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Questa foto di 100 anni fa dell'Artico ci dovrebbe far aprire gli occhi


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Questa discussione ha avuto 8 risposte

#1
Robò Numero 5

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Stesso paesaggio. Stessa angolazione. Stesso periodo dell'anno. L'unica differenza: 100 anni e il cambiamento climatico.
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#2
Spartan 071

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La questione ambientale dovrebbe essere stabilmente in cima alle agende dei governanti del mondo, invece viene sempre dopo all'interesse economico dei singoli individui e alla volontà di potenza. La colpa non è solo dei governanti, ma anche e soprattutto di chi li elegge. In questo momento storico, la democrazia sta dimostrando più che mai tutta la sua inadeguatezza

#3
RuttMan

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La questione ambientale dovrebbe essere stabilmente in cima alle agende dei governanti del mondo, invece viene sempre dopo all'interesse economico dei singoli individui e alla volontà di potenza. La colpa non è solo dei governanti, ma anche e soprattutto di chi li elegge. In questo momento storico, la democrazia sta dimostrando più che mai tutta la sua inadeguatezza

Il fatto è che dove non c'è la democrazia è pure peggio: la Russia se ne sbatte altamente e anzi guadagna in terre coltivabili dal riscaldamento globale oltre al fatto che la sua economia ruota quasi totalmente attorno alla vendita di combustibili fossili, la Cina è ancora in pieno boom economico e per lo più se ne sbatte anche lei, seppur ultimamente qualche progresso l'abbia fatto. Gli stati della penisola arabica campano di petrolio e hanno una spesa energetica assurda per tentare di mantenere uno stile di vita incompatibile col territorio in cui si trovano.

Anzi diciamo che alla fine gli unici stati che nonostante tutto si interessano al cambiamento climatico sono proprio le democrazie occidentali, sicuramente hanno iniziato ad interessarvisi troppo tardi, ma come si dice "meglio tardi che mai".
Il problema principale è che è prima di tutto una questione culturale perchè la triste verità è che una grossa parte della popolazione semplicemente se ne sbatte del cambiamento climatico, perchè arrestare il riscaldamento globale richiede dei sacrifici da parte di tutti, ma tutti vogliono che questi sacrifici siano gli altri a farli.
Viviamo in un mondo in cui molta gente preferisce buttare la plastica per terra piuttosto che fare 20 metri per arrivare ad un cestino, in un mondo in cui esiste gente che d'inverno pur di stare in casa a maniche corte tiene il riscaldamento a 27 °C e in cui un aumento del prezzo di 40 centesimi sul carburante è una tragedia capace di innescare proteste di piazza e rivolte. E la cosa paradossale è che spesso i cosiddetti "ambientalisti" hanno una mentalità così chiusa da fare più danni di chi se ne sbatte dicendo no a tutto a prescindere (no al nucleare, no all'eolico, no ai termovalorizzatori ecc...).
La situazione era già brutta prima e la questione Russia-Ucraina non ha fatto che renderla peggiore nel breve periodo, l'unica speranza è che questo ultimo scossone e l'impennata dei prezzi dei combustibili fossili serva a dare alla gente una svegliata spingendola a cercare fonti di energia e stili di vita alternativi e a votare gente con dei veri programmi incentrati sulla transizione ecologica, purtroppo non sembra sarà il caso neanche al prossimo giro elettorale qui in Italia, perchè come ho detto la gente è più preoccupata di mantenere il proprio stile di vita incentrato sullo spreco, che per il cambiamento climatico.

#4
DOMO KUN

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Il fatto è che dove non c'è la democrazia è pure peggio: la Russia se ne sbatte altamente e anzi guadagna in terre coltivabili dal riscaldamento globale oltre al fatto che la sua economia ruota quasi totalmente attorno alla vendita di combustibili fossili, la Cina è ancora in pieno boom economico e per lo più se ne sbatte anche lei, seppur ultimamente qualche progresso l'abbia fatto. Gli stati della penisola arabica campano di petrolio e hanno una spesa energetica assurda per tentare di mantenere uno stile di vita incompatibile col territorio in cui si trovano.

Anzi diciamo che alla fine gli unici stati che nonostante tutto si interessano al cambiamento climatico sono proprio le democrazie occidentali, sicuramente hanno iniziato ad interessarvisi troppo tardi, ma come si dice "meglio tardi che mai".
Il problema principale è che è prima di tutto una questione culturale perchè la triste verità è che una grossa parte della popolazione semplicemente se ne sbatte del cambiamento climatico, perchè arrestare il riscaldamento globale richiede dei sacrifici da parte di tutti, ma tutti vogliono che questi sacrifici siano gli altri a farli.
Viviamo in un mondo in cui molta gente preferisce buttare la plastica per terra piuttosto che fare 20 metri per arrivare ad un cestino, in un mondo in cui esiste gente che d'inverno pur di stare in casa a maniche corte tiene il riscaldamento a 27 °C e in cui un aumento del prezzo di 40 centesimi sul carburante è una tragedia capace di innescare proteste di piazza e rivolte. E la cosa paradossale è che spesso i cosiddetti "ambientalisti" hanno una mentalità così chiusa da fare più danni di chi se ne sbatte dicendo no a tutto a prescindere (no al nucleare, no all'eolico, no ai termovalorizzatori ecc...).
La situazione era già brutta prima e la questione Russia-Ucraina non ha fatto che renderla peggiore nel breve periodo, l'unica speranza è che questo ultimo scossone e l'impennata dei prezzi dei combustibili fossili serva a dare alla gente una svegliata spingendola a cercare fonti di energia e stili di vita alternativi e a votare gente con dei veri programmi incentrati sulla transizione ecologica, purtroppo non sembra sarà il caso neanche al prossimo giro elettorale qui in Italia, perchè come ho detto la gente è più preoccupata di mantenere il proprio stile di vita incentrato sullo spreco, che per il cambiamento climatico.


Beh, ci mancherebbe altro: abbiamo tutti una vita sola, bisogna godersela il più possibile.
Capirei fossimo immortali, e allora avrebbe senso avere un pò meno oggi per avere un pò di più "domani".
Ma visto che viviamo in media meno di un secolo, tanto vale arraffare tutto quello su cui possiamo mettere mano e cercare di alzare sempre di più l'asticella, altrimenti che viviamo a fare ?

#5
RuttMan

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Beh, ci mancherebbe altro: abbiamo tutti una vita sola, bisogna godersela il più possibile.
Capirei fossimo immortali, e allora avrebbe senso avere un pò meno oggi per avere un pò di più "domani".
Ma visto che viviamo in media meno di un secolo, tanto vale arraffare tutto quello su cui possiamo mettere mano e cercare di alzare sempre di più l'asticella, altrimenti che viviamo a fare ?

Questo è un discorso che poteva essere fatto dai nostri nonni, ma oggi stiamo già pagando le conseguenze di scelte fatte 50 o 30 anni fa: fenomeni atmosferici sempre più estremi, desertificazione che avanza, migrazioni climatiche di massa e falde acquifere, aria e prodotti inquinati con ripercussioni dirette sulla salute, tutte cose che non possono far altro che peggiorare negli anni a venire, molto prima della nostra morte (sperando di morire il più tardi possibile).

Capisco che quello che ho scritto possa farmi sembrare uno dei fautori di quella cavolata di "decrescita felice", ma non intendevo quello. Anzi, i fatti dimostrano che la crescita economica è uno dei più grandi stimoli alla salvaguardia dell'ambiente e la stessa salvaguardia dell'ambiente rappresenta un'opportunità economica se gestita bene.
Ad ogni modo puoi tranquillamente vivere e goderti la vita senza buttare cartacce per terra e senza tenere il riscaldamento a 28 gradi d'inverno e l'aria condizionata a 18 d'estate, così come puoi comunque goderti la vita prendendo più mezzi pubblici e usando di più la bicicletta e meno l'auto, oppure spendendo qualcosa di più al prossimo cambio d'auto per prenderti un'elettrica o ancora dando la priorità a cibo proveniente da agricoltura sostenibile e meno da allevamenti intensivi.

Il fatto è che i sacrifici necessari a "salvare l'ambiente" sarebbero veramente minimi se tutti fossero disposti a farli, ma diventano molto grandi nel momento in cui dovessero ricadere sulle spalle di pochi o dovessero essere fatti troppo tardi e prima o poi, volenti o nolenti, pagheremo comunque il prezzo dei sacrifici non fatti e più tardi lo faremo e più grande questo sarà.
E' su questo che dovrebbe lavorare la politica: il cercare di distribuire in maniera equa i sacrifici necessari cosicché questi non ricadono tutti sulle spalle delle fasce di popolazione più deboli.

Modificata da RuttMan, 23 June 2022 - 01:10 PM.


#6
MarcoGiG

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l'uomo è un parassita che non sa dove altro andare una volta morto l'ospire.
in pratica è un idiota.
me incluso.

Modificata da MarcoGiG, 23 June 2022 - 02:38 PM.


#7
NickNick

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In Veneto non piove seriamente da 5 mesi.
Chi ha bisogno di prove su questa catastrofe, apra la finestra in questo momento e tiri fuori il termometro.

#8
DOMO KUN

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Eh? spero di non aver colto il giusto senso del tuo discorso.

Cioè io lo traduco in "siccome tra 70-80 anni morirò, chissenefrega di inquinare e distruggere il mondo, tanto io non ci sarò", ripeto, penso e spero di averla capita male io.
Anche perchè non è che si chiederebbe chissà che sacrifici ai normali individui, solo evitare sprechi evitabilissimi tipo, come dice la notizia, i 27 gradi in casa d'inverno o i 15 in estate, per dirne uno.


Magari morissi tra 70/80 anni XD

#9
American horizon

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In pratica il titanic oggi non sarebbe affondato






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