#1
Inviato 03 July 2016 - 08:11 AM
Attendo mega commento di Quilty, qui più che giustificato.
#4
Inviato 03 July 2016 - 09:50 AM
A me l'unico Film che ha fatto storcere il naso è stato " Il Siciliano" , più che altro per la visione di Giuliano dovuta al romanzo di Puzo, ma ammetto di non aver mai visto la sua versione, in Italia uscì monco di mezz'ora.
Inutile dire che considero il Cacciatore un capolavoro .
Inutile dire che considero il Cacciatore un capolavoro .
#15
Inviato 13 July 2016 - 12:27 AM
Certo, ci ha messo del suo. Era abbastanza pazzo, come spesso lo sono gli artisti duri e puri. Non si è mai capito bene cosa avesse cercato di fare con tutti quei lifting e botulini: ad un certo punto si diceva puntasse a cambiare sesso, ma anche quella è rimasta un'opera incompiuta. La carriera di Michael Cimino, infatti, conta più progetti irrealizzati (o irrealizzabili: ad un certo punto era in lizza per dirigere Footloose, ma ve lo immaginate un Footloose diretto da Cimino?) che titoli fatti e finiti. Questi ultimi, a conti fatti, sono solo 7 (più un pezzetto), ma valgono tutti una riscoperta, specie i cinque che NON sono monumenti di celluloide. E questo vale anche per Il Siciliano, che è ancora in attesa di un'edizione home video soddisfacente (nel blu-ray con la director's cut di recente distribuzione pare abbiano fatto un pasticcio con il formato d'immagine). Per ogni stravagante scelta di casting (si, Christopher Lambert, dico a te), ne troverete almeno un'altra azzeccatissima (un giovane e già elettrico John Turturro).
La vera vicenda dietro al fallimento della UA non credo la sapremo mai; nell'editoriale del numero odierno di FilmTV, Mauro Gervasini suggerisce addirittura che si sia trattato di una sorta di complotto per seppellire una volta per tutte la scalata dei "Movie Brats" protagonisti della stagione più esaltante nella storia del cinema americano, e riportare le redini nelle mani dei produttori. È un'ipotesi audace, ma a suo modo affascinante che pone Michael Cimino in una posizione -se possibile- ancor più centrale nella evoluzione (e involuzione) della nostra beneamata Settima Arte.
Mi unisco al cordoglio per la scomparsa di Robin Hardy (mi ha fatto piacere che qualche utente lo abbia ricordato) e di Abbas Kiarostami: se pensate che i suoi austeri e rigorosi film non facciano per voi, guardatevi almeno il corto di Nanni Moretti "La sera della prima di Close Up". Sono pochi minuti in cui si mostra un mondo dove l'uscita di una pellicola d'autore iraniana costituiva un piccolo evento anche in Italia. A vederlo oggi, pare un film di fantascienza.
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