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La percezione dei fumetti decennalie come cambia mentre invecchiate


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Questa discussione ha avuto 15 risposte

#1
Delita

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Ciao vecchi. Ormai posto una volta all'anno, ma vi leggo sempre. Tuttappost?

 

C'era questa discussione che mi ronzava nella testa, cominciata da uno spunto nel topic di Guyver qualche tempo fa. Stamattina nel traffico ci rimuginavo un po', mi farebbe piacere fare due chiacchiere a riguardo.

 

In breve: come è cambiata la vostra percezione dei fumetti che vanno avanti da decenni? Manga, per lo più, ma non solo.

 

 

Esempio 1: cominciato Guyver quando avevo 15 anni circa, mi esaltava, adesso non mi piace più. Oggettivamente il manga è sempre lo stesso, anzi probabilmente è migliorato, ma sono cambiato io ad un punto che non riseco più a leggere il nuovo, e trovo risibile il vecchio. In questo caso, colpa mia.

 

Esempio 2: Berserk. Pure cominciato da regazzino, adesso ho 40 anni e lo trovo peggiorato. Eppure se rileggo le prime saghe mi sembra ancora eccezionale. Quindi in questo caso non sono io, è Miura.

 

Esempio 3: One Piece, come sopra cominciato dalla prima uscita italiana, ancora lo leggo ma adesso lo trovo una schifezza. E' peggiorato? Ni. Nel senso che credo sia peggiorato nel tratto e nella gestione dei personaggi, diventando confusionario, ma in fondo non è poi così tanto peggio di come era all'inizio. In questo caso mi sembra un po' colpa di Oda e un po' colpa mia, che da ragazzo mi sciroppavo la peggio cacca.

 

Esempio 4: Dylan Dog, che mi è sempre piaciuto, ma da ragazzo non capivo le lodi sperticate per la scrittura Sclaviana. Mi sembrava un bel fumetto e basta, che tra l'altro aveva gioco facile con i soggetti copiati dai film, sai che ci vuole, lo so scrivere pure io così. E invece adesso se lo rileggo me lo godo di più. In definitiva penso che il giovane me non fosse pronto.

Voi che esperienze decennali avete? 



#2
birdack81

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Berserk: se ti fermi al volume 15, dopo l'eclissi rimane tra i migliori fumetti mai letti. Se continui, e' una lenta agonia...

 

Bastard!!: era una minchiata caciarona 20 anni fa, e' rimasta una minchiata caciarona anche adesso.

 

One Piece: siamo vecchi noi, OP e' rimasto piu' o meno lo stesso. Forse solo un po' confusionario, non lo rileggo da tempo perche' temo che una saga come quella di Arlong possa piacermi meno e preferisco conservare il ricordo

 

Vagabond: ormai non e' che pornografia per gli occhi, ma la storia mi rimane indigesta. E poi col tempo sono passato da essere uno che non sapeva cosa fossero le pecette a quasi non piu' sopportarle, sono cambiato io negli anni di pubblicazione di Vagabond

 

 

C'e' ancora roba che mi piace rileggere, come City Hunter o Ushio e Tora o Sanctuary, ma non saprei se dipende dal fattore nostalgia (che rende roba scarsa come Navigator un capolavoro ai miei occhi) o se veramente meritino...



#3
Vagabond

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Delita, quanto tempo! :merlik:

 

imho il problema principale è solo uno: alcune opere proseguono per decine di anni, ma pretendono di mantenere lo stesso target di quando sono iniziate.

gli esempi che hai fatto calzano a pennello, ci sono casi di storie che abbiamo iniziato a leggere quando avevamo 15 anni, ora magari ne abbiamo 30 e rotti ma l'autore continua a rivolgersi a un pubblico di 15enni.

questo può funzionare senza problemi nel caso di fumetti prevalentemente senza una trama orizzontale e con albi autoconclusivi... in questo caso semplicemente il lettore passa ad altro quando capisce di non essere più interessato e passa il testimone alla generazione successiva.

le cose cambiano però quando si tratta di un'opera con un arco narrativo che prosegue fin dall'inizio. cosa fa in quel caso il lettore trentenne? continua a seguire le vicende di giovani liceali coi quali magari non empatizza più? abbandona la storia a metà perché ormai non si sente più coinvolto da toni che ritiene troppo infantili o immaturi? diciamo che il lettore ha le sue ragioni per lamentarsi in queste circostanze.

di contro, occorre anche mettersi nei panni dell'autore, che probabilmente pubblica per una casa editrice che si rivolge a un pubblico pen preciso (vedi shonen jump). questo autore magari vorrebbe anche far maturare il suo lavoro, ma non ne ha la possibilità perché gli editori non glielo consentono. senza contare che spesso, sebbene nella vita del lettore siano passati decenni, nella trama del fumetto possono essere passati anche solo un paio d'anni... ed allora diventa anche difficile far cambiare i toni e le atmosfere di una storia senza snaturarla.

la soluzione più congeniale secondo me sarebbe quella di creare una storia che prosegue di pari passo con gli anni di uscita, con protagonisti che crescono insieme ai lettori e vicende che si fanno via via sempre più adulte.

ma ovviamente è un meccanismo che non può adattarsi a tutte le tipologie di fumetto in circolazione, quindi non resta che sperare in opere non eccessivamente lunghe (imho sempre la soluzione migliore, quando le case editrici lo permettono) o che abbiano un target non troppo specifico per via dei toni utilizzati.



#4
Iellasu

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Berserk doveva cambiare e do atto a Miura di aver avuto il coraggio di farlo. Dopo quasi 30 anni e una quarantina di tankobon, se fosse rimasto fermo a Gatsu che va in giro a sminuzzare apostoli, a lungo andare sarebbe diventato la parodia di se stesso.

Peccato che Miura, nel cambiare, abbia talmente pisciato fuori dal vaso da bagnare i piedi di quello a fianco. Bambinetti e maghetti e siparietti di stocazzo, tanto valeva chiuderlo dopo l'Eclisse piuttosto che ridurlo così (immagino che questa sia la frase più ripetuta dai fan di Berserk negli ultimi 15 anni).

 

Il tema del topic però era il mio rapporto coi fumetti pluridecennali... Ebbene, qualche mese fa ho notato per caso l'uscita di Berserk Collection 39 e l'ho preso. Ma c'era qualcosa che non andava. Tornato a casa ho controllato, la mia collezione arriva al 37. Un anno orsono (credo) è uscito il 38 e me lo sono perso. L'arretrato ovviamente è irreperibile ovunque, devo aspettare una ristampa (serie nera a luglio? boh). Fino a quando non lo recupero resto fermo al 37, che ricordo molto sommariamente; di leggere le scan online non se ne parla, è l'unico manga che compro e vorrei godermi la carta fra le mie manacce. Tutto questo discorso per dire che sto invecchiando e non sto più dietro a certe cose.



#5
birdack81

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E' capitata anche a me la stessa cosa con Berserk... Ho perso un numero e campa cavallo a recuperarlo ormai.



#6
Cap

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Mi sono ritrovato a pensare la stessa cosa un paio di giorni fa guardando l'Allenatore nel Pallone, film visto 25 anni fa e rimastomi nel cuore come "capolavoro della comicità italiana". Domenica sera l'ho rivisto e...porca boia che escremento fumante.

 

Stesso discorso per i fumetti ovviamente, roba che ho adorato in adolescenza ora mi fa sanguinare gli occhi. Con quelli ancora in corso dopo 20 anni la cosa si nota semplicemente molto di più, perché se con quelli terminati eoni fa posso limitarmi a conservare un buon ricordo con quelli ancora in corso spesso mi ritrovo a dirmi "ma perché mi piaceva?" e a rileggerli da capo. E questo nella maggior parte delle situazioni è un'agonia pura e semplice.

 

Degli esempi che hai tirato fuori salvo Berserk, che all'inizio era un capolavoro fino alla definitiva svalvolazione di Miura.

 

Gli altri mi risultano immancabilmente indigesti. Per me va bene fare il fumetto leggero e divertente come One Piece, ma continuare per 20 anni (e più) con leggerezza e divertimento tende a risultare in qualcosa di vuoto. Per andare avanti a lungo hai bisogno di emozioni e pathos.



#7
Vagabond

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A detta di molti (me compreso) l'apice di OP sia per quanto riguarda la qualità sia in quanto a maturità è stato raggiunto con la saga di marineford. Conclusa quella c'è stato il timeskip e i toni dell'opera sono ritornati ad essere quelli dell'inizio, quasi a voler congedare il vecchio pubblico ormai adulto e dare il benvenuto ai nuovi giovani lettori.

#8
Delita

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Ah, Vagabond! Me ne ero dimenticato.

Il mio spartiacque è stato il trasferimento all'estero, quando ho smesso di comprare fumetti italiani e per un po' anche di leggerli. Dopo qualche anno e dopo aver riorganizzato la mia vita ho ricominciato a leggere le varie cose che avevo lasciato in sospeso, che all'epoca erano del calibro di Bleach, Naruto e altre shonenate del gazzo così. Provai a riprendere anche Vagabond, ma ero liì che pensavo 'chi sono questi personaggi e che mi frega di loro?'. Così ho provato a rileggerlo daccapo. La mia opinione è quindi cambiata in 'Ora so chi sono questi personaggi, ma che mi frega di loro?'. Droppato.

 

Bastard!! invece non lo considero, lo droppai già da giovane. Che guazzabuglio di cacca fumante :D



#9
Delita

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C'e' ancora roba che mi piace rileggere, come City Hunter o Ushio e Tora o Sanctuary, ma non saprei se dipende dal fattore nostalgia (che rende roba scarsa come Navigator un capolavoro ai miei occhi) o se veramente meritino...

 

Ho un sacro timore all'idea di rileggere Sanctuary, perché l'ho adorato visceralmente ma una parte di me sa che era una tamarrata senza pudore. Ho seriamente paura di rovinarmene il ricordo.

 

Un manga che potrei rileggere cento volte a tutte le età e godermelo ogni volta invece è Dragon Ball, il mio parere a riguardo non è mai cambiato.



#10
Cap

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Eh, appunto, Dragon Ball è un manga di una leggerezza disumana e ha una durata consona al genere di opera. Fosse andato avanti dopo Majin Bu (che già iniziava a stufarmi) sarebbe stato un problema, non per nulla non reggo i vari GT, Super e (Censura) e mazzi.

 

Sanctuary era di una tamarria e di un trash atroci, ma almeno l'argomento di base trattato lo rendeva interessante a prescindere dall'età. Quel che non ho mai apprezzato è la mancanza di dinamismo nei disegni.



#11
babil

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Per me OP è sicuramente peggiorato, e credo che il calo sia cominciato dopo Enies Lobby. Oda ha cominciato ad inserire elementi su elementi spesso non riuscendo a gestirli ed allungando cose che ora occupano capitoli; cavolo non riesce nemmeno a gestire tutta la ciurma dei protagonisti che ora è troppo grande per lui. La semplicità di quello che erano gli inizi di OP, che ti concedeva pure una certa libertà che Oda adesso non ha, non c'è più. Adesso c'è solo un corri-corri, metti 10-15 personaggi nuovi, 3-4 pagine di combattimento intervelllate da qualsiasi cosa, il finto cliffhanger ad ogni capitolo cose ed il cercare di recuperare ogni tanto con qualche rivelazione.



#12
birdack81

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Ho un sacro timore all'idea di rileggere Sanctuary, perché l'ho adorato visceralmente ma una parte di me sa che era una tamarrata senza pudore. Ho seriamente paura di rovinarmene il ricordo.

 

Un manga che potrei rileggere cento volte a tutte le età e godermelo ogni volta invece è Dragon Ball, il mio parere a riguardo non è mai cambiato.

 

Ecco, visto che Cap parlava dell'allenatore nel pallone... DB lo puoi paragonare a Don Camillo: non importa l'eta' e' sempre un piacere rivederlo. Sanctuary ha tutti i pregi e difetti che aveva 10-15 anni fa: tamarro e tipicamente anni '80/90 ma come detto, pregi e difetti!



#13
King Glice

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Molto difficile, si parla di manga vero ?
 
Innanzitutto bisogna vedere se ci arrivano a dieci anni.

Solitamente i manga di successo durano dai 3 ai 5 anni, massimo 6-7.

Alcuni di particolare successo possono raggiungere gli 8-9 anni, mentre altri di grande successo superano i dieci, talvolta pure abbondantemente.

Gia sette-otto anni direi che per un manga bastano e avanzano, se si va oltre i dieci si allunga e le incongruenze fioccano.

Poi si ovviamente cambia di molto la percezione, come detto da babeli il One Piece degli ultimi volumi abbastanza diverso da quello dei primi, e giustamente direi, un opera non può rimanere sempre uguale a se stessa, specialmente quelle lunghe....

Modificata da King Glice, 14 June 2018 - 06:31 AM.


#14
Delita

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qualche tempo fa ho riletto FMA e, shonenate a parte, mi è piaciuto comunque un botto
 
edit: ok non ho capito una sega, solo quelli ancora on going


No, non necessariamente. Interessa anche come cambia la percezione di cose concluse anni fa.

#15
Akumasama

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Concordo con le tre casistiche definite da Delita (a volte è colpa nostra, a volte del manga, a volte un po' e un po') ma non concordo su tutti gil esempi citati.

Ad esempio a me Guyver piace ancora molto. Certo non c'ho l'hype, ma è anche colpa del fatto che esce una volta al secolo.

 

Diciamo che è difficile essere in disaccordo con le tre tipologie che Marione ha definito, ma classificare un manga in una di queste categorie piuttosto che un'altra è invece un processo che difficilmente ci metterebbe tutti d'accordo.

Tipo su One Piece concordo, un po' è colpa mia, un po' è colpa di Oda, ma tanti altri (come Kiavik) non sarebbero assolutamente d'accordo, giusto per fare un esempio semplice semplice.

 

Un altro esempio è JoJo terza stagione. Mi piacque da morire il manga, mi piace tutt'ora (malinconia?) ma a rileggerlo da adulto dopo tanti anni che non lo rileggevo (da piccolo facevo "riletture" di tutti i miei manga con scadenze regolari) mi ha fatto un effetto un po' strano. All'epoca mi sembrava epico, perfetto, pianificato al millimetro. Riletto oggi mi è sembrato molto + "casuale" e meno "adulto" di come mi sembrava all'epoca, diciamo.

Questo è un esempio dov'è tutta colpa mia, imo.






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