Ovvio, topy, anche perchè il fallimento di sega partiva da lontano, mica dal dreamcast.
Ma ormai credo che il destino di wiiU sia troppo compromesso. Poco male, ormai, la console l'ho comprata, vorrà dire che la si accende quando serve e bon.
Esatto. Nintendo non è certo nella condizione di Sega; l'azienda è in salute e ciò permette anche di sopportare eventuali failure commerciali.
Quello che mi domando è: che tipo di strategia adottano quando lanciano un prodotto sul mercato?
Tempo fa, nel 2010 mi sembra, Pachter disse una cosa che mi incuriosì: Nintendo ha la strategia di lanciare sul mercato tre home console nello stesso periodo in cui le altre ne lanceranno due.
Partendo da questo ragionamento ci sta ed è anche comprensibile il progetto Wii ed il progetto Wii U e i relativi cicli vitali brevi (non quindi i 10 anni Sony, ma i 4-5 anni scarsetti Nintendo).
Io però ho maturato la convinzione che Nintendo faccia una sorta di trial and error... mi spiego:
- io Nintendo metto sul mercato un prodotto assolutamente diverso dalla concorrenza (e quindi con maggior possibilità di successo rispetto ad un prodotto analogo alla concorrenza)
- il prodotto è in grado di generare utili da subito
- sto a vedere come va
Qui si aprono due possibilità:
1) successo: il prodotto è recepito in maniera positiva o largamente positiva, genero molti utili e il software vende molto.
2) fallimento: il prodotto non funziona, genero comunque degli utili e il software vende meno. Sono conscio che il prossimo prodotto dovrà battere un'altra strada.
Wii ha avuto successo. Wii U sta avendo fallimento (o comunque lo avrà se non saprà replicare il numero di pezzi di Wii, e presumibilmente sarà così). Quindi con la prossima console Nintendo dovrebbe cambiare formula.
L'appunto che mi faccio è che personalmente non capisco che tipo di collocazione Nintendo cercava questa volta. Nelle intenzioni c'era di andare a stuzzicare il target di utenza "core" che maggiormente spende per il software, aumentando così l'attach rate (il numero di giochi che vengono venduti per console installata). Per farlo aveva lasciato intendere una adeguata potenza nell'hardware, una stategia pro-TP che andasse a semplificare lo sviluppo e a creare quell'ecosistema e quelle relazioni volte ad aumentare lo stesso software sulla console.
Quello che abbiamo ottenuto è stato invece quasi l'opposto.
Qualcosa non ha funzionato? Io credo che tutto sia stato impostato nella maniera più sbagliata.
Quando si sviluppa un nuovo hardware si decide il target di potenza e la data di immissione nel mercato: in base a queste due informazioni si va a guardare quali sono le componenti (CPU/GPU/RAM etc.) e i processi tecnologici (processo produttivo nm, consumo energetico, etc.) che permettono di ottenere i risultati con la spesa minore.
Per Iwata non sembrava essere importante uscire prima della concorrenza (su questo non ero d'accordo con lui), quindi non vi era nemmeno tutta questa fretta (nonostante il Wii fosse moribondo già da anni). Perchè dunque uscire nel 2012 con una console dalla potenza computazionale evidentemente bassa, con i giochi ancora non pronti per il mercato e addirittura una doppia presentazione (E3 2011 ed E3 2012) con trailer mutuati da altri hardware e di giochi che persino non sono mai giunti e mai giungeranno sulla console (metro last light, alien colonial marines, etc.).
Tutta questa evoluzione di eventi ha davvero dell'incredibile ed è poco comprensibile. Allora era meglio uscirsene nel 2013, magari anche con lo stesso hardware del Wii U, ma con i giochi pronti, con una console che non si svaluta, non si svende e che mantiene il "momentum".
Sono riusciti invece a replicare in copia carbone il malaugurato lancio del 3DS, ma essendo in home console sono riusciti anche a fare peggio, poichè soffrono della concorrenza della current gen HD e del fatto che il Wii U ancora non è stato compreso dal grande pubblico.
Una concatenazione di eventi che hanno portato il "project cafè" ad essere un stallo, nonostante delle premesse di tutt'altra caratura.