Quale pensate che sarà l’impatto della possibile introduzione degli NFT nei videogiochi, una volta consolidati come standard di industria?
1) E’ chiaramente una truffa, tutti i consumatori ne risentiranno
2) Solo pochi eletti ne trarranno un qualche giovamento, tutti gli altri saranno strumentalizzati
3) Tutti ne trarranno giovamento, il play-to-earn funzionerà
4) Se gli influencer dicono che ha cambiato la loro vita in meglio, sarà lo stesso per me, fidati
5) Argomentate
Per brevità, e per chi non sa niente (e beati loro, in questo caso), NFT sta per Non-Fungible-Token, ed è una delle ultime trovate nel mondo della blockchain, ed è in soldoni un’idea alquanto bislacca, o perlomeno lo è per chi non ha un’apertura mentale delle migliori verso certi concetti: Comprare proprietà digitali, come opere d’arte (spesso anzi come sempre dal valore non sempre evidente) per cifre arbitrarie (in criptovaluta o valuta nazionale corrente, a seconda di dove avviene la transazione) e rivenderla sulla blockchain per cifre ancora più arbitrarie.
Si tratta, in tutti i sensi, di trasformare beni reali, come anche l’infrastruttura che serve per ospitare questo molto poco digeribile meccanismo che viene definito “decentralizzato” (ma tutto fa pensare al contrario, a dire il vero, data l’ingerenza insistente di banche e miliardari nella manipolazione dello stesso), in nulla cosmico, proprietà digitali che sono autenticate e certificate da un codice.
Non staremo qui a snocciolare ogni singolo utilizzo di questa nuova trovata, ma sappiate che l’industria dei videogiochi ha fiutato la possibilità di monetizzare ulteriormente ed estensivamente titoli esistenti e futuri mendiante la creazione di NFT ad hoc, che verranno venduti direttamente agli utenti e poi l’utente ne farà quel che crede, come piazzarli sulla blockchain.
Immaginate uno di quei pugnali da collezione di CS:GO, e ne esiste solo uno di quel tipo (nel senso, è identico ad altri millesettecento che avete già sbloccato ma questo ha un codice NFT che lo rende, di fatto, un pezzo unico, emozionante vero?) e ci sono collezionisti di questo tipo di cose su Steam, quindi voi per farvi un po’ di soldi li rivendete a xXDisintegraPatate69Xx per lo stesso prezzo di mercato a cui lo avete inizialmente comperato dal publisher più una ragionevole cresta, oppure se vi sentite dei veri dritti, potete venderlo sulla blockchain e dare il via ad una gara collettiva a chi può spendere di più, e vi spaventerà sapere che poco tempo fa, un individuo ha pagato 650mila dollari americani per uno yach NFT da usare in uno di quei titoli che vertono completamente attorno a questo meccanismo. E sì, a differenza delle comunque mai troppo odiate microtransazioni, gli NFT possono dare qualsiasi vantaggio in-game, non esistono limitazioni a riguardo tranne quelle autoimposte da chi scrive il gioco.
Questo è cosa rappresentano in soldoni, un modo ancora più aggressivo ma a rischio quasi nullo per l’industria di ottenere ancora più profitti, senza ulteriori sforzi, semplicemente dando le chiavi del potere di dominio e “prestigio” (entrando nella mentalità di chi si crea una realtà ideale online e deve sfoggiare i propri contenuti digitali esclusivi, per cui paga anche il costo di due ville….ma reali) a chi può pagare di più, volendo. Non più della media, ma più di tutti.
Se pensate che rasenta la soglia dell’illegalità e tenta di mettere il piede anche oltre la linea, non siete dei diffidenti a prescindere, significa che avete capito piuttosto bene.
Ubisoft non perde tempo, e il giorno dopo che hanno tolto il contatore dei “non mi piace” su Youtube.
Sarebbe, secondo il mio modesto parere, la fine del videogioco come passatempo di svago, e questo porterebbe tutta una serie di complicazioni e storture sociali.
Possiamo ancora fermarli. E' di gran lunga lo sviluppo più grave che può esserci nell'industria dei videogiochi, e se riusciamo a dissuadere i grandi publisher dall'adottarli rimarranno in quei giochi che non sono affatto giochi che hanno nel frattempo sdoganato la cosa ma che sono lungi dall'essere rilevanti come dei tripla A o altri titoli comunque molto ben ricevuti, dove la piaga diventerebbe inarrestabile se il prodotto a cui sono associati vende abbastanza.
Il rischio è che si formino comunità tossiche che sono lì solo per le prospettive di guadagno, e pochi eletti ci guadagneranno e ci si pagheranno questo e quello, perché supportati dalle società appositamente per far crescere il fenomeno, per intenderci i soliti streamer ed influencer sponsorizzati, tutto controllato, mentre per tutti gli altri sarà l'ennesima ludopatia.
La prosspettiva è che di videogioco nel NFT gaming futuro, non rimanga proprio nulla.
Se la cosa prenderà piede, sarà colpa di chi appoggia sempre tutto, anche quando il mercato vuole i tuoi soldi e non ti dà niente in cambio (vedi le release AAA degli ultimi mesi che sfigurano già adesso rispetto agli indie di medio livello, e ancora senza abusare di NFT).
Per quanto riguarda la posizione delle società che trattano perlopiù in videogiochi, mentre come c’era da aspettarsi EA e Ubisoft hanno subito fretta di toccare nuovi bassi e non stanno più nella pelle, Take 2 ha deciso di rimanerne fuori (suppongo che facciano il gioco dell’attesa, aspettando di trarre giovamento dagli errori altrui prima di cimentarsi in questo nuovo paradigma) e Valve ha proprio bannato gli NFT dalla propria piattaforma (Steam) e dai propri prodotti.
Sempre secondo Gabe Newell di Valve, gli NFT nei videogiochi sono oggettivamente sbagliati per vari motivi, tra cui:
- L’impatto ambientale causato dall’improponibile infrastruttura richiesta per sostenerli su scala mondiale.
- Il benessere finanziario non dovrebbe essere un fattore determinante di quanto è soddisfacente la tua esperienza nell’utilizzo videogiochi e quanto ti diverti. La dedizione e l’abilità, lo sono.
- I video game sono esititi per 60 anni come un passatempo per divertimento, e tali dovrebbero rimanere, e non diventare un’altra Borsa del mercato azionario.
Come community, abbiamo fallito a fermare la diffusione dei DLC come norma, che sono anche cose buone quelle poche volte che NON sono palesemente pezzi del gioco strappati a quello che doveva essere già sul disco/nel pacchetto al D1 e rivenduti per far pagare chi non può farne a meno il doppio o anche più del prezzo pieno, e trovo che molti marchi (franchise) e studi di sviluppo prima rispettatissimi sono stati completamente ricoperte di ridicolo da questa pratica e fatturano miliardi pur avendo rinunciato del tutto all’immagine, vendendo immondizia travestita da “prodotti di intrattenimento” che puzzano di “non ne vale la pena” già dalla grande distanza.
Per non parlare delle microtransazioni, che non hanno mai avuto alcunché di buono, ma per il fatto che anche queste ultime, già cancro di una industria in declino, sono state sdoganate assieme al modello Live Service su larga scala e con risultati incoraggianti, dobbiamo ringraziare, per chi come me ne è contrario, primi tra tutti (ma non solo) i giocatori più giovani che hanno accesso alle carte di credito della famiglia, delapidando fortune sui costumi, le varianti di colore e gli accessori per i loro coloriti personaggi.
Noi, i veri consumatori, quelli che badano alla qualità del prodotto e del proprio tempo, non vi abbiamo chiesto nulla di simile, se volete continuare a venderci roba in futuro e se vi piace l'idea di non andare in rovina, smettetela di cercare di venderci ARIA FRITTA e ricominciate a lavorare a dei videogiochi propriamente detti, sapete, come facevate molto tempo fa.
Dite pure quello che pensate, scopriamo qual’è la reale posizione della community a riguardo.