Grazie mille Quilty
Devo dire però che mentre lo vedevo ieri (recuperato sul tubo alla fine) nei tagli di alcune scene intravedevo una natura posticcia. Lo stesso montaggio alternato dell'inizio non mi convinceva molto.
Non gli ho dato molto peso, ho pensato fosse per la natura amatoriale della pellicola; ma non nego di aver cercato anche di individuare le parti monche, e alcuni tagli o dissolvenze mi hanno instillato il dubbio.
Al tempo stesso però tu parli non necessariamente di parti censurate ma di tagli dovuti a mantenere un certo ritmo: ebbene mi rendo conto anche di questa necessità.
Il film, pur nella sua sintesi (meno di un'ora e mezza), non ha un ritmo alto e oserei dire nemmeno ben scandito; con scelte narrative quasi come appiccicate lì e performance attoriali evidentemente non professionali. Tutti elementi che mi hanno "pesato" tra una scena cruenta e l'altra.
Quindi tagli dovuti al ritmo li capisco, forse ancor di più.
Mi dirai tu se sono castronerie quelle che ho detto o meno.
Si trattò veramente di una lavorazione guerrilla-style, al limite della clandestinità, con mezzi tecnici ed economici limitatissimi. A prescindere dal contenuto scabroso della vicenda narrata, il montaggio fu comunque complicatissimo, come spesso accade per le pellicole dove bisogna farsi bastare quello che c'è, non essendoci il tempo e i denari necessari per eventuali riprese aggiuntive, e con tagli di montaggio non proprio chirurgici si cerca di mettere una pezza a location farlocche, riprese sbilenche e interpretazioni che difficilmente varrebbero l'accesso alla Royal Shakespeare Company.
Alcuni film, miracolosamente, riescono a beneficiare di tutto questo: la ruvidezza, la mancanza di artifici e orpelli, giova enormemente all'atmosfera de L'Ultima Casa a Sinistra. Lo stesso discorso, ad esempio, potrebbe valere per Non Aprite Quella Porta, che pure è più curato e rifinito: riferendosi agli inutili remake succedutisi negli anni, John Landis li liquidò come "shampoo commercials", una definizione che trovo azzeccatissima.
L'Ultima Casa a Sinistra è il frutto di un matrimonio impossibile tra il sottobosco dell'industria soft-porno nella quale Wes Craven aveva mosso i primi, incerti passi da cineasta, e le suggestioni altissime dell'Ingmar Bergman de La Fontana della Vergine. Nonostante i vari epigoni, resta un film unico nel suo genere.