E’ ferma li, a sinistra del televisore. Conta i minuti che la separano dall’addio. In capo a qualche giorno sarà riposta dentro una scatola e sistemata in un anfratto della casa non visibile, dentro un mobile o nell’angolo di un soppalco.
E’ dignitosa, nella sua linea curva ed elegante, nel suo nero enigmatico. E’ austera, ma conviviale.
Ha sei anni e mezzo. Quando la guardo mi chiedo cosa direbbe se potesse parlarmi.
Credo mi direbbe questo:
“L’addio non è oblio. Ricorda.
Sei stato il vento impetuoso su prati che fiorivano al tuo passaggio, sei stato un vecchio serpente che ha strisciato per l’ultima volta. Sei sempre lo stesso, forse un po’ più vecchio e con meno capelli, ma io so che hai cambiato identità tante volte: sei stato Nathan Drake e poi Ezio Auditore. Non sei un cow-boy, tutt’altro, ma io ti conosco anche come John Marston, mentre cercavi invano di colpire tutti i tuoi carnefici fuori dalla fattoria.
Ti prego, non parliamo delle innumerevoli partite di calcio a cui mi hai sottoposto. E non parliamo nemmeno di quelle insopportabili sessioni a singstar con i tuoi amici, alcuni dei quali più stonati di Biagio Antonacci.
A proposito: so che hai cambiato compagna nel corso di questi anni. Mi ricordo mentre cancellavi il profilo della tua ex, le sue foto, i suoi record, le canzoni che preferiva. Ho una buona memoria, anche se molti addetti ai lavori sostengono che non ne abbia abbastanza.
Hai cambiato lavoro nel 2009, e ti è andata bene. Di giorno sei un distinto professionista. Quanti però sanno che di notte hai vagato per le vie di New York e di Los Angeles a diffondere il crimine e la paura? Ti chiamavi Niko Bellic. E poi Michael De Santa… Com’è che dici sempre tu? Una ‘splendida e intelligente satira della società americana contemporanea’… Ne avrai ancora, vedrai.
Non hai figli, anche se hai superato i 30 da un bel po’. Ti fanno paura. Però sei stato Ethan Mars, determinato a salvare il suo di figlio. E sei stato Joel, sentendoti di nuovo padre dentro un mondo distopico, spietato e al tempo stesso meraviglioso. Non mi dire che ti sei commosso alla scena della giraffa, alla tua età… Ti sei chiesto quanto può essere umano mentire? Forse…
Con me sei morto, tante volte. Ma ogni mattina ti sei risvegliato, miracolo della tecnologia. Che paradosso: tu sei mortale, ma con me sei risorto ogni giorno. Io sono solo una macchina e ora muoio per sempre. Addio, è stato un piacere”.
Per me è stato un onore. Grazie.