"Una bomba assoluta, una moto che ti sbatte in faccia la sua forza, una pietra miliare che punta a tutti i primati esistenti in fatto di prestazioni. Tecnologia al top, design “spaziale” per un vero e proprio aereo a 2 ruote. A Milano la versione stradale,,,,"
ULTRAPOTENZA!
Veniamo quindi al dunque: il motore. Si tratta di un 4 cilindri in linea di 998 cc, alla faccia del downsizing. A dire la verità, però, il dato che vi stiamo per dare fa capire molte cose. La potenza stabilita come obbiettivo in sede di progetto è di… 300 CV! Esistono molti modi per raggiungere questi livelli, che sono superiori anche a quelli dei motori da MotoGP. Finora le Case hanno più o meno tutte seguito la via dei “cc”, aumentando le cubature a dismisura. Lo ha fatto anche Kawasaki stessa che, con la ZZR1400 (attualmente la Verdona più muscolosa: 210 CV con effetto RAM), ha dato ascolto alla massima americana secondo cui “niente è meglio dei centimetri cubici”. Ma ovviamente, insieme alla cilindrata, crescono anche le dimensioni del motore e del veicolo in generale, cosa che ne mina inevitabilmente le doti di guida.
COMPRESSORE AL POSTO DEI CC
Ecco quindi la trovata di Kawasaki: mantenere “bassa” la cilindrata ma aggiungere il compressore, soluzione da sempre nella mente degli ingegneri ma da sempre non perfettamente adatta alle moto. Questo se per compressore si intende il turbo, che regala sì potenza ma anche un’erogazione troppo esuberante. Certo, oggi c’è l’elettronica che controlla e gestisce tutto, ma alla Kawasaki avevano comunque in mente altro. Dopo tante illazioni sul tipo di sovralimentazione adottato per la Ninja H2R, veniamo finalmente a sapere che non è un turbo e nemmeno un volumetrico. Si tratta di un compressore centrifugo ad alta efficienza e progettato per l’uso motociclistico, definito “scroll-type". Si sa da tempo che questo sistema di sovralimentazione è mosso meccanicamente tramite ingranaggi e dispone di un sistema di trasmissione che ne “governa” i giri (quindi la pressione) a seconda delle modalità di guida, richiamabili probabilmente con appositi pulsanti e selettori sui blocchetti elettrici. Guardate la gallery per le foto dello spaccato del motore e del compressore.
POTENZA SÌ, INGOMBRI NO
Il compressore, interamente progettato “in casa” sfruttando l’esperienza di Kawasaki Heavy Industries nel campo delle turbine a gas e dell’aeronautica, permette di contenere la cilindrata e le dimensioni del motore, che ha misure paragonabili a quelli di qualsiasi altro 1.000 cc di moto supersportive. Ne guadagna anche il contenimento del peso e degli ingombri del mezzo, a favore della guidabilità e delle prestazioni. Diciamo che è stata trovata una via di mezzo tra il downsizing più accentuato e l’ipertrofia delle attuali super tourer. In effetti anche noi ci saremmo aspettati un motore intorno ai 750 cc, ma non avevamo fatto i conti col fatto che Kawasaki aveva evidentemente nei piani una moto “manifesto tecnologico” da numeri assoluti, più che un segnale di… distensione in tempi di crisi.
Modificata da naru91, 30 September 2014 - 06:53 PM.