Questo decreto arriva dopo anni in cui i produttori italiani hanno chiesto più tutele e supporto per l'industria televisiva-cinematografica nazionale, al fine di contrastare e reggere la mole quantitativa e qualitativa delle produzioni americane.
Non so quanto ci sia di buono e di sbagliato in questa legge (attendo di vederne gli effetti), ma penso che la rivitalizzazione del cinema e della tv italiana richieda soprattutto altre misure, sia da parte dello Stato sia da parte dei diretti interessati.
Ritengo che qualora il settore televisivo-cinematografico nostrano intenda competere con l'America e l'americanizzazione, debba allora competere per davvero anziché proporre prodotti alternativi dichiaratamente inferiori identificabili quasi sempre già dal titolo ("Rimbocchiamoci le Maniche" è un titolo che nessuno penserebbe provenire da una serie tv americana) e categorizzati a priori (quando si parla di fiction, si sa già che il riferimento è a una serie tv italiana).
Per competere non si intende una competizione alla pari (spesso impossibile per differenze di budget), ma una competizione basata sulla qualità e soprattutto l'identità.
I film di Pozzetto non competevano con Animal House, Balle Spaziali e Blues Brothers, ma nel loro piccolo avevano una forte identità e quel poco che facevano lo facevano bene.