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La bicicletta verde - RECENSIONE


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Questa discussione ha avuto 3 risposte

#1
Cinematografo

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La bicicletta verde - RECENSIONE (Cinema)
La giovane Wadjda vuole comprare una bella bicicletta verde e battere il suo amichetto, ma per farlo deve vincere una gara di ca
E’ appena uscito nelle sale italiane La bicicletta verde di Haifaa Al-Mansour, prima regista donna dell’Arabia Saudita e, in generale, una delle figure di spicco della cinematografia nazionale. Regista audace, con i suoi cortometraggi e documentari ha dimostrato una certa capacità, oltreché il coraggio a trattare argomenti delicati come la tolleranza, il ruolo della donna, il fondamentalismo e i rischi dell’ortodossia. Il titolo in uscita questo finesettimana in sala è una summa degli ideali e dell’impegno di Haifaa contro i luoghi comuni e i tradizionalismi, e rappresenta senz’altro l’aspetto più interessante del film, che per il resto è, purtroppo, strutturato debolmente e danneggiato da un pessimo doppiaggio.
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#2
marziadf

marziadf
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Gentile Luca, è sempre molto utile per noi operatori del settore doppiaggio, capire come poter migliorare il nostro lavoro. Considerando i giudizi piuttosto forti espressi riguardo il nostro lavoro, che per ciò che mi riguarda abbiamo svolto con grande cura e rispetto della versione originale, sarebbe opportuno entrare in maggiori dettagli per fornire una critica costruttiva. Giudicare un doppiaggio semplicemente come "scadente" e "pessimo", temo rientri solo nei luoghi comuni di alcuni critici vecchia scuola, che sembrano avere sempre la stessa posizione su questo tema, ovvero, "il doppiaggio rovina i film", soprattutto quelli d'autore. Nel rispetto del lavoro di tutti e del film stesso, sarebbe opportuno evitare queste banali generalizzazioni, qualora non si è in grado di fornire una critica motivata dal punto di vista tecnico e/o artistico.
Questo film merita di essere visto non solo nei cineforum, ma da anche da un pubblico più esteso, in quanto ci porta a comprendere una cultura molto diversa dalla nostra, sulla quale c'è spesso grande ignoranza. Con il doppiaggio, cerchiamo di avvicinare proprio questo pubblico, con un'operazione di traduzione culturale che non contesteremmo mai se si trattasse, ad esempio, di un libro (bisogna leggere Tolstoj in russo?!). Questo era il nostro intento, nel scegliere le voci, nella scrittura dei dialoghi, nelle scelte di mantenere le parti del corano in arabo e nello stile di recitazione diverso da quello di un blockbuster americano, cercando di seguire i toni e la sonorità degli attori (molto bravi) originali. Sono rammaricata se questo non sia stato colto da un critico, spero venga apprezzato dal pubblico!


#3
Luca Chiappini

Luca Chiappini
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Gentile Marzia,

spero che tu capisca che se non ho espresso ulteriori dettagli al riguardo è dettato da ragionevoli motivi di sintetizzazione per un contenuto su web. Sono ben felice di parlarne in maggiore dettaglio ma in separata sede, ritengo che troppe parole per una recensione su web, specie su un portale multi-target e multi-settoriale, possa essere tedioso e ridondante. Ad ogni modo, generalmente tendo ad articolare i commenti e a non banalizzare, dando sempre motivo del giudizio, sia esso positivo o negativo, ma mi rendo conto che in questo caso possa averti colpito e forse avresti preferito leggere due parole in più a riguardo.
A mio parere (che ovviamente è e resta il mio parere) il doppiaggio non calza i personaggi, lo percepisco innaturale. Non mi ritengo un esperto di doppiaggio, ma ho sempre considerato la differenza fondamentale tra il buono e il meno-buono doppiaggio la misura nella quale questo ti ricorda o meno che è doppiaggio. In altre parole: se guardando un film mi dimentico che è doppiato, che non si tratta delle voci originali, è un buon doppiaggio. Se invece mi rendo conto che è proprio stato registrato, non è un buon doppiaggio. Soprattutto per la piccola Wadjda il doppiaggio appare decisamente artefatto. Non voglio denigrare il vostro lavoro, di cui rispetto molto l'impegno, ma è mio dovere essere sincero quando scrivo i miei commenti a un film, e posso dirti per certo che la voce di Wadjda in primis a volte era un po' innaturale, quasi squillante, e ad ogni modo non sembrava provenire dallo schermo, ma quasi da una voce fuoricampo. Io non lo prenderei come un attacco: il doppiaggio è affare delicato, anche i grandi sbagliano, figurati tutte le polemiche attorno al lavoro di doppiaggio che si è fatto su Bane a opera di Filippo Timi (anche se lì il vero problema è stato l'innesto e l'effettistica della traccia, e non il doppiaggio in sé). Mentre guardavo il film, immaginavo le persone in sala registrazione che recitavano le battute. Ho apprezzato molto, invece, il mantenere in arabo alcune parti, come quelle del Corano.
Infine, voglio chiarire che per visione originale intendo comunque (ovviamente) quella coi sottotitoli. Non tanto per una questione di purismo, quanto per il fatto che in questo caso credo possa giovare al film. E desiderio sottolineare che per un film apprezzabile ma comunque di nicchia come questo, la portata tra doppiaggio e sottotitoli non cambierebbe sensibilmente il risultato in termini di pubblico raggiunto. Capisco che per una doppiatrice non è certo naturale dire "massì, certo, teniamolo in lingua originale", ma voglio ricordare che l'Italia è uno dei pochissimi paesi a doppiare, e se in certi casi apprezzo la soluzione (soprattutto per i prodotti mainstream, ma anche per alcuni essai), ci sono dei film in cui il doppiaggio poteva anche non essere fatto. Qua è stato fatto, e io, che scelgo sempre la sincerità nell'esporre i miei pareri, ripeto che specialmente sulla protagonista non era naturale. Anziché offendersi, io la coglierei come una critica costruttiva, che è ciò che tali recensioni vorrebbero (dovrebbero) stimolare.
Ripeto inoltre, ma questo l'ho già detto in recensione, che il doppiaggiononbuono del film non deve scoraggiare dall'andare a vederlo in sala, ma può essere spunto per vedere la versione originale.

#4
Touma Mitsuhashiba

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Avendo visionato solo trailer e clip, non posso esprimermi con cognizione di causa sulla qualità effettiva del doppiaggio: tengo solo a specificare che il commento di Luca a riguardo, inserito nella recensione, non era volto a ledere il lavoro dei professionisti che lo hanno realizzato, né tanto meno invitare la gente a disertare le sale in favore di mezzi poco leciti per visionarlo. Anzi, applaudiamo sempre il coraggio e la lungimiranza nell'importare e nel proporre nelle sale italiane, sempre più preda dei blockbuster del momento, film di interesse culturale innegabile come questo di Haifaa Al Mansour. Il lavoro di doppiaggio e adattamento è sempre delicatissimo, e ultimamente se ne fa un gran parlare. Non siamo contrari al doppiaggio, anzi: permette alla maggior parte del pubblico di 'entrare' nel film in maniera più immediata per tutti. Certo è un lavoro certosino e assai più complesso e meritevole di rispetto e attenzione di quanto non si possa pensare, ne siamo consapevoli e ci fa piacere parlarne, soprattutto nel caso di film rappresentanti culture diverse e niente affatto semplici da rendere in un'altra lingua. Spiace che l'affermazione in tal senso di Luca sia stata recepita come offensiva, e di questo ci scusiamo.




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