Tutti i premi e i premiati sulla Croisette
Sulla Croisette le luci si spengono e la Costa Azzurra riacquista quell'aria da nobildonna in pensione che ha durante l'anno. Mentre le porte del Palais du Festival si chiudono, cala il sipario anche su questa sessantatreesima edizione della più importante kermesse cinematografica mondiale, non con qualche polemica. Per la prima volta infatti il film d'apertura (il deludente Robin Hood di Ridley Scott, che abbiamo recensito settimana scorsa) non solo è una megaproduzione americana, ma è uscito nelle sale di mezzo mondo prima della premiere. Cannes, durante tutta la sua storia è sempre stata in grado di coniugare il grande cinema d'autore con le necessità di marketing delle Major; ben sapendo che non si vive di sola celluloide, sulla Croisette hanno sempre trovato spazio sia i divi del momento, che i maestri assoluti della settima arte, da Godard fino al nostro Nanni Moretti, o a Sorrentino e Garrone, che un paio di anni fa conquistarono la notoriamente algida giuria con Il Divo e Gomorra. Lo scivolone di quest'anno non è da imputarsi totalmente agli organizzatori, naturalmente, da qualche anno il cinema sta vivendo una stasi creativa non indifferente, interrotta a sprazzi da qualche grande titolo che però non riesce a dar vita a filoni estetico/narrativi davvero nuovi. Vent'anni fa Robin Hood non sarebbe stato presentato in pompa magna a Cannes, ma è pur vero che vent'anni fa Ridley Scott girava Thelma & Louise e Blade Runner. Decisamente qualcosa non sta andando per il verso giusto e, come sempre, i festival segnano il termometro del cinema molto meglio di qualsiasi analisi dei botteghini.
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