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High Score & 1UP: evoluzione nel tempo.

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Questa discussione ha avuto 10 risposte

#1
Zio Snake

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Poco tempo fa parlavo con un utente a proposito di come alcuni concetti alla base stessa dei VG siano cambiati nel tempo. O addirittura scomparsi.
Fra questi vi è senz'altro il concetto di "High Score".
Nei primi giochi era sostanzialmente l'obiettivo finale, l'achievement, la trama.
La sfida e il divertimento stesso del gioco risiedevano proprio nel raggiungere il massimo punteggio possibile ed, eventualmente, superare quello di amici e/o sconosciuti nelle Sale Giochi.
Non c'era altro.
Paradossalmente si poteva giocare quasi all'infinito.

Ora questo concetto è caduto in disuso. Nella maggior parte dei casi, almeno.
Ora i VG hanno una trama, hanno un obiettivo. E lo "score", spesso e volentieri, è addirittura scomparso.
Ora la sfida è data dall'ottenimento di "achievements", dal raggiungimento del finale di gioco.
Il VG negli anni si è avvicinato sempre più al concetto di "film interattivo", allontanandosi piano piano dal concetto originale di semplice passatempo e sfida "Uomo Vs Macchina".
A questo va aggiunto che il multiplayer ha avuto negli anni un impatto decisivo sull'evoluzione/cambiamento nei VG.
In molti giochi di grande successo, infatti, la componente multi è addirittura la più amata, a discapito della modalità "Campagna" spesso vista come un semplice "plus" più o meno interessante.
Si è arrivati ad un concetto di sfida "Uomo Vs Uomo" dove la macchina è un semplice "arbitro", un semplice "ring virtuale" dove incontrarsi e sfidarsi.

Anche se, a ben vedere, la prima console fu "multiplayer".
In principio, infatti, la prima console della storia fu l'Odyssey della Magnavox. Una sorta di "Pong" (nato dopo, da Atari) dove non vi era nessuna I.A.
Semplicemente 2 racchette ai lati dello schermo (utilizzabili tramite rotazione di un primordiale controller sulla console stessa), una palla su schermo e 2 persone che si sfidavano tramite questi semplici strumenti.
Sfida Uomo Vs Uomo, tramite lo strumento "console".
Si può dire quindi, in un certo senso, che i VG siano nati semplici "multiplayer" per poi evolversi.

Altro concetto è quello del famoso 1UP e "continue".
Mediamente oggi i VG hanno salvataggi e checkpoint. Al limite, una barra di energia che, se consumata, fa ripartire dall'ultimo check.
Ma una volta il senso di sfida era dato ANCHE dall'ottenimento della storica "Extra Life": l'eccitazione e la frenesia nell'atto di ottenere e, soprattutto, NON perdere "una vita" era il fulcro stesso del gioco. E quando si raggiungeva il fatidico GAME OVER, si ricominciava tutto daccapo.
Per rendere meno frustrante il gioco (e per spillare più soldi possibili in Sala Giochi) si introdusse, nel tempo, il "continue".

Mediamente, comunque, nell'epoca degli 8-16 bit finire un videogame era obiettivamente molto più difficile ed impegnativo.
E questo fece, in passato, da vero e proprio spartiacque tra un "appassionato" e un semplice "utilizzatore" che magari faceva una partita per poi mollare tutto alla prima o seconda sconfitta.

Oggi il senso di sfida mi sembra decisamente calato (salvo qualche eccezione, come Ninja Gaiden su Xbox o il recente Demon' Souls) o in altri casi si è trasformato nella collezione di determinati items (come Donkey Kong Country Returns, Mario Galaxy, Rayman). Certo, ci sono i livelli di difficoltà e l'ottenimento di achievements. Ma il livello di sfida è comunque calato.
Senza dimenticare quanto trama ed "esperienza di gioco" (con emozioni direttamente proporzionali alla capacità del videogiocatore di lasciarsi avvolgere/coinvolgere dalle componenti artistiche/videoludiche del gioco stesso) abbiano raggiunto oggi un peso rilevante, addirittura essenziale in certe produzioni.
Come dimenticare opere come, ad esempio, Shenmue, Ico, Max Payne?
Videogiochi che facevano leva non solo sul loro lato ludico ma soprattutto su quello emotivo/emozionale.

In generale, quindi, i VG sono passati da semplice passatempo, "scacciapensieri", ottenimento dell'High Score a vere e proprie esperienze multimediali e multisensoriali.
A discapito, forse, del senso di sfida e dell'immediatezza/semplicità delle origini.

I VG si sono evoluti? Sono peggiorati? O sono, semplicemente, cambiati ed i videogiocatori con essi?
Voi cosa ne pensate?

#2
gugu

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I VG sono cambiati, e devo dire che la accetto e la condivido quetsa evoluzione.
L'high score è lentamente scomparso, meglio lo trovi in diversi live arcade, essendo i titoli sviluppati diversamente. Anche la capienza del DVD e blueray ha permesso di creare titoli di maggiore spessore/lunghezza che inevitabilmente hanno portato disinteresse nei confronti del punteggio.
Se negli anno 80 i giochi erano composti da 10 livelli e nel 2000 da 60, inevitabilmente la sfida si è rivolta più verso il completamento del gioco.
Piuttosto non sento minimamente la mancanza delle vite, essendo sempre motivo di continui riavvii delle console per rimanere con più vite possibili per combattere il boss di turno. In fondo anche a suo tempo dovevamo adottare degli stratagemmi per superare un punto ostico.

Comunque ti dico che nel complesso non ho un grandissimo rimpianto per i vecchi titoli; il progresso ci fa sempre fare un passo avanti ed abbiamo la necessità di adeguarci.
Piuttosto tanta nostalgia; ricordo ancora al cabinato quando mettevo la monetina e giocavo a Tarzan, Dragon's lier, Wonder Boy......
Che tempi Snake!!!

#3
axydraul

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nemmeno io ho un grosso rimpianto, i vecchi giochi duravano un'ora, li giocavi per mesi perchè non potevi salvare e ripartivi sempre da zero. zero, come la trama

io ormai gioco per la trama, èqeulla che mi fa andare avanti, più del resto. è la trama che mi fa dire "devo vedere cosa succede dopo", 20 anni fa' no sarebbe stato così
tanto che ormai non guardo più la tv, i film che preferisco hanno un nuovo interprete protagonista: me ;)

#4
Zibarro

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Mi ero proprio dimenticato del numero di vite numerato che, una volta terminato, ti costringeva a ricominciare il gioco da capo. Ho molti ricordi di quei tempi, ma sapete cosa vi dico? Non rimpiango affatto quel periodo. Più andiamo avanti e più i giochi assumono una forma complessa, sia per trama ( quella che mi è sempre interessata ) che per struttura. E' una cosa che adoro, ed è per questo che sono curioso per la prossima generazione ^_^

#5
axydraul

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ma ve lo immaginate un gioco oggi senza savegames e con vite numerate?
longevità alle stelle certo, per finirlo ci metti anche 80 ore... ma devi reiniziarlo 16 volte... sai che frustrazione sarebbe!
se invece facessero un gioco delal durata di un'ora, beh... altro che insulti volerebbero!

#6
MegaLeon

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Imho se togliamo tutti i filmati e le sequenze non interattive da un gioco di oggi in alcuni a un'ora ci arriviamo :D

#7
Zio Snake

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Personalmente non reputo i "bei vecchi tempi" migliori o peggiori.
Semplicemente: diversi.

A distanza di anni continuo a giocare, ciclicamente, a parecchi giochi per i vari sistemi che ho accumulato negli anni.
Un pò per nostalgia, un pò perchè mi piace davvero, un pò per tentare di finire un gioco che ancora "mi resiste" o battere un record. Di sicuro alla base di tutto c'è il divertimento.

Questo non mi impedisce di restare al passo coi tempi, e di poter godere dell'evoluzione e di certi bellissimi giochi che si avvicendano negli anni.
Io vedo il "gaming" e il "retrogaming" come 2 facce di una stessa medaglia, una sorta di esperienza completa.
Esperienze diverse, emozioni diverse.
Ma con un comune denominatore: divertimento e passione.
Vedo i VG, nel loro insieme durante gli anni, come una sorta di romanzo con pagine sempre nuove, in una trama senza fine.

E alla fine, credo che il sentirsi "protagonisti" (per rifarmi al post di Axydraul) possa accadere sia nei giochi attuali dove siamo effettivamente parte di una storia appassionante (o la storia stessa), e sia nei giochi passati dove portare a termine un gioco difficile o battere un record ci rendeva in un certo modo....protagonisti. Protagonisti di un evento (nel nostro piccolo) magico. Unico. ;)

Modificata da Zio Snake, 20 December 2011 - 08:25 PM.


#8
axydraul

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Personalmente non reputo i "bei vecchi tempi" migliori o peggiori.
Semplicemente: diversi.

A distanza di anni continuo a giocare, ciclicamente, a parecchi giochi per i vari sistemi che ho accumulato negli anni.
Un pò per nostalgia, un pò perchè mi piace davvero, un pò per tentare di finire un gioco che ancora "mi resiste" o battere un record. Di sicuro alla base di tutto c'è il divertimento.

Questo non mi impedisce di restare al passo coi tempi, e di poter godere dell'evoluzione e di certi bellissimi giochi che si avvicendano negli anni.
Io vedo il "gaming" e il "retrogaming" come 2 facce di una stessa medaglia, una sorta di esperienza completa.
Esperienze diverse, emozioni diverse.
Ma con un comune denominatore: divertimento e passione.
Vedo i VG, nel loro insieme durante gli anni, come una sorta di romanzo con pagine sempre nuove, in una trama senza fine.

E alla fine, credo che il sentirsi "protagonisti" (per rifarmi al post di Axydraul) possa accadere sia nei giochi attuali dove siamo effettivamente parte di una storia appassionante (o la storia stessa), e sia nei giochi passati dove portare a termine un gioco difficile o battere un record ci rendeva in un certo modo....protagonisti. Protagonisti di un evento (nel nostro piccolo) magico. Unico. ;)


sì, di un evento, ma non di una storia
certo ad esempio Rayman, non ha storia. ma il resto è così perfetto che ti affascina e ti rapisce come non mai. però è una mosca bianca, il 90% dei giochi è un clone o quasi, dove la storia fa la differenza imho. o almeno è quella che mi prende o meno.
esempio, Beyond Good & Evil, finito pochi giorni fa'. gioco vecchio, tra l'altro, ma "moderno" perchè non a vite (non manca l'h, intendo "a vite"...). Mi ha dato alcuni problemi come nausea, come crash, come bug. Ho perso una ventina di minuti per un crash e per un bug. Ma la storia è così bella e toccante che, beh, non mi interessa se ho dovuto giocare 20 minuti una cosa già fatta, la voglia di vederla evolvere era così forte che sopraffava tutto e tutti. E l'ho finito, ed è uno di quei giochi che quando lo finisci non dici "ma vieni è finito", ma dici "noooo è finito, peccato, era troppo bello, mi mancherà tantissimo" con lacrimina annessa. Uno di quei rari giochi, ormai, che da queste sensazioni.

#9
Zio Snake

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sì, di un evento, ma non di una storia
certo ad esempio Rayman, non ha storia. ma il resto è così perfetto che ti affascina e ti rapisce come non mai. però è una mosca bianca, il 90% dei giochi è un clone o quasi, dove la storia fa la differenza imho. o almeno è quella che mi prende o meno.
esempio, Beyond Good & Evil, finito pochi giorni fa'. gioco vecchio, tra l'altro, ma "moderno" perchè non a vite (non manca l'h, intendo "a vite"...). Mi ha dato alcuni problemi come nausea, come crash, come bug. Ho perso una ventina di minuti per un crash e per un bug. Ma la storia è così bella e toccante che, beh, non mi interessa se ho dovuto giocare 20 minuti una cosa già fatta, la voglia di vederla evolvere era così forte che sopraffava tutto e tutti. E l'ho finito, ed è uno di quei giochi che quando lo finisci non dici "ma vieni è finito", ma dici "noooo è finito, peccato, era troppo bello, mi mancherà tantissimo" con lacrimina annessa. Uno di quei rari giochi, ormai, che da queste sensazioni.


Parli di sensazioni.
E infatti penso che non serva necessariamente una "trama" in senso stretto per provare emozioni.

O meglio, si provano sensazioni ed emozioni diverse. Che poi siano forti o meno dipende dal videogiocatore.
Ad esempio, io ho provato incredibili emozioni e sensazioni quando riuscii a battere il mio record a Galaxian, a finire Rainbow Island, a "vivere" Shenmue, Max Payne e tutti quei giochi che si basano fortemente su trama e atmosfera.
Ma posso provare le stesse emozioni nel multi di Halo: vincere un Team Slayer con avversari ostici, fare il pieno di medaglie, essere il migliore della squadra dona emozioni, soddisfazioni. Anche questo è un evento, non tanto diverso da un "high score".

Quindi, in soldoni, si può vivere un emozione sia attraverso una trama e sia attraverso una sfida (sia essa un high score o un multi).
A mio modo di vedere.;)

#10
Asmoon

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Seguendo il tuo stesso ragionamento la difficoltà non è scomparsa ma si è spostata dalla sfida contro la macchina a quella contro altre intelligenze umane, nel multiplayer.
L'evoluzione dei videogiochi segue quella della società in modo sempre meggiore con la massificazione del mezzo. Ad esempio la proliferazione del gioco multiplayer si associa a quella dei social network e dell'online communication, la semplificazione e brevità delle campagne corrisponde al consumismo, la grande attenzione alla grafica è dovuta alla cultura dell'apparenza e così via.

#11
Asmoon

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ma ve lo immaginate un gioco oggi senza savegames e con vite numerate?
longevità alle stelle certo, per finirlo ci metti anche 80 ore... ma devi reiniziarlo 16 volte... sai che frustrazione sarebbe!
se invece facessero un gioco delal durata di un'ora, beh... altro che insulti volerebbero!


Ultimamente è uscito The Binding of Isaac che è così :sisi:




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