Io temo che invece nelle recensioni - è cosa stranota - conti il nome e tutto ciò che il nome si porta dietro.
Vorrei riempirvi di esempi di recensioni (anche di EE) che hanno premiato giochi altisonanti con votoni a discapito della qualità intrinseca del prodotto.
Non nego che qualcuno di questi prodotti possa entusiasmare qualcuno, che ovviamente per il suo gusto personale lo troverà un capolavoro: se dopotutto c'è gente che ha apprezzato gli ultimi FF vuol dire che un pubblico c'è.
Il problema però è: come valutare un gioco? Può un Densha de Go prendere meno di Uncharted? E perchè? E in cosa differiscono i due giochi? Il recensore ovviamente si divertirà di più con Uncharted, l'otaku collezionista non vedrà l'ora di giocare DdG col suo controller dedicato. E se invertissimo i ruoli, e se l'otaku dovesse recensire i due titoli? Ovviamente Uncharted prenderebbe 6 e DdG 10.
Quello che voglio dire è che ho visto raramente recensioni che tengono conto di questi fattori. Se un gioco ha una media del 75 diviso tra 10 - capolavoro assoluto e 5 - discreto ammasso di pixel vuol dire che c'è qualcosa che non va.
Non va, non funziona. Nessuno analizza il gioco per quello che è. Se il recensore ci mette del suo sta dicendo implicitamente che quelli come lui la penseranno allo stesso modo, quelli con altri gusti lo troveranno orribile. È a questo punto che si crea la dicotomia tra GOTY e scaffale.
Una recensione veramente obiettiva, che si prefigga come obiettivo il trattare i giochi per quello che sono (e cioè analizzando il rapporto tra progetto iniziale e risultato finale valutando la qualità globale dell'offerta) ripristinerebbe la condizione di parità nel medium videoludico.
Questo però vorrebbe dire che un FFXV prenderebbe 6.5 - 7, e si torna al discorso iniziale.
Modificata da the Nameless One, 23 March 2017 - 07:42 AM.