Battlefield: Bad Company 2 - RECENSIONE (XBOX 360)DICE e la concezione di "guerra totale"Parlando di First Person Shooter, in questa generazione, il primo titolo a venire alla mente, ancor prima del blasonato Halo 3, è Call Of Duty, e nello specifico le sue ultime incarnazioni conosciute come Modern Warfare e Modern Warfare 2.Ad insidiare il trono di uno dei brand in grado di battere innumerevoli record di vendita c’è stato, oltre alla sopracitata epopea Bungie, un titolo dal passato granitico, ritornato da qualche anno prepotentemente in auge.
Si tratta di Battlefield: Bad Company, capace di coniugare ai toni irriverenti di una campagna single player divertentissima e auto-ironica un multiplayer per certi versi innovativo (almeno su console).
Incentrando il gameplay competitivo su modalità di gioco costituite da obiettivi modulari in cui la coordinazione del team risultava fondamentale, Bad Company, grazie anche alla re-introduzione dei veicoli, apriva le porte ad ambientazioni di gioco enormi, completamente esplorabili e -soprattutto- (quasi) completamente distruttibili.La possibilità di radere al suolo ogni costruzione presente utilizzando la forza bruta fu uno degli aspetti più interessanti della produzione DICE, forte anche di un motore grafico proprietario in grado di calcolare in maniera soddisfacente e realistica ogni danno.Nella battaglia dei numeri, naturalmente, la spuntò Infinity Ward ma la guerra per il trono era tutt’altro che conclusa.Con l’arrivo di Bad Company 2, per Playstation 3, Xbox 360 e PC il 5 Marzo 2010, Electronic Arts e DICE sono pronte all’assalto, forti di una struttura collaudata con numerose limature qua e là, capaci -sulla carta- di combattere alla pari per il titolo di miglior First Person Shooter.
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