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Jeff Bezos non č pių l'uomo pių ricco al mondo: superato da Bernard Arnault


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Questa discussione ha avuto 27 risposte

#1
Robō Numero 5

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Jeff Bezos di Amazon non č pių l'uomo pių ricco al mondo. Il patron di Amazon č stato superato da Bernard Aranult.
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#2
BmAx

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Un giorno vorrei sapere chi è la persona più povera del mondo per par condico .

#3
mishita

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Un giorno vorrei sapere chi è la persona più povera del mondo per par condico .

Più o meno 1,5 miliardi di persone tra continente africano (Togo, Malawi, Sierra Leone, Eritrea, Burundi, Nigeria, Liberia, Zimbabwe, Congo), India e Centro America (Venezuela, Nicaragua, Honduras, Guatemale, Bolivia), paesi piagati da guerre, malattie, corruzione, narcotraffico e via dicendo.
Lo so che la tua era una battuta, ma fa pensare che da soli questi tre signori hanno un patrimonio uguale al PIL della Norvegia (o Belgio) in un anno...
Almeno Gates è un noto filantropo e da ormai una ventina di anni devolve un sacco di soldi in ricerca e sviluppo. Bezos e Arnault non so. E' vero che se uno devolve soldi in beneficenza non deve per forza dirlo e soprattutto se è ricco, la cosa può anche ritorcerglisi contro (se fa lo "spilorcio"), ma Gates ha tutta la mia stima.

Modificata da mishita, 19 January 2020 - 05:10 PM.


#4
Dark Soul

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Più o meno 1,5 miliardi di persone tra continente africano (Togo, Malawi, Sierra Leone, Eritrea, Burundi, Nigeria, Liberia, Zimbabwe, Congo), dell'India, Centro America (Venezuela, Nicaragua, Honduras, Guatemale, Bolivia), paesi piagati da guerre, malattie, corruzione, narcotraffico e via dicendo.
Lo so che la tua era una battuta, ma da soli questi tre signori guadagnano il 90% del resto del mondo.
Almeno Gates è un noto filantropo e da ormai una ventina di anni devolve un sacco di soldi in ricerca e sviluppo. Bezos e Arnault non so. E' vero che se uno devolve soldi in beneficenza non deve per forza dirlo e soprattutto se è ricco, la cosa può anche ritorcerglisi contro (se fa lo "spilorcio"), ma Gates ha tutta la mia stima.

il problema non è l'esistenza del miliardario, è il sistema che non funziona. Purtroppo critichiamo tanto i paesi cosiddetti "arretrati" ma nel mondo le leggi non tutelano i più piccoli, e pure tra noi comuni mortali vige la regola del pensare a se stessi. Tu pensa quanto lavoro è andato nei paesi a basso costo, quanti negozi hanno fatto chiudere Amazon e i centri commerciali. Pesce grosso mangia pesce piccolo, è sempre stato così e purtroppo non c'è segno di cambiamento

#5
MarcoGiG

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certo che una donazione di 35,8 miliardi di Dollari in attività filantropiche è davvero tanta roba. bezos giusto per il divorzio ha speso una somma simile...

#6
elder

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Bill Gates è un grande uomo che passerà alla storia per il progresso informatico e anche per le sue donazioni e fondazioni.
Mi fa invece tristezza pensare che il nuovo uomo più ricco, sia diventato tale vendendo il lusso più inutile, quello dei prezzi maggiorati solo per esibire un marchio.

#7
mishita

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il problema non è l'esistenza del miliardario, è il sistema che non funziona. Purtroppo critichiamo tanto i paesi cosiddetti "arretrati" ma nel mondo le leggi non tutelano i più piccoli, e pure tra noi comuni mortali vige la regola del pensare a se stessi. Tu pensa quanto lavoro è andato nei paesi a basso costo, quanti negozi hanno fatto chiudere Amazon e i centri commerciali. Pesce grosso mangia pesce piccolo, è sempre stato così e purtroppo non c'è segno di cambiamento

In linea generale ti do' ragione, ma la regola "pesce grosso mangia pesce piccolo" non è sempre valida.
Ho sentito tantissime volte commercianti che si lamentano della chiusura della propria o altrui attività commerciale per colpa di Amazon e già da venti e più anni fa, dei centri commerciali.
Ecco, queste affermazioni un po' mi fanno rabbia, perché se un negoziante chiude non è solo per una questione economica (la grande catena di distribuzione -centro commerciale o Amazon che sia- sicuramente ha prezzi più vantaggiosi) ma anche e secondo me, la causa più grave, che il negozio NON è in grado di fornire un servizio adeguato.
Mi spiego meglio con un paio di esempi:
1) una libreria, se ha del personale ben formato e in grado di consigliare libri, oltre che vendere quelli che normalmente gli acquirenti comprano, è ben fornita -non solo dei soliti titoli commerciali- sicuramente ha una "marcia in più" rispetto, ad esempio, una Feltrinelli o un Amazon. Il problema che trovare una libreria indipendente che abbia questi requisiti non è per nulla facile. E allora chiude.
2) una macelleria (ma anche un fruttivendolo, un negozio di abbigliamento, etc.) che proponga merce di qualità, senza i prezzi folli (e ingiustificati delle marche "vip" come Fendi, Valentino, ecc. per l'abbigliamento) "dovrebbe" avere una marcia in più rispetto all'e-commerce, perché se tu compri un vestito su Amazon o Zalando e non ti va bene, il reso comunque è sicuramente più complesso di un negozio. Se così non è, allora il negoziante sbaglia. E se una macelleria offre carne di qualità inferiore a quella di un centro commerciale, beh allora devo star qui a continuare a fare esempi?
Per tirare le fila: ok, la grande distribuzione ha dalla sua parte i prezzi, ma la qualità? Non sempre. Di sicuro non ha la competenza e l'esperienza che dovrebbe avere la piccola libreria, il macellaio o il fruttivendolo.
Il problema è che da ormai una decina di anni la gente VUOLE RISPARMIARE su tutto, dal cibo al vestito, e allora va dove il prodotto costa meno, cioè nella grande distribuzione. Anche a costo di rinunciare alla qualità.
Però ricordiamoci anche che questa voglia di risparmio è cresciuta esponenzialmente dal 2001 in poi quando con il cambio dell'euro, 1000 lire = 1 euro. Ci sono state innumerevoli attività commerciali che hanno cavalcato l'onda raddoppiando i prezzi in un batter d'occhio (una pizza margherita da 4500 lire a 4,5 euro) senza una reale crescita delle materie prime.
Direi che molti si sono tirati la zappa sui piedi da soli, è inutile lamentarsi 20 anni dopo se chiudi perché per tutto questo tempo te ne sei fregato del cliente, hai solo voluto fare soldi...
Non voglio fare di tutta l'erba un fascio, ma la situazione che ti ho esposto sopra è abbastanza valida e l'abbiamo vissuta tutti sulla nostra pelle, non facciamo finta di non ricordarcene e dire del negoziante che chiude "eh, poverino...". Poverino un cavolo! Poi ripeto, non tutti ne hanno approfittato, ma se ne approfittano 9 su 10, anche il decimo va a finire come gli altri.

#8
Dark Soul

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In linea generale ti do' ragione, ma la regola "pesce grosso mangia pesce piccolo" non è sempre valida.
Ho sentito tantissime volte commercianti che si lamentano della chiusura della propria o altrui attività commerciale per colpa di Amazon e già da venti e più anni fa, dei centri commerciali.

il tuo ragionamento è giusto, però può essere vero anche il contrario se guardiamo i singoli casi. Faccio una premessa, io sono un operaio figlio di ex commerciante, quindi ho la visione sia del dipendente che dell'attività autonoma, non parlerò per sentito dire.
Devi sapere che mio padre quando aprì negli anni 80 il negozio di componenti elettronici all'epoca c'erano regole restrittive fatte apposta per garantire la competenza nel settore e l'equilibrio del mercato. Mio padre dovette sostenere un esame di elettronica per ottenere la licenza e dovette aprire il negozio in una zona situata ad una certa distanza minima garantita da altri negozi dello stesso genere. Poteva vendere solo prodotti della categoria scelta e doveva rispettare gli orari di apertura e chiusura stabiliti dal comune. Infine io come figlio potevo tranquillamente aiutare mio padre senza pericolo di sanzioni perché era lecito. Successivamente è cambiato tutto ciò che ti ho appena descritto: non esistono più esami per la licenza (quindi niente competenza), non ci sono più distanze da rispettare tra negozi della stessa tipologia (quindi se uno con più soldi di te viene e ti apre un Mediaworld al tuo fianco semplicemente devi tacere), i supermercati vendono CD, batterie, cavetti che sono prodotti di altri settori, devi competere con chi rispetto a te può stare aperto tutti i giorni e se tuo figlio, moglie, fratello ecc ti vuole dare una mano non può farlo perché dovresti assumerlo. Praticamente tutto ciò che era stato stabilito per garantire l'equilibrio del mercato è stato sovvertito con la scusa di creare posti di lavoro, invece ha contribuito alla crisi che vediamo oggi. Ti farei vedere una strada a 150 metri da casa mia dove nel raggio di 100 metri ci sono 3 bar.. praticamente a colui che ha aperto per primo se ne sono aggiunti altri 2 che avevano soldi da investire e gli stanno facendo le scarpe. Inutile aggiungere poi che tutti i soldi che entravano nei negozi alimentavano le famiglie, adesso invece alimentano delle società che in parte schiavizzano anche i propri dipendenti e li sottopagano. Poi come ben saprai la regolamentazione sulla garanzia dei prodotti dice che il primo anno ne risponde il produttore mentre il secondo anno è a carico del commerciante... Anzitutto non capisco che colpa ha un commerciante se il prodotto si rompe al secondo anno, ma poi mentre per una grande catena il peso di gestire una garanzia è insignificante per un piccolo commerciante può significare una forte perdita.
Tornando al discorso della competenza sai quante persone hanno acquistato dei telecomandi universali su Amazon ed hanno avuto il coraggio di venire a chiedere spiegazioni da mio padre? Mio padre ha chiuso il negozio per disperazione perché negli ultimi anni ci stava solo rimettendo soldi ed oggi prende la pensione che spetta alla loro categoria (circa 600/700 euro).
Ti posso dire che oggi là dove posso compro ancora dai piccoli negozi e soprattutto sul cibo riscontro una qualità che la grande distribuzione può garantire solo a prezzi maggiori. Non cambierei mai il mio macellaio con quello del Carrefour e similari perché non c'è proprio paragone.
In definitiva questi per me sono i motivi per cui credo che le regole siano a favore dei più forti e ammetto pure che non si può indire una campagna a favore dei piccoli commercianti perché (giustamente) ognuno devi fare i conti con la propria tasca e non sempre si può spendere veramente come si vuole. Non oso immaginare da qui in avanti come si evolveranno le cose, ma come dicevo nel post precedente ad oggi non sono ottimista nel vedere un miglioramento.

#9
the_game_over_show

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Non pensavo che i beni di lusso potessero fruttare più di tutto quello che vende Amazon

#10
mishita

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il tuo ragionamento è giusto, però può essere vero anche il contrario se guardiamo i singoli casi. Faccio una premessa, io sono un operaio figlio di ex commerciante, quindi ho la visione sia del dipendente che dell'attività autonoma, non parlerò per sentito dire.
Devi sapere che mio padre quando aprì negli anni 80 il negozio di componenti elettronici all'epoca c'erano regole restrittive fatte apposta per garantire la competenza nel settore e l'equilibrio del mercato.

Guarda, anche io sono figlio di commercianti, ho lavorato nel commercio e ora lavoro nel privato come dipendente, quindi anch'io non parlo per sentito dire. Senza offesa... :smile-04:
Le regole con il tempo sono cambiate (quello a cui ti riferisci avveniva 15, 20 o più anni fa). Se ci pensi, 20 anni fa i supermercati chiudevano alle 20 e la domenica erano chiusi tutto il giorno.
Oggi come ben sai, possono rimanere aperti 24/24 e 7/7.
Però questo non ha nulla a che fare con Amazon, più con i centri commerciali.
Assumere però che la regola centro commerciale = diavolo oppure Amazon = diavolo è sbagliato.
Ad essere cambiata prima di tutto la società, 20 anni fa internet e i cellulari non erano così intrecciati con la vita quotidiana, quindi l'e-commerce era ancora allo stadio larvale rispetto ad oggi.
Allo stesso modo chissà cosa succederà tra 20 o 40 anni.
Però il commerciante, soprattutto se piccolo, può e deve puntare sulla qualità per ovviare allo strapotere dei centri commerciali o di Amazon, non può lamentarsi e basta.
Ecco, in sintesi è questo il problema: lamentarsi che la regola è cambiata, o che è arrivato un nuovo negozio (che sia un bar, un Mediaworld o altro) è sbagliato, fa parte del gioco.
Il commercio è "guerra". Però a volte la "guerra" la può vincere anche il piccolo, se offre un servizio e una qualità maggiore. Invece a me sembra (come ripeto, e vorrei essere smentito) che la maggioranza dei commercianti si lamenta solo, quando anch'essi, magari in passato, hanno approfittato in qualche maniera di qualche scappatoia o di qualche negoziante più debole (o a fine ciclo, penso a commercianti anziani che hanno abbandonato l'attività per vecchiaia).
Il detto "chi non ha peccato scagli la prima pietra" vale per tutti, non credo esista una persona "pura" al 100%, quindi il solo modo per non affogare è distinguersi dalla massa.
Fortunatamente conosco di persona piccole realtà di ogni tipo (dal bar alla libreria, alla macelleria e al fruttivendolo) che offrono un servizio qualitativamente migliore rispetto al centro commerciale e nel caso della libreria, che offrono "umanità" e non solo l'acquisto del mero libro, ma che ti permettono di scambiare due chiacchiere sul libro preferito, consigliarti sulla base dei tuoi acquisti (ma non come Amazon, con un software). Cose che appunto, Feltrinelli e Amazon per ora non si sognano nemmeno...
Chi si lamenta sono quelle persone che non sanno "evolversi" e pensano che le cose siano rimaste ancorate agli anni '90 o prima ancora.
A me spiace sempre quando un negozio "sottocasa" chiude, perché mi costringe a rivolgermi ad un negozio più lontano o in alternativa, al demone-centro commerciale.
Però mi fa piacere anche quando vedo persone motivate nel loro lavoro, che credono in quello che fanno e sopratutto, che SANNO quello che fanno. Invece a volte vedo persone che si professano imprenditori-fai-da-te, aprono un'attività commerciale e di quell'attività non sanno un bel nulla, salvo poi rischiare di chiudere nel giro di un anno (se non lo fanno per davvero).
Ultima cosa e poi chiudo qui: ho letto nel tuo messaggio qualcosa a riguardo la garanzia. Mi sembra tu abbia fatto un po' di confusione. La garanzia legale (quella della durata di 24 mesi), riguarda un problema all'origine sul prodotto (e non se lo rompi tu, acquirente, dopo 16 mesi, ad esempio) e si traduce nella sostituzione o riparazione dello stesso, per cui il venditore, e non il produttore, dovrà attivarsi in questo senso. A sua volta il venditore, può rivalersi nei confronti del produttore o distributore, entro un anno. Quindi mi sembra che la garanzia legale (obbligatoria per legge, e quindi valida sia per il negozietto che per Amazon) non vada a ledere i diritti (e le tasche) del venditore, il quale comunque può far ricadere la spesa sostenuta sul distributore. Compro un'auto, ha un difetto di costruzione per cui dopo 16 mesi si rompe che so la frizione, vado in concessionaria, me la riparano, la concessionaria richiede il danno al produttore e stop. Non ci perde la concessionaria...
Interessantissima discussione ma siamo finiti molto OT rispetto all'articolo. Buona serata!

#11
mishita

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Non pensavo che i beni di lusso potessero fruttare più di tutto quello che vende Amazon

Prova a pensare: Luis Vitton fa fabbricare una borsa al suo fornitore in Cina. Il "costo vivo" della borsa è derivato da diversi fattori: materia prima+costo fornitore+spese di spedizione e doganali.
Mettiamo una borsa a Viutton (non Vitton) costi che so, 150 euro (per dire una cavolata, penso siano molto minori). La stessa borsa, venduta in un negozio al pubblico, costa dalle 8 alle 10 volte tanto.
Amazon acquista "prodotti finiti" (scarpe, vestiti, giochi, e qualsiasi altra cosa) da un fornitore, quindi più compra più ha sconto (fino ad un certo punto però), quindi il suo guadagno è solo lo sconto che riesce a farsi fare dal distributore, dato che il prezzo di vendita finale è lo stesso (anzi, è minore altrimenti non farebbe concorrenza). Quindi a parità, se Viutton guadagna 1250 euro con una borsa, Bezos deve vendere che so, 15000 euro di beni vari per avere lo stesso guadagno.
Certo, Amazon vende in tutto il mondo (così come Vuitton) ma se ci pensi, alla fine Amazon deve vendere centinaia di volte in più per avere lo stesso guadagno

#12
Dark Soul

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Guarda, anche io sono figlio di commercianti, ho lavorato nel commercio e ora lavoro nel privato come dipendente, quindi anch'io non parlo per sentito dire. Senza offesa... :smile-04:
Le regole con il tempo sono cambiate (quello a cui ti riferisci avveniva 15, 20 o più anni fa). Se ci pensi, 20 anni fa i supermercati chiudevano alle 20 e la domenica erano chiusi tutto il giorno.
Oggi come ben sai, possono rimanere aperti 24/24 e 7/7.
Però questo non ha nulla a che fare con Amazon, più con i centri commerciali.
Assumere però che la regola centro commerciale = diavolo oppure Amazon = diavolo è sbagliato.
Ad essere cambiata prima di tutto la società, 20 anni fa internet e i cellulari non erano così intrecciati con la vita quotidiana, quindi l'e-commerce era ancora allo stadio larvale rispetto ad oggi.
Allo stesso modo chissà cosa succederà tra 20 o 40 anni.
Però il commerciante, soprattutto se piccolo, può e deve puntare sulla qualità per ovviare allo strapotere dei centri commerciali o di Amazon, non può lamentarsi e basta.
Ecco, in sintesi è questo il problema: lamentarsi che la regola è cambiata, o che è arrivato un nuovo negozio (che sia un bar, un Mediaworld o altro) è sbagliato, fa parte del gioco.
Il commercio è "guerra". Però a volte la "guerra" la può vincere anche il piccolo, se offre un servizio e una qualità maggiore. Invece a me sembra (come ripeto, e vorrei essere smentito) che la maggioranza dei commercianti si lamenta solo, quando anch'essi, magari in passato, hanno approfittato in qualche maniera di qualche scappatoia o di qualche negoziante più debole (o a fine ciclo, penso a commercianti anziani che hanno abbandonato l'attività per vecchiaia).
Il detto "chi non ha peccato scagli la prima pietra" vale per tutti, non credo esista una persona "pura" al 100%, quindi il solo modo per non affogare è distinguersi dalla massa.
Fortunatamente conosco di persona piccole realtà di ogni tipo (dal bar alla libreria, alla macelleria e al fruttivendolo) che offrono un servizio qualitativamente migliore rispetto al centro commerciale e nel caso della libreria, che offrono "umanità" e non solo l'acquisto del mero libro, ma che ti permettono di scambiare due chiacchiere sul libro preferito, consigliarti sulla base dei tuoi acquisti (ma non come Amazon, con un software). Cose che appunto, Feltrinelli e Amazon per ora non si sognano nemmeno...
Chi si lamenta sono quelle persone che non sanno "evolversi" e pensano che le cose siano rimaste ancorate agli anni '90 o prima ancora.
A me spiace sempre quando un negozio "sottocasa" chiude, perché mi costringe a rivolgermi ad un negozio più lontano o in alternativa, al demone-centro commerciale.
Però mi fa piacere anche quando vedo persone motivate nel loro lavoro, che credono in quello che fanno e sopratutto, che SANNO quello che fanno. Invece a volte vedo persone che si professano imprenditori-fai-da-te, aprono un'attività commerciale e di quell'attività non sanno un bel nulla, salvo poi rischiare di chiudere nel giro di un anno (se non lo fanno per davvero).
Ultima cosa e poi chiudo qui: ho letto nel tuo messaggio qualcosa a riguardo la garanzia. Mi sembra tu abbia fatto un po' di confusione. La garanzia legale (quella della durata di 24 mesi), riguarda un problema all'origine sul prodotto (e non se lo rompi tu, acquirente, dopo 16 mesi, ad esempio) e si traduce nella sostituzione o riparazione dello stesso, per cui il venditore, e non il produttore, dovrà attivarsi in questo senso. A sua volta il venditore, può rivalersi nei confronti del produttore o distributore, entro un anno. Quindi mi sembra che la garanzia legale (obbligatoria per legge, e quindi valida sia per il negozietto che per Amazon) non vada a ledere i diritti (e le tasche) del venditore, il quale comunque può far ricadere la spesa sostenuta sul distributore. Compro un'auto, ha un difetto di costruzione per cui dopo 16 mesi si rompe che so la frizione, vado in concessionaria, me la riparano, la concessionaria richiede il danno al produttore e stop. Non ci perde la concessionaria...
Interessantissima discussione ma siamo finiti molto OT rispetto all'articolo. Buona serata!

Ma io non ho detto che Amazon e i centri commerciali sono dei diavoli, dico solo che le regole li favoriscono. Un soldato non potrà mai competere contro un esercito. Da una parte mi farebbe piacere essere tra quelli che hanno avuto regole a favore e benefici di una situazione ma sia io che i miei genitori non abbiamo nemmeno una casa di proprietà :smile-16:
Sulla questione garanzia è vero che si valuta solo problemi di conformità entro i 2 anni, però se anche devi solo spedire un prodotto al fornitore il commerciante lo fa a spese sue per colpe non sue.
Comunque si, siamo andati off topic però io tutto il discorso lo facevo in relazione allo squilibrio sociale che ovviamente non riguarda solo questo aspetto. Anche il fatto che un operaio deve competere con un altro operaio che guadagna un quarto di te lo trovo sleale. Potrei anche sbagliarmi però i risultati raccolti dalla società di oggi sono pessimi. Č inutile che la politica parli di uguaglianza, diritto allo studio, diritto alla salute, diritto a lavoro se poi tutto viene meno.
Comunque è stato un piacere, buona serata anche a te!

#13
MarcoGiG

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il problema non è quando puoi puntare sulla qualità (tipo il cibo) ma quando vendi lo stesso identico prodotto che ha amazon o un centro commerciale. io avevo un negozio di videogiochi, e lì il servizio che potevi offrire in più era solo la professionalità di chi ci lavorava. ma alla fine la gente guardava solo al prezzo finale. che poi se ne fregava se un gioco sottocosto non era altro che un articolo civetta per attirare gente. il ricarico sui videogiochi e sugli accessori è ridicolo (20% scarso) mentre sulle console è praticamente nullo (su una ps2 da 700 mila lire ci guadagnavo 10 mila lire lorde) e anche solo tenerle ferme in magazzino era una spesa enorme per il piccolo. quindi cosa fai quando hai questi ricarichi? semplice, ti inventi servizi che non potresti offrire tipo un noleggio (abilmente camuffato da prevendita) e le modifiche alle console (ufficialmente, per i giochi import): tutti servizi che un centro commerciale non poteva offrire (ma neanche io, del resto). potevano rompermi le palle in qualsiasi momento, per questo, ma ho rischiato lo stesso. indirettamente stavo agevolando la pirateria? forse. ma più probabilmente mi sono limitato a sfruttare quella che già c'era per poter continuare a mangiare. questo fino a quando internet si è evoluto e anche il mio servizio è diventato superfluo: i giochi non si potevano più copiare direttamente dall'originale ma bisognava scaricarseli già crackati. bastava una connessione ad internet. e le console non avevano più bisogno nemmeno di una modifica hardware. bastava un tutorial su internet e un firmware da scaricare. quindi vaff... ho chiuso, ho affittato il locale e sono andato sotto padrone. ecco perchè mi in[Censura] quando vedo la politica di gamestop: lei crea un danno reale al mercato videolidico senza che nessuno le dica niente. il mercato dell'usato "organizzato" crea danni ben maggiori della più becera della pirateria, perchè riguarda TUTTI, non solo gli smanettoni nerd. e un gioco usato rivenduto n volte è un guadagno per gamestop e basta. porta zero soldi alle tasche di chi il gioco l'ha fatto. ma di questo nessuno sembra accoggersene. mah.

il discorso euro e prezzi raddoppiati è vero solo per certi settori. in molti non è stato affatto così (e anche qui, nessuno se ne accorge). un vidoegioco da ragazzo lo pagavo 149 mila lire se andava bene. sf2 per snes o another world per md anche 179 mila lire (colpa delle cartucce più cicciotte). il prezzo più basso s'è toccato con la prima psx (i materiali del cd costano meno della cartuccia) soprattutto con i giochi distribuiti direttamente da sony: 98 mila lire mentre quelli halifax arrivavano massimo a 119. col cambio euro (e col cambio generazione) i titoli costavano tutti 60€ (vi ricordo che al commerciante un gioco da 60€ glie ne costava 50, e se c'era un price cut, s'attaccava arcà...). solo questa generazione ha fatto lievitare il prezzo da 60 a 70. ma questo penso si chiami inflazione, piuttosto che speculazione.

quindi i centri commerciali hanno mangiato i piccoli negozianti? vero. amazon si mangerá i centri commerciali? stika. è una ruota che gira. quando verrà fuori un servizio migliore di amazon con prezzi migliori, anche amazon verrá mangiato. pace. francamente col tenpo ho imparato a fregarmene. anche perchè prima alimentavo le piccole imprese per via del servizio migliore, ora il servizio migliore me lo da amazon. al di là del prezzo. sarò cinico ma... chiudono i centri commerciali? andassero a lavorare per amazon o per i corrieri, che negli ultimi anni sotto casa mia passano più furgoncini che auto private...

scusate lo sfogo ot, ma leggendo i commenti m'era presa bene :smile-01:

Modificata da MarcoGiG, 20 January 2020 - 03:34 AM.


#14
Itachi

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Ma io non ho detto che Amazon e i centri commerciali sono dei diavoli, dico solo che le regole li favoriscono. Un soldato non potrà mai competere contro un esercito. Da una parte mi farebbe piacere essere tra quelli che hanno avuto regole a favore e benefici di una situazione ma sia io che i miei genitori non abbiamo nemmeno una casa di proprietà :smile-16:
Sulla questione garanzia è vero che si valuta solo problemi di conformità entro i 2 anni, però se anche devi solo spedire un prodotto al fornitore il commerciante lo fa a spese sue per colpe non sue.
Comunque si, siamo andati off topic però io tutto il discorso lo facevo in relazione allo squilibrio sociale che ovviamente non riguarda solo questo aspetto. Anche il fatto che un operaio deve competere con un altro operaio che guadagna un quarto di te lo trovo sleale. Potrei anche sbagliarmi però i risultati raccolti dalla società di oggi sono pessimi. È inutile che la politica parli di uguaglianza, diritto allo studio, diritto alla salute, diritto a lavoro se poi tutto viene meno.
Comunque è stato un piacere, buona serata anche a te!

 

 

Le regole non favoriscono nessuno, è la fisica della realtà che li favorisce.

 

Nel nostro universo più unità si mettono insieme sotto uno stesso sistema più il sistema stesso è efficiente. Le grandi aziende sono il risultato di questo meccanismo, più gente che lavora insieme è più efficace di una persona che lavora da sola, e sarà sempre cosi.

 

È lo stesso identico concetto delle formiche che lavorano in sincrono insieme.

 

Non si tratta di nulla di ingiusto, è che semplicemente il negoziante singolo che ti rivende una cosa prodotta da qualcun'altro non ha nessun senso logico al livello di efficacia, risorse e produttività.

 

Ma in Italia c'è una consapevolezza economica praticamente nulla, siamo andati avanti decenni convincendo la gente (generalmente per voti in politica) che "i piccoli commercianti sono il motore dell'economia".

Rispetto ogni lavoro, e sono sicuro che parliamo di persone che lavorano bene e mettono tutta l'energia che possono in quello che fanno.

 

Semplicemente come in tante altre cose gli sono state dette cose false. Puntare alle piccole attività ha letteralmente distrutto l'economia e questo era palese già 40 anni fa.

 

Adesso c'è questo armageddon in cui tutte le attività del paese stanno crollando a pezzi e le persone stanno persino dando la colpa alle aziende estere che hanno semplicemente fatto quello che da 40 anni tutti dicevano di dover fare. Lavorare insieme.



#15
Dark Soul

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Le regole non favoriscono nessuno, è la fisica della realtà che li favorisce.
Nel nostro universo più unità si mettono insieme sotto uno stesso sistema più il sistema stesso è efficiente. Le grandi aziende sono il risultato di questo meccanismo, più gente che lavora insieme è più efficace di una persona che lavora da sola, e sarà sempre cosi.
Č lo stesso identico concetto delle formiche che lavorano in sincrono insieme.
Non si tratta di nulla di ingiusto, è che semplicemente il negoziante singolo che ti rivende una cosa prodotta da qualcun'altro non ha nessun senso logico al livello di efficacia, risorse e produttività.
Ma in Italia c'è una consapevolezza economica praticamente nulla, siamo andati avanti decenni convincendo la gente (generalmente per voti in politica) che "i piccoli commercianti sono il motore dell'economia".
Rispetto ogni lavoro, e sono sicuro che parliamo di persone che lavorano bene e mettono tutta l'energia che possono in quello che fanno.
Semplicemente come in tante altre cose gli sono state dette cose false. Puntare alle piccole attività ha letteralmente distrutto l'economia e questo era palese già 40 anni fa.
Adesso c'è questo armageddon in cui tutte le attività del paese stanno crollando a pezzi e le persone stanno persino dando la colpa alle aziende estere che hanno semplicemente fatto quello che da 40 anni tutti dicevano di dover fare. Lavorare insieme.

che le cose non vanno bene lo dicono i risultati, ci sono troppe cose che non funzionano e troppa gente che muore di fame. Qualcuno sarà stato incapace di fare il proprio mestiere ma non si può dire a tutte le persone che vivono con meno rispetto agli altri che è colpa loro. In Italia molte piccole nuove imprese muoiono nel giro di 2 anni, molte persone non hanno avuto nemmeno un colloquio di lavoro. In Africa hanno molto miniere di germanio, elemento essenziale per la produzione di dispositivi elettronici eppure gli africani non stanno crescendo economicamente, c'è da chiedersi il perché...
Se non diamo una sterzata seria a queste regolamentazioni internazionali mettendo i più piccoli al centro della questione prima o poi collasserà tutto perché il divario sta aumentando, non sempre chi muore di fame resterà a guardare chi mangia




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