#1
Inviato 01 October 2015 - 09:16 AM
Partendo dalle pagine di un romanzo di Andy Weir, Ridley Scott catapulta Matt Damon nello spazio per trasformarlo in un astronauta costretto alla lotta per la sopravvivenza dopo essere rimasto bloccato su Marte.
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Leggi l'articolo completo: Sopravvissuto - The Martian - RECENSIONE (Cinema)
#3
Inviato 01 October 2015 - 09:58 AM
dando per certo le parole della recensione pare che il film abbia incamerato il vero spirito del libro e non è merito dello di Drew Goddard (o almeno non del tutto) ma di una storia di fantascienza narrata in modo molto originale e scanzonato, non vi è traccia però di quella fantascienza romantica tipica di film come John Carter o Interstellar, purtroppo io come al solito aspetto la versione sul disco, le sale cinema le concedo a chi va a mangiarsi il popcorn o a mettere le mani sulle spalle alla fidanzata.
#9
Inviato 02 October 2015 - 08:31 AM
Il voto ci può anche stare, forse anche mezzo punto in più (ma, davvero, non si può andare oltre il 7). Chi ha letto libro potrebbe trovare opinabile una omissione rilevante alla fine del film (non parlo della scelta di far compiere a un personaggio un'azione in luogo di un altro personaggio), che non l'avrebbe allungato ma ne avrebbe sostanziato il messaggio, al di là della sua retorica. Il finalino aggiuntivo rispetto al romanzo di Weir a parer mio sarebbe stato meglio se non ci fosse stato. Avrebbero invece dovuto potenziare emotivamente l'evento culmine della storia e da lì si sarebbe dovuti andare ai titoli di coda. Non condivido l'opinione che centocinquantuno minuti siano troppi; la durata è da minimo sindacale per esporre la successione di momenti chiave che scandiscono l'avventura del protagonista (non eludibili per dare un senso più pieno alla storia) , con anzi qualche micro/macro omissione che inficia il giudizio complessivo della pellicola. Quello che manca è ciò che sta in mezzo a questi eventi chiave (da qui la mia idea contraria sulla durata del film); si passa senza soluzione di continuità da un evento all'altro e alcuni davvero importanti (come la lunga traversata col rover delle insidiose lande marziane) sono liquidati in quattro e quattr'otto. Se si fosse conferito ad essi il giusto risalto (oltre a non mancare di mostrare alcune traversie di Mark Watney), il film sarebbe durato almeno altri tre quarti d'ora in più. Certo un film talmente lungo difficilmente sarebbe stato proponibile, ma il deficit di durata non fa emergere come si deve l'impresa in tutta la sua grandezza (pensando allo scompenso di cui soffre la storia raccontata nel film, calza perfettamente una frase del messaggio che Watney ad un certo punto consegna al capitano Lewis affinché lo recapiti ai suoi genitori). Assistiamo invece a un'infilata di scene che ci conducono alla fine senza picchi memorabili. Come scrive il recensore, dove il film funziona è nella parte tecnica, sia sul lato del montaggio che negli effetti speciali. Ogni componente del cast fa bene la propria parte, e anche Damon, sul quale avevo qualche perplessità, ci consegna un'interpretazione apprezzabile. Certo però non si capisce perché il trattamento CG al quale è stato sottoposto alla fine del film abbia riguardanto per lo più le scene in cui è a figura intera e non tanto i primi piani. Con The Martian Scott dimostra la sue capacità di mestierante del cinema, di direttore d'orchestra, ma, al tempo stesso, tutti i suoi limiti. Il risultato è un film inappuntabile sul lato tecnico e della messa in scena che soffre tuttavia di mancanze tutt'altro che irrilevanti sul piano dei contenuti. L'idea è che non si poteva fare molto di più visti i limiti di durata del film, problema comune quando si traspongono storie di romanzi. Gravity funziona anche perché non aveva questo problema dal momento che si basa su un soggetto originale.
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