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Lo spostamento delle "colpe" da "chi guarda" a "chi mostra"la moda del millennio


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Questa discussione ha avuto 8 risposte

#1
Genocide

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Noto sempre più spesso questo tipo di atteggiamento.

Un tempo quando non era chiaro un qualcosa in un film/serial/quel che vi pare lo spettatore dubitava innanzitutto di sè stesso. Forse mi sono addormentato, forse non ho capito, forse dovrei rivederlo, forse non ho capito cosa voleva dire con quella scena.

 

Oggi invece è l'esatto opposto ma estremizzato all'infinito.

Se lo spettatore non capisce qualcosa -> "lol lol buco di sceneggiatura"

Se non ha gradito qualcosa nella trama -> "ma doveva fare così è chiaro"

 

E' un pò il contraltare del comportamento del fanboy classico che se si critica quel qualcosa che lui ama allora non la si è capita. Qui invece se non si capisce qualcosa è per forza colpa dello sceneggiatore che si faceva di acidi.

 

E' una derivazione della moda del momento che ci trasforma tutti in grandi critici?

Sono il solo ad averlo notato?

Che ne pensate?



#2
LambertoKevlar

LambertoKevlar
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Notato anche io,soprattutto ai tempi dell'uscita di Man of steel

#3
Laeryn

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Noto sempre più spesso questo tipo di atteggiamento.

Un tempo quando non era chiaro un qualcosa in un film/serial/quel che vi pare lo spettatore dubitava innanzitutto di sè stesso. Forse mi sono addormentato, forse non ho capito, forse dovrei rivederlo, forse non ho capito cosa voleva dire con quella scena.

 

 

E' un discorso complesso, perché qualsiasi film/serial/ecc. (diciamo qualsiasi opera di narrativa) punta a produrre degli effetti sullo spettatore.

 

L'unico modo per capire se l'opera ha avuto successo è verificare se l'effetto voluto si è effettivamente prodotto, alle condizioni stabilite dall'autore. Quest'ultimo passaggio è il passaggio chiave: "condizioni dell'autore" significa che bisogna guardare al target di riferimento, nonché alle condizioni di fruizione che l'autore aveva in mente. Quindi lo spettatore "che dorme", ovviamente, non vale. E non vale nemmeno lo spettatore fuori target (es. una nonna che guarda un film di supereroi o un distrattone che guarda un thriller complicatissimo).

 

Una volta rispettate queste condizioni, la responsabilità è sempre dell'autore, che ha il compito di far sì che l'effetto voluto si verifichi. Se scrivo un giallo destinato a essere letto UNA SOLA VOLTA da trentenni di media intelligenza, e la trama non la capisce nessuno, è colpa mia (diverso il caso se VOLEVO creare un giallo complicato da leggere più volte).

 

Naturalmente il mio è un discorso parziale, riferito alla sola cosa "misurabile", cioè il rapporto tra voluto e realizzato. E' evidente, poi, che un'opera può produrre effetti ulteriori rispetto a quelli voluti dall'autore (es. lo spettatore trova qualcosa in più), o piacere anche a spettatori fuori target. E' il bello della narrativa. Ma questi casi non sono misurabili, perché non rientrano nelle intenzioni dell'autore, che non ha né colpe né meriti se si verificano.



#4
Genocide

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Ma si indubbiamente dipende caso per caso.

 

io parlo di una tendenza sviluppata ultimamente che propende verso " lui che non sa scrivere" piuttosto che "potevo stare più attento"



#5
Laeryn

Laeryn
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Ma si indubbiamente dipende caso per caso.

 

io parlo di una tendenza sviluppata ultimamente che propende verso " lui che non sa scrivere" piuttosto che "potevo stare più attento"

 

Penso che sia una tendenza dovuta al fatto che con la diffusione dei media si leggono molte più critiche, e ci sentiamo tutti più competenti, magari senza esserlo.

 

Però sulla questione dell'attenzione sono un po' scettico. A meno di vere e proprie distrazioni (spettatore che si addormenta, che gioca col telefonino, ecc.), se un punto della trama sfugge è probabile che sia più colpa dell'autore che dello spettatore. L'autore deve essere bravo a imboccare lo spettatore senza che questi se ne accorga. L'essenza della narrativa sta tutta nel riuscire a prevedere e indirizzare le reazioni dello spettatore. Sopravvalutare o sottovalutare le capacità dello spettatore è l'errore più grave che un autore possa commettere.

 

Personalmente ritengo che i veri spettatori colpevoli sono quelli che si ostinano a criticare gli aspetti sbagliati di un film. Ad esempio chi critica la non plausibilità delle scene d'azione in un film a base di esplosioni ed effetti speciali. Ma è probabile che in questi casi lo spettatore sia implicitamente fuori dal target.



#6
Genocide

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Penso che sia una tendenza dovuta al fatto che con la diffusione dei media si leggono molte più critiche, e ci sentiamo tutti più competenti, magari senza esserlo.

 

Però sulla questione dell'attenzione sono un po' scettico. A meno di vere e proprie distrazioni (spettatore che si addormenta, che gioca col telefonino, ecc.), se un punto della trama sfugge è probabile che sia più colpa dell'autore che dello spettatore. L'autore deve essere bravo a imboccare lo spettatore senza che questi se ne accorga. L'essenza della narrativa sta tutta nel riuscire a prevedere e indirizzare le reazioni dello spettatore. Sopravvalutare o sottovalutare le capacità dello spettatore è l'errore più grave che un autore possa commettere.

 

Personalmente ritengo che i veri spettatori colpevoli sono quelli che si ostinano a criticare gli aspetti sbagliati di un film. Ad esempio chi critica la non plausibilità delle scene d'azione in un film a base di esplosioni ed effetti speciali. Ma è probabile che in questi casi lo spettatore sia implicitamente fuori dal target.

 

ci sono spettatori che si sbrodolerebbero anche dopo averli imboccati perfettamente.

 

un tempo questi avrebbero detto: "boh non l'ho proprio capito come film" oggi dicono: "lol cioè imho buco di sceneggiatura arrivi lì e non si capisce nulla in quella scena". Quando magari è pieno di gente che l'ha capita.

 

Un amico un pò di sere fa ha detto, riferendosi ad interstellar, che lui proprio si era perso nella scena del buco nero.

Qui sul forum si sarebbe letto (o si è letto, non ricordo) che nolan ha fatto un film pieno di buchi di sceneggiatura con scene senza senso a partire da quella del buco nero.



#7
Don Giannarelli

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A me invece capita più spesso che gli autori siano così bravi a propinarti l'opera da non farti notare i buchi di sceneggiatura :snape:

 

Se stiamo parlando di risoluzione della trama come nel caso di un thriller, ritengo che lo sceneggiatore debba esser sempre esser il più chiaro possibile con il proprio pubblico (o almeno, come dice Laeryn, imboccarlo nascondendo la propria mano). Se lo scopo è il semplice appagamento procurato dalla risoluzione di mistero è inutile fare l'ermetico. Personalmente mai capitato di ritrovarmene davanti uno che non fosse comprensibile dal puro punto di vista degli eventi. L'unica eccezione è The Counselor, che nonostante abbia cercato di difenderlo a spada tratta era un film che era  unanimemente riconosciuto per l'avere problemi in diversi settori, montaggio in primis.

 

Se invece si parla di significato di un film, c'è un simpatico aneddoto che mi ritorna in mente :asd:

 

 

 

 



#8
Escher

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Ma si indubbiamente dipende caso per caso.

 

io parlo di una tendenza sviluppata ultimamente che propende verso " lui che non sa scrivere" piuttosto che "potevo stare più attento"

 

personalmente è un discorso un pò complicato. Crescendo con certe passioni è chiaro che si limino eccome molti parametri critici e si diventa più scassamaroni. 

 

Il discorso di fondo è scindere quand'è che il nostro parere è tale perchè frutto di una visione soggettiva della cosa, e quando invece il problema nel film è presente a prescindere dal nostro gusto.

 

Non è assolutamente qualcosa di facile ed anzi, presuppone una conoscenza del medium davvero profonda, indipendentemente da quale sia.

 

Poi si, come dice Don Giannarelli, tantissime volte siamo talmente accecati dalla confezione scintillante che ci propinano (specie gli americani) e dai nostri gusti, hype, da non valutare l'opera con coerenza, e dire "massi dai, va bene così" facendo spallucce.

 

Son due atteggiamenti entrambi controproducenti. 



#9
VIPER

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Concordo con i vostri pensieri

 

Senza contare che molti giudizi sono alquanto distorti quando si protegge il proprio pg preferito da forti elementi che invece indicano "i suoi torti o limiti".  Non voglio fare spoiler, ma di recente vi è una disputa alquanto intensa in un serial alquanto seguito dalla general audience.

Cosa si fa? si accusa l'autore di forzature e bad writing quando invece, in quel caso, non vi è la minima traccia






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