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I videogiochi fanno dannatamente bene al vostro cervello, ce lo dice la scienza


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Questa discussione ha avuto 75 risposte

#16
Mrskellington

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Sono un videogiocatore assiduo da 30 anni.
Onestamente credo molto poco a questi ?studi? scientifici (che ho comunque letto e che in alcuni casi già conoscevo). Cercare un beneficio nello stare 200 ore a giocare a GTA mi sembra come (non troppo tempo fa) sentire che fumare fa dimagrire, fumare migliora l'umore e abbassa lo stress, le bacche di goji allungano la vita, l'olio di palma vi uccide, i vegani non si ammalano mai o uno dei tanti tormentoni sulla salute che vengono fuori ogni anno.
Ho frequentato per molti anni ricercatori negli ambiti della psicologia e ho notato che su una scienza non verificabile quale è la psicologia i risultati sono molto influenzabili da chi li conduce: la maggior parte son laureandi che portano una tesi sperimentale per confermare con test sul campo la teoria di un professore (perdete 6 mesi per raccogliere dati, se il risultato non viene fuori o lo fate venire fuori voi o ricominciate da capo con un professore diverso e vi laureate cosí 2 anni dopo). Questi risultati nessuno li controlla davvero, nessuno sa se i partecipanti erano d'accordo, spesso non c'è modo nemmeno per scoprire se il test è mai avvenuto.
Anche perchè, diciamo la veritá, noi di fine anni 80 che abbiamo giocato per tutta la vita dovremmo ora essere delle specie di Neo con capacità di ragionamento istantaneo.
Poi se proviamo a sostituire in due mesi quelle 200 ore di videogiochi con qualcosa di di VERAMENTE utile pensandoci un attimo potremmo ad esempio:
-imparare una lingua straniera a livello base
-imparare a suonare uno strumento musicale
-allenarci in palestra ed avere risultati visibili sul nostro corpo
-imparare ad investire e gestire denaro.
-riuscire a correre una mezza maratona.
-.......

Quando parlo di chi perde centinaia di ore davanti ai videogiochi parlo anche di me, solo non riesco mai a vederlo qualcosa di più di un bel passatempo e che qualsiasi altra cosa avrebbe benefici maggiori per la mia mente e per il mio corpo.
È come se uno vi pagasse 50 centesimi per ogni ora che passate a videogiocare: potreste essere felici di guadagnare qualcosa ma..... il gioco vale la candela?

Da psicologo hai assolutamente ragione, il fatto è che ricerche del genere sono per loro natura limitate, isolano una variabile e misurano quella trascurando il contesto, che poi è quello che conta, perché 200 ore su GTA magari migliorano davvero i riflessi ma nn per questo significa che è un modo migliore di passare il tempo che studiare una lingua, come magari aiutano a fare gruppo ma anche uno sport o un club di cucito. Ma questo nn è verificabile tramite uno studio scientifico, è una valutazione soggettiva che dobbiamo necessariamente fare. Poi sui limiti della ricerca in psicologia potrei parlarne per ore, nn mi sembra il contesto giusto, cmq in generale sono d'accordo che la scientificità della psicologia è quantomeno esagerata (o per essere più esatti è fraintesa, perché nn è una scienza esatta ed è un po' ingenuo continuare a misurare costrutti teorici come se fossero realtà fisiche). In ogni caso se è dimostrato che risultano utili per disturbi specifici come la dislessia ben vengano

#17
Alessandro_Bruni

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Vengo dalla lettura di un libro che dimostra un po' tutto il contrario :asd: Soprattutto io credo che i videogiochi portino ad un notevole disturbo dell'attenzione, lo noto su di me e gli studi analizzati nel libro che ho letto (Demenza digitale, Manfred Spitzer) confermano un po' tutto. Credo che si debba essere consapevoli dei pro e dei contro delle tecnologie e dei videogiochi. Non sono sicuramente il demonio da sconfiggere ma nemmeno sono qualcosa di così positivo come questo articolo a tratti fa credere.


Spitzer parla di abuso, di qualcosa che viene apertamente condannato nell'articolo.

#18
Alessandro_Bruni

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Bello come questo studio coinvolga diverse parti del mondo. Dall'italia, portogallo, america, e chicchessìa.
Un bel modo per ricordarci di come la collaborazione porta a grandi risultati.

Complimentoni caro dottor Bruni per l'articolo, e per l'evidente studio che c'è dietro. Complimenti che non sono mai scontati.
Questi, e altro, sono gli elementi che differenziano Everyeye.it dalle altre testate, e parlo anche di molti siti esteri.


Grazie Plinio, anche per la Naturalis Historia.

#19
figlio di un dio minore

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Articolo che per quanto mi riguarda trovo molto interessante e che credo utile per approfondire tematiche complesse e mai banali. Per questo motivo mi unisco ai complimenti già esposti da altri utenti prima di me. Personalmente mi ci ritrovo in alcune parti è un po' meno in altre ma ovviamente là mia valutazione non è supportata da nulla di scientifico non essendo esperto in materia, però appena ho tempo approfondiró con il link proposti e cercandone altri.

#20
Alessandro_Bruni

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Articolo che per quanto mi riguarda trovo molto interessante e che credo utile per approfondire tematiche complesse e mai banali. Per questo motivo mi unisco ai complimenti già esposti da altri utenti prima di me. Personalmente mi ci ritrovo in alcune parti è un po' meno in altre ma ovviamente là mia valutazione non è supportata da nulla di scientifico non essendo esperto in materia, però appena ho tempo approfondiró con il link proposti e cercandone altri.

Grazie, Figlio. Se il pezzo ha funzionato anche solo come invito all'approfondimento, posso dirmi soddisfatto.

#21
Sun895

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Non mi pare che tu abbia colto né il senso, né le finalità del pezzo. Giocare ai videogiochi non esclude altre attività formative, ma rappresenta comunque - con la giusta moderazione - un efficace mezzo per migliorare le proprie capacità cognitive. Non ti sto parlando di superpoteri, Sun, e mi pare assurdo doverlo specificare. Il fatto che tu non ti fidi di questi studi, non vuol dire che i risultati non siano fondati. Tu parli di laureandi e di risultati arbitrari, ma una delle presenze ricorrenti nella bibliografia è - tanto per fare un esempio - la dottoressa Daphne Bavelier, docente all'università di Ginevra e titolare di un dottorato in Brain and Cognitive Sciences al MIT.


Ciao e grazie per la risposta.
Di quelli che hai citato, lo studio dela dottoressa Bavelier è sicuramente il più attendibile. È uno studio che è stato presentato dalla stessa dottoressa anche in un video TED molto interessante di 6 anni fa (pensa che ricordo ancora a memoria il nome): https://www.ted.com/...o_games/up-next

Lei spiega comunque che ha riscontrato dei miglioramenti (mi pare su giocatori professionisti di Call of Duty) sulla coordinazione occhio mano, nella gestione di cose separate (multitasking) e una maggior velocità di reazione. Dice anche peró che hanno provato a fare la stessa cosa con molti altri giochi (c'era anche candy crush) e non hanno visto nessun miglioramento, anzi in qualche caso anche un peggioramento. Lei suggerisce quindi di creare dei giochi che uniscano la crescita cerebrale al divertimento che spinge le persone a giocare ma dice anche che fare questo è molto difficile.
È difficile per conto mio quindi applicare questo studio a noi giocatori occasionali.

Sul discorso dei laureandi, loro svolgono lo studio per conto del professore, ma è SEMPRE il professore a presentarlo a suo nome. Perfino la stessa Bevelier fu contestata poichè (pare) non avesse un gruppo di controllo certificato e avesse potuto manipolare i risultati (a questo io comunque non credo).
La risposta che ti sto dando non è frutto di nessuna ricerca (a parte il link del video), per farti capire che questi argomenti in parte li conosco quindi correggimi pure dove sbaglio.

Il tuo articolo è un ottima sintesi di quanto si conosce ora su i miglioramenti cognitivi che si possono ottenere giocando ai videogiochi, quello che voglio far notare è che una qualsiasi delle altre attività ricreative che ho citato (ma ne va bene una qualsiasi che non sia palesemente negativa) ti da nello stesso tempo risultati di gran lunga maggiori e soprattutto verificabili di un videogioco.
Io adoro videogiocare e quando posso lo faccio volentieri e senza vergogna.... ma se mi vengono a dire che giocando 8 ore al giorno a call of duty le mie facoltà cognitive aumentano del 5% rispetto ad un altra persona (non potendo cambiar gioco).... dai non posso prenderlo sul serio!




#22
Alessandro_Bruni

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Ciao e grazie per la risposta.
Di quelli che hai citato, lo studio dela dottoressa Bavelier è sicuramente il più attendibile. È uno studio che è stato presentato dalla stessa dottoressa anche in un video TED molto interessante di 6 anni fa (pensa che ricordo ancora a memoria il nome): https://www.ted.com/...o_games/up-next

Lei spiega comunque che ha riscontrato dei miglioramenti (mi pare su giocatori professionisti di Call of Duty) sulla coordinazione occhio mano, nella gestione di cose separate (multitasking) e una maggior velocità di reazione. Dice anche peró che hanno provato a fare la stessa cosa con molti altri giochi (c'era anche candy crush) e non hanno visto nessun miglioramento, anzi in qualche caso anche un peggioramento. Lei suggerisce quindi di creare dei giochi che uniscano la crescita cerebrale al divertimento che spinge le persone a giocare ma dice anche che fare questo è molto difficile.
È difficile per conto mio quindi applicare questo studio a noi giocatori occasionali.

Sul discorso dei laureandi, loro svolgono lo studio per conto del professore, ma è SEMPRE il professore a presentarlo a suo nome. Perfino la stessa Bevelier fu contestata poichè (pare) non avesse un gruppo di controllo certificato e avesse potuto manipolare i risultati (a questo io comunque non credo).
La risposta che ti sto dando non è frutto di nessuna ricerca (a parte il link del video), per farti capire che questi argomenti in parte li conosco quindi correggimi pure dove sbaglio.

Il tuo articolo è un ottima sintesi di quanto si conosce ora su i miglioramenti cognitivi che si possono ottenere giocando ai videogiochi, quello che voglio far notare è che una qualsiasi delle altre attività ricreative che ho citato (ma ne va bene una qualsiasi che non sia palesemente negativa) ti da nello stesso tempo risultati di gran lunga maggiori e soprattutto verificabili di un videogioco.
Io adoro videogiocare e quando posso lo faccio volentieri e senza vergogna.... ma se mi vengono a dire che giocando 8 ore al giorno a call of duty le mie facoltà cognitive aumentano del 5% rispetto ad un altra persona (non potendo cambiar gioco).... dai non posso prenderlo sul serio!


Tu puoi fare tranquillamente quello che vuoi, sia chiaro. Posso però dirti che le altre attività che hai citato non c'entrano nulla con l'articolo. Io non ho scritto che giocare ai videogiochi "è meglio di", io ho scritto che non solo non fa male (applicando la giusta moderazione), ma che può offrire concreti benefici. Ripeto, in un ambito di giusta proporzione, giocare non esclude necessariamente altre attività. Una nota sul valore dei risultati sperimentali e, più in generale, su ogni verità scientifica: tutti gli studi sono veri fino a prova contraria. Questo articolo non vuole proporre un modello di verità assoluta, ma solo riportare risultati che, al momento, non sono ancora stati spogliati del loro valore. Il dibattito continuerà ad andare avanti per anni e anni, ma questo non toglie nulla al valore di questi risultati. E grazie ovviamente a te per il contenzioso. Anche questo fa bene al cervello ;).

Modificata da Alessandro Krieg Bruni, 16 July 2018 - 01:58 PM.


#23
Sun895

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Da psicologo hai assolutamente ragione, il fatto è che ricerche del genere sono per loro natura limitate, isolano una variabile e misurano quella trascurando il contesto, che poi è quello che conta, perché 200 ore su GTA magari migliorano davvero i riflessi ma nn per questo significa che è un modo migliore di passare il tempo che studiare una lingua, come magari aiutano a fare gruppo ma anche uno sport o un club di cucito. Ma questo nn è verificabile tramite uno studio scientifico, è una valutazione soggettiva che dobbiamo necessariamente fare. Poi sui limiti della ricerca in psicologia potrei parlarne per ore, nn mi sembra il contesto giusto, cmq in generale sono d'accordo che la scientificità della psicologia è quantomeno esagerata (o per essere più esatti è fraintesa, perché nn è una scienza esatta ed è un po' ingenuo continuare a misurare costrutti teorici come se fossero realtà fisiche). In ogni caso se è dimostrato che risultano utili per disturbi specifici come la dislessia ben vengano


Ehilà, grazie per aver citato il contesto che è effettivamente la parte più importante. Anche su uno studio citato si studiavano dei giocatori competitivi nazionali di call of duty (quindi persone selezionate tra milioni per le loro abilità) confrontandolo con non giocatori.

È come se per valutare i benefici della corsa confrontassimo delle persone che non hanno mai corso, con la nazionale italiana...

Comunque io non sono psicologo (lo è mia moglie e alcuni miei amici) ma ho sempre divorato da anni ogni libro sull'argomento che trovo molto appassionante. Tra l'altro noto che molto psicologi prendano spesso con le pinze i risultati di questi test. La cosa che mi fa impazzire è che quando queste cose vengono fatte in America, l'autore finisce per scrivere un libro (per il pubblico, non per i professionisti) e va avanti 10 anni con una scoperta che magari si scopre che non sta nè in cielo nè in terra.....
Follia pura

#24
Alessandro_Bruni

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Ehilà, grazie per aver citato il contesto che è effettivamente la parte più importante. Anche su uno studio citato si studiavano dei giocatori competitivi nazionali di call of duty (quindi persone selezionate tra milioni per le loro abilità) confrontandolo con non giocatori.

È come se per valutare i benefici della corsa confrontassimo delle persone che non hanno mai corso, con la nazionale italiana...

Comunque io non sono psicologo (lo è mia moglie e alcuni miei amici) ma ho sempre divorato da anni ogni libro sull'argomento che trovo molto appassionante. Tra l'altro noto che molto psicologi prendano spesso con le pinze i risultati di questi test. La cosa che mi fa impazzire è che quando queste cose vengono fatte in America, l'autore finisce per scrivere un libro (per il pubblico, non per i professionisti) e va avanti 10 anni con una scoperta che magari si scopre che non sta nè in cielo nè in terra.....
Follia pura


Beh, la valutazione degli effetti a lungo termine (in questo caso con gli esportivi) è un po' una prassi in ambito sperimentale, quindi ci sta. Comunque quell'abitudine autoriale c'è anche da noi, purtroppo. Non so se ti ricordi "Il Metodo Di Bella".

Modificata da Alessandro Krieg Bruni, 16 July 2018 - 02:07 PM.


#25
Mrskellington

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Ehilà, grazie per aver citato il contesto che è effettivamente la parte più importante. Anche su uno studio citato si studiavano dei giocatori competitivi nazionali di call of duty (quindi persone selezionate tra milioni per le loro abilità) confrontandolo con non giocatori.

È come se per valutare i benefici della corsa confrontassimo delle persone che non hanno mai corso, con la nazionale italiana...

Comunque io non sono psicologo (lo è mia moglie e alcuni miei amici) ma ho sempre divorato da anni ogni libro sull'argomento che trovo molto appassionante. Tra l'altro noto che molto psicologi prendano spesso con le pinze i risultati di questi test. La cosa che mi fa impazzire è che quando queste cose vengono fatte in America, l'autore finisce per scrivere un libro (per il pubblico, non per i professionisti) e va avanti 10 anni con una scoperta che magari si scopre che non sta nè in cielo nè in terra.....
Follia pura

Si sono da prendere assolutamente con le pinze, la ricerca in psicologia ha dei problemi epistemologici di fondo grossi come una casa, per fortuna in tanti se ne rendono conto quindi il danno è relativo ma siamo lontani dal trovare una soluzione. Eh la psicologia negli Usa crea mostri notevoli, come qualunque cosa d'altronde, se vende lo fanno. La cosa bella è che ci sono psicologi pure importanti che in privato ammettono che le loro teorie nn stanno in piedi eppure continuano a pubblicare libri in cui le presentano come mirabolanti scoperte. Fortuna che hai chi ti guida perché un profano che si mette a leggere di psicologia a caso ha una buona probabilità di leggere boiate notevoli :smile-38:

#26
Muppa

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se lo dice l'oste... :)

#27
Sun895

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Beh, la valutazione degli effetti a lungo termine (in questo caso con gli esportivi) è un po' una prassi in ambito sperimentale, quindi ci sta. Comunque quell'abitudine autoriale c'è anche da noi, purtroppo. Non so se ti ricordi "Il Metodo Di Bella".


Si, lo ricordo bene purtroppo, avendoci perso tanti anni fa un parente.
Per fortuna mi pare che in Italia sono sempre casi rari che non durano piú di qualche anno, in America mi pare che siano ovunque.

Colgo l'occasione per ringraziarti del confronto e di scusarmi se soprattutto all'inizio sono stato troppo critico anche perchè il tuo articolo è chiaro ed espone le tue idee senza pregiudizi ed anzi con la giusta bibliografia.
La mia avversione verso i test è frutto di qualche anno in cui ho visto più di un professore modificare i valori per “portare il risultato a casa” che mi ha un po' fatto cambiare opinione sulla loro credibilità.
È ovvio peró che nel creare un articolo ci si deve basare su quanto si ha disponibile e tu lo hai fatto nel migliore dei modi.

:smile-06:

#28
Alessandro_Bruni

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Si, lo ricordo bene purtroppo, avendoci perso tanti anni fa un parente.
Per fortuna mi pare che in Italia sono sempre casi rari che non durano piú di qualche anno, in America mi pare che siano ovunque.

Colgo l'occasione per ringraziarti del confronto e di scusarmi se soprattutto all'inizio sono stato troppo critico anche perchè il tuo articolo è chiaro ed espone le tue idee senza pregiudizi ed anzi con la giusta bibliografia.
La mia avversione verso i test è frutto di qualche anno in cui ho visto più di un professore modificare i valori per ?portare il risultato a casa? che mi ha un po' fatto cambiare opinione sulla loro credibilità.
È ovvio peró che nel creare un articolo ci si deve basare su quanto si ha disponibile e tu lo hai fatto nel migliore dei modi.

:smile-06:


Grazie di cuore Sun, è esattamente quello che volevo far passare. Ovviamente sono il primo a dire che modellare gli strumenti e i risultati per avvalorare la tesi è quanto di più lontano ci sia dalla scienza.

#29
denny96

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Spitzer parla di abuso, di qualcosa che viene apertamente condannato nell'articolo.

Il libro non tratta mai di casi estremi, anche perchè non avrebbe senso farlo.

#30
Alessandro_Bruni

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Il libro non tratta mai di casi estremi, anche perchè non avrebbe senso farlo.

Ma parla esplicitamente di abuso.




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