Sono per principio contrario alla pena di morte (anche se ogni tanto questa mia convinzione vacilla), ma favorevole ai lavori forzati, ovviamente non retribuiti e senza sconti di pena.
p.s: mi permetto di correggerti il titolo
p.p.s: eviterei di cercare esempi di moralità nella bibbia, poi si rischia di leggere qualcosa di troppo e rimanerci male
Guarda condivido in pieno il tuo pensiero, il problema è che si sentono delle atrocità tali da far seriamente vacillare le proprie convinzioni (e inoltre sinceramente io non credo più di tanto al "recupero" di certi individui). Molto dipende poi dal coinvolgimento personale: se provo solo a immaginare mio figlio succube di certe atrocità mi viene in mente una tale varietà di "giuste pene" per codesti individui (che evito di elencare per ovvi motivi), che a confronto la pena di morte sembrerebbe una blanda liberazione. Sì, scendendo/precipitando giù, al loro livello...così magari ci si capisce meglio...
Capisco ampiamente il discorso del guardare negli occhi una bimba di 3 anni. Però per affrontare questo problema si deve parlarne quando si è più centrati fino a riuscire ad inquadrare la situazione da più punti di vista. Se un giorno dovessero inventare un test che individua una mutazione genetica che porta alla pedofilia finirai per proporre di ammazzarre i bambini e le bambine piccole che presentano quella mutazione?
Oggi abbiamo professionisti che si occupano delle persone malate di questo grave disturbo, forse sarebbe più giusto e producente per tutti dire alle persone affette dal disturbo di farsi coraggio e chiedere aiuto alla sanità pubblica per delle cure piuttosto che invitarli a vivere nell’ombra (e nella malattia non curata potenzialmente più pericolosa) per paura di essere odiati e ammazzati.
I professionisti che si occupano delle persone affette da un disturbo o da una dipendenza possono farlo solo con soggetti che VOGLIONO farsi aiutare in quanto riconoscono di avere un problema. Indubbiamente il dialogo, la "tolleranza" e se possibile l'assenza di discriminazione aiutano molto, ma a mio avviso, chi decide di intraprendere (correttamente) un discorso di questo tipo lo fa perchè intimamente convinto (è piuttosto difficile ottenere un risultato se non hai la volontà di ottenerlo, pensa a quelli che provano a smettere di fumare). Ora, non mi risulta che chi affronta un percorso terapeutico in tal senso venga in qualche maniera messo alla gogna, o il suo problema bellamente sbandierato ai 4 venti, nè minacciato di morte, ergo non è per la paura del giudizio o di eventuali ripercussioni che alcuni non intraprendono questa via, ma banalmente per mancanza reale di volontà. I sotterfugi li usano sì, e anche una forte pressione psicologica nei confronti delle povere vittime e certo vivono nell'ombra perchè solo così riescono a fare i loro porci comodi, magari adducendo pure vomitevoli scuse di complicità e consenso da parte delle vittime.