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Elucubrazioni socio-culturali - Dialogo sopra i 2.0 massimi sistemi


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Questa discussione ha avuto 9 risposte

#1
Me-Se 12

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Apro questo topic dopo che Just Panta, severissimo moderatore nonché boss finale di tana delle tigri, ci ha consigliato di fare ció :sisi:

 

Volete fare elucubrzioni sociali di vario genere, discutere di cause ed effetti riguardanti la nostra societá e trattare su possibili soluzioni ai problemi socio-culturali del nostro tempo?

Questo é l'intento del topic :D



#2
Me-Se 12

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Riporto la discussione iniziata sul topic del covid.

 

Uhm...diciamo che i vari governi (non solo italiani) sono stati un po' impreparati sull'argomento post-veritá perchè cercano di risolvere con un approccio tradizionale un problema che tradizionale non è

Nell'ultimo 10ennio si sono fatti passi avanti (i.e. fact checking prima e dopo la pubblicazione di uno scritto), anche se non applicato in maniera uniforme
Secondo me il prossimo step è approcciarsi dal pdv legale: nessuno ti impedisce di dire un commento personale (i.e. la luna per me è bella, per te fa cagare), ma se io dico che la luna è triangolare devo avere una spunta che certifica che il fatto non sia accertato a meno che non dimostri il contrario.
Secondo me fare disinformazione scientifica è passibile di denuncia perchè è una sorta di "violenza contro la mente" che ti porta ad un modus operandi errato.
Ci sono altre prospettive oltre a quelle scientifiche (quelle religiose, quelle filosofiche) ma già lì è più complicato uscirne.
Mi accontenterei di fatti scientifici appurati e dimostrabili.
Um po' come forumeye che ammunisce chi dice che la terra è piatta per poi bannarlo se insiste che è assolutamente vero senza dimostrarlo 



#3
Pinco LaBomba

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Imho discussioni del genere nascono sempre in topic non dedicati :asd:
Vedasi il discorso di stamattina, ma anche quello sulla religione di qualche settimana fa o quello sulle sottigliezze dello stupro nel topic notizie.
Iniziare una discussione "di proposito" qui, su qualsiasi tema, farebbe molto salottino filosofico "de sta ceppa" cit. :sisi:

#4
Me-Se 12

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Imho discussioni del genere nascono sempre in topic non dedicati :asd:
Vedasi il discorso di stamattina, ma anche quello sulla religione di qualche settimana fa o quello sulle sottigliezze dello stupro nel topic notizie.
Iniziare una discussione "di proposito" qui, su qualsiasi tema, farebbe molto salottino filosofico "de sta ceppa" cit. :sisi:


Ora per colpa tua devo riflettere su quelle poche convinzioni che avevo riguardante l'aspetto legale :asd: intendo nell'era della post truth, per limitare le fake news che ho candidamente definito "palesemente false".
Altrimenti si generano mostri come accennato da Sarastro.
Per approccio legislativo non intendo solo dal pdv garantivo (i.e. leggi) ma anche preventivo (i.e. una rinnovata educaziine civica "digitale", da effettuare fin dalle scuole elementari).

#5
Itachi

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Io ho sostenuto per anni che il più grande problema del 21esimo secolo non sarebbe stata la crisi economica o il riscaldamento globale ma la gestione delle informazioni.

 

Il problema alla base in realtà è molto più semplice.

Le fonti di informazione dei cittadini NON possono rispondere alle regole del capitalismo. Il nostro sistema economico è fatto ovviamente per assecondare quello che la gente vuole, l'azienda non crea beni e servizi in base a quello che gli gira, li crea in base a quello che la gente vuole.

 

Nel caso delle informazioni il problema è nato quando chiunque è stato in grado di monetizzarle. Non puoi trattare le informazioni come un prodotto perché questo vuol dire dare alle persone quello che vogliono leggere invece che quello che devono leggere.

Il problema è tutto li.

 

I media di informazione devono in qualche modo essere scollegati dall'economia reale, devono poter lavorare esattamente come un centro di ricerca e non come un'azienda.

 

Ovviamente non so se e come questo sia possibile, ma sono convinto che il problema sia quello.



#6
Pinco LaBomba

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@Me-Se; felicissimo di avere una "colpa" del genere anzi, lo ritengo un complimento.
Sull'educazione civica "digitale" siamo sulla stessa linea d'onda, anche perché "i mostri" o comunque quelli contro cui anche Eco si scagliava quando diceva "Internet ha dato diritto di parola agli imbecilli" (per inciso, lettura certamente "vera" ma poco, a mio avviso, veramente pregnante: ok e quindi? La soluzioni da proporre non possono essere una cesura indiscriminata ma occorrono regolamentazioni, come detto, ben congeniate), sono un problema.

@Itachi; interessante lettura ma non sono completamente convinto che l'azienda crei esclusivamente beni in base a ciò che la gente vuole; o almeno il rapporto non è solo ad una direzione. Molte volte i bisogni li creano le aziende stesse, ovviamente fondando la loro comunicazione su articoli/discorsi/beni già rodati a cui rimandare o su cui far leva.
Sul problema delle informazioni trattate come "beni da vendere" centri secondo me un punto centrale, ma in realtà è così da sempre (da quando esiste la stampa correntemente intesa?). In più credo che sia autenticamente impossibile scindere tra informazione rilasciata "per vendere" e tra informazione rilasciata "per informare". Non credo nemmeno esistano questi due poli in maniera così distinta.
Il termine che però mi fa storcere il naso è "dovere". Non credo che nessuno "debba nulla" se non per un'etica strettamente personale che poco a che fare con entità misurabili come il denaro o anche l'appeal di una notizia.
Rimango convinto della necesità di una riforma che parta da lontano, scolastica; che educhi al fact checking, a districarsi con problemi quali metodo scientifico, pensiero critico. Scollegare i media dall'economia cosa significherebbe? Riflettiamoci. Sono il primo che eliminerebbe la Barbara D'Urso di turno sia chiaro (non letteralmente eh, intendo programmi del genere); ma il problema è sul serio lei o chi non ha gli strumenti per scindere il sensazionalismo dal realismo? Come si potrebbe risolvere "agendo" sul giornalismo e non sui fruitori? Statalizzandolo? Non credo.

Modificata da Pinco LaBomba, 28 April 2021 - 06:07 PM.


#7
Me-Se 12

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Non puoi trattare le informazioni come un prodotto perché questo vuol dire dare alle persone quello che vogliono leggere invece che quello che devono leggere.


Vero, ma riflettendoci bene non è sempre stato così?
Prima lo facevano oratori, poeti e cortigiani, poi lo fecero i giornalisti, ora lo fa chiunque.
È anche un problema di quantità, non solo di qualità.

Tra l'altro, cito una piccola curiosità: pochi giorni fa leggevo un white paper di uno psicologo il quale affermava che, in maniera innata, tendiamo a considerare ciò che leggiamo come "vero"; solo la riflessione pone in dubbio il flusso di informazioni.
Inoltre credo che molti di noi (probabilmente anche noi senza accorgercene) leggiamo una testo con un parere preconcetto già scolpito nella testa. La mente sceglie di vedere ciò che vuole vedere, per così dire.

#8
Itachi

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Vero, ma riflettendoci bene non è sempre stato così?
Prima lo facevano oratori, poeti e cortigiani, poi lo fecero i giornalisti, ora lo fa chiunque.
È anche un problema di quantità, non solo di qualità.

Tra l'altro, cito una piccola curiosità: pochi giorni fa leggevo un white paper di uno psicologo il quale affermava che, in maniera innata, tendiamo a considerare ciò che leggiamo come "vero"; solo la riflessione pone in dubbio il flusso di informazioni.
Inoltre credo che molti di noi (probabilmente anche noi senza accorgercene) leggiamo una testo con un parere preconcetto già scolpito nella testa. La mente sceglie di vedere ciò che vuole vedere, per così dire.

 

È sempre stato cosi ma ti spiego perché adesso è diverso.

Prima non esisteva (o quasi) l'informazione passiva. Per informarti dovevi tu fare l'azione di comprare il giornale che volevi, leggere il libro che volevi, ecc ecc.

Questo vuol dire che il gruppo dei "clienti" era composto per la maggior parte da chi voleva attivamente acquisire un'informazione. Quindi l'economia dell'informazione era tarata verso l'alto.

 

Oggi funziona in modo diverso. Passiamo la giornata di fronte a questi dispositivi che sono necessari semplicemente per far funzionare le nostre vite e mentre li guardiamo ci troviamo davanti a informazioni varie che ci vengono messe davanti passivamente.

L'intero sistema delle informazioni online è letteralmente strutturato per auto-ottimizzarsi in base a quello che ogni persona nel mondo vuole. E a differenza degli altri settori dove ognuno opera su mercati e nicchie diverse, ogni sinologo giocatore del mercato basa il suo lavoro sullo stesso identico bacino di dati/utenti, che è quello di google/bing e pochi altri, che racchiudono letteralmente l'intero genere umano.

 

Quindi è normale che al crescere del bacino di utenza (che in questo caso è letteralmente tutti) si abbassi la qualità media.

 

Come dicevo prima cosa normale per il mercato, ma per le informazioni diventa un problema.



#9
Sarastro

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Dissonanze cognitive, bias cognitivi, fallacie logiche ... se lo conosci le eviti piu' facilmente che ignorandole - ma siamo sempre a rischio.

Io ho una mia elaborata teoria sul male di questo secolo che non si discosta troppo da quella di Itachi.

La soluzione che propongo e' quella di 'divide et impera' dei palesemente idioti (ce ne sono parecchi), un ridimensionamento degli 'idiotti' (parola inventata dal qui presente, crasi di 'idioti' e 'dotti', ovvero gli esperti di X che parlano a vanvera di Y, e soprattutto 'fare la nostra parte'. Senza ambizione di essere infallibili, costruttivamente 'dire la nostra' - imitando un po' il vecchio Socrate, ma aggiorandolo al XXI secolo: adesso qualcosa sappiamo.



#10
Me-Se 12

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Si ma rimane sempre la questione nell'atto pratico, con tutto il rispetto per Socrate :D

UE e USA dovrebbero convocare nel parlamento europeo e nel congresso americano i rappreaentanti dei principali social network e trovare un punto di incontro per tracciare le linee guida e legislazioni annesse riguardante il problema delle fake news.
Questo da un pdv reattivo al problema.

Dal pdv preventino servirebbe fare un upgrade di educaziine civica digitale fin dalle scuole elementari (oltre che ib famiglia ovviamente, ma rimaniamo nel pubblico in questa sede), cosa che al momento non viene affrontata come dovrebbe. Intendo che un inswgnante dovrebbw spiegare i problemi psicologici della fake news, del revenge porn, del bullismo online per poi proporre standards comportamentali.
Anche il solo spiegare ad un ragazzo "...come credi che si senta la persona X dopo che gli detto quella cosa?", è una faccenda piuttosto delicata e complessa, per dire.

Modificata da Me-Se 12, 29 April 2021 - 07:39 AM.





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