Satania (Vehlmann, Karascoet)
Stufo di aspettare una fantomatica edizione italiana (Bao, se ci sei batti un colpo), ho preso il tomo inglese.
La premiata ditta Vehlmann/Karascoet, già autrice di quel capolavoro di Dolci Tenebre, crea questa volta una storia meno criptica e più classica...ma è davvero così?
L'incipit è semplice: una ragazza, con un gruppo di esploratori, si avventura nelle viscere della terra per ritrovare il fratello, scomparso in una precedente spedizione, spedizione volta a confermare le sue teorie su un "inferno" spiegabile scientificamente.
La parte iniziale farà la felicità di chi ha visto e apprezzato il film The Descent: la tensione e la sensazione di claustrofobia sono palpabili tra le pagine, con tavole ambientate al buio completo sotterraneo che sono dei veri gioielli.
Ma lontano dalla superficie, sempre più in profondità, troveranno molto più di quel che cercavano, e dovranno fare i conti con i loro demoni, e non solo.
Satania si può vedere come una classica avventura a tinte horror, una specie di Viaggio al Centro della Terra sotto acidi; dopotutto non ha il livello di ermetismo di Dolci Tenebre.
Ma sarebbe ingiusto verso tutti i temi sociali, religiosi, e umanistici che l'opera solleva.
Vehlmann riesce a disturbare sicuramente grazie a immagini forti, ma ancor di più con le sottili implicazioni e dubbi che i dialoghi e le allegorie ci ficcano in testa.
Alla fine non si può ridurre a una sola cosa: Satania è sì un horror, ma è anche Jules Verne, è anche uno sguardo alla nostra natura più atavica, e una domanda sul significato dell'evoluzione (e de-evoluzione) stessa.
Il duo Karascoet è fuori scala, e riesce a creare un "inferno" meravigliosamente inquietante, abitato da quanto di più alieno si possa pensare.
Lettura di grande impatto senza dubbio.
Modificata da Frank_West, 14 April 2018 - 04:00 PM.