Concordo con ogni singola parola che hai scritto.
Ho 21 anni ma le mie idee categoriche riguardo la visione di un film iniziano da quando ho scoperto i primi cineforum e cineclub, quando avevo appena 15 anni. Non appena ho avuto la maturità per sapere come organizzare un cineforum e strutturare le rassegne ho esteso il mantra della lingua originale a tutte le persone che potevo e, con soddisfazione, ho notato che negli ultimi tempi sempre più persone condividono la buona norma del guardare il film in lingua. Giusto quest'anno con la mia associazione universitaria sono riuscito a mettere in piedi con successo una rassegna incentrata sulle differenze tra le cinematografie di Paesi diversi (rispettivamente USA, Giappone, Germania, Cina, Sud-Corea, Danimarca e Italia, dovendo purtroppo tagliare fuori il Portogallo, la Spagna e la Francia per ragioni tempistiche), riflettendo principalmente su quanto i linguaggi influiscano sui contesti socio-cultural-politici e su come queste differenze vengano colte dal contesto globale (e globalizzante) del periodo contemporaneo. Fino a qualche anno fa penso proprio che sarebbe stato impossibile costruire un dibattito così ben sfaccettato sul linguaggio filmico e la sua polivalenza, quindi qualcosa si è mossa.
Certo, siamo ancora distanti anni luce dalla maturità complessiva che il pubblico, anche quello presunto "cinefilo", dovrebbe avere. Purtroppo è una triste verità che qui da noi il doppiaggio sia una vacca sacra e che per molti sia intoccabile nonostante non sappiano nemmeno motivare perché dovrebbe essere una scelta sensata e l'unica speranza è che in un modo o nell'altro il pubblico più giovane cresca intellettualmente e si renda conto di quanto la pratica del doppiare i film sia ormai vetusta e fuori luogo.
A essere proprio precisi, i sottotitoli sono un adattamento del testo originale, spesse volte del tutto inventato (visto che parecchi slang, battute, o giochi di parole sono intraducibili), e quindi l'unico modo per fruire un opera cinematografica in maniera "completa" sarebbe sapere la lingua parlata nella pellicola, e almeno a un buon livello.
Buona fortuna a impararle tutte.
Quindi, che un appassionato di cinema preferisca vederlo in lingua è un discorso sacrosanto (presente), ma da qui a sperare che venga tolta la possibilità al volgo di poter spegnere il cervello per un ora e mezza davanti al nuovo Fast & Furious, e questo solo per poter godere dei gorgheggi di Vin Diesel, mi sembra mero snobismo da élite.
Rispetto a UomoDiMare ho parecchi, ma parecchi anni in più, non frequento cineclub o cineforum e, soprattutto, data la mia natura spiccatamente pessimista, non nutro alcuna speranza sulla crescita intellettuale del pubblico più giovane.
Però non è il caso di rivangare l'ovvio: se voglio vedermi un film coreano, e non parlo coreano, non mi resta che scegliere in una ristretta gamma di possibilità, tra le quali i sottotitoli rappresentano l'opzione di gran lunga più rispettosa dell'opera originale. Ciò NON significa che il ricorso ai sottotitoli non comporti la perdita di dettagli e sfumature nella resa dei dialoghi o che i sottotitoli non invadano il quadro sovrapponendosi all'immagine (anche se a volte si ricorre ad un display posto sotto lo schermo). A sua volta il doppiaggio, per quanto fastidioso, è comunque preferibile rispetto ad ulteriori soluzioni delle quali si parla giustamente poco: mi è capitato di partecipare a rassegne dove per i film in lingua originale si ricorreva alla traduzione simultanea in cuffia, ed il risultato era esattamente quello che potete immaginare. Ancora, per quanto il Luca Ward di turno possa essere uno strazio da ascoltare, ci si può consolare pensando che in Polonia, ad esempio, il doppiaggio consisteva in un semplice "commento" sovrapposto alle immagini, con il Luca Ward polacco che leggeva le battute del personaggio senza preoccuparsi della sincronizzazione con il labiale.
A Frank_West vorrei dire che non si tratta di un problema di snobismo nei confronti del "volgo" (e glielo dico da snob incallito), tant'è vero che anche Hecks, uno dei rarissimi utenti che non becchi mai a scrivere stupidaggini, si è espresso a favore del doppiaggio in questo stesso topic. Aggiungerei, infine, che ha scelto l'esempio sbagliato: il caratteristico vocione di Vin Diesel ne rappresenta uno dei principali tratti distintivi (Groot docet).
PS Scusate per l'abuso del neretto, ma sono anni che si ripetono sempre le stesse cose.
Modificata da Quilty, 24 August 2017 - 11:20 AM.