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L'ultimo Film Visto (Casa/Home Video)attenzione agli spoiler!


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Questa discussione ha avuto 16522 risposte

#16141
luciocabrio

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Ieri ho visto Tulipani,bicicletta onore (o una cosa del generE)

Molto carino e simpatico



#16142
Guest_GtagXbox_Nikolino840eYe

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Visto su prime "la signora ammazza tutti " di John Waters
Divertente!
Assassini nati di oliver stone che incontra le commedie anni 90
all'inizio credevo fosse una critica alla repressione culturale che c'e sul sesso e la violenza ma andando avanti ho scoperto che non era così profondo, il che non è un male,non tutti i film devono essere profondi

#16143
mr brown

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Ieri sera ho visto Enemy di Denis Villeneuve con uno stratosferico Jake Gyllenhaal.

Sono ancora frastornato.



#16144
Fischl

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Il reboot di Hellboy. Con mia grande sorpresa si è rivelato molto buono. Mi è davvero piaciuta la nuova caratterizzazione del personaggio (averlo fatto con la panza di sostanza è una chicca) e la scelta di farlo più crudo e truculento. Buona anche la diversa verve ironica. Insomma un Hellboy che prende le distanze da quello di Perlman e Del Toro ma che non li fa rimpiangere. Nota stonata, imho, il doppiaggio italiano che ho trovato poco azzeccato.

Modificata da ED209, 03 August 2020 - 05:13 PM.


#16145
Rockson

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Se a qualcuno interessa stasera su Rai4 c'è "Life - Non oltrepassare il limite", visto qualche tempo fa, ma secondo me un buon film di fantascienza.

#16146
Pinco LaBomba

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Rosemary's Baby

Dopo anni dalla prima visione il film si mostra ancor più tetro e macabro: le scene, i dialoghi, le azioni di ogni personaggio, lette col senno di poi; risultano tutte coerenti, il che rende il tutto più grottesco.
Spendere parole di elogio per il film credo sia alquanto superfluo; ma mi preme sottolineare il connubio perfetto di immagini e musica: oltre ai titoli di testa, iconici col tema principale in sottofondo; la musica svolge un ruolo fondamentale in ogni scena concitata del film.
Spoiler
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È evidente che non si può aprire bocca sul lato tecnico, sulla messa im scena; ma ciò che è interessante è ovviamente il messaggio del film, che va oltre la superficie apparente: il racconto è un pretesto, l'attacco è alla società borghese, all'arrivismo; ma anche alle vecchie generazioni che si intromettono ed entrano, come armadi in una stanza, nella vita dei giovani. Il film riflette lo stato d'animo del mondo, è pur sempre del '68: si inserisce perfettamente in quel contesto rivoluzionario.
Pur non volendone parlare però, mi preme ricordare una regia e un montaggio perfettamente amalgamati: molte scene sono lunghe, ma risultano dinamiche per i movimenti di macchina e i movimenti degli attori a schermo, che riempiono letteralmente la scena; anche quando a farla da padrone sono i due sposini perchè la telecamera non restituisce quasi mai inquadrature larghe ma quasi sempre primi piani o mezzi busti. Ma questo dinamismo è restituito anche dal montaggio: i cambi di stanza sono stacchi, che tagliano repentinamente un continuum di immagine che sembrava assodato per lo spettatore.
Senza contare poi
Spoiler
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Capolavoro dell'arte contemporanea, come tutti i capolavori del cinema.


Recuperato poi Quella Casa nel Bosco
Film intelligentissimo.
Fa un discorso lucido e coerente sul cinema di genere, proponendo con una scrittura che non inciampa una commedia horror metacinematografica che parla del rapporto tra artista, opera e fruitore.
Sarebbe molto interessante spenderci parole, ma consiglio a tutti la visione.
Non sfonda la quarta parete, ma in realtà si, visto che nell'economia della storia lo spettatore (noi) non sarebbe quarta parete, ma ottava.
La stratificazione funziona, e non è semplicemente una presa per i fondelli del cinema horror contemporaneo figlio di Scream ed anzi, in un senso ampio lo si potrebbe leggere come un omaggio alla pellicola di Craven; ma in realtà è un omaggio all'horror tutto, che sembra "ribellarsi" ai suoi autori.
Con tutti i dovuti distinguo: Sei Personaggi in Cerca d'Autore in chiave moderna con tinte horror? Forse azzardato, ma da li prende spunto.
Spoiler
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Interessante oltre ogni mia aspettativa.

#16147
Leonardo M

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Impalatemi se dovete ma oggi è la prima volta ho visto the blues Brothers per intero mi sono ammazzato dal ridere

La comicità anni 80 Americana è inarrivabile a quella odierna, bellissima pure tutta cultura musicale messa nel film, un capolavoro davvero


Modificata da Leonardo M, 17 August 2020 - 11:12 PM.


#16148
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Flatliners - Linea Mortale

Questo remake del film di Schumacher si rivela essere pessimo sotto ogni punto di vista; con una scrittura che definire banale e inconcludente è dire poco; e una messa in scena tra lo scolaresco e il patinato.
Senza entrare nel merito, un film sostanzialmente con tre "anime" sorrette da altrettante forme.
Una prima anima, fantascientifica; sotto il profilo della scrittura lascia a desiderare visto il poco approfondimento del tema trattato (le esperienze pre-morte), contornata da una messa in scena abbastanza banale senza guizzi di alcun tipo.
La seconda anima, quella horror, tradisce l'intento "commerciale" del film (quando la prima anima tradiva il pretesto): tutte le scene sono strutturate nella medesima maniera, col jumpscare atto a far spaventare, ovviamente costruito con picchi audio nel momento del "jump" e inquadrature ravvicinate (per lo più primi piani) per privare lo spettatore della possibilità di vedere la situazione. Lato horror dunque povero, senza alcuna atmosfera.
La terza anima, quella moralista, tradisce invece l'intento autentico del film, che utilizza le altre due come meri mezzi per veicolare un messaggio di stampo religioso che definire didascalico risulterebbe un eufemismo.
Per altro il tutto scandito da un ritmo che si ripete dall'inizio alla fine: è un susseguirsi della medesima scena ma con protagonisti diversi, per un'ora e quaranta.
Fallisce miseramente ogni intento, sia sul fronte fantascientifico, sia sul fronte horror e soprattutto sul fronte drammatico.
Se i primi minuti potevano lasciar presagire una pellicola che si facesse domande sui limiti della scienza, dello scibile umano, della scienza che oltrepassa se stessa a costo di infrangere l'etica stessa; il resto del film fa crollare quella flebile impalcatura.
Descrivere nel merito significherebbe fare spoiler, dunque non mi dilungo.

#16149
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La Storia della Principessa Splendente

Non ho parole
Una cosa mi preme dire, al di la dei fiumi di elogi sul lato tecnico, dalle animazioni allo stile finendo alla regia.
L'uso della leggenda giapponese non è fine a se stesso: Takahata traspone cinematograficamente quella determinata leggenda e la utilizza come mezzo per parlare di moltissimi dei temi cari allo studio, e soprattutto a lui stesso.
Le chiavi interpretative potrebbero essere tante: è un'opera che potrebbe parlare della vacuità della vita nella sua brevità; ed è forse questo il sentiero in cui mi imbatterei per cominciare a farne un'analisi.
Ma farla qui sarebbe ridondante, pretestuosa, scolastica; e ho sempre ritenuto che parlare di un'opera d'arte non farebbe altro che svilirla (io, che adoro fare disamine).
Proprio la distanza tra i linguaggi crea inevitabilmente quel gap: il parlato e lo scritto non possono rappresentare fedelmente un altro linguaggio, se non attraverso artifici, tradimenti.
Quindi le recensioni non andrebbero fatte? Le analisi minuziose inquadratura per inquadratura sarebbero inutili? No, affatto; ma non esauriscono "le verità" dell'esperienza artistica, cosa che la visione di questo film, inoppugnabilmente; è.

#16150
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Recuperato Parasite

Uno dei film più intelligenti sulla disuguaglianza sociale. C'è chi parla esplicitamente di lotta di classe: risponderei con un forse, ma in senso lato; sicuramente non nell'accezione più occidentalizzata che ne possiamo avere.
Forse tra anni verrà ricordato come un capolavoro.
La potenza del film risiede nell'eccezionale "messa in scena"; dove per "messa in scena" si deve intendere l'intima connessione che vige tra la forma e il contenuto.
Inutile dire che sia tutta una metafora, ovviamente.
Ci sarebbe davvero tanto da dire sul lato tecnico; dalle differenti inquadrature a seconda dell'abitazione in cui i protagonisti si trovano alle panoramiche sulle scale cittadine percorse, verso il basso, dai nostri protagonisti. Dalle geometrie senza sbavature finendo a geometrie distorte (la scena del temporale, negli interni).
Ma non è solo la macchina da presa ad essere la protagonista; Bong Joon-ho sta dietro anche alla sceneggiatura, che restituisce, al pari delle immagini, la distanza insormontabile tra due mondi opposti: le priorità stesse, i modi di fare.
Durante la visione ero sconcertato dall'impatto.

#16151
Fischl

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City of linea con Depp e Withaker. Molto bello. Forza Johnny, sei ancora un grande attore :sisi:

#16152
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Recuperato Jojo Rabbit

In una Germania fotografata come se fosse una favola si consumano gli ultimi mesi di una guerra che, ormai da tempo in paese, sembra andare nel verso sbagliato.
Mentre Hitler & co. perdono colpi la Gioventù Hitleriana continua a sfornare adepti, e tra le loro fila spicca Jojo, fanatico hitleriano, nazista nel cuore, ma incapace di uccidere.
Durante la visione del film, etichettabile come una commedia in fondo, ho provato le medesime sensazioni dei due capolavori kubrickiani Full Metal Jacket e Dr. Stranamore. Lontano da qualsiasi possibile paragone, sia chiaro, Jojo Rabbit dipinge quell'indottrinamento con un cinismo con pochi eguali, condito da quell'umorismo che fa sorridere e ridere, ma che un secondo dopo fa riflettere per aver riso di atrocità (eloquente una scena in cui un Nazista ridendo ad un disegno che raffigurava un ebreo col cervello comandato dal Diavolo dice "fa ridere perchè è vero": scena che aumenta il ribrezzo che proviamo verso il nazista ma che si rivela essere "specchio" delle nostre risate, che sgorgano dalla bocca proprio perchè ciò che viene mostrato era vero, una verità raccapricciante).
Il cinismo viene restituito dal punto di vista di Jojo (che è il punto di vista del film). Perchè cinismo? Perchè un bambino non ha sovrastrutture ideologiche, la sua "ideologia" nazista è semplicemente un indottrinamento; non è ideologia, è "normalità"; e in maniera cinica vengono mostrate le idee di Jojo che adesso sembrano aberranti, ma che per il bambino sono, di nuovo, normalità (leggere "La Banalità del Male" potrebbe aiutare ancor di più).
La regia e la fotografia in questo film dipingono (termine utilizzato anche prima); perchè? La regia rifiuta virtuosismi, e i suoi movimenti sono ricercati, precisi, attenti: è lineare nella sua potenza.
Spoiler

Ritornando al parallelo con i film di Kubrick: la guerra è presentata dall'interno, dall'animo; e viene restituita in tutta la sua assurdità (in FMJ eloquente è la canzone di topolino nel finale che tratteggia l'animo alla fine umano, ingenuo e forse non ancora ben focalizzato su ciò che succedeva, dei soldati; in Stranamore divertentissime sono le battute tra il presidente USA e quello URSS).
Personaggio riuscitissimo: Adolf, l'amico immaginario di Jojo; anch'esso rappresentato come una caricatura, l'immagine mentale del dittatore che ha un bambino.
Si tende a credere che il film sia contro il razzismo o l'antisemitismo.
Forse, sicuramente è uno dei temi.
Spoiler
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Forse però ciò che il film intimamente vuole fare è mettere a schermo l'assurdità della guerra in senso lato, facendo ridere lo spettatore ma al contempo facendolo riflettere su ciò di cui ride.
Spoiler
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Un film intelligente prima di tutto, che utilizza mezzi per far emozionare nella maniera più pulita (la maggior parte delle volte) possibile.
Da mostrare nelle scuole.

#16153
Vagabond

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concordo su tutto, piaciuto molto anche a me.



#16154
Quilty

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Recuperato Parasite

Uno dei film più intelligenti sulla disuguaglianza sociale. C'è chi parla esplicitamente di lotta di classe: risponderei con un forse, ma in senso lato; sicuramente non nell'accezione più occidentalizzata che ne possiamo avere.
Forse tra anni verrà ricordato come un capolavoro.
La potenza del film risiede nell'eccezionale "messa in scena"; dove per "messa in scena" si deve intendere l'intima connessione che vige tra la forma e il contenuto.
Inutile dire che sia tutta una metafora, ovviamente.
Ci sarebbe davvero tanto da dire sul lato tecnico; dalle differenti inquadrature a seconda dell'abitazione in cui i protagonisti si trovano alle panoramiche sulle scale cittadine percorse, verso il basso, dai nostri protagonisti. Dalle geometrie senza sbavature finendo a geometrie distorte (la scena del temporale, negli interni).
Ma non è solo la macchina da presa ad essere la protagonista; Bong Joon-ho sta dietro anche alla sceneggiatura, che restituisce, al pari delle immagini, la distanza insormontabile tra due mondi opposti: le priorità stesse, i modi di fare.
Durante la visione ero sconcertato dall'impatto.

 

E' davvero un gran film, ma ora che ha vinto l'Oscar è già partita la gara al ridimensionamento.



#16155
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E' davvero un gran film, ma ora che ha vinto l'Oscar è già partita la gara al ridimensionamento.


Ho rivisto ora le varie candidature per il Miglior Film quest anno: ho visto Jojo, Storia di un Matrimonio, C'era una volta a Hollywood, Joker e infine Parasite (appena ho 4 ore recupero The Irishman, e quando ho voglia di virtuosismi barocchi 1917).
Ti dirò, Parasite forse rimane sul serio il migliore tra i tanti, con C'era una volta che però reclama (visto al cinema questo, ne uscii esterrefatto).
Oscar o non Oscar, rimane un film davvero potentissimo (e anch'io sono tra gli "snob" sia chiaro, sul fronte Oscar; ma quando c'è da ammettere si ammette)




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