Film del 1983 di Koreyoshi Kurahara.
Ecco, questo è un film che mette in difficoltà, in imbarazzo nel dover parlare di cinematografia moderna, palesando come ormai per cercare il Grande Cinema sia necessario guardare al passato.
La trama vede una spedizione giapponese al Polo Sud nel 1959 dover abbandonare soli sul continente la loro muta di 15 cani, abbandonata a se stessa, nessuno di loro è destinato a sopravvivere, senza cibo, riparo o acqua.
Questa è la storia dei due husky fratelli Taro e Jiro.
Questa è la storia del mondo civilizzato che cambia di fronte alla natura.
Questa è una storia di rimpianto e abbandono.
Questa è la storia dell'Antartide.
Questa è la storia della vita.
Escludendo la colonna sonora diventato cult mondiale realizzata da Vangelis, quello che sorprende di Antartica son principalmente due elementi:
innanzitutto la sceneggiatura, riuscire a reggere un intero lungometraggio con cani NON parlanti, riuscire ad esprimere attraverso la fotografia e la regia tutti i loro pensieri, emozioni, è stato un lavoro eccellente; se non per qualche intermezzo e una leggera voce narrante di stampo documentaritstico il suono dell'inverno e il latrato dei cani saranno gli unici suoni che sentiremo (escludendo la già citata colonna sonora);
il secondo elemento è la fotografia e le riprese; le scene realizzate sono realmente girate in Antartide nei vari periodi dell'anno, in un tempo in cui fare delle riprese in Antartide era un'impresa costosa e pericolosa al tempo stesso e capita spesso di chiedersi vedendo alcune scene "Ma come han fatto a realizzare certe riprese così pericolose?". A pagarne il prezzo è spesso la qualità video delle riprese, le quali, nonostante il master vecchissimo, anche sotto un pesante lavoro di restauro attuale, non potrebbero più di tanto migliorare, tuttavia compensare ciò ci pensa una fotografia eccezionale, perfetta, che secondo me molto avrebbe da insegnare a mostri sacri attuali come LOTR: le linee, i colori, i contrasti, in certe scene viene rappresentato l'Antartide come un mare su cui la slitta naviga.
Per quel che riguarda gli animali e il loro rapporto con gli uomini scordatevi i film americani: i cani protagonisti della vicenda non sono Milo di The Mask, non sono spie parlanti che proteggono gli uomini, essi vivono di un rapporto nato dal bisogno reciproco nelle condizioni estreme in cui vivono con degli umani, consapevoli di ciò eppure speranzosi, o forse no, forse in attesa di una libertà a cui non sono più pronti, o forse altro, nascoto in quel vigile orgoglio dei loro occhi selvatici.
Qualcuno l'ha visto?
Chi no, cosa aspetta a scaricarlo (è introvabile da anni ormai in VHS)?
PS: sì, so di aver scritto col culo, ma sto film mi ha mandato troppo a male!
Modificata da Dark Emperor, 31 October 2010 - 02:34 AM.