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Il viaggio tra i ragazzi risucchiati dai videogiochi e i loro genitoriAltra inchiesta sul brutto e pericoloso mondo dei videogiochi XD

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Questa discussione ha avuto 13 risposte

#1
Guest_Tiger MaskeYe

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Il viaggio tra i ragazzi risucchiati
dai videogiochi e i loro genitori

 

Dentro al Policlinico Gemelli di Roma c’è il primo ambulatorio italiano specializzato nella cura di adolescenti che presentano ritiro sociale, dipendenza da internet e psicopatologie legate al cyberbullismo

 

Improvvisamente diventano asociali, si ritirano dentro la loro stanza, dove restano per gran parte del giorno, vestiti in pigiama. Escono soltanto per mangiare, raramente per farsi la doccia. Lasciano la scuola e lasciano lo sport. Si alzano alle 2 del pomeriggio e restano svegli fino alle 5 del mattino. E se qualcuno prova a contrastarli, loro diventano aggressivi, arrivando persino alle mani. Eccoli i ragazzini risucchiati dai videogiochi, da internet e dai social network. Restano fino a 18 ore al giorno incollati al computer. Centinaia i giovani colpiti da questa dipendenza. Una patologia talmente recente, che non esistono ancora statistiche specifiche. «Mi alzo dopo pranzo, faccio colazione e poi torno a giocare fino all’alba» racconta uno dei tanti ragazzi incontrati al Policlinico Gemelli di Roma.
 

Il primo ambulatorio italiano

Proprio qui, nel gennaio 2016, è nato il primo ambulatorio italiano specializzato nella cura di adolescenti che presentano ritiro sociale, dipendenza da internet e psicopatologie legate al cyberbullismo. Abbiamo incontrato alcuni dei giovani presi in carico. Ragazzi normali, che però trascorrono giornate (e nottate) intere di fronte ai videogiochi. «I miei genitori mi hanno sequestrato tutti i giochi perché stavo cinque ore al giorno davanti al monitor - racconta un altro – Adesso mi è rimasto soltanto il cellulare, ma i giochi sul telefono non sono così belli come quelli sul computer. Darei tutto anche per poterci giocare soltanto un’ora al giorno». E poi ci sono i genitori, più consapevoli (e più disperati) dei figli. «Non sappiamo come fare – dice una mamma – Nostro figlio non esce più di casa, si rivolta a noi con aggressività e mi ha perfino messo le mani addosso». Ogni giovedì, in questo ambulatorio i medici e gli psicologi organizzano gruppi di ascolto e di confronto, dove si tenta di superare i disagi che hanno portato i ragazzini a rinchiudersi in casa.

 

La dipendenza del terzo millennio

È la dipendenza del terzo millennio, quella a cui rischiano di andare incontro i giovani d’oggi. L’abuso di videogiochi è in vertiginoso aumento. Comincia come un divertimento, all’inseguimento del videogioco più moderno e tecnologico. «Spesso non sono giochi creativi – spiega l’esperto Federico Tonioni, fondatore del centro al Gemelli e responsabile dell’area delle Dipendenze da sostanze e delle dipendenze comportamentali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – Si tratta invece di giochi eccitanti e compulsivi, quasi sempre giochi “sparatutto”, quelli in cui il protagonista uccide gli altri, usati dai ragazzini come valvola di sfogo della loro rabbia. Non si tratta di una vera dipendenza, ma piuttosto di un abuso». C’è una rabbia di fondo, tra questi ragazzini, una rabbia repressa che, quasi sempre, è la causa dell’isolamento sociale e del conseguente inchiodarsi al computer. «E questa rabbia – racconta Tonioni – molto spesso deriva dalle nuove forme di assenza genitoriale». Il rischio, spiegano gli esperti, è quello che i ragazzini sviluppino una personalità compulsiva ripetitiva e problematiche psichiche che possono sfociare nello scollamento totale dalla realtà. La fascia di età più a rischio è compresa tra i 10 e i 12 anni.

 

I genitori

Il ritiro sociale, spiegano gli esperti, è causato spesso da genitori eccessivamente apprensivi che preferiscono non far uscire i propri figli. Per pigrizia e per averli sotto controllo. E per paura di quello che c’è fuori. E così la Rete diventa lo spazio di socializzazione, e i giochi multiplayer sostituiscono quelli che, anni addietro, erano i giochi di strada: guardie e ladri si trasforma in gioco “sparatutto”, nascondino diventa un monitor da cui non distogliere lo sguardo. Quello che si faceva nel cortile sotto casa, oggi si tende a fare in digitale. E così la rabbia, tra le mura domestiche che difficilmente si aprono, si autoalimenta.

 

I consigli

Ma le cause del ritiro sociale sono molteplici ed è ancora difficile fare una casistica valida per tutti. Il consiglio del professor Tonioni è chiaro: «Invito i genitori a passare più tempo con i propri figli, a dedicare loro maggiore presenza fisica». Secondo Tonioni, «qualsiasi tipo di disarmonia affettiva negli adolescenti, ha una radice antica, e le radici riguardano tutte nuove forme di assenza genitoriale». Ecco perché, secondo Tonioni, è importante una comunicazione e una presenza più costante: «Sono gli adulti stessi ad essere stati sedotti da internet, e spesso si tende a trasmettere questa seduzione ai figli, perché non c’è una baby sitter più efficace, più formidabile e più a basso costo di un tablet, di un telefonino o di una qualsiasi applicazione digitale». Insomma, spiegano gli esperti, i videogiochi molto spesso non sono la causa del ritiro sociale dei figli, bensì l’effetto di un isolamento causato a sua volta da molteplici motivazioni, tra cui l’incapacità dei genitori di relazionarsi ai figli. Proprio come accade in Giappone, dove il fenomeno degli hikikomori, gli adolescenti che rifiutano il mondo e si chiudono in camere, coinvolge ormai quasi un milione di ragazzini. Un fenomeno drammatico, che in Italia è in aumento costante.

 

http://www.corriere....i&refresh_ce-cp


Modificata da Franco Roccaforte, 04 November 2016 - 10:46 AM.


#2
American horizon

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Probabilmente é anche lo specchio di un mondo che non ci soddisfa e ci costringete a battere in ritirata nelle nostre tane.
É facile attribuire la colpa ai genitori o agli stessi ragazzi, laddove la questione é solo un tassello di un quadro piu ampio che chiama in causa la società tutta.

#3
Bobo Oracolo Di Geox

Bobo Oracolo Di Geox
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Probabilmente é anche lo specchio di un mondo che non ci soddisfa e ci costringete a battere in ritirata nelle nostre tane.
É facile attribuire la colpa ai genitori o agli stessi ragazzi, laddove la questione é solo un tassello di un quadro piu ampio che chiama in causa la società tutta.


Hai centrato il punto. Concordo

#4
Stein

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I toni del video sono un po' troppo melodrammatici, ma i punti sostanziali sono abbastanza ben tracciati. Il problema esiste ed è inutile negarlo. E mi dispiace dirlo, anche a costo di sembrare vecchio, che l'abuso odierno che fanno oggi i giovani di FPS mi preoccupa non poco. Lo so, sono vecchio, ma più frequento questo mondo e più vedo in quel genere videoludico qualcosa, quantomeno di "non produttivo".



#5
Black Eagle

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Ho visto giusto ieri il video del servizio e l'ho trovata l'ennesima cazzata all'italiana. tralasciando il fatto che stare al pc per 5-6 ore al giorno per me "ai bei tempi" era pura normalità anche durante l'anno scolastico (d'estate invece raggiungevo picchi non indifferenti) e non sono mai stato a secco di amicizie, che tra l'altro all'epoca erano il più lontano possibile dall'essere dei nerd attaccati al pc e/o videogiochi.

 

il secondo punto che mi ha fatto storcere il naso è ovviamente l'accostamento videogiochi -> violenza -> rabbia, dato che ovviamente hanno parlato solo di sparatutto, di call of duty e hanno fatto vedere video di dead trigger; come se l'intero palcoscenico dei videogiochi mostrasse unicamente fiumi di sangue e guerre che lobotomizzano il cervello di questi poveri ragazzi fragili e bisognosi. Insomma si ricordano di Super Mario solo quando ne hanno voglia loro.

 

terzo punto: a ricoverare un ragazzino perché sta del tempo su internet lo farà sentire un malato, un disagiato, un qualcuno che evidentemente ha un problema così grande con sé stesso e/o l'ambiente circostante da dover essere ricoverato in una struttura per la disintossicazione. come un eroinomane. il ché non fa che ingigantire un problema che in realtà è molto più semplice.

 

l'unica parte sensata sta alla fine di quel video servizio, in cui viene spiegata la sempre più grande assenza delle figure genitoriali nelle vite dei figli e questo è oggettivamente un dato di fatto, ma non posso che essere d'accordo anche con American horizon che dice che la questione è solo un tassello di un problema ancora più ampio.



#6
Guest_pippoundergroundeYe

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Ogni anno puntualmente escono sempre questi articoli poco prima del periodo natalizio.

A prescindere dalle disquisizioni sulla videodipendenza, in parte anche condivisibili imho, a  me sembra il solito penoso pretesto per vendere agli anziani lettori dei quotidiani il sensazionalismo terrorista che tanto gli piace, magari dirottandoli anche verso una strenna da regalare ai figli/nipoti diversa dal vg.



#7
H4r4k1w1

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Probabilmente é anche lo specchio di un mondo che non ci soddisfa e ci costringete a battere in ritirata nelle nostre tane.
É facile attribuire la colpa ai genitori o agli stessi ragazzi, laddove la questione é solo un tassello di un quadro piu ampio che chiama in causa la società tutta.

Complimenti, concordo pienamente.  :applauso:



#8
girelaciambela

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Probabilmente é anche lo specchio di un mondo che non ci soddisfa e ci costringete a battere in ritirata nelle nostre tane.
É facile attribuire la colpa ai genitori o agli stessi ragazzi, laddove la questione é solo un tassello di un quadro piu ampio che chiama in causa la società tutta.


Assolutamente d'accordo
Questi problemi, come il crescere delle dipendenze da stupefacenti, l abuso si alcool sono l espressione di una società (quella italiana) che fa acqua da tutte le parti

È facile criticare e puntare il dito su chi vive alla settimana; con tutte le conseguenze del caso

Ma uno stato (con la s piccola) che non si cura di dare un futuro alle nuove generazioni, dove la precarietà è all ordine del giorno, dove si lavora un mese e 3 di sta a casa (e chi ti da un mutuo?), dove se vuoi studiare (e non sei un paraculato con i genitori che ti danno una casa/allungano i soldi) ti affranchi da vecchio (infatti nel 2016 il tasso di mortalità ha superato la natalità), dove la pressione fiscale è alle stelle (e ogni giorno falliscono decine se non centinaia di imprese), è uno stato destinato a fallire miseramente

Guardiamo al perché la gente vive alla giornata e si "ritira"

#9
Guest_pippoundergroundeYe

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Probabilmente é anche lo specchio di un mondo che non ci soddisfa e ci costringete a battere in ritirata nelle nostre tane.
É facile attribuire la colpa ai genitori o agli stessi ragazzi, laddove la questione é solo un tassello di un quadro piu ampio che chiama in causa la società tutta.

 

Purtroppo è drammaticamente vero imho.

Viviamo in una società gerontocratica fortemente squilibrata, dove spesso generazioni di genitori e figli stanno fermi in un parcheggio a marcire nel pieno delle loro capacita intellettuali, fisiche e sessuali, in attesa di sostituire i vecchi che di morire non hanno alcuna voglia.

Una società ostinatamente ferma nel ventesimo secolo, dove per un giovane è già difficile essere figlio del proprio tempo, figurarsi padrone del proprio destino.

Una soluzione? Forse andarsene.



#10
DOMO KUN

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I toni del video sono un po' troppo melodrammatici, ma i punti sostanziali sono abbastanza ben tracciati. Il problema esiste ed è inutile negarlo. E mi dispiace dirlo, anche a costo di sembrare vecchio, che l'abuso odierno che fanno oggi i giovani di FPS mi preoccupa non poco. Lo so, sono vecchio, ma più frequento questo mondo e più vedo in quel genere videoludico qualcosa, quantomeno di "non produttivo".

 

Ma perchè secondo te uno che gioca a un TPS è tanto diverso ?

Li hai mai visti quelli veramente infognati chessò, col primo gears of war ?

E non sto nemmeno a tirare in ballo quelli infognati sui moba che guarda... :ph34r: 

Anzi, non so gli altri, ma più un gioco è veloce e frenetico, e meno sessioni lunghe si riescono a sopportare, e la visuale in prima persona imho non aiuta (a me dopo un pò bruciano gli occhi)



#11
Stein

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Ma perchè secondo te uno che gioca a un TPS è tanto diverso ?

Li hai mai visti quelli veramente infognati chessò, col primo gears of war ?

E non sto nemmeno a tirare in ballo quelli infognati sui moba che guarda... :ph34r:

Anzi, non so gli altri, ma più un gioco è veloce e frenetico, e meno sessioni lunghe si riescono a sopportare, e la visuale in prima persona imho non aiuta (a me dopo un pò bruciano gli occhi)

 

Non è una questione di visuale, ma di contenuti. GOW lo infilo in quel calderone, non fa differenza. Io parlo di arena shooter, di cui i FPS sono solitamente i maggiori esponenti.



#12
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Non è una questione di visuale, ma di contenuti. GOW lo infilo in quel calderone, non fa differenza. Io parlo di arena shooter, di cui i FPS sono solitamente i maggiori esponenti.

 

E allora se ci vuoi infilare pure gow chiamali sparacchini piuttosto :P



#13
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E allora se ci vuoi infilare pure gow chiamali sparacchini piuttosto :P

 

L'articolo parla di FPS, e quelli ho citato. Penso che ai medici che si occupano di queste persone importi poco se li si chiama FPS o TPS.



#14
DOMO KUN

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L'articolo parla di FPS, e quelli ho citato. Penso che ai medici che si occupano di queste persone importi poco se li si chiama FPS o TPS.

 

E allora ritorniamo al mio post iniziale mi sa. Vabbè fai lasciamo stare, tanto dell'articolo in sè non mi importa, era solo per puntualizzare






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