La velocità degli SSD é proporzionale alla capienza: più il disco é grande, più va veloce a parità di controller. Questo perché gli SSD sono modulari.
Ho installato due SSD Samsung 860 EVO, uno da un tera e uno da 500GB in due iMac del 2013. Nonostante il disco da 1 tera fosse nel computer meno potente dei due, il sistema complessivamente era più scattante grazie alla maggiore velocità del disco.
Ti straquoto sulle capienze, anche se non sarebbe la prima scelta apparentemente strana di Apple che poi diventa un trend. Pensa all’USB, all’eliminazione prima del floppy e poi del SuperDrive.
Quale é il trend attuale?
Da una parte si tende ad avere documenti e foto nel cloud (servizio che Apple vende), Musica in streaming (idem) e film in acquisto o noleggio sempre in streaming (idem), backup dei dispositivi nel cloud (stessa solfa). Altri preferiscono ammassare film e musica scaricati in locale, ma queste persone prima o poi si rendono conto che é meglio centralizzare lo storage in un NAS, magari con protezione dei dati, e a quel punto un tera di SSD nel computer diventa superfluo.
Non voglio dire che 128gb in un computer da mille euro non siano una presa in giro, perché lo sono, ma la mia esperienza personale é che nel mini ho un SSD (Samsung 840 pro) da 120 giga, con ancora quasi 50 giga liberi, e tutti i documenti sono su dischi diversi. In 70 giga ho il system, iWork, iLife, Photoshop, Bridge e non so quante altre applicazioni, oltre al backup dell’iPhone. Si può decisamente fare, a patto di tenere i documenti altrove.
Quindi i 128 giga sono tirati, ma non del tutto privi di senso. Priva di senso é l’impossibilità di sostituzione dell’SSD, che però é bilanciata dalla sicurezza del chip T2 (anche se la maggior parte dell’utenza non ha dati che meritino di essere criptati). Conta anche che é il modo di Apple di venderti tagli superiori. Se si potesse ancora comprare un disco su Amazon e installarselo a casa, Apple guadagnerebbe zero sugli upgrade.
L’idea di base di Apple é che come in tutti i contesti informatici la cosa più facile é che l’utente si “pieghi” alla visione di chi ha creato il sistema. É esemplare la gestione delle foto e della musica da parte delle applicazioni Apple: l’utente non deve mettere mano alla libreria.
Può piacere o non piacere, e se non piace esistono alternative (es Adobe Lightroom, Bridge...), ma se semplicemente ci si abitua al metodo Apple ci si tolgono parecchi problemi (a volte creandone di nuovi...).
In linea di massima é più facile far capire come usare un Mac a chi non ha mai usato un computer prima (parte senza preconcetti o “cattive abitudini”), piuttosto che a chi ha usato o usa Windows.
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Ho il tarlo del NAS da una decina di anni, a breve con la casa nuova sará piazzato nel cabinet con router e switch. Del cloud mi fido poco, lo uso piú come "bridge" che come effettivo backup.
Ma comunque un po' di memoria fisica in piú la vorró sempre nel PC, mi fa sentire piú parato nei casi limite e soprattutto con gli ssd mi evita il rischio di azzoppare le prestazioni nei casi limite in cui ho solo il noteboook per prendere un po' di giga di dati.
Quoto sulla visione che modella le esigenze e le prospettive dei clienti, la complessitá della stratificazione dei servizi é tale che per farsi tutto da soli servono competenze ben oltre quelle standard dell'utente medio, quindi in sostanza la suite che compri ti "lega" ad un determinato schema di utilizzo. Uso Apple da ormai 13 anni e mi spiacera' abbandonarla al prossimo cambio di notebook (prezzi ormai fuori controllo per le mie tasche), spero di non metterci troppo a crearmi ed abituarmi ad un ecosistema linux. Sul trackpad ci metto una pietra sopra, non colmeranno mai il gap.