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Invidia dei big dollar ammerigani


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Questa discussione ha avuto 61 risposte

#16
Itachi

Itachi
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Si ma anche qui la gente ha fatto i soldi con il settore immobiliare, almeno finché non è scoppiata la bolla.

Per dire a Firenze con 330 euro di affitto fatichi a trovare una stanza con uso bagno/cucina.

 

Da noi il settore immobiliare è crollato anche perchè in passato si investiva solo su quello.

Gli italiani sono tra i primi al mondo per case possedute per famiglia, ricordo di aver visto che tipo più del 10%/20% della popolazione ha diverse case (più di 2-3).

 

Quando l'economia ha rallentato e le nascite sono crollate è caduto tutto perchè abbiamo più case di quelle che servono.

È vero che i prezzi sono ancora altini ma tranquilli che crolleranno ulteriormente a breve. Il grosso delle case è appunto posseduto da famiglie che ne avevano parecchie in passato e che non aveva nemmeno interesse a vendere perchè mettono dei prezzi alti e poi le lasciano semplicemente invendute finchè non trovano "il pollo" che non c'è. Purtroppo è un meccanismo dovuto al fatto che sembrerà assurdo ma abbiamo tasse sugli immobili molto basse quindi la gente preferisce tenerle vuote/ferme piuttosto che scendere di prezzo.

 

In questa generazione con la morte dei nonni/genitori verranno ereditate da giovani che invece i soldi li vogliono che cercheranno quindi di liquidarle e ci sarà un'ulteriore crollo.



#17
Merlo

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Da noi il settore immobiliare è crollato anche perchè in passato si investiva solo su quello.
Gli italiani sono tra i primi al mondo per case possedute per famiglia, ricordo di aver visto che tipo più del 10%/20% della popolazione ha diverse case (più di 2-3).
 
Quando l'economia ha rallentato e le nascite sono crollate è caduto tutto perchè abbiamo più case di quelle che servono.
È vero che i prezzi sono ancora altini ma tranquilli che crolleranno ulteriormente a breve. Il grosso delle case è appunto posseduto da famiglie che ne avevano parecchie in passato e che non aveva nemmeno interesse a vendere perchè mettono dei prezzi alti e poi le lasciano semplicemente invendute finchè non trovano "il pollo" che non c'è. Purtroppo è un meccanismo dovuto al fatto che sembrerà assurdo ma abbiamo tasse sugli immobili molto basse quindi la gente preferisce tenerle vuote/ferme piuttosto che scendere di prezzo.
 
In questa generazione con la morte dei nonni/genitori verranno ereditate da giovani che invece i soldi li vogliono che cercheranno quindi di liquidarle e ci sarà un'ulteriore crollo.

Io è da un po che sto cercando un locale.
Quello che noto è che i proprietari spesso sono molto benestanti e piuttosto che calare di 200 Euro l'affitto lo lasciano in disuso.
Parlo di locali per aprire un attività

#18
Me-Se 12

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Troppe le cose da dire, delego al mio squalo preferito Sarastro :sisi:



#19
Itachi

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Io è da un po che sto cercando un locale.
Quello che noto è che i proprietari spesso sono molto benestanti e piuttosto che calare di 200 Euro l'affitto lo lasciano in disuso.
Parlo di locali per aprire un attività

 

Vi racconto subito una storia.

 

Dove vivevo io c'era un tizio con una palazzina in centro a uso commerciale.

Questo chiedeva 15k al mese in una zona dove il prezzo reale per quell'immobile era sotto i 10k.

Sono passati 7 anni in cui ha ricevuto diverse offerte, tutte sotto i 15k ovviamente, e lui le ha rifiutate tutte.

A un certo punto una banca gli ha offerto 12k per aprirci una sede. Niente, rifiutata anche quella.

 

Dopo 10 anni la banca l'ha pignorata perchè ovviamente non poteva più pagare il mutuo che aveva aperto per prenderla.

Il tizio in questione insomma ha preferito farsi pignorare l'immobile che affittarlo a meno di quello che voleva.

 

Questo è il motivo per cui i prezzi sono ancora alti, ed è il motivo per cui quando questa generazione passerà ci sarà un crollo mai visto del mercato, visto che il giovane con lo stipendio normale abituato a uno stile di vita decisamente peggiore dell'anziano con 10 appartamenti, riceverà un'immobile e vorrà solo svenderlo il prima possibile a prescindere dal prezzo.



#20
H4ch1k0

H4ch1k0
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Principalmente ci sono 2 motivi:

 

-Il primo è la cultura finanziaria. Io in altri paesi vedo 20enni al bar che discutono su quali ETF investire. La gestione delle proprie finanze e come funziona l'economia è una cosa basilare. Da noi invece metà del paese non usa banche perchè pensa che siano complotti per controllarti e l'altra metà non conosce la differenza tra una carta di debito e una di credito.

Non abbiamo semplicemente le conoscenze per poter "vivere" nel mondo di oggi, come ho ripetuto spesso qui su tema libero quando spiegavo il perchè il nostro totale sistema di istruzione ormai è del tutto inutile (sulla media ovviamente).

Ed è anche il motivo per cui molta gente da noi ce l'ha con i miliardari, perchè non capisce come funziona il nostro sistema e che quelle persone hanno titoli/aziende/ecc e non soldi liquidi, roba che crea lavoro e fa girare l'economia.

Ma per l'appunto da noi i soldi sono visti in maniera fissa (sbagliata), come liquidità e non si capisce che il solo avere un'euro fermo oggi vuol dire essere in perdita costante.

 

-Il secondo motivo è economico e specifico all'Italia.

Se si vuole investire e crearsi un portafoglio di qualche tipo in Italia queste sono le condizioni obbligatorie:

 

-bollo dello 0.20

-costo di acquisto di eventuale titolo/etf che spesso si aggira intorno ai 20/25 euro

-in alcune banche costo per il deposito titoli (non tutte, ma alcune).

-tassazione sulle plusvalenze del 26%

 

Se poi non si vuole fare da soli ma rivolgersi a servizi di portafoglio gestiti in Italia l'unica possibilità è moneyfarm con un costo ulteriori dell'1%.

E ovviamente non parliamo di rivolgersi a una banca per la consulenza perchè si fa prima a prendere un'accendino e dare fuoco ai soldi.

Tutte queste cose finiscono per creare una situazione tale dove è possibile guadagnare solo se si sa esattamente cosa si fa, si ha esperienza e capitale. Il che vuol dire che chi vuole iniziare viene bloccato sul nascere perchè ovviamente basta muoversi per perdere soldi quindi la gente "normale" non ha proprio occasione di imparare.

 

Qui da me per esempio:

-Nessun bollo/costo

-Nessun costo deposito titoli

-Costo di acquisto titoli intonro ai 3 euro, gli ETF spesso hanno costo 0 (5 euro per la vendita in caso).

-Tassazione solo sul 50% delle plusvalenze che fai, quindi di fatto una persona normale paga intorno al 7%

 

Inoltre ogni cittadino puó aprire un conto che ha un massimale di 6000 euro per ogni anno di vita dopo i 18 anni (quindi a 30 anni circa 70.000 euro, a 35 anni 100.000 e cosi via) chiamato TFSA che è totalmente esentasse. Cioè tutti i soldi che metti li dentro e investi non devono nemmeno essere dichiarati quindi tutto quello che guadagni ti rimane.

In caso di portafogli gestiti si parla dello 0.2%.

 

Quindi capite che chi inizia ha tutti gli strumenti necessari per cominciare.

Sulla questione tasse siamo assolutamente d'accordo.

Sulla cultura finanziaria, dipende prevalentemente dalla tua percezione, cioè dal giro che frequenti. 

Quando abitavo in periferia gli investimenti più grandi avvenivano nelle slot machine del tabaccaio.
Dove sono ora non parlano di altro che investimenti e attività (e hanno tutti mezzo metro di palo inserito a mo di marionetta che se fai mezza battuta ci vogliono 30 secondi per comprenderla e altri 30 per realizzare che ho parlato d'altro). Credo seriamente negli ultimi 3 anni di non aver incontrato nessuna persona "nuova" con la quale non abbia SEMPRE parlato almeno in parte, in ogni conversazione, di soldi in un modo o nell'altro.

Il tutto in Italia.
 

Negli US, per esperienza personale, la situazione è identica. Hai ambienti che vivono di quello, e altri che non hanno una copertura sanitaria decente, figurati se hanno soldi da investire.

 

C'è gente che ha comprato immobili con valori triplicati, ed altri che hanno visto crolli del 50%.
 

Indubbiamente c'è una differenza, ma più che di cultura e conoscenza dei mezzi finanziari, di vita. Sono un popolo maggiormente orientato al capitalismo, e per questo idolatrano il successo. Noi il contrario.

Ma la maggior parte della popolazione brancola nel buio sul come raggiungerlo tanto quanto la nostra.

Hanno accesso a maggiori opportunità, date dalla capacità di spesa elevata, ma chi? Chi è riuscito a laurearsi (aprendo un mutuo o con il soldo dei genitori), o a farsi da solo, quindi con capacità il più delle volte molto elevate.

Hanno anche zero sicurezza di mantenere un lavoro stabile per più di 5 anni, e se diventano meno produttivi per millemila motivi (anche, semplicemente, la vecchiaia), auguroni. Per ogni ingegnere della valley che porta a casa 500k$ portando gli affitti di un 2 bedrooms a 4k$ al mese nella zona, ci sono un mare di persone che hanno dovuto abbandonare baracca e burattini e ritirarsi in lidi più consoni (quando con 100k$ l'anno sei quasi povero, meglio spostarsi).

Negli estremi, stanno meglio, e stanno peggio di noi. Se gli è andata bene, va alla grandissima. Se va male, addio proprio.

Noi non abbiamo le stesse opportunità di raggiungere tali estremi positivi, ma manco quelli negativi. 

Non intendo che ci si debba accontentare eh. Ma che non è tutto rosa e fiori, o riducibile al "si sta meglio là". Si sta diverso.



#21
Itachi

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Sulla questione tasse siamo assolutamente d'accordo.
Sulla cultura finanziaria, dipende prevalentemente dalla tua percezione, cioè dal giro che frequenti. 
Quando abitavo in periferia gli investimenti più grandi avvenivano nelle slot machine del tabaccaio.
Dove sono ora non parlano di altro che investimenti e attività (e hanno tutti mezzo metro di palo inserito a mo di marionetta che se fai mezza battuta ci vogliono 30 secondi per comprenderla e altri 30 per realizzare che ho parlato d'altro). Credo seriamente negli ultimi 3 anni di non aver incontrato nessuna persona "nuova" con la quale non abbia SEMPRE parlato almeno in parte, in ogni conversazione, di soldi in un modo o nell'altro.

Il tutto in Italia.
 
Negli US, per esperienza personale, la situazione è identica. Hai ambienti che vivono di quello, e altri che non hanno una copertura sanitaria decente, figurati se hanno soldi da investire.
 
C'è gente che ha comprato immobili con valori triplicati, ed altri che hanno visto crolli del 50%.
 
Indubbiamente c'è una differenza, ma più che di cultura e conoscenza dei mezzi finanziari, di vita. Sono un popolo maggiormente orientato al capitalismo, e per questo idolatrano il successo. Noi il contrario.

Ma la maggior parte della popolazione brancola nel buio sul come raggiungerlo tanto quanto la nostra.

Hanno accesso a maggiori opportunità, date dalla capacità di spesa elevata, ma chi? Chi è riuscito a laurearsi (aprendo un mutuo o con il soldo dei genitori), o a farsi da solo, quindi con capacità il più delle volte molto elevate.

Hanno anche zero sicurezza di mantenere un lavoro stabile per più di 5 anni, e se diventano meno produttivi per millemila motivi (anche, semplicemente, la vecchiaia), auguroni. Per ogni ingegnere della valley che porta a casa 500k$ portando gli affitti di un 2 bedrooms a 4k$ al mese nella zona, ci sono un mare di persone che hanno dovuto abbandonare baracca e burattini e ritirarsi in lidi più consoni (quando con 100k$ l'anno sei quasi povero, meglio spostarsi).

Negli estremi, stanno meglio, e stanno peggio di noi. Se gli è andata bene, va alla grandissima. Se va male, addio proprio.

Noi non abbiamo le stesse opportunità di raggiungere tali estremi positivi, ma manco quelli negativi. 

Non intendo che ci si debba accontentare eh. Ma che non è tutto rosa e fiori, o riducibile al "si sta meglio là". Si sta diverso.


Si il discorso degli estremi è verissimo.
Il problema è che alla lunga la nostra "media" ha creato meno bisogni di dover spingere su certe cose. Alla fine siamo esseri umani, come ogni animale siamo fatti per risparmiare energia dove possibile quindi gli sforzi, anche mentali, rimangono difficili senza motivazioni forti dietro.
Cioè, il sapere che se non fai un minimo di qualcosa rischi di finire per strada va detto che è sicuramente un buon incentivo a darsi una mossa.
Da noi proprio perché campi comunque il livello medio è sceso sempre di più.

È un po' come la sanità. Al livello morale sono totalmente per il sistema europeo.
Ma se guardi i numeri ti rendi anche conto che non è un sistema sostenibile senza essere portato avanti in maniera perfetta, cosa che noi non stiamo facendo.
L'anno scorso c'è stata una conferenza a riguardo dove si è praticamente detto che nei prossimi anni si raggiungeranno i 5 triliardi di spesa sanitaria in Europa e che i soldi per pagarla semplicemente non ci sono.

Non saprei, sicuramente sono argomenti complessi ma credo che da noi nel tempo si stia sempre più scusando l'errore e sempre meno premiando il risultato e semplicemente non credo che andrà a finire bene se il trend rimane questo.

#22
H4ch1k0

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Si il discorso degli estremi è verissimo.
Il problema è che alla lunga la nostra "media" ha creato meno bisogni di dover spingere su certe cose. Alla fine siamo esseri umani, come ogni animale siamo fatti per risparmiare energia dove possibile quindi gli sforzi, anche mentali, rimangono difficili senza motivazioni forti dietro.
Cioè, il sapere che se non fai un minimo di qualcosa rischi di finire per strada va detto che è sicuramente un buon incentivo a darsi una mossa.
Da noi proprio perché campi comunque il livello medio è sceso sempre di più.

È un po' come la sanità. Al livello morale sono totalmente per il sistema europeo.
Ma se guardi i numeri ti rendi anche conto che non è un sistema sostenibile senza essere portato avanti in maniera perfetta, cosa che noi non stiamo facendo.
L'anno scorso c'è stata una conferenza a riguardo dove si è praticamente detto che nei prossimi anni si raggiungeranno i 5 triliardi di spesa sanitaria in Europa e che i soldi per pagarla semplicemente non ci sono.

Non saprei, sicuramente sono argomenti complessi ma credo che da noi nel tempo si stia sempre più scusando l'errore e sempre meno premiando il risultato e semplicemente non credo che andrà a finire bene se il trend rimane questo.

Sono temi spinosi perché non abbiamo modelli realmente efficaci. La sanità in mano allo Stato ha i suoi problemi, al più economici.

In mano ai privati, ha i suoi problemi, come hai detto morali. Ma più che morali, sociali.

Perché una Società è una catena forte quanto il suo anello più debole. Perciò ad una crescita verso l'alto, dovrebbe corrispondere una medesima crescita delle condizioni dei meno abbienti. 

 

Se le cure mediche mi portano alla bancarotta, perché o mi bevo quello che la mia scarsa assicurazione mi copre come cura, o mi pago da solo le cure migliori, poi hai le strade piene di homeless e la paura di mandare tuo figlio a scuola senza zaino in kevlar.

Idealmente per me, in periodo di crisi economica il governo dovrebbe essere in mano a chi insegue l'economia, e in periodi di grassa, in mano a chi ridistribuisce il grasso che cola.

 

Questo non avviene ne da noi, ne da loro, seppur a parti opposte.

Poi capisco che per una persona ambiziosa, o che semplicemente capisce meglio come funziona il mondo, e riesce a trarne maggior profitto, l'Italia e gran parte della sua popolazione crea frustrazione.
Perché appunto sembra inerme, immobile, svogliata, non desiderosa di imparare, raggiungere, mettersi in gioco.

 

Ma credo che sia più per una mancanza di conoscenza che di desiderio o voglia di fare. Conosco persone che si ammazzano di lavoro, nella maniera sbagliata. O studiano per 10 anni con enormi risultati, in campi a profitto zero.

Negli US la cultura sopperisce, il concetto di loser o winner getta una base. Da noi la scuola dovrebbe essere il gran livellatore, che ci pone tutti sulla stessa linea di partenza, ma fallisce. E appena finisce, nessuno sa più da dove cominciare, e in pochi hanno esempi concreti sul cosa fare (perché chi riesce non diventa un fenomeno di costume).
 



#23
Itachi

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Sono temi spinosi perché non abbiamo modelli realmente efficaci. La sanità in mano allo Stato ha i suoi problemi, al più economici.

In mano ai privati, ha i suoi problemi, come hai detto morali. Ma più che morali, sociali.

Perché una Società è una catena forte quanto il suo anello più debole. Perciò ad una crescita verso l'alto, dovrebbe corrispondere una medesima crescita delle condizioni dei meno abbienti. 

 

Se le cure mediche mi portano alla bancarotta, perché o mi bevo quello che la mia scarsa assicurazione mi copre come cura, o mi pago da solo le cure migliori, poi hai le strade piene di homeless e la paura di mandare tuo figlio a scuola senza zaino in kevlar.

Idealmente per me, in periodo di crisi economica il governo dovrebbe essere in mano a chi insegue l'economia, e in periodi di grassa, in mano a chi ridistribuisce il grasso che cola.

 

Questo non avviene ne da noi, ne da loro, seppur a parti opposte.

Poi capisco che per una persona ambiziosa, o che semplicemente capisce meglio come funziona il mondo, e riesce a trarne maggior profitto, l'Italia e gran parte della sua popolazione crea frustrazione.
Perché appunto sembra inerme, immobile, svogliata, non desiderosa di imparare, raggiungere, mettersi in gioco.

 

Ma credo che sia più per una mancanza di conoscenza che di desiderio o voglia di fare. Conosco persone che si ammazzano di lavoro, nella maniera sbagliata. O studiano per 10 anni con enormi risultati, in campi a profitto zero.

Negli US la cultura sopperisce, il concetto di loser o winner getta una base. Da noi la scuola dovrebbe essere il gran livellatore, che ci pone tutti sulla stessa linea di partenza, ma fallisce. E appena finisce, nessuno sa più da dove cominciare, e in pochi hanno esempi concreti sul cosa fare (perché chi riesce non diventa un fenomeno di costume).
 

 

Ecco questo da noi già risolverebbe tanto.

Mi sorprende sempre vedere come tantissime persone siano convinte che il lavoro sia qualcosa di astratto che esiste e basta e non il risultato di domanda e offerta.

Va bene avere passioni per un campo particolare ovviamente ma credo che sia ora di spiegare alle persone che non c'è nessuno da nessuna parte pronto a pagarti solo perchè hai fatto/studiato qualcosa. Devi bilanciare quello che vuoi fare con quello che nel mercato ha un senso fare.

 

Rimane per me un assoluto mistero il perchè da noi ci siano limiti di iscrizioni in campi che sono necessari come il pane (medicina tanto per dirne uno) e poi letteralmente mezzo paese possa iscriversi a facoltà in settori che impiegano 10 persone l'anno.

 

Non che voglia limitare in alcun modo quello che una persona può scegliere di fare, se voglio prendermi 2 lauree in settori con bassa occupazione è sacrosanto poterlo fare. Ma credo che sia il momento che lo stato la smetta di scusare sempre tutto (e poi si arriva a "è colpa degli immigrati/rettiliano/europa/poteri forti) e spieghi come funziona il mondo reale, poi ognuno può fare quello che vuole.



#24
Genocide

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Basterebbe che a farlo fossero i genitori. Non serve che lo stato metta bocca.

Quando tua figlio ti dice: "voglio studiare scienze della comunicazione" gli metti in mano un libro del corso e gli dici: "da domani tuo zio ti prende in cantiere, il libro te lo puoi leggere la sera...se riesci a star sveglio".

Quelli di questa generazione hanno avuto per la maggior parte dei genitori convinti che la "laurea" contasse a prescindere.

Dico per la maggior parte perché ricordo ancora i discorsi dei miei genitori e di alcuni insegnanti quando dovevo decidermi che mi hanno aiutato tantissimo in questo (e ancora li ringrazio visto che son rimasto "in cerca di lavoro" solo per 1 mese dopo la laurea).

La nuova generazione stai sicuro che non farà lo stesso errore.
L'unico errore che potrebbe fare, e tanti purtroppo lo fanno, è cascare dall'altra parte. Cioè confondere, palesando un profondo bias cognitivo, l'inutilità (nel campare) della loro laurea con una inutilità generalizzata a tutte le lauree "Eh ma che studi a fare tanto..."

Modificata da Genocide, 04 January 2021 - 10:51 PM.


#25
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Basterebbe che a farlo fossero i genitori. Non serve che lo stato metta bocca.

Quando tua figlio ti dice: "voglio studiare scienze della comunicazione" gli metti in mano un libro del corso e gli dici: "da domani tuo zio ti prende in cantiere, il libro te lo puoi leggere la sera...se riesci a star sveglio".

Quelli di questa generazione hanno avuto per la maggior parte dei genitori convinti che la "laurea" contasse a prescindere.

Dico per la maggior parte perché ricordo ancora i discorsi dei miei genitori e di alcuni insegnanti quando dovevo decidermi che mi hanno aiutato tantissimo in questo (e ancora li ringrazio visto che son rimasto "in cerca di lavoro" solo per 1 mese dopo la laurea).

La nuova generazione stai sicuro che non farà lo stesso errore.
L'unico errore che potrebbe fare, e tanti purtroppo lo fanno, è cascare dall'altra parte. Cioè confondere, palesando un profondo bias cognitivo, l'inutilità (nel campare) della loro laurea con una inutilità generalizzata a tutte le lauree "Eh ma che studi a fare tanto..."

 

E' che non è così semplice. I miei genitori non conoscevano la differenza tra un professionale ed un liceo, il che mi ha portato a frequentare un ITIS, un ITSOS, perdere 2 anni a casaccio nonostante la media dell'8 perché avevo zero input che mi spingevano a frequentare, e infine con l'unico obbiettivo di togliermelo dai cosidetti con il minor sforzo possibile, un professionale (per diventare operatore dei servizi sociali). Al quinto anno, studiarmi da solo fisica, chimica, trigonometria ed altre cose mai fatte dato l'elevato livello dei miei istituti, per passare l'esame al PoliMi (ovviamente primo e ultimo a riuscirci della mia scuola, perché chi altro al mondo passa da oss a ingegneria informatica), uscire con 98/100 perché "la strafottenza di prendere bei voti ma non venire a lezione non merita ricompense", fare 6 mesi di esami con 30 e lode e mollare per portare avanti un'azienda nel settore.

 

E l'unico motivo per cui non sono nella stessa situazione degli amici con cui son cresciuto, è un misto di culo e capacità (derivanti anch'esse dalla congiunzione astrale del deretano).

 

La colpa è dei miei genitori? Sotto tanti aspetti, sicuro. Per dire, al quinto "c'è picchetto a scuola, sto a casa", io due domande sulla veridicità di tale affermazione me la sarei posta.

Ma pretendere una guida in una società, da chi ancora non ha capito come destreggiarsi, è chiedere troppo. E i miei genitori non sono neanche così male. La condizione di milioni e milioni di famiglie è pari o peggio.

 

Per quello parlavo di scuola, e non di genitori, come problema. Anche spiegare un minimo come funziona il mercato del lavoro, per dire. Discutere sul perché la professione X ti porta a Y. Non per omologarci e farci far tutti le stesse cose, ma per darci gli strumenti necessari per fare una scelta quantomeno ponderata.

 

Possono sembrare concetti semplici e di cultura comune, ma quando hai nella vita zero esempi e nessuno ti direziona, non ci sono molte chance che vada per il meglio.

In quel senso sei stato molto fortunato ad avere delle persone vicino che hanno potuto risolvere parte del puzzle al tuo posto. Semplicemente per i più questa fortuna non c'è e non ci sarà neanche tra qualche generazione.



#26
Itachi

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Aggiungo che tra l'altro oggi nello specifico sta accadendo anche un'altra cosa.

 

L'accesso illimitato alle informazioni sta creando un varco di dimensioni epiche tra le persone. Perchè chi ha quel minimo di comprensione del mondo in pratica aumenta le sue conoscenze/capacità letteralmente ogni giorno che passa, all'infinito.

Chi non ha quella comprensione è "bloccato" sempre allo stesso punto.

 

Il che vuol dire che ogni giorno che passa la differenza tra il primo e il secondo gruppo continua a crescere e si creano tutte quelle tensioni sociali che vediamo continuamente, dove si demonizza la conoscenza e si cercano capri espiatori per le situazioni di disagio e povertà.

 

Uno dei tanto motivi per cui sono fermamente convinto che la politica a cui stiamo assistendo (basata proprio sul mettere le persone contro se stesse) verrà ricordata un giorno al pari di un crimine di guerra.



#27
Sarastro

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Troppe le cose da dire, delego al mio squalo preferito Sarastro :sisi:


Ma io sono un pesciolino rosso :D

Itachi ha usato le parole giuste, senza eccedere in animosità contro quel paese arretrato che amiamo tanto e che tanto dovrebbe imparare dal resto del mondo.

Che ne pensate di FCA+PSA?
Il dividendo di Exxon sarà gestibile sul lungo periodo?
Rolls-Royce rischia di saltare per aria o andiamo long ed aspettiamo che torni a fare profitti?
Shopify o Amazon?
Intel ha futuro?

#28
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Aggiungo che tra l'altro oggi nello specifico sta accadendo anche un'altra cosa.
 
L'accesso illimitato alle informazioni sta creando un varco di dimensioni epiche tra le persone. Perchè chi ha quel minimo di comprensione del mondo in pratica aumenta le sue conoscenze/capacità letteralmente ogni giorno che passa, all'infinito.
Chi non ha quella comprensione è "bloccato" sempre allo stesso punto.
 
Il che vuol dire che ogni giorno che passa la differenza tra il primo e il secondo gruppo continua a crescere e si creano tutte quelle tensioni sociali che vediamo continuamente, dove si demonizza la conoscenza e si cercano capri espiatori per le situazioni di disagio e povertà.


Questa è ESATTAMENTE la lezione di Umberto Eco. La TV avvicinava le classi, intenet le allontana.
Siamo passati da Manzi a Tinelli.

#29
Itachi

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Ma io sono un pesciolino rosso :D

Itachi ha usato le parole giuste, senza eccedere in animosità contro quel paese arretrato che amiamo tanto e che tanto dovrebbe imparare dal resto del mondo.

Che ne pensate di FCA+PSA?
Il dividendo di Exxon sarà gestibile sul lungo periodo?
Rolls-Royce rischia di saltare per aria o andiamo long ed aspettiamo che torni a fare profitti?
Shopify o Amazon?
Intel ha futuro?

 

Vai di Shopify. Amazon è sempre Amazon ma è un big che cresce da anni, Shopify è ancora enormemente piccola rispetto a quello che può fare, quindi sicuramente più prospettive di guadagno.

Io conosco anche la piattaforma al livello tecnico, nei prossimi anni si mangeranno tranquillamente anche parte del mercato di Amazon Marketplace visto che tra le altre cose permette di gestire più canali di vendita contemporaneamente (Amazon compreso).



#30
Sarastro

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Vai di Shopify. Amazon è sempre Amazon ma è un big che cresce da anni, Shopify è ancora enormemente piccola rispetto a quello che può fare, quindi sicuramente più prospettive di guadagno.
Io conosco anche la piattaforma al livello tecnico, nei prossimi anni si mangeranno tranquillamente anche parte del mercato di Amazon Marketplace visto che tra le altre cose permette di gestire più canali di vendita contemporaneamente (Amazon compreso).


Molto interessante - non avevo ancora approfondito, ma adesso mi intriga parecchio.




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