Grosso Guaio a Chinatown
Visto che il forum pullula di Carpenteriani, mi limito a dire che non ho gradito.
Com'è noto, il film fu un sonoro insuccesso al botteghino, quindi sono in molti ad aver condiviso le perplessità di Frank_West, almeno all'epoca. Si tratta senza dubbio di un film spiazzante e divisivo.
All' epoca non fu apprezzato perche' John fu un precursore e diede vita ad un clamoroso omaggio al cinema orientale che non era ancora stato sdoganato negli States e nel resto dell'Occidente
Il film fu percepito come qualcosa di estremamente bizzarro ;inoltre il protagonista non era il classico duro tutto d'un pezzo ma un pavido camionista che fino alla fine non ne imbrocca mezza (Il vero eroe era la spalla orientale )
Rivisto di recente e non e' invecchiato assolutamente
Sarà che già all'epoca la vhs (registrata in tv dai miei fratelli maggiori) l'avevo consumata, ma per me Grosso Guaio a Chinatown è la definizione stessa di "cult". E' uno di quei film che potrei rivedere a nastro (e l'ho fatto) senza mai annoiarmi, "figlio dei suoi tempi" per quanto riguarda alcuni aspetti ma ancora oggi sorprendentemente fresco, dinamico e dissacrante.
Carpenter era semplicemente troppo avanti, e non per niente (al pari di Plissken) Jack Burton è diventato anche lui un personaggio iconico.
Onestamente anche per me è la prima volta in assoluto che leggo di qualcuno (oggi come oggi, e non riferito al flop della sua uscita) a cui non sia piaciuto
Com'è noto, il film fu un sonoro insuccesso al botteghino, quindi sono in molti ad aver condiviso le perplessità di Frank_West, almeno all'epoca. Si tratta senza dubbio di un film spiazzante e divisivo.
Boh, ero un ragazzino la prima volta che l'ho visto e sono letteralmente impazzito
poi l'ho rivisto da giovane e stessa cosa, visto che cominci a capire altre cose
poi da adulto ancora meglio
quindi rinnovo il "boh".
Jack Burton è troppo un deficiente e gli si vorrà sempre bene.
Carpenter solo un film brutto ha girato, quella cacca fumante di Fantasmi da Marte, una roba inguardabile sotto tutti i punti di vista.
Modificata da Solidino, 01 October 2018 - 12:21 PM.
pavido non direi, forse imbranato e troppo pieno di machismo pur non capendo una cippa di quel che gli succede attorno ma di fatto non si tira mai indietro
All' epoca non fu apprezzato perche' John fu un precursore e diede vita ad un clamoroso omaggio al cinema orientale che non era ancora stato sdoganato negli States e nel resto dell'Occidente
Il film fu percepito come qualcosa di estremamente bizzarro ;inoltre il protagonista non era il classico duro tutto d'un pezzo ma un pavido camionista che fino alla fine non ne imbrocca mezza (Il vero eroe era la spalla orientale )
Rivisto di recente e non e' invecchiato assolutamente
L'aspetto più bello IMHO è quello di essere una persona "normale" , è bellissimo sentirgli fare le domande che tutti noi faremo ,una su tutte
Spoilerper non avere mai risposta o una risposta ancora più enigmatica
è anarchico come Jena Plissken (snake mi suona contradditorio. ), la differenza è che Jena non è un deficiente e sà sempre cosa fare, sin dall'inizio.
Modificata da Solidino, 01 October 2018 - 12:52 PM.
L'aspetto più bello IMHO è quello di essere una persona "normale" , è bellissimo sentirgli fare le domande che tutti noi faremo ,una su tutte
Spoilerper non avere mai risposta o una risposta ancora più enigmatica
-Questo? E' il sacchetto dei sei demoni.
-Oh , magnifico, il sacchetto dei sei demoni!
Cioè, Jack passa la metà del tempo a perculare Egg Shen e Lo Pan
pavido non direi, forse imbranato e troppo pieno di machismo pur non capendo una cippa di quel che gli succede attorno ma di fatto non si tira mai indietro
Forse pavido e' eccessivo ma sicuramente in piu' di una occasione dimostra vera paura ,sebbene alla fine cerchi sempre di farsi coraggio ed a modo suo compie gesti di estremo coraggio
Forse pavido e' eccessivo ma sicuramente in piu' di una occasione dimostra vera paura ,sebbene alla fine cerchi sempre di farsi coraggio ed a modo suo compie gesti di estremo coraggio
Prima volta che l'ho visto con mia madre alla fine lei mi chiede
Hold The Dark.
Un signor film.
Vi dico subito che le similitudini tra questo e Wind River ( altro grande film che ho recuperato finalmente ) si fermano alla neve e alla solitudine che genera , poi sono due film completamente diversi. Come lo sono anche le località e non fa poco in termini di motivazioni e narrazione.
Wright e Skarsgard ( attore IMHO di talento troppo spesso sprecato per produzioni mediocri ) recitano da paura , con sguardi , atteggiamenti e silenzi che superano le loro pochissime , pesantissime e importantissime parole. Ecco di parole ce ne sono poche e vanno ascoltate tutte. E' un film che lascia molto all'intuito , mi raccomando intuito non immaginazione , dello spettatore , con dei passaggi fondamentali per capire il cuore di tenebra del film . Metafore a gogò , una scenografia , una fotografia ed una regia eccellenti. Si sono rimasto entusiasta di questa piccola perla , recuperata come si deve grazie alla recensione in home perchè lo avevo visto tra le ultime uscite ,ma lo avevo accantonato , per cui lo avrei forse visto , forse no e non con convinzione.
Il fatto che sia in streaming è un vantaggio. Intendiamoci il grande schermo se lo meriterebbe tutto , ma necessita di ulteriori visioni , o in questo caso di un andare indietro per sentire meglio , vedere meglio , perchè l'intuito scatta ,ma si afferra un po' dopo.
Ripeto i due protagonisti sono eccezionali, ma la caratterizzazione ottima dei loro personaggi si estende anche ad altre figure importanti , femminili e maschili.
Una frase meravigliosa, che riporterò sicuramente nell'altro topic , la pronuncia proprio uno di questi personaggi secondari.
Un film che da un lato racconta una storia di tenebra e dall'altro una storia di frontiera , dove l'isolazionismo non è solo verso il resto dello stato o della nazione ,ma anche verso il villaggio vicino.
Ho scoperto , sempre grazie alla recensione , che è tratto da un romanzo , che vorrei leggere e che chiarisce , esplica determinati punti chiave ,ma la scelta di Saulnier di lasciare tutto all'intuito dello spettatore è meravigliosa.
Mi auguro una bella edizione home video , anche in inglese , importa poco.
A chi volesse seguire un certo filo logico
Amer (Hélène Cattet, Bruno Forzani, 2009)
Una lettera d'amore verso un certo cinema italiano di genere (il giallo) ma che, nonostante i continui richiami visivi, riesce a risplendere di luce propria.
Perché se anche il film omaggia palesemente i giganti del genere, Amer rinuncia quasi totalmente ai dialoghi e riduce la sceneggiatura all'osso (sovvertendo completamente il canonico giallo, spesso verboso e convoluto), diventando un caleidoscopio di immagini e sensazioni che assalgono lo spettatore, lasciando ogni volta qualcosa di diverso. Un'inquietudine, una paura, un prurito, un dubbio.
Tre segmenti, ognuno dedicato a una fase della vita di Ana: l'infanzia, l'adolescenza, la maturità.
L'infanzia ci trasporta in un horror gotico: una villa solitaria, oscurità, una mano nel buio, le paure di una bambina, un cadavere in una stanza, una strega?, cose che non si devono vedere.
L'adolescenza invece si svolge sotto il sole impietoso, dove sboccia il corpo tra il caldo e il sudore, il brivido del contatto, la fantasia dello stupro (?), il gioco che diventa tensione sessuale.
La maturità è il risultato dei primi due addendi: il ritorno al principio di Ana, ora adulta, dà inizio a un incubo mentale che non può che finire nel sangue, dove vittima e carnefice continuano a sovrapporsi e a scambiarsi senza soluzione di continuità.
Primo lungometraggio della coppia Cattet/Forzani, e mi ha lasciato completamente a bocca aperta.
Il feticismo voyeuristico, insito nel genere giallo stesso, viene qui portato agli estremi, anche attraverso il leit motiv degli occhi e dello sguardo, che continua a tornare in vario modo durante tutta la pellicola.
Ogni scena è di una bellezza che toglie il fiato.
Alcune inquadrature sono vere opere d'arte.
Non vedo l'ora di recuperare gli altri due film girati dalla coppia.
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