di conversione ai 35mm. In questo modo si riesce a capire al volo di che genere di obbiettivo si parli.
Per fare un esempio, nel caso dell’obbiettivo sopra citato si parla di una macchina che ha un CCD da 22mm. Per passare al 35mm equivalente quindi dovremo moltiplicare circa per 1.6 Ed ecco come 18-80 diventa un 24-120 equivalente.

Si tende quindi sempre a riferirsi ai mm equivalenti in modo da potersi svincolarsi da quale corpo macchina si stia utilizzando. Questo problema ha portato molte persone che disponevano già di un set di obbiettivi per una macchina analogica, a dover ristudiare da capo il proprio parco attrezzatura. Tutti gli obbiettivi si sono visti portare verso il range dei tele, è quindi molto facile che queste persone abbiano dovuto comprare un grand’angolo nuovo per sopperire a quanto hanno perso nel passaggio analogico/ digitale

Lunghezze focali tipiche:

L’occhio umano si dice essere vicino ai 50mm equivalenti, scndendo da questi numeri si passa quindi progressivamente agli obbiettivi GRANDANGOLARI e salendo si va verso i TELEOBBIETTIVI.
Obbiettivi grandangolari tipici sono di 28 mm, si scende anche a 24, 20 e inferiori, ma poi si incappa alle tipiche deformazioni degli obbiettivi grandangolari che tendono a creare distorsioni che possono dare effetti gradevoli quando cercate oppure delle pessime foto quando non correttamente inserite nel contesto dell’inquadratura.

I teleobbiettivi vanno a cogliere particolari lontani, hanno lunghezze focali superiori ai 70mm, presentano ritti angoli di visuale (coprono una porzione via via più ristretta) Vantaggio dei tele è che non introducono alcun dipo di deformazione delle immagini, i ritriatti ad esempio vengono eseguiti ottimamente con obbiettivi da 100mm.

domanda: ma perchè allora non fanno solo CCD 35mm “full frame”?

Sarebbe semplice dire che il motivo è solo che componenti dalla superficie così grande sono molto costosi e complessi da produrre, la verità però è che c’e’ un altro vantaggio. Utilizzando CCD piccoli permette di lavorare sopratutto nella zona centrale della lente, che genralmente è anche quella migliore. In questo modo si possono usare lenti dalla qualità più bassa e meno costose.

Apertura e rapporto focale

Cosa differenzia un obbiettivo da pochi euro da uno da migliaia di euro? Spesso il magico numerino FXX di fianco alle sue specifiche. Nel caso del nostro obbiettivo Zaiss per la Sony Alpha è quel F3.5-4.5 .
Quel numero indica il RAPPORTO tra la APERTURA MASSIMA e la DISTANZA FOCALE. La distanza focale la abbiamo vista in precedenza, l’apertura invece è il diametro del cilindro lenti. Esempio facile facile. Un cilindro con distanza focale 100mm e del diametro di 50mm avrà F pari a 2. Questo è il motivo per cui ad esempio nel nostro obbiettivo sono presenti 2 numeri. Uno (più piccolo) si riferisce alle condizioni di minima lunghezza dell’obbiettivo (24mm equiv., un grand’angolare) l’altro invece riguarda il punto di massima escursione (120mm equiv, un leggero tele).

Questo parametro influisce rapidamente sul costo di produzione sulle lenti, e come regola generale a F più basse corrispondono obbiettivi molto costosi. Questo perchè per avere F basse si devono costruire macchine con lenti dal diametro elevato, e le lenti grandi sono molto complesse e costose da costruire. Avere un obbiettivo con F bassa però permette di avere a disposizione possibilità espressive molto maggiori dal momento che un obbiettivo a bassa F è molto più luminoso a parità di lunghezza focale di uno ad alfa F. In questo modo è possibile scattare con tempi più veloci o aperture di diaframma minori se queste dovessero essere richieste.

Continua al prossimo post >>>


Modificata da Riel, 11 September 2006 - 09:14 AM.


#4
Riel

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Scattare la foto: Profondità di campo:

Nel momento in cui si compone l’immagine, la prima cosa che si deve capire è che cosa si vuole a fuoco. Stiamo facendo un ritratto in primo piano?
Allora molto probabilmente Intendiamo avere il soggetto a fuoco, e lo sfondo sfuocato in modo da incentrare tutta l’attenzione sul soggetto. Al contrario stiamo scattando la foto a qualcuno immerso in una splendida cornice naturale? In quel caso oltre al soggetto vorremmo anche avere lo sfondo a fuoco, in modo da non perdere l’inserimento del protagonista nel contesto. Questo semplice esempio serve per delineare due situazioni agli antipodi: nella prima si dice che vogliamo avere una “BASSA PROFONDITA’ DI CAMPO”. Nella seconda vogliamo una “ELEVATA PROFONDITA’ DI CAMPO”.
Parlando in termini semplicistici la profondità di campo indica quale sia lo spazio in cui ci si può muovere dal piano di messa a fuoco perchè il soggetto possa ancora essere considerato a fuoco. In foto in cui si predilige una bassa profondità di campo il soggetto è a fuoco, ma tutto ciò che gli sta poco davanti o poco dietro è sfuocato. Nelle foto ad elevata profondità di campo invece ci si può muovere dal punto di messa a fuoco e ottenere ancora particolari a fuoco.

Questo parametro è collegato principalmente a due fattori: La Apertura che tiamo autilizzando e la lunghezza focale dell’obbiettivo.
Come regola si può dire che la profondità di campo diminuisce all’aumentare dell’apertura. Foto scattate con aperture prossime alla massima disponibile sull’obbiettivo hanno basse profondità di campo (e sono quindi ad esempio consigliabili per i ritratti), mentre utilizzando diaframmi molto chiusi si ottengono profondità di campo maggiori.

Nota bene: la profondità di campo non ha nulla a che vedere con la nitidezza della foto, che riguarda invece la chiarezza e la pulizia dei particolari delle zone messe a fuoco. Le maggiori nitidezze di ottengono alle aperture medie.
Si dice anche che la profondità di campo è influenzata anche dalla lunghezza focale. Questo è vero, ma con delle annotazioni. Più si abbassa la lunghezza focale (di va verso i grandangoli), più si avvicina il punto di “messa a fuoco all’infinito”. Questo punto è la zona a partire da cui ogni cosa rimane a fuoco, a prescindere da quanto distante sia.

Prendiamo un obbiettivo da 50mm, e facciamo conto che abbia una distanza di fuoco minima da 30 cm (sto sparando) e un punto di messa a fuoco all’infinito a 4 metri. Se scatto a 30 cm di distanza la mia profondità di campo sarà molto bassa, e aumenterà progressivamente fino a diventare infinita quando vado a mettere a fuoco un soggetto posto a 4 metri o superiore. Dal momento che i teleobbiettivi hanno escursioni di messa a fuoco molto più elevate si dice di solito che questi obbiettivi abbiano profondità di campo inferiori.

sensibilità ISO:

Un enorme vantaggio della fotografia digitale è che si può impostare foto per foto la sensibilità della pellicola. La sensibilità è il parametro che indica quanto tempo serve a una data pellicola per considerarsi impressionata. Esistono due scale di sensibilità: una lineare (iso lineare, una volta ASA) e una logaritmica (ISO logaritmica, una volta DYN). Nella scala lineare per un raddoppio della sensibilità il numero raddoppia, in quella logaritica si ha un raddoppio di sensibilità ogni aumento di 3 del numero. Ecco quindi che abbiamo sensibilità iso di 100, 200, 400 e così via.

Nelle pellicole analogiche la ISO era legata alla quantità e alla sensibilità della grana presente nella pellicola. Pellicole a alte ISO avevano grana molto sensibile, molto grossa e permettevano di scattare anche con scarsa luminosità a tempi ragionevolmente rapidi.
Svantaggio di queste pellicole era di permettere scarsi ingrandimenti e di avere un aspetto più “granuloso”. Le pellicole a basso ASA (anche sotto i 100) permettevano foto nitidissime e con la possibilità di fare grandi ingrandimenti, ma di contro richiedevano lunghiu tempi di posa e quindi di grande luminosità ambientale.
Nella foto digitale la ISO è collegata al valore di soglia che si dà al Pixel per essere considerato impressionato. Lo svantaggio di crescere con le ISO è la progressiva diminuzione del rapporto segnale/rumore, ed è per questo per le foto ad alte ISO risultano come se in parallelo photoshop avesse aggiunto un filtro noise.

Curiosità: quanti Mpixel aveva la macchina rullino? una pellicola media 100 ISO era corrispondente a circa 12 Mpixel. :)

Tempi di posa:

Il tempo di posa è importante perchè aiuta a definire ulteriormente cosa sia a fuoco e cosa non lo sia. Più il tempo di posa è basso più la macchina è semplice da tenere ferma e più i particolari risulteranno statici e a fuoco. Man mano che si sale in tempi gli oggetti in movimento sembreranno sfuocati.
Questo può aiutare a enfatizzare movimenti, o a donare dinamismo alle immagini. Un punto da tenere in considerazione è che è molto difficile tenere fermi i teleobbiettivi. Come quando si guarda in un cannocchiale, i teleobbiettivi percepiscono come un terremoto ogni minimo movimento della vostra mano. Una regola empirica è di fare il reciproco della lunghezza focale equivalente e scattare con tempi più bassi. Con un obbiettivo settato a 200 mm quindi non scattare sopra 1/200 di secondo, con un 400 sopra 1/400 di secondo e così via. L’uso del cavalletto in queste situazioni è d’obbligo.

Fine.



#5
Riel

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Ok adesso torno a lavorare :) se l'italiano dovesse essere incomprensibile scusatemi, è scritto di fretta :)

#6
Eril

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Uhm, direi che è fatto molto bene, però servirebbe l'opinione di chi, mettiamo, non ha mai sentito parlare di ISO e quindi parte da zero. Per esempio non mi sembra che tu spieghi cos'è un CCD :sisi:
Potremmo magari pensare ad aggiungere un glossario..?

#7
Riel

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Ok per i CCD ci penso io (è il mio campo :) ) sulla sensibilità ISO, ho appena buttato giù qualcosa, anche perchè non ne so molto di più di quello che ho scritto. Se avete maggiori informazioni postatele! così come se avete informazioni su come si scattano le MACRO, o.... ce ne sono di cose da dire :)

Modifica. Forse per le TECNICHE (controluce, macro, panning e compagnia) conviene fare un altro topic, e qui mettere solo i tecnicismi. Altrimenti diventa troppo affollato

Modificata da Riel, 10 September 2006 - 01:47 PM.


#8
Barbalbero

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Sticky subito! :D

Veramente ottimo lavoro Riel (che è l'anagramma di Eril....:snape: :snape: :snape:), si potrebbe poi ordinare per bene come "formattazione" così da renderlo visivamente di più facile comprensione :sisi:

Si potrebbero integrare per esempio immagini a corredo dei concetti per aiutare ancora di più chi sente queste cose per la prima volta...

Potrei postare qualcosa anche io, ma mi sembra che tu abbia già spiegato tutto egregiamente, si possono fare piccole modifiche di forma, ma per il resto è un'ottima "guida" :)

Modificata da Barbalbero, 10 September 2006 - 03:21 PM.


#9
Riel

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Vero Barbalbero, le foto aiuterebbero tantissimo. Ad esemse qualcuno av esse la stessa foto scattata a basso e alto DoF potrebbe upparla da qualche parte così la metto nel punto ineressato.

Se c'e' qualche mod bravo a impaginare si accomodi pure

E' vero Riel e Eril sono anagrammi..... :) ci sono altri in every che possono dire di avere altrettanto nel network? ^_^

Modificata da Riel, 10 September 2006 - 04:29 PM.


#10
luuca

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bravo riel

:applauso:

#11
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gran bel topo!
ma il ccd non era il convertitore analogico digitale delle macchine digitali?scusa se te lo chiedo, ma non l'ho studiata molto la digitale :D a scuola preferivo di gran lunga la vecchia reflex canon ^_^

#12
Wosky

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Se c'e' qualche mod bravo a impaginare si accomodi pure

Mi concedi un tentativo?? Ovviamente non andrò a modificare il testo perchè non me ne intendo, però per le impaginazioni posso anche farcela... Se mi dai il permesso provo a modificarlo e poi a metterlo in rilievo.... se avremo un sito anche per questa sezione credo che l'articolo andrà subito in editing... :sisi:

#13
Eril

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Sticky subito! :D

:sisi: Ma com'è che non sei mod te? :snape:

[cut]Riel (che è l'anagramma di Eril....:snape: :snape: :snape:)


Gemelli divisi alla nascita..? :snape:

Concordo per la formattazione magari da variare un poco, così da rendere più facile la consultazione. Anche l'idea delle foto è ottima, ne mettiamo di nostre? Io direi di si, e comincio a vedere che posso trovare, fatemi sapere.


Se qualcuno non è d'accordo con lo sticky me lo dica pure! ^_^

#14
Wosky

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Se qualcuno non è d'accordo con lo sticky me lo dica pure! ^_^

No, anzi, lo avrei messo io ma mi hai battuto sul tempo... per la formattazione chi se ne occupa?? Lo faccio io oppure vuole pensarci qualcun'altro?? :)

#15
Riel

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Vi lascio volentieri la formattazione :D
X K'Dash.
No il CCD è proprio l'elemento sensibile: il chip che è posto sul piano focale (una volta occuparo dalla pellicola), il segnale verrà poi preso, rielaborato e immagazzinato successivamente.
In un certo senso però hai ragione anche tu, dato che il CCD è proprio il primo stadio che ci porta dal mondo Analogico (il nostro) a quello digitale (dentro la memory card).




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